Il valore del perdono

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Eleazar
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Il valore del perdono

Messaggio da Eleazar »

Volevo iniziare un'analisi dei valori contenuti nella Bibbia ed esaltare il beneficio che essi portano se ogni essere umano si sforza di metterli in pratica.
Inizio con il perdono.
Quando io pronuncio la parola perdono, mi vengono in mente la due parabole:quella del figlio prodigo e dei talenti.
Possiamo comincire ad analizzare queste?
LA RELIGIONE E' L'OPPIO DEI POPOLI
ilvigilante
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da ilvigilante »

Io comincerei con l'elencare chi non mi sento di perdonare:
Coloro che ammazzano in nome di Dio, chi abbandona a se stessi i genitori anziani ammalati e bisognosi, chi abusa della coscienza degli individui sostituendo le proprie regole umane a quelle eccellenti di Dio e impadronendosi di quelle coscienze sfruttando la buona fede di chi li ascolta, chi deliberatamente e in piena coscienza è determinato a far del male agli altri.
A chi chiedeva quante volte bisognava perdonare Gesù rispose fino a settanta volte sette, cioè sempre. Ma disse anche che a chi pecca contro lo spirito santo non sarà perdonato. Certo, alla fine sarà Cristo il giudice, mentre a noi è richiesto di perdonare sempre, ma trovo difficile perdonare coloro che in parte ho menzionato, specie se impenitenti, a volte non riesco a perdonare neanche me stesso.

Un caro saluto
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francesco.ragazzi
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da francesco.ragazzi »

Credo dovremmo perdonare tutto il nostro prossimo, siamo chiamati ad essere amorevoli con i nostri simili e duri con il peccato ossia (odia il peccato e non il peccatore) !
ilvigilante
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da ilvigilante »

Armando,
Ti riferisci alla mia lista?
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Eleazar
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da Eleazar »

La lista è quella del Vigilante.
Io espongo ciò che ho capito della parabola del figlio prodigo.

Quando il figlio espone al padre che il proprio punto di vista è diverso da quello suo e che vuole vivere secondo la propria visione della vita, il padre gli da la sua parte di eredità.
Cosa è insito in questa azione? Innanzi tutto il rispetto per la dignità del figlio che mostra avere idee diverse da quelle del padre. Il padre avrebbe potuto dire:-" Vuoi vivere come ti pare? Ti arrangi, perchè io non ti do nulla".In questa frase è implicito un giudizio ed una mancanza di fiducia e tali caratteristiche,di per se, conducono su una strada opposta a quella del perdono.
Il padre conferisce dignità al figlio dandogli la propria eredità.

Il figlio perde tutto e torna al padre. Questa è un azione potrebbe denotare pentimento ed il padre lo accoglie a braccia aperte.

Il padre non si rivolge al figlio dicendogli:-" Hai visto?! Cosa ti avevo detto? L'hai imparata la lezione?" Frasi inutili se si ha l'obittivo di perdonare.
Ovviamente il figlio dimostra pentimento perchè vuole tornare a lavorare per il padre ed il padre è contento.
Questo ci insegna che YHVH non perdona tutti indistintamente ma solo chi dimostra pentimento non ricadendo volontariamente nell'errore,ovvero non perdona chi costituisce il peccato come filosofia di vita.
le lezioni che se ne traggono sono il giudizio di un'azione piuttosto che di una persona e la prontezza a perdonare chiuinque si pente.
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Eleazar
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da Eleazar »

Come influisce tutto ciò nei rapporti sociali? Credo che li migliori. Certo ci sono offese gravi che feriscono indelebilmente la dignità di un essere umano e come tali sono difficili da perdonare.
Prendiamo il caso di chi è tradito dal proprio conuige e che scopre che esso ha una relazione extraconiugale.
In questo caso il perdono deve essere prima di tutto un'azione razionale e poi emotiva. Si può perdonare ma occorre valutare la questione nella sua globalità. Occorre che il coniuge tradito si chieda e chieda al coniuge traditore: come si è giunti a ciò?
Il coniuge tradito potrebbe essere nella condizione di avere una parte di responsabilità e quindi deve cercar di capire se l'altro la tradito per vizio oppure perchè ha ceduto ad un bisogno emotivo non più soddisfatto dal coniuge.

