Presunti errori storici nei Vangeli

Armando
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da Armando »

Antonio permettimi di rispondere io sbagliando anche ma nel modo più semplice .

La risposta alle tue domande Besàseà, é che non c'è farina per ostie per gli ebrei nei vangeli ... Se non la sola ed assurda maledizione riportata sempre dai vangeli ."E tutto il popolo rispose: il suo sangue [di Yeshua ] ricada sopra di noi e i nostri figli” (Mt. 27, 25) spiacente...

Shalom
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bgaluppi
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da bgaluppi »

Allora, riprendo le domande di Besasea:
1) Dove il nuovo testamento parla di ritorno degli israeliti nella loro terra promessa?
2) Dove presenta che il popolo di Israel è un popolo eterno, che non sarà mai distrutto?
3) Dove si parla di riedificazione delle vecchie rovine della terra di Israel nel nuovo testamento?
La risposta riguarda tutte e tre le domande. Innanzitutto, qual'è lo scopo dei Vangeli e degli scritti greci? I Vangeli servono a rendere testimonianza di ciò che accadde: “mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio” (Gv 15:27); stessa cosa in Mt 10:18, in cui Yeshùa annuncia ai discepoli: “sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai pagani.”. In Mt 24:14: “E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti”. Etc.

Dunque, i Dodici furono inviati da Yeshùa a rendergli testimonianza, altrimenti nessuno ne avrebbe neppure sentito parlare. Il termine ἀπόστολος (Strong 652, apòstolos) deriva da ἀποστέλλω (Strong 649, apostèllo), che significa "inviare", "commissionare", "mandare" qualcuno con un messaggio o una missione. Nel greco classico, il termine apostolo ha il significato di “spedizione navale" (cfr. Platone, Ep. 7, 346a). Il termine biblico apostolo significa propriamente "messaggero", "delegato", "inviato", "uno commissionato da un altro per rappresentarlo in qualche modo" (Strong). Il primo grande apostolo per eccellenza, se vogliamo, è Yeshùa stesso, poiché è "l'inviato di Dio" che reca agli uomini la buona novella del Regno e la salvezza: "Guardate attentamente Gesù: egli è l'inviato [τὸν ἀπόστολον, ton apòstolon] di Dio e il sommo sacerdote della fede che professiamo" (Eb 3:1). Nella LXX il termine traduce l'ebraico shalùach (participio passato di ָשׁ ַלח , shalach), che significa "inviato divino" (Nm 16:28; Is 6:8). Il Sinedrio spesso inviava messi incaricati di portare a termine mandati particolari, come ad esempio raccogliere denaro per il tempio, e questi inviati erano chiamati apostoli (sheluchîn, in aramaico), ed utilizzavano l'imposizione delle mani per ufficializzare il loro mandato.

Le Lettere costituiscono, se vogliamo, un corpus didattico, gli insegnamenti che gli apostoli trasmisero ai credenti delle varie comunità “sia con la parola, sia con una nostra lettera.” (2Tes 2:15).

Dunque, perché mai i Vangeli e gli scritti apostolici avrebbero dovuto rimarcare ciò che fu già stabilito e predetto da Dio nel Tanach? La salvezza di Israele è certa, come rimarca anche Paolo (Rm 11:2; 11:26). La Parola di Dio non è stata annullata in vista di una "nuova rivelazione", ma è stata confermata e "resa colma e traboccante": “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.”. Il "portare a compimento" è piuttosto il "rendere traboccante", e potrebbe essere tradotto con "perfezionare". Ora, come potrebbe la Torah essere "perfezionata" se è già perfetta? Yeshùa non si riferisce al testo in sé, o all'insegnamento e i precetti che contiene, ma al modo di obbedire alle mitzvot, che deve essere attuato con la purezza delle intenzioni.

