Calendario ebraico
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Re: Calendario ebraico
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Ultima modifica di MassimoWlaBibbia il sabato 12 novembre 2022, 9:55, modificato 1 volta in totale.
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Re: Calendario ebraico
Shay, il Testo Masoretico non parla affatto di due giorni di novilunio. La traduzione letterale di 1Samuele 20:27 (וַיְהִי מִמָּחֳרַת הַחֹדֶשׁ הַשֵּׁנִי וַיִּפָּקֵד מְקֹום דָּוִד) è questa: “E avvenne [l’]indomani di la luna nuova, il secondo [giorno], e mancò [il] luogo di Davide”.
Per la citazione: Encyclopaedia Judaica, vol. V, Gerusalemme, 1972, pag. 44.
Per la citazione: Encyclopaedia Judaica, vol. V, Gerusalemme, 1972, pag. 44.
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Re: Calendario ebraico
Shay, non hai notato che ho messo “giorno” tra quadre? Le quadre indicato che la parola non compare nel testo originale ma va sottintesa. Secondo te, invece, va sottinteso “novilunio”, come se fosse: ‘E avvenne [l’]indomani di la luna nuova, il secondo [novilunio], e mancò [il] luogo di Davide’. Una follia, perché non esistono due noviluni consecutivi!
La traduzione di 1Samuele 20:27 fatta dagli ebrei alessandrini mi dà ragione: τῇ ἐπαύριον τῇ ἡμέρᾳ τῇ δευτέρᾳ, “l’indomani nel giorno il secondo” (LXX).
Quanto alla Encyclopaedia Judaica (vol. V, Gerusalemme, 1972, pag. 44), forse puoi trovarla in qualche libreria ebraica o in qualche sito israeliano oppure nella biblioteca di qualche Facoltà in cui si insegna ebraistica.
La traduzione di 1Samuele 20:27 fatta dagli ebrei alessandrini mi dà ragione: τῇ ἐπαύριον τῇ ἡμέρᾳ τῇ δευτέρᾳ, “l’indomani nel giorno il secondo” (LXX).
Quanto alla Encyclopaedia Judaica (vol. V, Gerusalemme, 1972, pag. 44), forse puoi trovarla in qualche libreria ebraica o in qualche sito israeliano oppure nella biblioteca di qualche Facoltà in cui si insegna ebraistica.
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Re: Calendario ebraico
Shay, nei mesi biblici non esiste un trentunesimo giorno. I mesi sono di 29 oppure di 30 giorni.
Re: Calendario ebraico
Aggiungo solo qualche precisazione riguardo quanto ha scritto Gianni, prima di entrare nel merito del Rosh Chodesh, occorre fare delle considerazioni cercando di non isolare il singolo passo, in questo caso la singola mitzvà ma cercare di guardare un po' prima e un po' dopo, perché una delle caratteristiche del testo biblico è che la temporalità non segue le logiche a cui siamo abituati , in questo caso è interessante notare che nella Torah le prime quattordici parashòt non contengono l’ordine di compiere nessuna mitzvà nonostante che alcune delle cose proclamate sul Sinai abbiano avuto già una loro anticipazione, esempio quando fu chiesto ad Avrahàm di circoncidersi, una mitzvà vincolante per lui e per il suo casato, ma non per noi che abbiamo dovuto attendere la rivelazione sul Sinai, la mitzvà della consacrazione del Capomese appare nella parashàt di Bo che occupa la quindicesima posizione nella Torah, il senso di questa mitzvà era di stabilire un punto zero da cui conteggiare le ricorrenze del calendario, questo esclude la ricorrenza più grande lo "shabbat "che esiste anche senza Israele essendo preesistente alla creazione stessa , ma tutte le altre feste o ricorrenze dipendono da Israele.
A questo punto è interessante esaminare un passo di Waiqrà dove leggiamo:
אלה מועדי יהוה מקראי קדש אשר-תקראו אתם במועדם
“Questi sono i convegni di Y*** di proclamazioni di santità che proclamerete essi nei convegni di essi” Ovviamente messa così è illeggibile perchè la traduzione letterale con il posizionamento dei nostri elementi grammaticali: (articoli determinativi e non, avverbi, aggettivi, preposizioni, complementi , coniugazioni verbali, ecc.) non vanno a posto nella traduzione letterale che non segue le regole dell’ebraico.
La traduzione sempre letterale risulta comprensibile se la rendiamo in questo modo :”Queste sono le feste del Signore, le Sacre Congregazioni che proclamerete nei tempi stabiliti”(Wayqrà 23/4), esiste in questo verso una anomalia testuale che è particolare e intenzionale אתם “otam” “esse” (le ricorrenze) appare scritto in forma difettiva senza la waw e questo rende possibile anche la lettura in “attem”, “ voi”.
Quindi possiamo leggere “proclamerete esse” oppure proclamerete voi”.
Il Talmud affronta con molto impegno di tutti gli aspetti del precetto di Rosh Chodesh dedicandogli un intero trattato, secondo cui il tempo è stato consegnato a Israele, ovviamente nella sua applicazione per stabilire le ricorrenze, era il Sinedrio l’organo organo decisore, ma sappiamo che il problema era tutto nel meccanismo di poter vedere uno spicchio di luna nuova per adempiere al precetto, questo prevedeva la presenza di tre testimoni, perchè il numero doveva essere dispari e il numero tre è il minimo dei numeri dispari a parte l’uno .
La straordinarietà della autorità del Sinedrio è emblematica in un racconto tratto proprio dal Talmud:”Accadde ce vennero i testimoni a sostenere di aver visto il rinnovarsi della luna. Questi testimoni presentavano una testimonianza “limite”, non perfettamente con i requisiti minimi per essere accettata tant’è che Rabbi Dossà ben Urkinas li bollò come falsi testimoni e Rabbi Jeoshua, uno dei più grandi ed anziani maestri della generazione concordò con lui. Ma la decisione non dipendeva da loro. Il tribunale sotto la presidenza di Rabban Gamliel accettò la testimonianza e santificò il mese. Rabban Gamliel usò il pugno di ferro e decretò che rabbi Jehoshua si dovesse presentare da lui nel secondo giorno in cui sarebbe caduto Kippur e se non si fosse stata accettata la testimonianza .
Rabbi Jeho hia si disperò. Rabbi Dossa ben Urkinas, gli ricordò allora che mettendo in discussione la decisione di Rabban Gamliel si sarebbero dovute ridiscutere tutte le decisioni di tutti i tribunali dall’epoca di Moshè in poi. Il Sinedrio è sovrano ed ogni Presidente nella sua generazione è come Moshè.
Un tale rabbi Akiva fu a consolare Rabbi Jehoshua. In primo luogo gli spiegò che ogni cosa che Rabban Gamliel aveva deciso era “asui”, fatta. In secondo luogo gli ricordò che il verso delle feste “Che voi proclamerete” persino se sbagliate intenzionalmente”che voi proclamerete” persino se sarete fuorviati da testimoni”.
