La vera Chiesa

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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Ma no, Vittorio. Il patto fatto da Yeshùa faceva parte della khaghigàh in cui consistette l'ultima cena.

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Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

La cena di Gesù, Gianni, è certamente anche un pasto di comunione, ma ha una precisa correlazione con la cena pasquale degli ebrei, è un nuovo patto, una nuova alleanza, come dicono le parole stesse di Gesù. Non si tratta solo di una cena tra amici, in cui si stipulano nuove alleanze, si tratta di una cena a cui gli eventi successivi della vita di Gesù, ovvero la sua morte in croce e la sua risurrezione, avrebbero dato un significato escatologico.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Indubbiamente, ma da qui alla transustanziazione e alla messa ce ne corre.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Ho fatto e faccio una considerazione, che poi non è neppure tanto difficile né da capire Nè da verificare, ovvero: di Gesù abbiamo abbastanza materiale dai 4 Vangeli e ultimamente ho terminato uno scritto di 21 pagine che è un elenco dei "detti" di Gesù, in totale si parla quasi di 3/4 dei 4 Vangeli (il dato ovviamente non è verificato si tratta di una mia stima), per dire che ci sono molte frasi attribuite a Gesù, ma nessuna di queste parla della cena e del sacrificio. Queste sono presenti soltanto in due versetti in tutti i Vangeli.
Una riflessione, ma allora come mai Gesù non ha mai fatto accenno a questi discorsi, eppure ha guarito tanta gente e l'ha anche perdonata. Nulla in riferimento a questi significati. La mia idea è che insieme alla vera cena furono poi inserite altre parole che nulla c'entravano con il senso generale.
Si trattava di una cena del ricordo e non di un'istituzione di qualcosa.
Doveva essere una formula del genere:
Luca 22:15
Egli disse loro: «Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire..........................................
Marco 14,25
In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».

Ma poi venne aggiunto tutto il rito che nulla c'entrava nel contesto di una cena del ricordo. Non siamo dopo la risurrezione, dove poteva in qualche modo (se fosse stato realmente vero) giustificare un certo tipo di discorso. Qui non ci sono giustificazioni.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Come sai meglio di me, Gianni, transustanziazione non è un termine biblico, il mio discorso si focalizzava sulle parole di Gesù riportate nel Nuovo Testamento, e sul loro profondo significato. Dall'analisi che ho fatto, la spiegazione più coerente, se non vogliamo trasporre le nostre categorie mentali occidentali, è che il pane ed il vino non possono essere semplici simboli, devono rendere realmente presente la vittima sacrificale. Come nel rito di Pesach gli avvenimenti passati sono realmente presenti, possono essere rivissuti, anzi devono essere rivissuti, altrimenti non hanno valore salvifico, così avviene nel rito della frazione del pane. Questo nuovo rito rende di nuovo presenti gli avvenimenti accaduti a Gesù durante la sua passione e risurrezione. Se il pane ed il vino fossero semplici simboli, non avremmo alcuna vittima sacrificale, avremmo soltanto il simbolo di una vittima, avremmo solo il simbolo di una nuova Pasqua e non una vera Pasqua. La presenza reale di Gesù è pertanto la logica conseguenza del realismo implicito nel significato della Pasqua ebraica. Solo molti secoli dopo la riflessione teologica avrebbe chiamato transustanziazione la mutazione profonda che avviene nei segni del pane e del vino. Tale terminologia fu introdotta per venire incontro alle esigenze di sistematizzazione proprie del pensiero occidentale. Per un semita del primo secolo tale sistematizzazione non era necessaria, ad un ebreo bastava la parola del Maestro.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Michele, mi pare tu voglia tagliare le parole della Scrittura andando alla ricerca degli ipsissima verba, delle parole esatte di Gesù, togliendo ciò che è stato aggiunto dagli agiografi. Non è un buon metodo, perché gli autori sacri non erano stenografi, non riportavano soltanto le esatte parole di Gesù, ma le adattavano ai lettori a cui si rivolgevano. Pensare di fare una presunta ricerca del vero messaggio di Gesù analizzando soltanto gli ipsissima verba è fuorviante. Il Nuovo Testamento è stato scritto dopo la risurrezione di Gesù, ed a causa di quell'evento straordinario. Lo scopo di quegli scritti è di suscitare la fede, di convincere che Gesù è il messia atteso dal popolo ebraico.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Vittorio, con le tue parole avvalori quello che io sto dicendo da molte pagine ormai, e non sono l'unico nel portarti prove su prove. Come se nulla fosse, tu continui imperterrito nella tua "battaglia" per affermare la tua verità. Ora arrivi a dire che analizzare le parle di Gesù è fuoriviante. E lo dici con una semplicità che fa spavento. Ma allora a chi dovrei credere io? Poi affermi che lo scopo degli scritti è di suscitare la fede e di convincere che Gesù è il messia atteso. Giusto, e per fare questo c'è bisogno di aggiungere qualcosa di non vero? Io continuo a credere a quello che Gesù ha detto e che ha una sua logica, se Gesù perdona coloro che guarisce e lo fa spesso, questa è una costante e non può essere messa da parte per affermare delle cose in contrasto tra di loro. Se dici che la morte e il sacrificio di Gesù è servito per togliere i peccati, come si spiega poi, il rito della confessione, dell'eucarestia e tanto altri riti? Gesù perdonava i peccati, e questa è tutta la verità. Poi non si può rigirare la frittata come ci piace. Se sono stati aggiunti dei versetti come dici tu, adattandoli ai lettori per veicolare meglio la fede, questo è stato un grave errore che prosegue in chi continua a perpetrare certe assurdità. E faccio un altro esempio per capire meglio. Nel tempo, pur di diffondere certi dogmi, si è arrivati persino ad uccidere persone di certe popolazioni che non volevano sottostare alla chiesa. Ma ci rendiamo conto di quello che è successo?
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Michele, concentriamoci sul rito istituito da Gesù, non sulla confessione dei peccati o su altri sacramenti della Chiesa, che sono fuori tema. Come vedi io sto portando unicamente argomentazioni bibliche a sostegno delle mie affermazioni. Se abbiamo un testo biblico, dobbiamo analizzare quello che abbiamo, non individuarne un altro che fa comodo a noi. A me sembra che tu stia cercando un testo che non esiste pensando di trovare il vero messaggio di Gesù. Non possiamo staccare le vere parole di Gesù da quelle che gli agiografi hanno aggiunto, perché ne verrebbe fuori un insieme decontestualizzato. Dobbiamo invece considerare anche le aggiunte successive dei redattori proprio perché esse fanno parte del significato che gli stessi redattori hanno voluto esprimere. Tu dici che basta considerare il fatto che Gesù perdonava i peccati per capire, ma cosa si può capire solo da questo? Chi perdonava i peccati per il popolo ebraico? Chi era l'unico che poteva farlo? Se vuoi rispondere correttamente a queste domande, non ti basta sapere che Gesù perdonava i peccati. Gli agiografi rispondono a queste domande con la loro interpretazione delle azioni di Gesù, ed è appunto questa interpretazione che loro vogliono comunicare, un'interpretazione diversa da quella che davano, ad esempio, i capi dei sacerdoti ed i farisei contro i quali Gesù si scagliava. Non possiamo tagliare il testo, dobbiamo prenderlo come la tradizione ce lo ha trasmesso ed analizzarlo nella sua integrità.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Vittorio, partiamo da queste tue parole: “Questo nuovo rito rende di nuovo presenti gli avvenimenti accaduti a Gesù durante la sua passione e risurrezione”. Concordo del tutto. Però ...

