Caro Besaseà, dici che non comprendi perché ti si riserva un certo trattamento, ‘ora anche da parte mia’. Premesso che sono convinto che tu susciti rispetto per la tua notevole preparazione biblica, posso solo azzardare un’ipotesi (di natura psicologica): forse tu avverti tale sensazione perché chi risponde ai tuoi commenti sente di più il come del cosa. La comunicazione umana è complessa e la parte preponderante passa per il non verbale, il “come”, appunto. Ma non intendo inoltrarmi in questa analisi e preferisco rispondere sul ‘da parte mia’.
Avevo notato, eccome, che tu hai criticato l'approccio pretestuoso e assolutamente gratuito di Salsi nei due passaggi citati in questa discussione. E mi ha colpito per la tua obiettività, come si conviene ad uno vero studioso quale sei. Permettimi tuttavia di parlarti in tutta sincerità e, se mi sbaglierò, perdonami.
Tu, caro Besaseà, hai i tuoi propri convincimenti come tutti; me compreso, ovviamente. Tu però non appartieni al vasto gruppo di persone che ha convincimenti per sentito dire (e neppure io, mi auguro). Tu sei del più ristretto gruppo che fonda i suoi convincimenti su basi ben più solide (e io, spero, di essere pure tra questi). Ma anche la più erudita delle persone non sfugge ad un certo condizionamento – come dire? – culturale.
E vengo al punto. Comprendo benissimo l’atteggiamento ebraico (e quindi anche il tuo) verso il rabbi di Nazaret. Ma sono altrettanto convinto che una grandissima responsabilità nel peggioramento di tale valutazione negativa vada imputata alla Chiesa Cattolica Romana, la quale ha presentato il suo “Gesù” in un modo del tutto distorto. Quella Chiesa, i cui templi sono pieni di idoli, ha fomentato per secoli e secoli l’odio verso il popolo amato da Dio, definendolo nientemeno che deicida. Non solo ha sfidato l’Altissimo toccando ‘la pupilla del suo occhio’, che è Israele (Zc 2:8), ma continua a bestemmiarlo attribuendogli una madre umana, tanto che il loro calendario inizia l’anno con una bestemmia: “1° gennaio – Santa Maria Madre di Dio”.
Che mai dovrebbe pensare un ebreo di quel “Gesù” così presentato dal cattolicesimo? Io stesso, se non avessi le Sacre Scritture Greche, lo rifiuterei. Invece rifiuto loro, quegli idolatri mistificatori impregnati di paganesimo, lupi travestiti da agnelli.
Ora mi domando se tu, tuo malgrado, non sia vittima inconsapevole della falsa e vergognosa presentazione che la teologia cattolica (e quella protestante al seguito) ha fatto del rabbi di Nazaret che in Israele “insegnava nelle loro sinagoghe”.
Ci sono fior di biblisti ebrei che hanno studiato e studiano non solo la figura storica di Yeshùa ma i testi evangelici. E sai una cosa? Ci capiscono sempre e di più dei teologi “cristiani”, i quali si richiamano ad una teologia postuma e deviata, del tutto estranea alla Scrittura. E ti dico di più: anche grazie a quei biblisti ebrei, i testi greci diventano pienamente comprensibili. Alcuni di loro si sono presi perfino la briga di tradurre il testo greco in ebraico/aramaico e di ritradurlo in greco, dimostrando come l’erroneamente detto Nuovo Testamento sia stato scritto sì in greco ma pensato in ebraico.
Se ho voluto dirti queste cose, Besaseà, è per invitarti ad approccio meno rigido. Riguardo a “uno simile ad un figlio d’uomo”, di cui ho ammesso la possibilità del senso collettivo, tu affermi che “non è possibilissimo, ma l'unico possibile e chiaramente riferito al popolo di Israel e non al suo re messia”. Non tutti i commentatori ebrei la pensano come te, ma non è questo il punto. Qui vorrei farti notare che la presentazione biblica del Messia varia nel Tanàch secondo le epoche e secondo le attese ebraiche: a volte viene presentato come un re vittorioso che ristabilisce Israele, altre come lo schiavo sofferente di Yhvh. Nulla di strano quindi che comunità dei discepoli di Yeshùa abbia visto nella figura danielica il suo maestro.
Sai, caro Besaseà, se non ci fosse stato il beniaminita Shaùl di Tarso, la corrente giudaica che faceva capo a Yeshùa sarebbe rimasta una delle diverse correnti ebraiche che convivevano in Israele e probabilmente sarebbe perfino scomparsa. Ma questa è un’altra storia.
Scusandomi per la mia libera e forse lunga esposizione, ci tenevo a farti partecipe del mio pensiero. Di una cosa devi essere certo, amico mio:
Anì ohèv et Israèl.
Prova, se vuoi, ad approcciarti a Yeshùa per quello che è: un giudeo tuo confratello, fedelissimo alla Toràh e al Dio Uno e Unico di Israele.
Nel mio piccolo ho prodotto una serie di studi su
Yeshùa, giudeo osservante (
http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=4879" onclick="window.open(this.href);return false;). Alla conclusione scrivo questa frase: “Se il tanto atteso Messia degli ebrei viene e dovesse rivelarsi come Yeshùa di Nazaret, non c’è ebreo al mondo che avrebbe da obiettare”. Neppure tu, credo. Un abbraccio.