Gianni scrive:
Tutto corretto, solo una aggiunta riguardo למועדים, (il mio programma di scrittura non prevede l’inserimento delle vocali), riporto il testo citato da Gianni di tehilim עשה ירח למועדים שמש ידע מבו “Ha fatto la luna per gli appuntamenti e il sole sa dove tramontare” La radice triconsonatica ידע, esprime il concetto di “conoscere” sapere” , è una radice estremamente prolifica la ritroviamo una delle prime volte nel libro di Bereshit nel senso di conoscenza tra l’uomo e la donna, poi nel libro di Shmòt dove si parla dei keruvim:
ונועדתי לך שם ודבקתי אתך מעל הכפרת מביו שני הכרבים אשר על ארן העדת את כל אשר אצוה אותך אל בני ישראל
“E incontrerò te là , e parlerò con te da su il coperchio da tra i due keruvim che saranno sull’arca della testimonianza e tutto ciò che ordinerò a te per i figli d’Israel”(Shmòt 25/22).
Uno spazio specifico destinato a un incontro, una specie di area meeting, il verbo להיוועד, deriva da יעד, che significa incontrare , radunare questa volta nel binian nifal , נועדתית interessante è la presenza della waw inversiva nel futuro nel biniam passivo ti incontrerò là, non è riferito ad un incontro estemporaneo ma specifica una serie di appuntamenti secondo le regole del Miskan, perché questo è il “Luogo” .
Questa radice compare due volte nel passo 19, una volta in forma semplice e una seconda volta in un significato che veicola il concetto, i מועדים mohadim, come ricorrenze, appuntamenti, la stessa radice genera una parola comunissima מודעה, moda’ah “annuncio”, oppure מועדון, mohadon, circolo o club, in comune possiedono il senso di destinazione che esprime sempre il concetto di conoscenza ad ogni suo livello, nel nostro casol’articolo ל lo collega a מועד , nella sua forma plurale diventa למעדים, gli appuntamenti come scrive giustamente Gianni. Concordo con le traduzioni errata, ma d’altra parte se è stata tradotta era per uso e destinazione un fruitore distante culturalmente dal pensiero originale e la traduzione letterale sarebbe risultata incomprensibile.
Anche se leggermente fuori tema al riferimento di Gianni, mi viene in mente : Rachamim she-ba-din o Rachamim mi-tokh Din.
Quale è la via per ottenere la mediazione? L’esercizio della Da’at !
Il nostro calendario si basa sul medesimo principio. Il sole che dà la luce è Rachamim, (la misericordia) mentre la luna che la riceve è Din.(la Giustizia).
Il calendario cristiano è solare forse è una cultura che da tutta l’importanza alla Misericordia e ignora il Din, la giustizia, calendario musulmano si basa invece sulla luna, essendo una cultura dominata interamente dal Din.
Il calendario ebraico è definito invece luni-solare, nel senso che introduce un raccordo fra i mesi lunari e le stagioni solari. E’ il raccordo cosmico fra Din e Rachamim. E’ la Misericordia esercitata attraverso la Legge. In che modo? Usando il da’at.
Gianni scrive:
“Questo mese sarà per voi il principio dei mesi, per voi si tratta del primo dei mesi dell’anno”(Shmot 12/2).
Luzzato si domanda : “Come facevano sapere quando iniziava il mese? Guardando la luna nuova, Moshè parlò con D-o di giorno, ma gli mostrò la luna di notte, ma non è nominato Nissan, ma solo questo mese. (per approfondimenti Leggere il Midrah di Amos Luzzato).
Noiman
Shabbat Shalom
A questo punto è interessante esaminare un passo di Waiqrà dove leggiamo:
אלה מועדי יהוה מקראי קדש אשר-תקראו אתם במועדם
“Questi sono i convegni di Y*** di proclamazioni di santità che proclamerete essi nei convegni di essi” Ovviamente messa così è illeggibile perchè la traduzione letterale con il posizionamento dei nostri elementi grammaticali: (articoli determinativi e non, avverbi, aggettivi, preposizioni, complementi , coniugazioni verbali, ecc.) non vanno a posto nella traduzione letterale che non segue le regole dell’ebraico.
La traduzione sempre letterale risulta comprensibile se la rendiamo in questo modo :”Queste sono le feste del Signore, le Sacre Congregazioni che proclamerete nei tempi stabiliti”(Wayqrà 23/4), esiste in questo verso una anomalia testuale che è particolare e intenzionale אתם “otam” “esse” (le ricorrenze) appare scritto in forma difettiva senza la waw e questo rende possibile anche la lettura in “attem”, “ voi”.
Quindi possiamo leggere “proclamerete esse” oppure proclamerete voi”.
Il Talmud affronta con molto impegno di tutti gli aspetti del precetto di Rosh Chodesh dedicandogli un intero trattato, secondo cui il tempo è stato consegnato a Israele, ovviamente nella sua applicazione per stabilire le ricorrenze, era il Sinedrio l’organo organo decisore, ma sappiamo che il problema era tutto nel meccanismo di poter vedere uno spicchio di luna nuova per adempiere al precetto, questo prevedeva la presenza di tre testimoni, perchè il numero doveva essere dispari e il numero tre è il minimo dei numeri dispari a parte l’uno .
La straordinarietà della autorità del Sinedrio è emblematica in un racconto tratto proprio dal Talmud:”Accadde ce vennero i testimoni a sostenere di aver visto il rinnovarsi della luna. Questi testimoni presentavano una testimonianza “limite”, non perfettamente con i requisiti minimi per essere accettata tant’è che Rabbi Dossà ben Urkinas li bollò come falsi testimoni e Rabbi Jeoshua, uno dei più grandi ed anziani maestri della generazione concordò con lui. Ma la decisione non dipendeva da loro. Il tribunale sotto la presidenza di Rabban Gamliel accettò la testimonianza e santificò il mese. Rabban Gamliel usò il pugno di ferro e decretò che rabbi Jehoshua si dovesse presentare da lui nel secondo giorno in cui sarebbe caduto Kippur e se non si fosse stata accettata la testimonianza .
Rabbi Jeho hia si disperò. Rabbi Dossa ben Urkinas, gli ricordò allora che mettendo in discussione la decisione di Rabban Gamliel si sarebbero dovute ridiscutere tutte le decisioni di tutti i tribunali dall’epoca di Moshè in poi. Il Sinedrio è sovrano ed ogni Presidente nella sua generazione è come Moshè.
Un tale rabbi Akiva fu a consolare Rabbi Jehoshua. In primo luogo gli spiegò che ogni cosa che Rabban Gamliel aveva deciso era “asui”, fatta. In secondo luogo gli ricordò che il verso delle feste “Che voi proclamerete” persino se sbagliate intenzionalmente”che voi proclamerete” persino se sarete fuorviati da testimoni”.
