Non si tratta di conoscere il greco. La sostituzione del delta con il tau è presentata nel documento che hai citato. Però, il documento non parla di questo fenomeno della fonologia come un fatto, ma tendenziosamente dice:
"O’Callaghan propone che il copista abbia commesso un errore scrivendo una τ al posto di una δ."
Non si tratta di mero errore del copista, ma di "cambio delta-tau", un fenomeno fonetico comune, di cui Gianni parla:
Riguardo a Δ – suono “d” – si sarà notato che nel papiro compare una tàu (T) – suono “t” – e non una dèlta (Δ). Perché allora si accetta Δ? Si è postulato quello che in fonologia si chiama “cambio delta–tau”: il copista avrebbe confuso tra loro le due consonanti dentali, scrivendo una tau al posto di una delta. È da prendere in seria considerazione che nel 1° secolo il cambio di delta con tau fosse cosa comune nel modo di scrivere e pronunciare alcune parole in Palestina. Lo stesso O’Callaghan spiega: “Quando vidi che alcuni assunsero questo [il cambio delta-tau] come obiezione, mi recai presso la Biblioteca del Pontificio Istituto Biblico e scrissi una nota, che fu pubblicata nella rivista Biblica, circa la frequenza del cambio delta-tau nei papiri biblici. E ripeto quello che ha detto la professoressa Montevecchi, una eminenza in papirologia: obiettare questo cambio delta-tau è quasi ridicolo, a motivo della possibilità e ammissibilità del cambio. E di fatto esistono numerosi casi dello stesso errore, compreso perfino un graffito in greco su pietra, dei tempi di Erode, dove è evidente che avrebbero dovuto badare di più alla scrittura”. – Cfr. J. O’Callaghan, El cambio δ > τ en los papiros biblicos, in Biblica 54, pagg. 415-16, 1973.
A parte il fatto che il 7Q5 identificato come Marco non difende alcuna tesi cattolica, se gli eminenti studiosi sono divisi, non si può sposare la tesi di uno piuttosto che di un altro solo perché fa comodo al nostro credo; quindi chi ha ragione? Forse non lo sapremo mai. Ma mettiamo pure che, nonostante la perfetta corrispondenza della maggior parte del testo del 7Q5 con il versetto di Marco e la non corrispondenza con alcun altro testo, il papiro non provi che sia Marco. Bene. Tutti gli studiosi, nessuno escluso, datano Marco prima del 70, ossia della distruzione del tempio e di Gerusalemme. Alcuni dicono 60, altri 50. Quindi, Marco contiene un'incredibile profezia che si avverò anni dopo. E questo è un fatto. Coincidenza? Forse, allora, anche la profezia biblica sul rientro di Israele nella terra è una coincidenza...
Armando, il discorso è che l'autenticità del messaggio dei vangeli non deve essere ricercata attraverso la dimostrazione scientifica, così come l'esistenza di Dio non deve essere provata scientificamente. Che l'insegnamento di Yeshùa sia verace e conforme o meno alla Scrittura lo si deve evincere da ciò che dice. Ciò che Yeshùa insegna è conforme o contrario al Tanach? Il testo evangelico è una realtà, esiste, e risale al I-II secolo, e i manoscritti non sono falsi del XX secolo. Ciò che contengono è conforme alla Scrittura Ebraica? Questo conta, e niente altro. Altrimenti, inutile accanirsi coi vangeli: dovremmo cercare le prove scientifiche che Dio esiste e che creò veramente il mondo, perché tutto parte da lì. Mi puoi citare uno studioso o uno scienziato che abbia dimostrato scientificamente che Dio esista?
Abbiamo un testo antichissimo che insegna verità sublimi, che ci consentono di imparare a vivere ed essere felici; abbiamo avuto un uomo che ha insegnato a fare al prossimo ciò che vogliamo sia fatto a noi e a non giudicare ma perdonare, anche chi opera contro di noi; ha insegnato che l'amore più grande è quello di essere disposti a dare la propria vita per un amico. E stiamo qui a discutere di papiri, porticati, città scomparse... Mah. Vogliamo piuttosto leggere, cercare di comprendere e possibilmente applicare gli insegnamenti biblici, e vedere se portano giovamento nella nostra vita? Vogliamo parlare della grandezza e universalità di certi insegnamenti oppure litigare per stabilire se sono autentici? L'autenticità di tali insegnamenti è comprovata dal loro immenso valore morale, che non è umano ma divino, perché va ben oltre la miseria delle azioni umane.
Sono tutti bravi ad accanirsi contro Yeshùa, perché fece ciò che nessun uomo potrebbe mai fare. E allora la risposta che soddisfa il nostro ego è semplice: tutte falsità! Yeshùa non è mai esistito, così non dobbiamo paragonarci a lui e sentici uomini di poco conto! Allora io dico: trovatemi la tomba di Mosè e le sue ossa e crederò che sia esistito. Ma se procediamo così, capisci che non si arriva a nulla? Fino ad ora non mi pare siano state presentate valide argomentazioni che sostengano la non autenticità dei vangeli: il portico di Salomone, la profezia di Yeshùa sulla distruzione del 70, Betania... Allora? Andiamo avanti.
Come esistono gli anti-Yeshùa, esistono anche gli anti-Bibbia. Questa gente conosce ben poco la Scrittura, il popolo ebraico e certamente non conosce Dio. Anzi, lo odia. “L’ira di Dio si manifesta dal cielo contro tutti gli uomini, perché lo hanno rifiutato e hanno commesso ogni specie di ingiustizia soffocando la verità. Eppure ciò che si può conoscere di Dio è visibile a tutti: Dio stesso l’ha rivelato agli uomini. Infatti, fin da quando Dio ha creato il mondo, gli uomini con la loro intelligenza possono vedere nelle cose che egli ha fatto le sue qualità invisibili, ossia la sua eterna potenza e la sua natura divina. Perciò gli uomini non hanno alcuna scusa.” — Rm 1:18-20
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