Tu fai un paragone con la Pasqua. A parte il fatto che l’ultima cena non fu assolutamente una cena pasquale, soffermiamoci sui simboli, che nella Scrittura sono segni che hanno una valenza ben più forte di ciò che noi occidentali intendiamo per simboli. Dici benissimo: gli avvenimenti sono di nuovo resi presenti attraverso il rito commemorativo.

Nella Pasqua ebraica (con cui nulla ha a che fare la pasqua cattolica impregnata di paganesimo), è riprodotta la prima Pasqua e gli ebrei di oggi sono di nuovo liberati. Questo è il significato del pane non lievitato, delle erbe amare, della notte di veglia e di tutto il resto, che è un rivivere, un rendere di nuovo presente.
Nella Pasqua ebraica c’è però anche un altro componete: l’agnello. Qui siamo di fronte a una prefigurazione, a un tipo, il cui antìtipo è il Messia.

È quest’ultimo l’unico elemento che puoi citare mettendo a confronto la Pasqua con l’ultima cena. Potremmo dire così: l’agnello prefigurava il Messia, il pane e il vino lo richiamano. L’agnello sacrificale di Pasqua alludeva ad un evento futuro, il pane e il vino fanno rivivere lo stesso evento ormai passato.

Però, proprio come l’agnello non si trasformava attraverso un’assurda transustanziazione nel Messia, allo stesso modo il pane e il vino non si trasformano. Si tratta di segni, che nella Scrittura hanno una grandissima forza. Ma sempre segni rimangono.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Vittorio scrive:
Non possiamo staccare le vere parole di Gesù da quelle che gli agiografi hanno aggiunto, perché ne verrebbe fuori un insieme decontestualizzato. Dobbiamo invece considerare anche le aggiunte successive dei redattori proprio perché esse fanno parte del significato che gli stessi redattori hanno voluto esprimere. ........Gli agiografi rispondono a queste domande con la loro interpretazione delle azioni di Gesù, ed è appunto questa interpretazione che loro vogliono comunicare, un'interpretazione diversa da quella che davano, ad esempio, i capi dei sacerdoti ed i farisei contro i quali Gesù si scagliava. Non possiamo tagliare il testo, dobbiamo prenderlo come la tradizione ce lo ha trasmesso ed analizzarlo nella sua integrità.
Come tu stesso affermi, se gli agiografi hanno aggiunto un testo diverso dal contesto dei discorsi che fece Gesù, esso poteva valere ai fini di una conversione e non per essere utilizzato come dogma di fede.
E dici che gli altri dogmi non c'entrano nulla; e invece si che c'entrano. Dovremmo parlare di vera chiesa e non della chiesa cattolica (che non è vera chiesa), la quale ha decine di dogmi, quali la confessione e gli altri sacramenti che ci fanno capire che non si tratta di vera chiesa, dato che essi sono in contrasto anche tra di loro. La confessione è in contrasto con il perdono dei peccati attraverso il sacrificio di Gesù. La confusione è talmente tanta che non si capisce il "capo dalla coda".
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