Potrebbe sussistere il caso del perdono ma non necessariamente si arriva alla conciliazione.
Ultima modifica di Eleazar il lunedì 2 febbraio 2015, 7:35, modificato 1 volta in totale.
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marco
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da marco »

Caro Giovanni non ero io a dire qualche giorno fa che Dio si comporta così: aveva già perdonato?
Il padre della parabola perdona prima ancora di sentire il figlio cosa ha da dire.
Il padre della parabola perdona prima di mettere alla prova il figlio.
Perchè il Padre celeste ha bisogno di mettere alla prova i figli?
Non suona strano?
La prova del nove serve a noi umani.
A Dio basta anche un solo sussulto di sguardo dell'uomo verso di Lui per capire se è il figliol prodigo, la pecorella smarrita o un truffaldino.

Cari amici secondo me bisogna dividere il perdono cristiano dalla giustizia terrena.
Il colpevole di un crimine deve essere punito dalla legge dello Stato.
Il cristiano deve sforzarsi di perdonare il criminale ritenendolo vittima del demonio.
Immaginate la scena che a commettere un omicidio sia un vostro fratello, sicuramente nella vostra mente si combineranno delle scuse per riuscire a provare compassione e di conseguenza perdonare il proprio fratello.
Se il criminale non è nostro fratello allora l'odio prende il sopravvènto rendendoci ciechi alle ragioni che l'hanno spinto a commettere il crimine.
Ripeto per la legge dello Stato, e per stare bene l'uomo, il criminale deve pagare la sua colpa.
armando ha scritto: Se come psicologo della domenica sera poi non valgo niente vi autorizzo a non perdonarmi, e mirate pure al petto grazie.

Ciao
Furbo Armando, noi vediamo solo la tua testa. :))
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francesco.ragazzi
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da francesco.ragazzi »

...miriamo un po' più giù... ;)
Naomi
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da Naomi »

Bello questo forum e interessante, ma mi chiedo dove sta la via giusta.Dopo 30 che ne sono uscita dai tdg mi trovo mettere tutto in discussione, ma questo non perche ho perso la famiglia che sono tdg, ma da quando ho perso mio figlio che diventerà o forse lo è tdg. Mi chiedo cosa è giusto fare.......o sempre pensato di non fare del male e portare rispetto a tutti ma ora , questa rabbia che ho dentro , mi ritrovo a rinchiudermi in me e non relazionare con nessuno. Ho vissuto per mio figlio unico, ma Dio non vuole questo..Scusate e cercate di capiree la mia delusione
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Giorgia
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Re: Il valore del perdono

Messaggio da Giorgia »

Non sono in grado di parlare di perdono in senso generico. Per cui scriverò alcuni presupposti, per esprimere il mio pensiero a riguardo.

Per cominciare vi incollo il significato di perdono trovato su wikipedia:

"Il perdono è la cessazione del sentimento di risentimento nei confronti di un'altra persona; è quindi un gesto umanitario con cui, vincendo il rancore, si rinuncia a ogni forma di rivalsa di punizione o di vendetta nei confronti di un offensore. Per estensione ha il valore d'indulgenza verso le debolezze o le difficoltà altrui, oppure di commiserazione o di benevolenza.

In ambito giuridico, il perdono è anche un atto di clemenza di una pubblica autorità, un atto di grazia, la sospensione della persecuzione per varie categorie di reati. Nel passato, in linguaggio desueto, per perdono della vita s'intendeva l'esenzione della pena di morte o la grazia della vita. Nel diritto penale il perdono giudiziale è il beneficio applicato in particolari condizioni, secondo quanto previsto dagli articoli del codice penale.
"

Seconda cosa che credo sia necessaria, è valutare a chi sia stato fatto il torto. Solo chi ha subito il torto può perdonare chi lo ha fatto.
Per fare un esempio, io non potrei perdonare qualcuno che ha rubato il portafoglio ad un altro, per il semplice fatto che non è stato rubato a me.

