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Maria Grazia Lazzara
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Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Grazie Gianni, per averci spiegato e fatto notare il ritornello nei Salmi e l'acrostico.
Mi è venuto subito in mente il Salmo 150
Questo dove si colloca? Anche quì c'è una ripetizione. Bellissimo !

Ed ora una Poesia pura , che il mondo conosce e ama grazie a Giuseppe Verdi
Va Pensiero
È uno dei cori più noti della Storia dell' Opera , collocato nella parte terza del
Nabucco ispirato al canto degli ebrei
Prigionieri in Babilonia

Presso i fiumi di Babilonia, là sedemmo
Anche piangemmo, quando ci
ricordammo di Sion

Ai pioppi in mezzo a lei
Appendemmo le nostre arpe
Poiché là quelli che ci tenevano
prigionieri ci chiesero le parole
di un canto
E quelli che ci beffeggiavano
Allegrezza
" Cantateci uno dei canti di Sion "

Come possiamo cantare il canto
del Signore su suolo straniero
Se io ti dimenticassi ,
O Gerusalemme
possa la mia destra dimenticare
Mi si attacchi la lingua al palato
Se io non mi ricordassi di te
Se non facessi ascendere
Gerusalemme
Al di sopra della mia principale
causa di allegrezza........

Continuate voi a leggerla

È tutto un brivido ascoltarla dal Nabucco
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Gianni
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Re: A Sua immagine

Messaggio da Gianni »

Ancora sulla poesia biblica ebraica ...

Il vocabolo סֶלָה (sèlah) ricorre ad intervalli nei Salmi. Si veda, come esempio, il Sl 3.
La parola selah indica con tutta probabilità una pausa e quindi il termine di una strofa. Si veda lo stesso Salmo riprodotto da NR.

Forse qui (dove compare sèlah) si scambiavano i cori: una strofa era cantata da un coro e l’altra strofa da un secondo coro. Non si può tuttavia generalizzare il sistema dei due cori applicandolo a tutti i salmi biblici, come fanno gli studiosi Zenner e Condamin che supposero che a ogni strofa cambiasse il coro (due cori che si succedevano per cantare poi insieme alla fine). Possiamo essere anzi quasi certi che non fosse sempre così (ma poteva esserlo a volte): gli ebrei, come in genere i semiti, sono alieni da schemi fissi e si riservano sempre una certa libertà di azione che gli occidentali, al contrario, non si permettono.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: A Sua immagine

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Si Gianni
ho notato nel salmo 3 :2 [ pausa ] V.R.
In NM nel salmo 3 :2 Sela

Questi cori che probabilmente si alternavano dovevano creare un'atmosfera a secondo dal contenuto o dal tema del canto
Questi suppongo si cantavano in occasione delle Sante feste
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Gianni
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Re: A Sua immagine

Messaggio da Gianni »

Per chiudere questa trattazione sulla poesia biblica ebraica rimando a questa considerazione:
https://www.biblistica.it/wp-content/up ... iblica.pdf

Non trascurate mai il parallelismo: è un'ottima chiave ermeneutica!
noiman
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Re: A Sua immagine

Messaggio da noiman »


Si …. :-O Gianni possiamo anche concludere, siamo quasi alla fine del mese di Av e delle sue coincidenze con le catastrofi della storia ebraica, ogni tanti giri della giostra fa fermare la navicella ebraica nello stesso punto, questa è una anomalia e un segno che ha un suo significato, quindi Tishà ha beAv il 9 del mese di Av , la data ricorrente delle catastrofi nel mondo ebraico, anche il Talmud se ne occupa, “ Il nono giorno del mese di Av, cinque grandi disgrazie colpirono i nostri padri nel deserto nel diciassettesimo giorno del mese di Tamuz e cinque nel nono giorno di Av”(Taanit 4/4)

Il 9 di Av (luglio) fu deciso che i nostri padri non sarebbero entrati in Erez Israel, il Tempio fu distrutto la prima e la seconda volta, a Betar capitolò Bar Khobàh, nel 9 di Av gli ebrei furono espulsi dalla Spagna, il primo di Tishà beAv gli esploratori falliscono nel loro incarico e nella notte del 9 di Av gli ebrei piansero e continuarono per 39 anni, non per niente a Tishà be Av leggiamo il libro איכה, di Echà dove risuonano le stesse lettere della domanda “Ajecha” dove sei “che D-o fece a Adamo.

