La congregazione:ha senso biblico oggi?

Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da bgaluppi »

Akragas, incontrare voi tutti e passare una giornata insieme sarebbe fantastico.

Volevo far presente a tutti voi fratelli che anche i cattolici, o i protestanti, o i TDG o chiunque appartenga ad una congregazione con regole e dogmi sono fratelli. Indottrinati, ma fratelli. Chiunque creda che Yeshua e' morto per liberare ogni uomo dalla morte e' mio fratello. Se poi crede che Yeshua e' Dio, o che la Madonna e' "rifugio dei peccatori" e cose simili, questo e' un altro discorso, ma cio' non toglie che io lo consideri mio fratello. Chiunque crede veramente in Yeshua ha ricevuto questo come dono da Dio. Naturalmente, anche tra i "cristiani" (come ci chiamano ;) ) ci sono ipocriti o persone che "dicono" di essere cristiani e non lo sono affatto, ma quelli si riconoscono subito. Nonostante cio', non e' detto che anch'essi, un giorno, diventino servi del Padre. Bisogna stare bene con tutti gli uomini, anche con i malvagi; la fede che e' in noi si manifesta ai malvagi o ai dipersi, come una lanterna che fa luce nelle tenebre, e a volte produce effetti inaspettati anche sui piu' lontani da Dio.

Tornando ai fratelli, chi, come voi, nutre fede pura e svincolata da qualsiasi dogma e dottrina di uomini, egli e' per me "fratello, sorella e madre". Ma a me piace stare anche in compagnia dei cattolici, o dei TDG :-)
Avatar utente
Israel75
Messaggi: 1934
Iscritto il: mercoledì 26 marzo 2014, 16:27

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Israel75 »

Il punto sollevato da MAnuela è se ha senso una congregazione e quale.
Ovvio che tra cattolici o Tdg ci sono persone migliori di me probabilmente, della quale compagnia avrei solo da gioire :-)

Scritturalmente io penso che la confusione sia tale che è molto più importante onorare il Padre in coscienza. Senza appartenenze specifiche. Ma in fondo cosa mi impedisce di relazionarmi con tdg o mormoni ? Nulla.
E' quando ci si sente appartenenti a un credo o dottrina specifica che nascono sempre i problemi perchè ogni fazione religiosa è intimamente convinta di essere la migliore.
Siamo alla fine dei tempi boys o:-) , le spighe sono in mezzo alla zizzania, non credo ci sia molto da preoccuparsi di congregazioni e dottrine. (*)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Avatar utente
Eleazar
Messaggi: 508
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 16:00

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Eleazar »

Nei commenti precedenti mi sembra di essere stato chiaro e conciso. Da commenti di alcuni mi sembra di non essere stato letto.Poco male,non sono Yeshua. Inoltre c'è chi, riportando le scritture, pensa di ribadire un'idea.Liberi di esercitare questo diritto.

Leggendo e studiando le scritture si comprende BENE che le religioni non sono necessarie. Tuttavia si può partecipare alle loro frequenti adunanze, messe e ritrovi che siano, se ce la facciamo a sorbirci l'esposizione di dottrine che poco o niente hanno a che vedere con la Bibbia.
Ognuno decida da se, Manuela.

Nel caso dei TdG, basta frequentarli senza battezzarsi perchè il battesimo presso i TdG è parecchio vincolante. Tuttavia se uno sta bene da battezzato TdG, che ci stia. Basta seguire la LEGGE di YHVH.