Le Scritture Greche testimoniano di Yeshùa e trasmettono i suoi insegnamenti. Ciò che riguarda il destino di Israele è già stato stabilito nel Tanach e non può certo essere cambiato. Sul tempio, la questione è più complessa; con la distruzione del Tempio, il sacrificio animale è stato abolito e sostituito per sempre da un sacrificio unico e più grande. Però mi rendo conto che questo argomento esula dalla discussione e dovrebbe essere trattato a parte.
marco
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da marco »

Stella il mio carattere mi impedisce di scrivere usando il "politicamente corretto".
E' possibile edificare di nuovo Israele senza Cristo?
Non parlo di palazzine, ma di uno Stato che fonda la sua forza e la sua sicurezza su leggi bibliche rigettate da Dio. La diaspora è una condizione vincolante in attesa del Messia. Invece non hanno voluto attendere oltre, perché stanchi e avviliti per non avere una Nazione, e si sono affidati a loro stessi. La forza di Israele è negli stessi ebrei. Ti ricorda qualcosa? [queste affermazioni sono frutto di interpretazione personale. il popolo ebraico è tornato nella terra non per sua decisione personale imposta con la forza, ma perché gli è stata riconsegnata in seguito all'olocausto.]

Antonio sei riuscito a rispondere senza dare soddisfazione ne a Besasea ne a me.

Besasea ha ragione l'ebraismo e il cristianesimo sono due mondi inconciliabili.
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Gianni
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da Gianni »

Ottima osservazione, Alessia!
Armando
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da Armando »

E perchè invece non provate a rispondere ma con parole vostre alle domande di questa persona orientale ?

Sarebbe un modo di dimostrargli quanti modi ci sono di essere "cristiani"... e poi sono curioso :d

Ciao
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bgaluppi
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da bgaluppi »

Armando, a me pare di aver risposto con parole mie. Ora, rivolgo io la domanda: qual'è lo scopo della testimonianza degli apostoli?
Armando
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da Armando »

Scegli tu https://m.youtube.com/watch?v=Emk1xjv_y_M" onclick="window.open(this.href);return false;

Perdonami ...

Pillola rossa : lo scopo? Guarda invece i risultati. Lo già espresso all'inizio all' pertura di un'altra discussione . Se non predicavano in giro era meglio, non sarebbero morte milioni di persone nel nome di Dio. [non sono stati certamente gli apostoli a uccidere milioni di persone, e neppure i credenti. loro facevano parte degli uccisi]

Pillola blu : Continua così
Ultima modifica di Armando il venerdì 30 dicembre 2016, 19:18, modificato 1 volta in totale.
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bgaluppi
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da bgaluppi »

Ma che significa, Armando... Ti ripeto, la stessa cosa la puoi fare con molti personaggi della Torah. Le testimonianze scritte, cioè i Vangeli e le Lettere, sono inventate o reali? Allora, come ti avevo chiesto precedentemente:

- visto che tutti gli studiosi concordano sui molti frammenti della grotta 7 come riportanti il testo della Prima Lettera a Timoteo

- visto che la grotta fu sigillata dai romani nel 68

- visto che Paolo morì a Roma tra il 64 e il 67

- visto che quei papiri non sono i manoscritti di Paolo ma delle copie di cui gli esseni entrarono in possesso, e quindi

- visto che il testo di 1Tim risale a ben prima del 68 (per copiare i testi occorreva molto tempo, e anche per farli viaggiare da un luogo ad un altro perché non esisteva ancora la posta aerea)

ti chiedo: se non fu Paolo (autore autografo) a scrivere quella lettera perché l'apostolo non esisteva, chi fu quel bestemmiatore e persecutore e violento (v. 13) che la scrisse? Qualcuno, certamente, la scrisse, perché non si è scritta da sola; e quel qualcuno parlava di Yeshùa e dei viaggi di Paolo, testimoniati dagli altri scritti.

La cosa che mi fa sorridere è che si considerino i testi di Flavio come storici e i manoscritti del NT invece no. Ogni manoscritto antico è una testimonianza storica di qualcosa; le Lettere di Paolo sono la testimonianza dei suoi viaggi e del suo operato.
Armando
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da Armando »

Ho modificato il messaggio precedente scusami.
Ma Antonio ,fai troppe domande a me ,perché non le fai tu per te invece .