Gianni scrive:
Si legge in Sl 104:19, stando a NR: “Egli ha fatto la luna per stabilire le stagioni; il sole conosce l'ora del suo tramonto”. Questa traduzione è fasulla. La Scrittura afferma che Dio ha fatto la luna lemoadìm (לְמֹועֲדִים), per gli appuntamenti, che altro non sono che sante Feste stabilite da Dio. Mentre il sole si limita a tramontare, la luna scandisce il tempo per calcolare quando cadono le Festività.
Tutto corretto, solo una aggiunta riguardo למועדים, (il mio programma di scrittura non prevede l’inserimento delle vocali), riporto il testo citato da Gianni di tehilim עשה ירח למועדים שמש ידע מבו “Ha fatto la luna per gli appuntamenti e il sole sa dove tramontare” La radice triconsonatica ידע, esprime il concetto di “conoscere” sapere” , è una radice estremamente prolifica la ritroviamo una delle prime volte nel libro di Bereshit nel senso di conoscenza tra l’uomo e la donna, poi nel libro di Shmòt dove si parla dei keruvim:
ונועדתי לך שם ודבקתי אתך מעל הכפרת מביו שני הכרבים אשר על ארן העדת את כל אשר אצוה אותך אל בני ישראל
“E incontrerò te là , e parlerò con te da su il coperchio da tra i due keruvim che saranno sull’arca della testimonianza e tutto ciò che ordinerò a te per i figli d’Israel”(Shmòt 25/22).
Uno spazio specifico destinato a un incontro, una specie di area meeting, il verbo להיוועד, deriva da יעד, che significa incontrare , radunare questa volta nel binian nifal , נועדתית interessante è la presenza della waw inversiva nel futuro nel biniam passivo ti incontrerò là, non è riferito ad un incontro estemporaneo ma specifica una serie di appuntamenti secondo le regole del Miskan, perché questo è il “Luogo” .
Questa radice compare due volte nel passo 19, una volta in forma semplice e una seconda volta in un significato che veicola il concetto, i מועדים mohadim, come ricorrenze, appuntamenti, la stessa radice genera una parola comunissima מודעה, moda’ah “annuncio”, oppure מועדון, mohadon, circolo o club, in comune possiedono il senso di destinazione che esprime sempre il concetto di conoscenza ad ogni suo livello, nel nostro casol’articolo ל lo collega a מועד , nella sua forma plurale diventa למעדים, gli appuntamenti come scrive giustamente Gianni. Concordo con le traduzioni errata, ma d’altra parte se è stata tradotta era per uso e destinazione un fruitore distante culturalmente dal pensiero originale e la traduzione letterale sarebbe risultata incomprensibile.
Gianni scrive: L'ebraismo e l'Islam moderni non hanno mantenuto il giorno della luna nuova come santo, ed entrambi sono caduti nell'osservazione della luna crescente
Anche se leggermente fuori tema al riferimento di Gianni, mi viene in mente : Rachamim she-ba-din o Rachamim mi-tokh Din.
Quale è la via per ottenere la mediazione? L’esercizio della Da’at !
Il nostro calendario si basa sul medesimo principio. Il sole che dà la luce è Rachamim, (la misericordia) mentre la luna che la riceve è Din.(la Giustizia).
Il calendario cristiano è solare forse è una cultura che da tutta l’importanza alla Misericordia e ignora il Din, la giustizia, calendario musulmano si basa invece sulla luna, essendo una cultura dominata interamente dal Din.
Il calendario ebraico è definito invece luni-solare, nel senso che introduce un raccordo fra i mesi lunari e le stagioni solari. E’ il raccordo cosmico fra Din e Rachamim. E’ la Misericordia esercitata attraverso la Legge. In che modo? Usando il da’at.
Gianni scrive:
In Esodo 12:1-11 leggiamo che il Signore disse a Mosè e ad Aaronne che il mese di abìb (poi chiamato nissàn) doveva essere il primo dei mesi dell’anno. È il mese della Pasqua.
“Questo mese sarà per voi il principio dei mesi, per voi si tratta del primo dei mesi dell’anno”(Shmot 12/2).
Luzzato si domanda : “Come facevano sapere quando iniziava il mese? Guardando la luna nuova, Moshè parlò con D-o di giorno, ma gli mostrò la luna di notte, ma non è nominato Nissan, ma solo questo mese. (per approfondimenti Leggere il Midrah di Amos Luzzato).
Noiman
Shabbat Shalom
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Re: Calendario ebraico
Grazie per le tue precisazioni, Noiman.
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Re: Calendario ebraico
Fantastico! Abbiamo scoperto che possono esserci due noviluni consecutivi, mesi lunari di 31 giorni e che sono i rabbini a decidere quando cade il novilunio. E la Bibbia? Bazzecole. E l'astronomia? Nulla può contro rabbini.
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Re: Calendario ebraico
Il consiglio, nato al tempo di Mosè, subì nel tempo ovvie modifiche attraversando l’era persiana e soprattutto l’era ellenistica. Sotto i governanti siriani, specialmente sotto Antioco IV quando il sacerdozio veniva acquistato con il denaro, la corruzione entrò a larghe vele nei salotti del potere e quindi ..del consiglio. AL tempo di Antioco III, l’assemblea aveva il nome di Gerousia ed al tempo del sovrano Asmoneo Ircano II, Synedrion. Al tempo di Erode il grande, 45 dei membri di questo "consiglio" furono fatti giustiziare per aver osato ricordare al re, i suoi limiti di azione. Nell’era romana, il Sinedrio di Gerusalemme (la sede era disposta a mezzaluna) aveva una certa autorità su tutto il territorio giudaico, da quando l’imperatore Cesare aveva deciso di mantenere questo stato. Sicuramente, il consiglio non era composto dai cittadini poveri ma da classi altolocate. Al II secolo E.V. è fatta risalire un’opera chiamata “Seder Olam”, una documentazione cronologica degli eventi biblici , nella quale i calcoli descritti, si discostano da altre ricostruzioni. Nel XII secolo l’opera prende il nome di “Seder Olam Rabban”, che sarebbe “il grande ordine del mondo”. Sono sempre gli uomini che si autocostituiscono “Elohim” sulla terra e la fame di potere e l’egoismo sono insite nell’uomo. Paragonare il Sinedrio della fine dell'era del tempio e la sua discendenza con il consiglio al tempo di Mosè, mi pare un azzardo. Innanzitutto alle origini vi era l'arca e Mosè parlava direttamente con Yhvh (qualunque cosa voglia dire). Nelle epoche successive, pare che l’uomo abbia continuato a parlare con il proprio “ego”, esercitando il suo potere in questa direzione. Astronomia a parte ...e quella è...quando la storia parla, non c’è tradizione che tenga. Rispetto ai tempi antichi, al medioevo e perfino al secolo scorso, oggi chi vuole cercare trova e chi è in grado di ragionare ragiona.
Le storie raccontate nei vangeli, che molti cestinano, sono di grande insegnamento.