Ma non mi si venga a dire che la religione, strutturata, con tanto di obblighi e dottrine ha senso biblico. Poi ognuno creda a quel che vuole.
LA RELIGIONE E' L'OPPIO DEI POPOLI
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da bgaluppi »

D'accordo con te, Andrea. Non la "religione", infatti Yeshua non ha mai detto agli apostoli di "fondare il Cristianesimo". Pero' ha detto loro di creare una chiesa, idea che gli uomini hanno, ovviamente, storpiato. Chi credee scrive su questo forum non fa forse parte della chiesa di Cristo?
Avatar utente
Eleazar
Messaggi: 508
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 16:00

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Eleazar »

Certamente, bgaluppi.
LA RELIGIONE E' L'OPPIO DEI POPOLI
Stefanotus
Messaggi: 559
Iscritto il: mercoledì 11 febbraio 2015, 9:30

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Stefanotus »

Scusate, posso farvi una domanda al volo?
Ammetto di non aver letto tutta la discussione e vi prometto che lo farò... però vorrei capire bene prima la conclusione a cui state arrivando.

Perdonatemi se sto "violando" qualche etichetta della vostra netiquette. Nel caso troviate questo primo mio post fuori luogo, potete anche cancellarlo o ignorarlo.

Passo alla domanda. Premesso che anche io conosco e concordo con l'ormai famosissimo slogan targato anni 80 "Gesù è una relazione non una religione" ... come fate ad arrivare a dire che il cristianesimo oggi non ha bisogno di congregazioni?
Il cristiano "solitario", mi sembra una figura INESISTENTE nel Nuovo Testamento dopo la morte vicaria del Salvatore. Paolo, missionario, fondava comunità. Le sue lettere affrontavano argomentazioni che regolavano l'etica e la morale spirituale delle comunità cristiane. Il Nuovo Testamento si esprime in più punti a favore della frequentazione dei fedeli allo scopo di edificazione reciproca, preghiere ed insegnamento scritturale. Inoltre vi sono esposti dei veri e propri ruoli di ordine spirituale che operano all'interno di quello che viene simbolicamente chiamato un "corpo". E come se tutto questo non bastasse, vi sono anche riferimenti all'evitare "le chiacchiere e le discussioni" perché questo modo di fare non è tipico "delle assemblee" dei santi. Quindi mi domando, come si fa a negare che le "comuni adunanze" non siano necessarie e che si possa addirittura dire che: si può frequentare una certa congregazione "senza battezzarsi?

Qualcosa non mi torna personalmente. Mi date qualche spiegazione?
Avatar utente
Israel75
Messaggi: 1934
Iscritto il: mercoledì 26 marzo 2014, 16:27

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Israel75 »

Ciao. :-)
Discorso complesso e articolato da sviluppare in una pagina.
Ci provo nel mio piccolo magari se trattassimo un punto alla volta te ne sarei grato o finirei per fare la figura dell'estremista. :-) .
Parlo da tecnico non da religioso ci tengo a sottolinearlo.

Tu dici Paolo fondò le comunità. Giusto.
Tu faccio notare che la comunità era una riunione per coloro che avevano accettato Gesù come messia. La legge continuò ad essere praticata e non venne abbandonata (Rm 3:31) contrariamente a quanto sostengono quasi tutte le religioni moderne - e qua ci sarebbe da aprire una parentesi lunga un libro-.
In sintesi furono abbandonate le norme cerimoniali (circoncisione etc...). Agli stranieri veniva chiesto di osservare i comandamenti in primis (1Cor 7:19) e di accettare Gesù.
Sto sintetizzando in maniera estrema perdonami, ma se si analizzano i passi scritturali con logica dove viene stabilito che la legge doveva essere abbandonata? Paolo non si sognava nemmeno di abbandonarla , il suo dilemma era: "Gesù è o non è il messia". Dopo la risposta che ebbe dopo i celebri 3 giorni sulla via di Damasco , scelse la nuova via e fondò comunità predicando Gesù come Messia. Questa sulla Legge è solo una premessa che mi porta a delle conclusioni che espongo dopo , condivisibili o meno naturalmente. :-)
Ora dopo 2000 anni di chiese apostate (in vario modo) si potrebbe dire che appartenere ad una congregazione è necessario è utile ed aiuta.
Non lo è , chi lo stabilisce scusami? La Scrittura? Di quale tempo stiamo parlando?
E se sì quale religione è meglio di un altra?
Ci sono +100 religioni che si definiscono cristiane, quale è quella giusta?
Vado a simpatia? Frequento una o l'altra lasciandomi trasportare dalla corrente? O perchè c'è una ragazza che mi interessa? :-)

Faccio anche io delle domande come vedete :-)

Finisco con AP:
(Ap 14:12) Qui appare la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.

