La vera Chiesa

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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Mi associo a Michele.
chelaveritàtrionfi
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Caro Vittorio il problema è voler fare un discorso "biblico" ribaltando ciò che è evidente scritto interpretandolo alla maniera della propria religione. Se ognuno di noi si sforzasse realmente a cercare di comprendere abbandonando l'indottrinamento religioso, ne gioveremmo tutti.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Lo sai meglio di me, Chelaverità, facendo come tu dici, di certo non si incorrerebbe in tante storpiature dei testi, ma è anche vero che se si volesse (anche velatamente) proporre e quindi "rintracciare" una propria linea, si troverebbe abbastanza materiale scritturale, da poterci fare su una tesi. Intendiamoci, opportunamente collegato, con studi più o meno approfonditi, è possibile fare dire quasi tutto alle scritture e un esempio l'abbiamo dalla metodologia ebrea, la quale accoglie più di una versione relativa alla spiegazione di un passo biblico. Sarebbe comunque un arduo compito.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Chelaverità, ma è proprio quello che sto facendo, non sto facendo nessun discorso religioso, sto solo analizzando il testo, se vuoi partecipare alla discussione biblica, partecipa con argomentazioni bibliche, evita di intervenire dicendo che si tratta solo di indottrinamento.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Gianni, tu che conosci la lingua greca, spiegami perché in tutti i testi neotestamentari di istituzione del rito memoriale della frazione del pane non si parla mai di simboli, non si dice mai: "questo è il simbolo del mio corpo, questo è il simbolo del mio sangue, questo rappresenta il mio corpo, questo rappresenta il mio sangue". Soprattutto nel vangelo di Giovanni, al cap. 6, quando i discepoli se ne vanno, perché l'evangelista non spiega mai chiaramente che Gesù stava parlando solo in modo simbolico, mentre i suoi uditori avevano inteso in senso letterale le sue parole? Gli autori sacri conoscevano bene la lingua greca, che a differenza di quella ebraica, consente di esprimere chiaramente le astrazioni, i simbolismi. Perché in tutti i testi greci non si accenna mai minimamente ad un azione puramente simbolica da parte di Gesù nell'istituire il suo memoriale? Perché si mantiene la costruzione originale ebraica che deve aver pronunciato Gesù?
chelaveritàtrionfi
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Ho letto che Gianni ha spiegato che Yeshùa era vivo e vegeto quando alzava il calice e che il suo sangue scorreva ancora nelle sue vene. Tu hai tirato il discorso del "non tempo" e della mentalità ebraica. Come lo chiami questo? Perchè dobbiamo porre dinnanzi l'interpretazione che giustifichi l'eucarestia cattolica a discapito di ciò che realmente è scritto sulla bibbia? Sta scritto quando è stato spiegato però vacillano interpretazioni. Questo voglio evidenziare nonostante la tua buona fede nel dare adito all'intepretazione cattolica. Nessun anti cattolicesimo ma semplicemente una constatazione della realtà.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Gianni ha scritto:Possiamo fare di più. Se Yeshùa avesse voluto dire ciò che tu stranamente intendi, dovremmo trovare: ‘Questo pane … trasformatosi nel mio corpo’. Si può fare ancora di più: immaginare la reazione degli apostoli. Sarebbero rimasti allibiti e totalmente confusi; avrebbero guardato Yeshùa in modo strano, forse domandandosi se non avesse bevuto troppo.
Ma questo è appunto quello che fanno i discepoli di Cafarnao quando ascoltando le parole di Gesù nel cap. 6 di Giovanni:
"56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui."
I discepoli sono scandalizzati:
"Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?".
Molti se ne vanno, proprio perché hanno inteso alla lettera le parole del Maestro e probabilmente, come tu dici, pensavano avesse bevuto troppo.
Ciò che dà il colpo di grazia alla illogica e bizzarra interpretazione cattolica sono le parole di Yeshùa: “Questo calice è la nuova alleanza”. Per essere coerenti bisognerebbe dire che in quel momento avvenne la transustanziazione del calice nella nuova alleanza
Ho già spiegato che non è possibile confondere il calice con il suo contenuto, faccio copia incolla della risposta già data ad Antonio:
Che Gesù si riferisse al contenuto del calice, Antonio, e non al calice stesso è spiegato chiaramente in altri brani neotestamentari come Mt 20,23: "Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato»", per citarne solo uno. Quindi Gesù sta dicendo che il contenuto del calice, cioè il vino, costituisce il nuovo patto, la nuova alleanza nel sangue.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Cioè, non il sangue ma il vino costituirebbe il nuovo patto?
Oppure il vino che rappresenta il sangue che a sua volta costituisce il nuovo patto?
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

chelaveritàtrionfi ha scritto:Ho letto che Gianni ha spiegato che Yeshùa era vivo e vegeto quando alzava il calice e che il suo sangue scorreva ancora nelle sue vene. Tu hai tirato il discorso del "non tempo" e della mentalità ebraica. Come lo chiami questo?
Lo chiamo conoscenza della mentalità ebraica, che non concepiva il tempo come noi occidentali. Per un antico ebreo gli eventi si possono rivivere, esattamente come se si fosse stati presenti nel momento in cui sono avvenuti. Questo è il caso della pasqua ebraica, l'ho spiegato sopra, un ebreo di oggi celebra la pasqua non solo nel ricordo di avvenimenti passati, ma come se fosse stato presente a quegli avvenimenti. Per un ebreo la realtà passata si può rivivere oggi attraverso un rito, vivere realmente, non solo simbolicamente. Quando in Es 12 Mosè dice:
"23Il Signore passerà per colpire l'Egitto, vedrà il sangue sull'architrave e sugli stipiti; allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire. 24Voi osserverete questo comando come un rito fissato per te e per i tuoi figli per sempre. 25Quando poi sarete entrati nella terra che il Signore vi darà, come ha promesso, osserverete questo rito. 26Quando i vostri figli vi chiederanno: «Che significato ha per voi questo rito?», 27voi direte loro: «È il sacrificio della Pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l'Egitto e salvò le nostre case»",
gli ebrei non hanno ancora passato il Mare delle Canne, ma è come se lo avessero fatto, sono già salvi, perché Dio passa e salva attraverso il sangue dell'agnello col quale avevano segnato le porte. La stessa cosa fa Gesù nell'ultima cena, dove l'agnello il cui sangue viene versato per la salvezza è Lui.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Michele ha scritto:Cioè, non il sangue ma il vino costituirebbe il nuovo patto?
Oppure il vino che rappresenta il sangue che a sua volta costituisce il nuovo patto?
Il nuovo patto viene suggellato nel sangue, che deve essere vero sangue, come lo era stato quello degli agnelli nella notte di pasqua descritta in Es 12. Per questo motivo il vino non deve essere più vino, ma sangue, altrimenti si avrebbe un agnello solo simbolico, non reale come quello degli antichi ebrei la notte di pasqua. Il nuovo agnello, la nuova vittima che salva dalla morte, grazie al suo sangue è Gesù, esattamente come il sangue degli agnelli aveva salvato dalla morte dei primogeniti il popolo ebraico. Nel vedere le porte segnate col sangue, Dio passa oltre e non uccide i primogeniti, salva dalla morte, quindi. La stessa cosa fa Gesù.
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