Le storie raccontate nei vangeli, che molti cestinano, sono di grande insegnamento.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Calendario ebraico
Ciao Shay. È proprio questo il punto. Se consideriamo questi testi e queste leggi semplicemente degli elementi di un sistema giuridico a partire dal primo legislatore che fu Mosè con tutta l'assemblea di anziani è un conto. Si prende in considerazione l'evoluzione di questo sistema attraverso alle varie epoche ed attraverso le varie dominazioni, nel bene e nel male. In questo caso si deve accettare la possibilità di aver fatto bene ed anche di aver fatto male, di aver agito talvolta nel bene ed altre sotto corruzione perchè il gioco funziona così. Lo stesso discorso vale per ogni sistema di ogni nazione. Ma se consideriamo che le prime leggi sono state date da YhVh a Mosè ed a quell'assemblea e se al tempo vi era una connessione diretta, tutti gli altri sistemi che ne seguirono non li possiamo considerare certamente come fonte di legislazione divina, dove tutte le decisioni prese è come se provenissero da Dio. Questo è il concetto che è stato fatto passare con la famosa successione apostolica e ne abbiamo visto i frutti. Mosè era a contatto con la divinità, così come pochissimi. Nei tempi futuri vediamo avanzare un sistema corrotto che si protrasse fino alla fine del secondo tempio.Shay ha scritto: ↑sabato 12 novembre 2022, 14:57 Ciao Naza, perché un azzardo? Per gli ebrei è così e bisogna rispettarli. Dal punto di vista religioso potrei anche essere d'accordo con te, ma dato che stiamo parlando di un popolo, la cosa va valutata da un punto di vista giuridico. E da questo punto di vista il sinedrio è l'eredità dell'antico sinedrio al quale faceva capo Mosè. Quindi le sue decisioni è come se provenissero da D-o, dato che secondo il pentateuco esso fu costituito da D-o per tutte le generazioni.
Infatti il popolo con grande forza sopravvisse alle persecuzioni. Ma nel II secolo, sopravvisse grazie alla rivolta Maccabea, con la guerra e non di certo alla volontà di un rabbinato. Tra l'altro i maccabei, dopo aver visto sterminare molti fratelli che non vollero lottare in giorno di sabato, si stracciarono le vesti e lottarono di sabato. Questo evento creò molte divisioni, ma alla fine fu grazie a loro che il santuario venne riconsacrato ed Epifane si diede alla fuga. Questa rivolta fermò l'ellenismo imposto con la forza. Gli ultimi sovrani Asmonei però commisero lo stesso errore, imponendo con la forza il loro culto e sterminarono anche intere famiglie di loro fratelli. Vero è che sotto la guerra con Roma, quando fu vietato di nominare dei giudici, vi furono delle riunioni segrete, anche nel tentativo di mantenere la trasmissione orale, ma qui non si tratta di rispettare o no il sistema legislativo di un popolo, bensì confrontare il testo biblico antico con le ere successive.Naza il discorso che fai è interessante e anzi ci mostra come il popolo ebraico sopravvisse a tutte le dominazioni straniere e le loro persecuzioni e malgrado riusci a mantenere viva l'ossevanza della torah e ciò è grazie ai suo maestri, i rabbini.
Nessuna antipatia o razzismo. Si tratta di capire se il testo biblico dice A ed il resto dice B. Se accettiamo B, allora va bene tutto.Ordunque per piacere mettiamo da parte ogni concetto razzista o antipatia verso i rabbini (che per me è la stessa cosa) perché non ci è di certo di aiuto in questa analisi.
Sul calendario non sono voluto intervenire.. sono abituato a fare ricerche ampie ed al momento mi mancano delle informazioni. Tutti gli eventi descritti, numeri simboli ecc. hanno anche un altro senso. In questo forum c'è un utente che sa molto ma molto di più di quello che scrive, ma non lo fa. Questo utente si chiama Noiman.Ho aperto questa discussione per imparare come funziona il calendario ebraico, di cosa dice la Bibbia a riguardo e di come funzionano i suoi meccanismi di intercalazione. Imparare queste cose dal popolo diretto interessato, non mi pare una cattiva idea.
Io rispetto Gianni perchè è un grande studioso. Rispetto gli ebrei non solo perchè il testo dice che sono loro il popolo eletto, ma perchè la loro storia è da ammirare. Sono stati sempre perseguitati ed ora anche accusati da chi certe storie non se le è mai lette, ma si è affidato alle religioni. Questo è il problema, è la religione, che io definisco l'oppio dei popoli, è stata da sempre un grande cancro per l'umanità. Tutto questo odio da dove deriva?Gianni ha i suoi preconcetti questo si è capito. Il canone della bibbia in cui crede però fu stabilita dai rabbini. O no?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Re: Calendario ebraico
No! Non credo che Gianni abbia dei preconcetti, sta facendoci notare la contaddizione tra il testo biblico e come la tradizione ebraica abbia adattato la mitzvà del tempo alla dimensione umana, mio nonno diceva che per adempiere alla Torah ci vuole il vino, e che il pane è meglio della farina, sui rabbini mi pare che si esageri con la parola, che è diventato come per i farisei un termine ridutivo e spregiativo.
Chiedo pazienza e comprensione a Gianni se quanto vi scrivo è un po lunghetto, ma senza chiarire alcune cose è difficile spiegare cosa è successo al calendario ebraico, è la prima volta che attingo a piene mani dallo scritto di un mio caro amico e maestro, spero che non se la prenda, ma se lo incontrerò credo che sia lieto di aver attinto alla sua grande competenza, il resto è quello che come ha detto Naza non ho ancora detto a riguardo.
Per dare una risposta anche se parziale riguardo la gestione del tempo che rende possibili affermazioni e parole come queste:
“Per la durata di sei anni seminerai il tuo terreno e raccoglierai il prodotto. Il settimo anno tu gli darai riposo e abbandonerai i frutti….”( Shmòt 23/10).
“Quando sarete entrati nella terra che sto per darvi, la terra dovrà riposare un sabato, in onore del Signore, per sei anni seminerai il tuo campo e per sei anni poterai la tua vigna… ma nel settimo anno ci sarà una completa cessazione dal lavoro per la terra”. (Wayqrà 25/2).
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“E conterai sette settimane di anni, sette anni sette volte, e la durata delle sette settimane di anni ti risulterà in quarantanove anni . Allora suonerai il corno del suono nel settimo mese, il dieci del mese, nel giorno del’espiazione sonerete il corno in tutto il vostro paese. E consacrerete il cinquantesimo anno e proclamerete libertà nella terra per tutti i suoi abitanti: è Jovel il Giubileo.” Waykrà 8/10) .
Ma tutto questo ha un inzio:
ויאמר אלהים יהי מארת ברקיע השמים להבדיל בי היום ובי הלילה והיו לאתת ולמועדים ולימים ושנים
“Dio disse siano i luminari nella distesa del cielo per fare distinzione fra il giorno e la notte; siano anche segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni” (Bereshit 14).