Per osservare i comandamenti di Dio è necessaria una congregazione ai tempi nostri? Direi di no anzi può essere fuorviante(opinione personale). :-) Poi ognuno è libero di frequentare chi vuole e di riunirsi nel nome di Gesù ovviamente, ma senza sentirsi appartenente ad una fazione , in maniera libera come tutti i presenti probabilmente sono capaci di fare. Non si stà dicendo: abbandonate la vostra congregazione di preferenza , ma si sostiene che non è necessario averne una per forza tutto lì.
Un abbraccio in Cristo Gesù :YMHUG:
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Stefanotus
Messaggi: 559
Iscritto il: mercoledì 11 febbraio 2015, 9:30

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Stefanotus »

Israel75 ha scritto:Ciao. :-)
Discorso complesso e articolato da sviluppare in una pagina.
Lo so ... lo so... però possiamo provarci.
Il rischio di trattare un punto alla volta però rischia di farci perdere pezzi perché partecipando anche altri utenti ... si rischia di perdere i pezzi...
Parlo da tecnico non da religioso ci tengo a sottolinearlo.
Beh... io sono un tecnico religioso, quindi dovrei capirti no? :-)
Tu dici Paolo fondò le comunità. Giusto.
Bene, siamo d'accordo almeno sui fondamentali. :-)
Tu faccio notare che la comunità era una riunione per coloro che avevano accettato Gesù come messia.
Poco importa la numerica. Si tratta comunque di riunioni. Il Libro degli Atti né dà testimonianza. Là vi si dice che "erano assidui nella comunione fraterna e nello spezzare il pane". "Tecnicamente" non si può avere comunione "da soli". Quindi si trattava sicuramente di un gruppo ben identificabile. In un altro punto sempre in Atti i seguaci del Cristo vengono chiamati dagli altri "cristiani", quindi furono identificati per la prima volta come un gruppo separato dai giudei di allora.
La premessa da fare obbligatoriamente è che per i romani, come per i greci, così come fra i giudei stessi, questi cristiani non erano altro che l'ennesima setta che nasceva tra questo popolo ebreo già diviso tra farisei, sadducei, samaritani, etc etc.
Quindi inizialmente agli occhi di tutti, altro non erano che l'ennesimo gruppo di esaltati religiosi che si litigavano per qualche nuovo motivo teologico. Quindi aldilà dei numeri, coloro che "accettavano il Cristo" si distaccarono dai giudei e si iniziarono a riunire per conto loro, formando così la "chiesa cristiana" (radunanza o assemblea cristiana).
Dovremmo anche aggiungere il concetto di "chiamati fuori" legato al concetto di chiesa, quindi i discepoli, i salvati si sentivano automaticamente "chiamati da Dio". Concetti molto forti nella mentalità di un credente di allora. Concetti che li rendevano psicologicamente parte di un entità.
La legge continuò ad essere praticata e non venne abbandonata (Rm 3:31) contrariamente a quanto sostengono quasi tutte le religioni moderne - e qua ci sarebbe da aprire una parentesi lunga un libro. In sintesi furono abbandonate le norme cerimoniali (circoncisione etc...). Agli stranieri veniva chiesto di osservare i comandamenti in primis (1Cor 7:19) e di accettare Gesù.
Infatti io da religioso concordo in parte con quanto tu affermi in questa frase ma posso dimostrartelo tecnicamente.