Troppe cose , tu credi ai francobolli delle lettere , io credo alle lettere, con un messaggio certo ed in chiaro .

Ci sono papiri più antichi di quelli la , eppure si riesce a leggerne senza grossi problemi un senso compiuto.
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bgaluppi
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Re: Presunti errori storici nei Vangeli

Messaggio da bgaluppi »

Armando, ti invito a leggere anche questa discussione, dove troverai molte considerazioni fatte su Yeshùa che possono essere applicate a Paolo e a tutti gli apostoli.

http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopic.php?f=6&t=1095" onclick="window.open(this.href);return false;

Ci si domanda come possono gli storici aver ignorato Paolo e le sue gesta. Uno storico, per poter riferire con certezza su un evento, deve essere testimone, oppure far riferimento a testimoni, o a fonti di altri storici che hanno potuto testimoniare o far riferimento a testimoni. Se uno storico non riferisce su alcuni eventi, significa che non ha potuto far affidamento su nessuna testimonianza o fonte accertata.

Chi furono i testimoni di Paolo? Certamente non degli storici o delle persone che avrebbero suscitato l'interesse di uno storico. Furono i suoi compagni di viaggio e coloro che lo conobbero brevemente. I "cristiani" erano considerati pazzi malfattori, poveri scarafaggi da schiacciare che non interessavano a nessuno e creavano solo problemi. Tacito testimonia proprio questo.

“Perciò, per tagliar corto alle pubbliche voci, Nerone inventò i colpevoli, e sottopose a raffinatissime pene quelli che il popolo chiamava Cristiani e che erano invisi per le loro nefandezze. Il loro nome veniva da Cristo, che sotto il regno di Tiberio era stato condannato al supplizio per ordine del procuratore Ponzio Pilato.” - Annales, XV, 44, 2-3

La testimonianza storica di Paolo, dunque, fu data da lui stesso e dai pochi che ebbero rapporti con lui e che furono interessati a riferire di lui. I suoi documenti, la cui esistenza non è fantasia ma è accertata dai ritrovamenti, costituiscono documenti storici. Cos'è un documento storico?

“Per fonte si intende, nelle discipline storiche in particolare - secondo la sintetica definizione di Paul Kirn - «ogni testo, oggetto o manufatto da cui si può ricavare una conoscenza del passato»; più diffusamente possono chiamarsi fonti «tutti i resti del passato, materiali o immateriali, scritti o non scritti, prodotti intenzionalmente da chi ci ha preceduto per lasciare memoria di sé e delle proprie azioni, o risultato meccanico delle varie attività umane».” (Wiki)

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Fonte_(storiografia" onclick="window.open(this.href);return false;)

Quindi, in che modo le Lettere di Paolo non sarebbero documenti storici, anche alla luce del fatto che riportano eventi storici precisi e verificabili?

Ma di che stiamo parlando... La cosa più incredibile è che si ignora il fatto che tutti gli scritti evangelici e apostolici, pur scritti da persone diverse e in periodi diversi (e questo è accertato da filologia, paleografia e critica testuale) si autocertificano a vicenda, perché sono concordi. Vediamo invece se tutti gli storici e gli "esperti" sono concordi.

Il discorso è: se tu, Armando, scrivi un resoconto vero della tua vita, di ciò che hai fatto, di dove sei andato e di cosa ti è successo, e se questo documento che tu scrivi sopravvive per mille anni, nel 3016 esso sarà un documento storico che testimonia di Armando e degli avvenimenti accaduti intorno a lui 1000 anni prima. Se poi i fatti che descrivi sono verificabili tramite altri documenti, ancor più il tuo scritto sarà considerato documento storico genuino e affidabile. Questo a prescindere dal fatto che qulcun altro scriva su di te.
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