In questo passo vengono menzionati i luminari in modo indistinto, non è nominato nel il sole e la luna, l’agiografo non menziona ancora il sole e la luna, ma parla di luminari che devono costituire dei segni per separare il giorno dalla notte , segni per le stagioni , la conta dei giorni e degli anni, e per fare questo utilizza מארת meoròt , letteralmente le luci del firmamento, che sono לאתת leotòt , “i segni” per ולמועדים ulmoa’dim , letteralmente le ricorrenze o meglio gli appuntamenti degli astri che scandiscono il tempo e lo regolano consentendo agli uomini di celebrare le sue feste i suoi precetti, leotòt sono anche le lettere che compongono l’alfabeto ebraico e secondo la mistica ebraica sono le lettere della Torah per questa creazione.
Interessante è che il sole e la luna vengono menzionati successivamente:
“E fece Elohim i due grandi luminari, il luminare maggiore per la regolazione del giorno e il luminare minore per governare la notte (Bereshit 1/16), il Talmud osserva che viene detto ”due grandi luminari” ma subito dopo viene leggiamo che un luminare era maggiore dell’altro, ma non sono nominati con il loro nome.
Tutto è stato scritto nei cieli prima che i cieli e la terra avessero inizio, D-o guardò i segni e le lettere si misero in movimento.
27 sono i segni, se li disponiamo in tre file, nella prima fila compaiono le unità, nella seconda fila le centinaia, nella terza fila le migliaia, in questo modo:
א ב ג ד ה ו ז ח ט 21
י כ ל מ נ ס ע פ צ 210
ק ר ש ת ך ם ן ף ץ 2100
21, 210, 2100 è la somma dei valori delle prime sei lettere per ciascuna riga, a loro volta questi valori corrispondono agli anni di un ciclo lunare, di dieci cicli e cento cicli. Il numero 21 è riferito a questa creazione, dove è la luna è il segno che regola il calendario ebraico, ma aggiungendo il valore della settima lettera della prima riga prima esclusa cioè la ז con valore numerico 7, otteniamo 28 che è il ciclo solare, il sole ritorna alla posizione iniziale dopo 28 anni.
Questo affinché si adempiano le parole:
21 è anche il valore numeri delle iniziali dei nomi di Avrahàm, Izchàck, Jacov א י י , La Torah di questa creazione ha cinque libri le cui lettere iniziali con cui iniziano hanno valore 21, ב ו ו ו א .
Per evitare di ricomporre questa parte di studio riporto quanto già ho scritto a Gianni
La novità rispetto ai calendari tradizionali è che la Torah non fornisce un calendario perpetuo ma obbliga ad ogni mese a riesaminare al questione da capo e misurarsi con il tempo, e ogni anno occorrono tre testimoni che dichiarino di aver visto il novilunio.
L’aspetto importante per nulla collaterale è che la tradizione sostiene che la fissazione del calendario fu consegnato a Moshè alla vigilia dell’uscita dall’Egitto , per separare definitivamente Israele dall’idolatria degli egiziani, ritenendo che soltanto l’esperienza periodica con i moti terrestri e la deduzione che se ne ricavava era di rafforzo all’idea monoteistica.
Per oltre mille anni i vari sinedri hanno accolto le testimonianze di avvenuto novilunio, ogni anno un mese in cui si attendeva la notizia che consentiva il rinnovamento del calendario, non per niente Chodesh, deriva dalla stessa radice di Chidush , rinnovamento, da questo rinnovarsi dipenderanno tutti i giorni di festa e tutte le ricorrenze, moed è di fatto l’appuntamento che prevede un minimo di due persone che si incontrino e un luogo, nel caso nostro tutto dipende dalla luna, il sole invece non possiede noviluni , il suo moto è un continuo ripetersi, lishnòt è il ripetersi e dunque Shanà, è l’anno.
Il calendario lunare e non solare è una precisa scelta legata all’interpretazione della Torah, “Questo mese (dell’uscita dell’Egitto) è per voi il primo dei mesi; sarà voi il primo dei mesi dell’anno” Il mese in questione e Aviv nella primavera in cui si deve osservare Pesàch che cade nel mese di Nissan, “Osserverai il mese di primavera a farai il sacrificio di Pesàch al tuo D-o; perché nel mese di primavera D-o ti fece uscire dall’Egitto”(Dvarim 16/1).
Ricapitoliamo l’anno solare cioè il ciclo de sole intorno alla terra, pari a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti, 46 secondi, il calendario Giuliano del 46 a.c. fece una prima correzione del tempo , ogni 4 anni si aggiungeva un giorno.
Nel 1583 fu adottato il calendario Gregoriano, per correggere l’errore furono tolti tre giorni ogni 400 anni, portando la durata media dell’anno a 365 giorni, 5 ore, 49 minuti, 12 secondi, con un errore di 26 secondi in eccesso.
Il sistema lunare è basato sul periodo di rivoluzione della luna intorno al sole, chiamata “lunazione”, mediamente è pari a 29 giorni, 12 ore, 44 minuti, 2,8 secondi, 12 lunazioni equivalgono a 354 giorni, 8 ore, 48 minuti e 34 secondi.
Bisogna ancora ricordarsi che nella Torah i mesi non sono mai citati per nome ma solamente nell’ordine numerico, iniziando ad aviv il giorno della primavera, solo nei libri posteriori i nomi dei mesi compaiono forse su influenza persiana o babilonese.
Ritornando al problema principale il ciclo lunare può essere di 29 o 30 giorni, nel trentesimo giorno del mese se si scorgeva la luna nuova e questa osservazione era documentata da tre testimoni presso il Sinedrio, lo stesso decretava che il mese trascorso fosse di 29 giorni e il giorno di luna nuova era considerato il primo del mese successivo, in quel giorno tutti venivano informati nel novilunio tramite corrieri a cavallo o tramite fuochi accesi su i luoghi elevati, chi era troppo lontano per ricevere la notizia celebrava il capo mese al 30 giorno e lo ripeteva il giorno successivo se aveva ricevuto la notizia dopo.
Su questo mi viene in mente una barzelletta:
“Lo scorso Shabbat, stavo tornando dal pranzo con mia madre. Non c’era nessuno per strada. All’incrocio qua dietro vedo per terra un portafoglio panciuto pieno di banconote. Mi guardo attorno, mi chino, allungo la mano e, quando sto per agguantarlo, mi sovviene che è Shabbat, festa piena di divieti. Imbarazzato e confuso, ho chiesto a Dio che cosa dovessi fare. Voi non ci crederete, era sì Sabato, ma lì intorno si è fatto Mercoledì”
Da qui parte tutta l’imperfezione
Le difficoltà storiche le distanze soprattutto nella diaspora rendevano il sistema fragile e fu necessario rivedere tutto l’impianto che riguardava il molad, il novilunio che è l’istante astronomico della congiunzione luna-terra-sole.
La lunazione ebraica ha un risultato di 29 giorni, 12, ore ,44 minuti , 2,8 secondi, le dodici ore sono la metà di un giorno che fa si che nell’anno solare ci sia una differenza di 11 giorni in meno rispetto l’anno solare, questo produce delle differenze nei giorni in cui cadono le feste legate ai cicli agricoli e soprattutto Pesàch che dovrebbe cadere sempre a primavera, il 15 di Nissan, poteva nel lungo variare fino al punto di celebrare la festa dell’omer e delle primizie in autunno.