La teologia apostolica presenta un'evoluzione nel corso del primo secolo. Abbiamo i discepoli che, seguendo l'esempio del loro fondatore, iniziarono a vendere ogni proprietà e mettere tutto in comune... la convinzione del Suo imminente ritorno rendeva le loro predicazioni molto potenti e convincenti. Vivevano per predicare la Salvezza ed il Suo regno. Ma... in Tessalonicesi abbiamo un Paolo che dovrà ribadire un concetto: Gesù torna presto, ma non così presto. Quindi non smettete di lavorare e non cambiate stile di vita secolare come se dovesse arrivare da un momento all'altro. Aspettiamolo si, ma continuando a fare quanto facevamo (permettimi di parafrasare per riassumere i concetti e capirci).
Nel primo secolo abbiamo anche i giudaizzanti, ossia credenti che hanno accettato Cristo, ma che pretendono di applicare le regole giudaiche sui neofiti gentili. Bisognava secondo loro divenire PRIMA ebrei E POI cristiani. Paolo combatterà questa filosofia, attaccandoli e finendo fino a Gerusalemme per discutere sull'applicazione della legge di Mosè sui neofiti.
Il risultato è descritto in Atti 15, dove l'assemblea decide di non sottoporre i neofiti alle regolamentazioni della Torah se non per 3 aspetti. L'epistola agli ebrei infine, colloca l'insegnamento dell'antico testamento come "l'ombra di beni futuri", ossia un insegnamento generale dato da Dio per il bene del Suo popolo, un insieme di leggi cerimoniali, igienico-sanitarie e sociali che servivano nel tempo in cui furono diffuse da Dio e che nascondono realtà spirituali e simbolismi importanti. La legge quindi non viene dismessa dal punto di vista spirituale, ma viene dismessa nella parte "pratica", in quanto compiuta completamente dal redentore, l'unico capace di vivere secondo i suoi dettami senza commettere peccato.
Sappiamo infatti che la legge serviva per evidenziare il peccato e la necessità di salvezza, non per condurre a salvezza.
La salvezza si ottiene per grazia.
Tutto questo per dire quindi che la chiesa del primo secolo abbandonò l'applicazione letterale della legge, in favore di una nuova comprensione spirituale secondo l'illuminazione dello Spirito Santo. Paolo rivolgendosi alla legge dirà infatti che "tutta la Scrittura fu ispirata da Dio" e questa "era utile per insegnare, correggere e rendere l'uomo di Dio preparato, maturo".
Paolo dirà allo stesso tempo che coloro che vivono in Cristo non sono più sotto la schiavitù della legge.
Quindi la legge è utile, necessaria, va studiata, ma ha un altro obiettivo grazie alla morte di Gesù Cristo sulla croce. Un obiettivo più grande e più complesso.
Sto sintetizzando in maniera estrema perdonami, ma se si analizzano i passi scritturali con logica dove viene stabilito che la legge doveva essere abbandonata? Paolo non si sognava nemmeno di abbandonarla, il suo dilemma era: "Gesù è o non è il messia". Dopo la risposta che ebbe dopo i celebri 3 giorni sulla via di Damasco, scelse la nuova via e fondò comunità predicando Gesù come Messia. Questa sulla Legge è solo una premessa che mi porta a delle conclusioni che espongo dopo , condivisibili o meno naturalmente. :-)
Va bene la sintesi, però attenzione. Essere concisi richiede anche correttezza e chiarezza. Altrimenti il fraintendimento è dietro l'angono e non ne usciamo più.
La legge, intesa come applicazione letterale alla "farisaica" maniera fu abbandonata. Questo è un punto su cui dobbiamo essere d'accordo. Ma rimase argomento di studio spirituale importante e alla base della comprensione del sacrificio stesso di Cristo sulla croce ("maledetto colui che verrà appeso al legno" recitava la legge).
