Confronto con gli studi di Mauro Biglino
Inviato: sabato 12 agosto 2017, 16:57
Siccome il forum non aderisce a religioni e non impone nessun dogma, spero ci sia il clima sufficientemente aperto per creare un dibattito costruttivo e interessante prendendo come spunto il lavoro di Mauro Biglino. Per chi non lo conoscesse (ormai pochi) egli è un ricercatore indipendente e traduttore dalle lingue antiche, nel particolare l'ebraico masoretico. Ha pubblicato diversi libri ed è possibile trovare su youtube tutte le sue conferenze.
Chi lo conosce saprà che egli propone una lettura letterale dell'antico testamento e che il suo lavoro con la Bibbia sta spaziando su diversi campi grazie anche al contributo di accademici e altri ricercatori con cui ha creato delle collaborazioni per esplorare temi come la nascita dell'uomo, l'evoluzione, la genetica e molto altro.
Partendo dal presupposto che nessuno ha la verità assoluta su nulla, Biglino fa un' analisi biblica del tutto spoglia da qualsiasi dottrina o sovrastruttura religiosa, lasciando da parte le elaborazioni teologiche o le tradizioni successive si limita a leggere cosa c'è scritto nell'AT alla lettera e propone degli spunti per molti aspetti interessanti.
Biglino specifica spesso di non avere scoperto nulla e di non voler vendere la verità a nessuno, perchè la verità nessuno ce l'ha.
Fatte le dovute premesse vorrei iniziare proponendo uno degli argomenti che il ricercatore torinese ha maggiormente toccato negli anni: la Bibbia non parla di Dio.
Biglino arriva a tale affermazione da diverse angolazioni. Innanzitutto evidenzia diversi passaggi in cui risulterebbe evidente che l'elohim YHWH (che era uno di tanti) non era una divinità bensì un capo militare al quale fu assegnata da elyon (il capo degli elohim) la famiglia di Israele (e non tutti gli ebrei) da governare e da utilizzare come esercito per combattere ed ottenere la terra in cui abitare, oltre che per servirlo. Come fa notare dal testo biblico, altri popoli (a partire dai cugini più prossimi degli ebrei) rispondevano a differenti elohim, alcuni dei quali avevano dei nomi precisi che poi la rielaborazione successiva ha voluto trasformare in demoni o finte divinità "pagane", anche se la Bibbia ne parla ponendoli allo stesso livello di YHWH.
Biglino non si sbilancia mai troppo nel fare illazioni sulla provenienza degli elohim e sulla loro natura ma, supportato da alcuni passi biblici, fa notare come essi siano effettivamente diversi dagli uomini.
Un'altro dei punti che l'autore tocca è il confronto con la letteratura di altre culture, per far vedere come tutti i popoli in tutti i continenti hanno narrato storie di "qualcuno" che viene dall'alto con poteri (o tecnologia) tali da poter compiere grandi prodigi e la Bibbia è solo uno dei tanti scritti che parla di "questi qua" venuti da chissà dove, chiunque siano.
Faccio presente che l'autore non avvalla mai apertamente l'idea che si tratti di alieni, sebbene tutte le sue supposizioni portino a pensare ad una razza intelligente e tecnologicamente molto avanzata, diversa da quella umana.
Ci tengo a precisare che l'autore utilizza un approccio al testo che fa uso di dizionari, studi ed analisi redatti da molti eminenti accademici di calibro internazionale e su questo livello vorrei restare.
C'è tanto da dire e da valutare ma, senza mettere troppa carne al fuoco e prima di scendere nei dettagli, attendo la vostra partecipazione.
Chi lo conosce saprà che egli propone una lettura letterale dell'antico testamento e che il suo lavoro con la Bibbia sta spaziando su diversi campi grazie anche al contributo di accademici e altri ricercatori con cui ha creato delle collaborazioni per esplorare temi come la nascita dell'uomo, l'evoluzione, la genetica e molto altro.
Partendo dal presupposto che nessuno ha la verità assoluta su nulla, Biglino fa un' analisi biblica del tutto spoglia da qualsiasi dottrina o sovrastruttura religiosa, lasciando da parte le elaborazioni teologiche o le tradizioni successive si limita a leggere cosa c'è scritto nell'AT alla lettera e propone degli spunti per molti aspetti interessanti.
Biglino specifica spesso di non avere scoperto nulla e di non voler vendere la verità a nessuno, perchè la verità nessuno ce l'ha.
Fatte le dovute premesse vorrei iniziare proponendo uno degli argomenti che il ricercatore torinese ha maggiormente toccato negli anni: la Bibbia non parla di Dio.
Biglino arriva a tale affermazione da diverse angolazioni. Innanzitutto evidenzia diversi passaggi in cui risulterebbe evidente che l'elohim YHWH (che era uno di tanti) non era una divinità bensì un capo militare al quale fu assegnata da elyon (il capo degli elohim) la famiglia di Israele (e non tutti gli ebrei) da governare e da utilizzare come esercito per combattere ed ottenere la terra in cui abitare, oltre che per servirlo. Come fa notare dal testo biblico, altri popoli (a partire dai cugini più prossimi degli ebrei) rispondevano a differenti elohim, alcuni dei quali avevano dei nomi precisi che poi la rielaborazione successiva ha voluto trasformare in demoni o finte divinità "pagane", anche se la Bibbia ne parla ponendoli allo stesso livello di YHWH.
Biglino non si sbilancia mai troppo nel fare illazioni sulla provenienza degli elohim e sulla loro natura ma, supportato da alcuni passi biblici, fa notare come essi siano effettivamente diversi dagli uomini.
Un'altro dei punti che l'autore tocca è il confronto con la letteratura di altre culture, per far vedere come tutti i popoli in tutti i continenti hanno narrato storie di "qualcuno" che viene dall'alto con poteri (o tecnologia) tali da poter compiere grandi prodigi e la Bibbia è solo uno dei tanti scritti che parla di "questi qua" venuti da chissà dove, chiunque siano.
Faccio presente che l'autore non avvalla mai apertamente l'idea che si tratti di alieni, sebbene tutte le sue supposizioni portino a pensare ad una razza intelligente e tecnologicamente molto avanzata, diversa da quella umana.
Ci tengo a precisare che l'autore utilizza un approccio al testo che fa uso di dizionari, studi ed analisi redatti da molti eminenti accademici di calibro internazionale e su questo livello vorrei restare.
C'è tanto da dire e da valutare ma, senza mettere troppa carne al fuoco e prima di scendere nei dettagli, attendo la vostra partecipazione.