Il Sinedrio non aveva solo il problema di legittimare il molad, ma doveva anche pensare a le Shalosh Regalim, ( le tre feste che d’obbligo fare il pellegrinaggio a Gerusalemme: Shavuòt , Pesàch, Sukkòt), se il maltempo invernale proseguiva e l’orzo che non maturava era la dimostrazione della sfasatura del calendario,
Per decisione del Sinedrio si volle far si che i mesi di Nissan e Tishrì, in cui capitano a metà le feste di Pesàch e Sukkot avessero sempre 30 giorni e Adar e Elul che li precedono avessero 29 giorni, 30 giorni per Sivan in cui cade Shavuòt, quindi fu introdotta la regola di adattamento aggiungendo ogni tre anni un mese, per farlo si duplicava il mese di Adar il dodicesimo mese detto(Adar Sheni) anno intercalare o anno embolico , Shanà Me’ubberet , letteralmente una annata incinta, simbolicamente è come dire che una donna gravida oltre portare se stessa porta anche una parte di una creatura simile ad essa, la mistica ebraica rende in qualche modo conciliante i rapporti tra sole e luna, l’unione tramite un figlio che mette a posto le cose, i cabalisti lo chiamano sod ha’ibbur , “il segreto del connubio, dopo la distruzione del tempio la regola rabbinica stabilirà che l’intercalazione doveva avvenire sette volte ogni 19 anni, per l’esattezza il 3°,6°,8°, 11°, 14°, 17°,e 19° anno di ogni ciclo, perché fu scelto il mese di Adar ? Perché essendo il dodicesimo mese duplicando qualunque altro mese Adar avrebbe perso la sua posizione.
Nonostante tutto il doppio mese di Adar può creare problemi per la fissazione dei Bar Mitzvà o per altri anniversari, i morti, anche la benedizioni per l’invocazione della pioggia nelle 18 benedizioni, il giorno della benedizione del sole che si effettua ogni 28 anni, ma anche questo fu risolto.
Ma non era ancora tutto perfetto, calcolato il molad del mese di Tishrì con il relativo suo giorno della settimana il 1° di Tishri di quest’anno 2022 (nell’anno 5782 è caduto lunedi 26 settembre).
Allora il Sinedrio stabilì da allora che se molad cade di venerdi, domenica o mercoledì , si rinvia il 1° di Tishrì al giorno successivo, se Kippur cade di domenica o di venerdi , affinché non ci siano 2 giorni successivi di moed si rinvia di un giorno, se molad riguarda un anno non embolico e cade di martedì alla o dopo l’ora nona, il 1° di Tishrì è differito di ben due giorni, cioè giovedì, questo per evitare che l’anno superi i 355 giorni, ma l’anno che segue è un anno non embolico e il molad cade di lunedi alla o dopo la quindicesima ora allora si rinvia il 1°di Tishrì al giorno successivo, per evitare un anno sia più corto.
I tipi di anni possono essere di 353 giorni, di 354 giorni, 355 giorni, ma non voglio complicarvi troppo e evito di entrare in ulteriori dettagli, che riguardano il calcolo che ci porta oggi al 5783 rispetto al calcolo gregoriano.
Rimane solo da considerare che nell’antica Israele esisteva anche una minoranza del giudaismo contemporaneo a due secoli prima della distruzione del Tempio che osservavano il calendario solare, e per questo c’è un’ottima spiegazione che sarà il proseguo
Shavua Tov
Noiman
Chiedo pazienza e comprensione a Gianni se quanto vi scrivo è un po lunghetto, ma senza chiarire alcune cose è difficile spiegare cosa è successo al calendario ebraico, è la prima volta che attingo a piene mani dallo scritto di un mio caro amico e maestro, spero che non se la prenda, ma se lo incontrerò credo che sia lieto di aver attinto alla sua grande competenza, il resto è quello che come ha detto Naza non ho ancora detto a riguardo.
Per dare una risposta anche se parziale riguardo la gestione del tempo che rende possibili affermazioni e parole come queste:
“Per la durata di sei anni seminerai il tuo terreno e raccoglierai il prodotto. Il settimo anno tu gli darai riposo e abbandonerai i frutti….”( Shmòt 23/10).
“Quando sarete entrati nella terra che sto per darvi, la terra dovrà riposare un sabato, in onore del Signore, per sei anni seminerai il tuo campo e per sei anni poterai la tua vigna… ma nel settimo anno ci sarà una completa cessazione dal lavoro per la terra”. (Wayqrà 25/2).
.
“E conterai sette settimane di anni, sette anni sette volte, e la durata delle sette settimane di anni ti risulterà in quarantanove anni . Allora suonerai il corno del suono nel settimo mese, il dieci del mese, nel giorno del’espiazione sonerete il corno in tutto il vostro paese. E consacrerete il cinquantesimo anno e proclamerete libertà nella terra per tutti i suoi abitanti: è Jovel il Giubileo.” Waykrà 8/10) .
Ma tutto questo ha un inzio:
ויאמר אלהים יהי מארת ברקיע השמים להבדיל בי היום ובי הלילה והיו לאתת ולמועדים ולימים ושנים
“Dio disse siano i luminari nella distesa del cielo per fare distinzione fra il giorno e la notte; siano anche segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni” (Bereshit 14).
In questo passo vengono menzionati i luminari in modo indistinto, non è nominato nel il sole e la luna, l’agiografo non menziona ancora il sole e la luna, ma parla di luminari che devono costituire dei segni per separare il giorno dalla notte , segni per le stagioni , la conta dei giorni e degli anni, e per fare questo utilizza מארת meoròt , letteralmente le luci del firmamento, che sono לאתת leotòt , “i segni” per ולמועדים ulmoa’dim , letteralmente le ricorrenze o meglio gli appuntamenti degli astri che scandiscono il tempo e lo regolano consentendo agli uomini di celebrare le sue feste i suoi precetti, leotòt sono anche le lettere che compongono l’alfabeto ebraico e secondo la mistica ebraica sono le lettere della Torah per questa creazione.
Interessante è che il sole e la luna vengono menzionati successivamente:
“E fece Elohim i due grandi luminari, il luminare maggiore per la regolazione del giorno e il luminare minore per governare la notte (Bereshit 1/16), il Talmud osserva che viene detto ”due grandi luminari” ma subito dopo viene leggiamo che un luminare era maggiore dell’altro, ma non sono nominati con il loro nome.
Tutto è stato scritto nei cieli prima che i cieli e la terra avessero inizio, D-o guardò i segni e le lettere si misero in movimento.