Ora dopo 2000 anni di chiese apostate (in vario modo) si potrebbe dire che appartenere ad una congregazione è necessario è utile ed aiuta. Non lo è , chi lo stabilisce scusami? La Scrittura? Di quale tempo stiamo parlando?
E se sì quale religione è meglio di un altra? Ci sono +100 religioni che si definiscono cristiane, quale è quella giusta?
Vado a simpatia? Frequento una o l'altra lasciandomi trasportare dalla corrente? O perchè c'è una ragazza che mi interessa? :-)
Faccio anche io delle domande come vedete :-)
Partiamo sempre dalla Bibbia.
Abbiamo episodi biblici in cui alcuni predicavano Cristo e non stavano con Cristo. I discepoli ne erano "scandalizzati", ma ricordi cosa rispose Gesù?
Vi sono episodi in cui alcuni tentarono di esorcizzare un demonio nel nome del Cristo predicato da Paolo. Ricordi cosa rispose il demone?
Vi sono citazioni di uomini che predicavano il Cristo per vanagloria e interesse personale. Ricordi cosa disse Paolo riguardo loro?
Cosa voglio dire con questo?
Che di gente che parla di Cristo, ve ne è tanta e tanta parla a vanvera è vero.
Ma credo che la Chiesa, quella vera, indipendente dalla denominazione, sia governata da Cristo stesso. Quindi?
Quindi inizialmente io mi avvicinerò ad una chiesa per "il bisogno" di salvezza che ho. Ma poi... starà a me e al livello di interesse e di coerenza che ho nei confronti di Cristo, che mi porterà a comprendere dove è meglio stare, quindi quale chiesa e quale denominazione.
Voglio dire... che vi sono due aspetti. L'aspetto umano.. il mio... che devo usare la mia sensibilità per capire se quanto mi predicano, quanto seguo e vivo sia coerente al messaggio di Cristo. Dall'altra parte, vi è un aspetto divino: non posso e non voglio credere che se un uomo cerca Cristo con tutto il cuore, Cristo non si attivi per farsi trovare!
Chi cerca, trova e a chi bussa verrà aperto.
Spero che ci si riesca a capire e a seguire anche se non cito tutti i versi biblici per motivi di tempo. Scrivo di getto, ma se lo ritenete necessario, a fianco ad ogni mia affermazione posso porre i versi biblici su cui mi baso.
Per osservare i comandamenti di Dio è necessaria una congregazione ai tempi nostri? Direi di no anzi può essere fuorviante(opinione personale). :-)
Io direi di si. Ti contraddico solo per onestà intellettuale non per spirito di contesa.
La chiesa viene considerata dalla Bibbia stessa COLONNA e SOSTEGNO della Verità. Una buona analisi testuale di questa affermazione farà comprendere che la Verità, rimane VERITA' indipendentemente dalla Chiesa... ma per essere sostenuta, esposta al mondo, tenuta in vista (questo fa una colonna) deve essere vissuta ed esposta dalla chiesa, non dal singolo individuo. L'assemblea dei santi è il sostegno, la testimonianza per il mondo della Verità. Senza chiesa la Verità rimane Verità indubbiamente, ma la Bibbia afferma a più riprese che è la chiesa il mezzo per far conoscere al mondo la sapienza di Dio (Efesini 3:10). Il termine stesso "ecclesia" significa adunanza, chiamati in assemblea, radunati. Per la Bibbia è la chiesa, l'insieme dei credenti ad essere lo strumento di testimonianza al mondo della potenza e sapienza di Dio.
Di certo ripeto, non possiamo stabilire QUALE chiesa sia perfetta.
Sappiamo che ogni denominazione ha le sue mancanze e all'interno delle stesse denominazioni vi sono varie correnti di pensiero che cambiano di chiesa in chiesa. Ma questo non significa che dobbiamo annullare l'importanza data alla chiesa dalla Bibbia.
Avatar utente
Israel75
Messaggi: 1934
Iscritto il: mercoledì 26 marzo 2014, 16:27