Poi dovremmo dividere in modo netto il perdono dalla giustizia. Perdonare non vuol dire "non far pagare" le conseguenze. Vuol dire "cessare il sentimento di risentimento nei confronti di un'altra persona". Se infrango la legge, avrò delle conseguenze (o almeno dovrei!) ma posso essere perdonato.
Perdonare in ogni caso, non vuol dire: "puoi rifarlo".

Questo ultimo pensiero l'ho compreso leggendo il comportamento di Cristo. Quando per esempio parla con la donna adultera: Cristo le dice "Neppure io ti condanno; va' e non peccare più" Quindi, ok, sei perdonata, ma non farlo più.

Partendo da questi punti, che personalmente considero fondamentali nel ragionamento, posso procedere.

Analizzandomi, ho realizzato che spesso perdonare diventa molto più complicato quando non si capiscono le motivazioni di chi ha commesso "il fatto". Provo a fare un esempio sciocco, per far comprendere meglio: stiamo guidando tranquillamente, quando all'improvviso ci tagliano la strada. Ci spaventiamo e probabilmente ci alteriamo un po'. Perché? Perché riteniamo che quella persona non si sia preoccupata del rischio che ci ha fatto correre.

Ma come reagireste alla stessa situazione, se sapeste che questa persona mentre guidava, stava piangendo perché sua moglie è grave in ospedale, e tra le lacrime non vi ha visto?

Cambia la prospettiva, e quello che ha fatto a noi, non è più così grave. Ha sbagliato lo stesso, perché ha rischiato di farci male, ma è più semplice perdonarlo, sapendo il contesto.

Oppure a volte ci troviamo a provare risentimento nei confronti di una persona che consideriamo malvagia. Vorremmo giustizia, e forse anche un pizzico di vendetta.

Ma se riuscissimo a vedere quanto sta già pagando con la sua malvagità... perché la cattiveria, per quanto ce la raccontino, non fa stare bene... forse capiremmo che è più punito di quanto non lo possa mai essere se vivessimo in un paese con un tribunale serio. Allora forse si sgonfierebbe il nostro risentimento, non trovate anche voi?

Credo che satana abbia fatto di tutto per far credere all'uomo che la cattiveria e il male pagano. Ma noi sappiamo che non è vero. Sappiamo che chi sbaglia intenzionalmente, è comunque schiavo del suo peccato. E la condizione di schiavo, è la condizione più meschina che ci sia sulla terra.

Quindi forse, il modo più semplice per perdonare è fare di tutto per comprendere. Perché nel momento stesso in cui capisco, allora il mio risentimento andrà in fumo.

Poi ribadisco, con questo non voglio dire che perdono="tutto torna come prima", può succedere, ma anche no. Dipende da quello che c'è stato. E nemmeno voglio dire che chi sbaglia non debba pagare delle conseguenze. Perché quello non sarebbe perdono, ma ingiustizia.

E anche questo l'ho capito dalla Bibbia. Perché Cristo è dovuto morire per salvare noi.
Se fosse giusto sempre il perdono a 360° Dio poteva semplicemente dire: ok avete sbagliato, fine, tutti perdonati, e rimanete in Eden.

Invece no, ci ha detto: Avete sbagliato, e la conseguenza è la morte. Ma vi amo talmente tanto, che manderò mio Figlio a morire per voi e quindi a pagare il torto che avete fatto, perché da soli non ce la potreste mai fare.

La mia esperienza è poca cosa, ma credetemi che, da quando ho cominciato a riflettere e cercare di capire le motivazioni dietro ad un torto, mi è stato molto più semplice perdonare... quasi automatico. E non parlo solo delle sciocchezze. Parlo di torti anche pesanti che mi sono stati fatti. Non provo più nessun tipo di risentimento, e questo ha migliorato la mia vita e la mia salute, sia fisica che morale.

Scusate! Ho scritto un papiro!!! :-\
Shalom
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