27 sono i segni, se li disponiamo in tre file, nella prima fila compaiono le unità, nella seconda fila le centinaia, nella terza fila le migliaia, in questo modo:
א ב ג ד ה ו ז ח ט 21
י כ ל מ נ ס ע פ צ 210
ק ר ש ת ך ם ן ף ץ 2100
21, 210, 2100 è la somma dei valori delle prime sei lettere per ciascuna riga, a loro volta questi valori corrispondono agli anni di un ciclo lunare, di dieci cicli e cento cicli. Il numero 21 è riferito a questa creazione, dove è la luna è il segno che regola il calendario ebraico, ma aggiungendo il valore della settima lettera della prima riga prima esclusa cioè la ז con valore numerico 7, otteniamo 28 che è il ciclo solare, il sole ritorna alla posizione iniziale dopo 28 anni.
Questo affinché si adempiano le parole:
21 è anche il valore numeri delle iniziali dei nomi di Avrahàm, Izchàck, Jacov א י י , La Torah di questa creazione ha cinque libri le cui lettere iniziali con cui iniziano hanno valore 21, ב ו ו ו א .
Per evitare di ricomporre questa parte di studio riporto quanto già ho scritto a Gianni
Noiman ha scritto:
"Aggiungo solo qualche precisazione riguardo quanto scrive Gianni, prima di entrare nel merito del Rosh Chodesh, occorre fare delle considerazioni cercando di non isolare il singolo passo e in questo caso la singola mitzvà ma cercare di guardare un pò prima e un pò dopo, perché una delle caratteristiche del testo biblico è la temporalità che non segue le logiche a cui siamo abituati , in questo caso è interessante notare che nella Torah le prime quattordici parashòt non contengono l’ordine di compiere nessuna mitzvà , nonostante che alcune delle cose proclamate sul Sinai abbiano avuto una loro anticipazione, esempio quando fu chiesto ad Avrahàm di circoncidersi mitzvà vincolante per lui e per il suo casato, ma non per noi che abbiamo dovuto attendere la rivelazione sul Sinai, la mitzvà della consacrazione del Capomese appare nella parashàt di Bo che occupa la quindicesima posizione nella Torah, il senso di questa mitzvà era di stabilire un punto zero da cui conteggiare le ricorrenze del calendario, anche se questo esclude la ricorrenza più grande, lo shabbat esiste anche senza Israele essendo preesistente alla creazione stessa , ma tutte le altre feste o ricorrenze dipendono da Israele.
A questo punto è interessante esaminare un passo di Waiqrà dove leggiamo:
אלה מועדי יהוה מקראי קדש אשר-תקראו אתם במועדם
“Questi sono i convegni di Y*** di proclamazioni di santità che proclamerete essi nei convegni di essi” Ovviamente messa così è illeggibile perche la traduzione letterale con il posizionamento dei nostri elementi grammaticali: (articoli determinativi e non, avverbi, aggettivi, preposizioni, complementi , coniugazioni verbali, ecc.) non seguono le regole dell’ebraico.
La traduzione è letterale se la rendiamo in questo modo risulta comprensibile:”Queste sono le feste del Signore, le Sacre Congregazioni che proclamerete nei tempi stabiliti”(Wayqrà 23/4), esiste in questo verso una anomalia testuale che è particolare e intenzionale אתם “otam” “esse” (le ricorrenze) appare scritto in forma difettiva è omessa la waw e questo rende possibile anche la lettura in “attem”, “ voi”.
Quindi possiamo leggere “proclamerete esse” oppure proclamerete voi”.
Il Talmud affronta con molto impegno di tutti gli aspetti del precetto di Rosh Chodesh dedicandogli un intero trattato, secondo cui il tempo è stato consegnato a Israele, ovviamente nella sua applicazione per stabilire le ricorrenze, era il Sinedrio l’organo organo decisore, ma sappiamo che il problema era tutto nel meccanismo di poter vedere uno spicchio di luna nuova secondo il precetto, e questo prevedeva la presenza di tre testimoni cioè in numero dispari e il numero tre è il minimo dei numeri dispari a parte l’uno .
La straordinarietà della autorità del Sinedrio è emblematica in un racconto tratto proprio dal Talmud:”Accadde ce vennero i testimoni a sostenere di aver visto il rinnovarsi della luna. Questi testimoni presentavano una testimonianza “limite”, non perfettamente con i requisiti minimi per essere accettata tant’è che Rabbi Dossà ben Urkinas li bollò come falsi testimoni e Rabbi Jeoshua, uno dei più grandi ed anziani maestri della generazione concordò con lui. Ma la decisione non dipendeva da loro. Il tribunale sotto la presidenza di Rabban Gamliel accettò la testimonianza e santificò il mese. Rabban Gamliel usò il pugno di ferro e decretò che rabbi Jehoshua si dovesse presentare da lui nel secondo giorno in cui sarebbe caduto Kippur e se non si fosse stata accettata la testimonianza .
Rabbi Jeho hia si disperò. Rabbi Dossa ben Urkinas, gli ricordò allora che mettendo in discussione la decisione di Rabban Gamliel si sarebbero dovute ridiscutere tutte le decisioni di tutti i tribunali dall’epoca di Moshè in poi. Il Sinedrio è sovrano ed ogni Presidente nella sua generazione è come Moshè.
Un tale rabbi Akiva fu a consolare Rabbi Jehoshua. In primo luogo gli spiegò che ogni cosa che Rabban Gamliel aveva deciso era “asui”, fatta. In secondo luogo gli ricordò che il verso delle feste “Che voi proclamerete” persino se sbagliate intenzionalmente”che voi proclamerete” persino se sarete fuorviati da testimoni”.
L’elemento che consolò e convinse Rabbi Jehoshua è nella scrittura stessa, perche riguardo è scritto per tre volte אלה מועדי יהוה מקראי קדש אשר-תקראו אתם במועדם “che voi proclamerete”(Waiqrà23/4).
La novità rispetto ai calendari tradizionali è che la Torah non fornisce un calendario perpetuo ma obbliga ad ogni mese a riesaminare al questione da capo e misurarsi con il tempo, e ogni anno occorrono tre testimoni che dichiarino di aver visto il novilunio.
L’aspetto importante per nulla collaterale è che la tradizione sostiene che la fissazione del calendario fu consegnato a Moshè alla vigilia dell’uscita dall’Egitto , per separare definitivamente Israele dall’idolatria degli egiziani, ritenendo che soltanto l’esperienza periodica con i moti terrestri e la deduzione che se ne ricavava era di rafforzo all’idea monoteistica.
Per oltre mille anni i vari sinedri hanno accolto le testimonianze di avvenuto novilunio, ogni anno un mese in cui si attendeva la notizia che consentiva il rinnovamento del calendario, non per niente Chodesh, deriva dalla stessa radice di Chidush , rinnovamento, da questo rinnovarsi dipenderanno tutti i giorni di festa e tutte le ricorrenze, moed è di fatto l’appuntamento che prevede un minimo di due persone che si incontrino e un luogo, nel caso nostro tutto dipende dalla luna, il sole invece non possiede noviluni , il suo moto è un continuo ripetersi, lishnòt è il ripetersi e dunque Shanà, è l’anno.