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Israel75 »

Non concordo su alcune cose . Se trattiamo un punto alla volta è meglio perchè troppi punti generano confusione , non condivido il medodo di buttare troppa carne sul fuoco.

Tu dici che per osservare i comandamenti è necessaria una chiesa.
Ne sei veramente sicuro? Qua non condivido minimamente scusa la franchezza. :-) Dunque chi non frequenta è condannato? E chi stabilisce quale è quella vera?

Per chi è cattolico la vera chiesa è quella romana , per chi è Tdg la vera chiesa è l'adunanza organizzata dal proprio corpo direttivo. La vera chiesa era la comunità dei discepoli. Le chiese successive furono tutte a modo loro apostate.
Il termine chiesa per indicare una adunanza Tdg o evangelica è del tutto fuori luogo e fuori tempo pure. :-)

Vorrei solo aggiungere che qui non si sta dicendo di abbandonare la propria congregazione, ma che non è necessario averne una per salvarsi. sia chiaro. :-)
Ultima modifica di Israel75 il mercoledì 11 febbraio 2015, 18:15, modificato 1 volta in totale.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Avatar utente
Israel75
Messaggi: 1934
Iscritto il: mercoledì 26 marzo 2014, 16:27

Re: La congregazione:ha senso biblico oggi?

Messaggio da Israel75 »

altro punto su cui non ti capisco perdonami:
La legge, intesa come applicazione letterale alla "farisaica" maniera fu abbandonata. Questo è un punto su cui dobbiamo essere d'accordo.
Cosa intendi alla maniera farisaica? E quali precetti? -anche qui ci sarebbe da scrivere un libro-
Se intendi per esempio che il comandamento del sabato venne abbandonato allora è meglio chiarire ... punto per punto per favore.
La legge quindi non viene dismessa dal punto di vista spirituale, ma viene dismessa nella parte "pratica"
Scusa ancora la franchezza , non ti scandalizzare c'è gente molto più diplomatica di me qui primo fra tutti Gianni. Ma la Legge non và solo ascoltata ma messa in pratica. Lo dice Paolo e la Scrittura. Non un profeta visionario del vecchio patto.

(Rm2:13) Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati.
e Giovanni:

(1G 3:4) Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge, perché il peccato è violazione della legge.

Qui forse hai preso un abbaglio perchè sembra che Paolo ti smentisca in pieno, a proposito di chiarezza , attenzione a buttare nel calderone delle cose dismesse precetti e magari anche i comandamenti.E' un consiglio fraterno , non dubito della tua buona fede , dico solo che devi rifletterci un attimo. :-) . Cadere nei soliti discorsi che ci giustifica solo ed esclusivamente la fede in Gesù che spesso io e te e voi sentiamo è l'esatto contrario di quello che ci dice la Scrittura (servono sia opere e fede in Cristo , servono entrambe), ed applicare il rango di "chiesa" a una delle 100+ esistenti è ancora più azzardato.A me perlomeno da un certo turbamento. Come quado senti e percepisci che si avvicina un pericolo. =))

Tu parli di evoluzione apostolica . Io di apostasia. Di fatto tecnicamente non c'è una sola religione attualmente che somigli di lontano alla comunità degli apostoli.Ci sono le proprie credenze inculcate o meno. Fratelli confusi , altri che rasentano il fanatismo. La confusione è totale. Cercare conforto in una adunanza è umano è bellissimo se si vuole condividere una preghiera comune , o la propria fede e ci mancherebbe ma poco ha a che fare con la salvezza , e spesso è un mezzo per fuorviare ulteriormente il fratello o la sorella.
Detto questo sono stato troppo franco , mi perdonerai :-) ma ho frequentato diverse congregazioni in 40 anni e ne frequesto ancora , ma se c'è qualcuno a cui sento di appartenere è eventualmente a Cristo nel rispetto dei comandamenti di Dio Padre nelle mie povere possibilità, non certo a quella o a quell'altra setta o religione come le si vuole chiamare.
Ultima modifica di Israel75 il domenica 15 febbraio 2015, 4:05, modificato 4 volte in totale.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Rispondi