Il calendario lunare e non solare è una precisa scelta legata all’interpretazione della Torah, “Questo mese (dell’uscita dell’Egitto) è per voi il primo dei mesi; sarà voi il primo dei mesi dell’anno” Il mese in questione e Aviv nella primavera in cui si deve osservare Pesàch che cade nel mese di Nissan, “Osserverai il mese di primavera a farai il sacrificio di Pesàch al tuo D-o; perché nel mese di primavera D-o ti fece uscire dall’Egitto”(Dvarim 16/1).
Ricapitoliamo l’anno solare cioè il ciclo de sole intorno alla terra, pari a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti, 46 secondi, il calendario Giuliano del 46 a.c. fece una prima correzione del tempo , ogni 4 anni si aggiungeva un giorno.
Nel 1583 fu adottato il calendario Gregoriano, per correggere l’errore furono tolti tre giorni ogni 400 anni, portando la durata media dell’anno a 365 giorni, 5 ore, 49 minuti, 12 secondi, con un errore di 26 secondi in eccesso.
Il sistema lunare è basato sul periodo di rivoluzione della luna intorno al sole, chiamata “lunazione”, mediamente è pari a 29 giorni, 12 ore, 44 minuti, 2,8 secondi, 12 lunazioni equivalgono a 354 giorni, 8 ore, 48 minuti e 34 secondi.
Bisogna ancora ricordarsi che nella Torah i mesi non sono mai citati per nome ma solamente nell’ordine numerico, iniziando ad aviv il giorno della primavera, solo nei libri posteriori i nomi dei mesi compaiono forse su influenza persiana o babilonese.
Ritornando al problema principale il ciclo lunare può essere di 29 o 30 giorni, nel trentesimo giorno del mese se si scorgeva la luna nuova e questa osservazione era documentata da tre testimoni presso il Sinedrio, lo stesso decretava che il mese trascorso fosse di 29 giorni e il giorno di luna nuova era considerato il primo del mese successivo, in quel giorno tutti venivano informati nel novilunio tramite corrieri a cavallo o tramite fuochi accesi su i luoghi elevati, chi era troppo lontano per ricevere la notizia celebrava il capo mese al 30 giorno e lo ripeteva il giorno successivo se aveva ricevuto la notizia dopo.
Su questo mi viene in mente una barzelletta:
“Lo scorso Shabbat, stavo tornando dal pranzo con mia madre. Non c’era nessuno per strada. All’incrocio qua dietro vedo per terra un portafoglio panciuto pieno di banconote. Mi guardo attorno, mi chino, allungo la mano e, quando sto per agguantarlo, mi sovviene che è Shabbat, festa piena di divieti. Imbarazzato e confuso, ho chiesto a Dio che cosa dovessi fare. Voi non ci crederete, era sì Sabato, ma lì intorno si è fatto Mercoledì”
Da qui parte tutta l’imperfezione
Le difficoltà storiche le distanze soprattutto nella diaspora rendevano il sistema fragile e fu necessario rivedere tutto l’impianto che riguardava il molad, il novilunio che è l’istante astronomico della congiunzione luna-terra-sole.
La lunazione ebraica ha un risultato di 29 giorni, 12, ore ,44 minuti , 2,8 secondi, le dodici ore sono la metà di un giorno che fa si che nell’anno solare ci sia una differenza di 11 giorni in meno rispetto l’anno solare, questo produce delle differenze nei giorni in cui cadono le feste legate ai cicli agricoli e soprattutto Pesàch che dovrebbe cadere sempre a primavera, il 15 di Nissan, poteva nel lungo variare fino al punto di celebrare la festa dell’omer e delle primizie in autunno.
Il Sinedrio non aveva solo il problema di legittimare il molad, ma doveva anche pensare a le Shalosh Regalim, ( le tre feste che d’obbligo fare il pellegrinaggio a Gerusalemme: Shavuòt , Pesàch, Sukkòt), se il maltempo invernale proseguiva e l’orzo che non maturava era la dimostrazione della sfasatura del calendario,
Per decisione del Sinedrio si volle far si che i mesi di Nissan e Tishrì, in cui capitano a metà le feste di Pesàch e Sukkot avessero sempre 30 giorni e Adar e Elul che li precedono avessero 29 giorni, 30 giorni per Sivan in cui cade Shavuòt, quindi fu introdotta la regola di adattamento aggiungendo ogni tre anni un mese, per farlo si duplicava il mese di Adar il dodicesimo mese detto(Adar Sheni) anno intercalare o anno embolico , Shanà Me’ubberet , letteralmente una annata incinta, simbolicamente è come dire che una donna gravida oltre portare se stessa porta anche una parte di una creatura simile ad essa, la mistica ebraica rende in qualche modo conciliante i rapporti tra sole e luna, l’unione tramite un figlio che mette a posto le cose, i cabalisti lo chiamano sod ha’ibbur , “il segreto del connubio, dopo la distruzione del tempio la regola rabbinica stabilirà che l’intercalazione doveva avvenire sette volte ogni 19 anni, per l’esattezza il 3°,6°,8°, 11°, 14°, 17°,e 19° anno di ogni ciclo, perché fu scelto il mese di Adar ? Perché essendo il dodicesimo mese duplicando qualunque altro mese Adar avrebbe perso la sua posizione.
Nonostante tutto il doppio mese di Adar può creare problemi per la fissazione dei Bar Mitzvà o per altri anniversari, i morti, anche la benedizioni per l’invocazione della pioggia nelle 18 benedizioni, il giorno della benedizione del sole che si effettua ogni 28 anni, ma anche questo fu risolto.
Ma non era ancora tutto perfetto, calcolato il molad del mese di Tishrì con il relativo suo giorno della settimana il 1° di Tishri di quest’anno 2022 (nell’anno 5782 è caduto lunedi 26 settembre).
Allora il Sinedrio stabilì da allora che se molad cade di venerdi, domenica o mercoledì , si rinvia il 1° di Tishrì al giorno successivo, se Kippur cade di domenica o di venerdi , affinché non ci siano 2 giorni successivi di moed si rinvia di un giorno, se molad riguarda un anno non embolico e cade di martedì alla o dopo l’ora nona, il 1° di Tishrì è differito di ben due giorni, cioè giovedì, questo per evitare che l’anno superi i 355 giorni, ma l’anno che segue è un anno non embolico e il molad cade di lunedi alla o dopo la quindicesima ora allora si rinvia il 1°di Tishrì al giorno successivo, per evitare un anno sia più corto.
I tipi di anni possono essere di 353 giorni, di 354 giorni, 355 giorni, ma non voglio complicarvi troppo e evito di entrare in ulteriori dettagli, che riguardano il calcolo che ci porta oggi al 5783 rispetto al calcolo gregoriano.
Rimane solo da considerare che nell’antica Israele esisteva anche una minoranza del giudaismo contemporaneo a due secoli prima della distruzione del Tempio che osservavano il calendario solare, e per questo c’è un’ottima spiegazione che sarà il proseguo
Shavua Tov
Noiman