Come ha già spiegato da Gianni il libro delle Lamentazioni è scritto in forma di acrostico, il primo verso inizia con la א, il secondo con la ב e di seguito fino a giungere alla lettera ע che curiosamente è preceduta dalla פ, questa inversione genera la parola פה bocca anomalie , la ע genera עין, occhio, l’occhio malevolo che gli esploratori utilizzarono per dare un giudizio negativo alla terra di Israel, facendo precedere la bocca agli occhi.
Un acrostico è un componimento poetico o un'altra espressione linguistica in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase che costituiscono dei segnali ben precisi per chi li sa interpretare come altre curiose anomalie come per esempio (anche se OT) che nascite dei patriarchi non sono casuali: Avrahàm che rappresenta la misericordia e la grazia nasce nel mese della giustizia, mentre suo figlio Izchàk che incarna la giustizia nasce nel mese della misericordia, ma ritornando agli acrostici in Yirmeyà’ e Ester ve ne sono alcuni veramente singolari.

Il libro di Ester contiene quattro acrostici (1:20, 5:4, 5:13, 7:7), uno di essi lo ritroviamo al capitolo 5 nel verso 4 “Venga oggi il re con Amman”. A quanto pare, questo è un acrostico del tetragramma יהוה
In ebraico la frase del verso è resa "Yavòhʼ Ha-Mmèlekh we-Hamàn ha’yòhm". Tre antichi manoscritti biblici evidenziano in lettere maiuscole la prima lettera di ogni parola יוםה המןו מלךה בואי. La masorà inoltre lo evidenzia in rubrica, cioè in lettere rosse.
Un acrostico è un componimento poetico o un'altra espressione linguistica in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase

L’acrostico è un elemento importante nel testo biblico in Tehilim : 25,34,119 a inizio di ciascun verso compaiono nel giusto ordine tutte le lettere dell’alfabeto ebraico
Per concludere vi invito a leggere il Pereq Shirà, “ Il Cantico della creazione”, una particolare composizione di lodi al Creatore in cui i protagonisti sono gli elementi naturali legati al mondo animale e vegetale, curiosamente l’uomo non ne fa parte, ma la tradizione afferma che quando l’uomo recita il Pereq Shiràh si unisce alle creature e aggiunge un canto agli 84 canti, 85 è il valore gematrico di “peh” “bocca”.
Il testo è molto diffuso in decine di edizioni a partire dal decimo secolo, stampato a Venezia nel 1576, importante presso i cabalisti di Tzfat, lo stesso Itzkàk Luria attribuiva una grande importanza alla sua recitazione, il testo è sempre quasi sempre arricchito da illustrazioni che rappresentano tramite immagini le creature citate nel testo, cantici del cielo e della terra, delle piante , lodi agli animali e gli uccelli del cielo, uno degli aspetti più originali è che il Pereq Shiràh è un invito a custodire il mondo che viene dalla natura stessa attraverso le sue potenzialità intrinseche, aprendo uno scenario che sposta notevolmente il come , il perché e il fine della creazione, e ci costringe a pensare diversamente del Creatore.
Noiman

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Maria Grazia Lazzara
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Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Ringrazio Gianni e Noiman per aver scritto e spiegato intorno alla poesia biblica ebraica , in essa vi sono racchiusi dei significati importanti, facendo parte del testo ispirato dovremmo dargli attenzione e nello stesso tempo meditare sui contenuti per trarre anche da essa insegnamenti .
Grazie
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Gianni
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Messaggio da Gianni »

Grazie soprattutto a Noiman. :-)
acqua72
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Messaggio da acqua72 »

:YMHUG: :YMHUG: Noiman e Gianni :-)
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Gianni
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Re: A Sua immagine

Messaggio da Gianni »

Grazie, Acqua72.

Ora che altro vi piacerebbe trattare? Avete questioni bibliche sospese che vorreste approfondire?
Vi invito ad aprire nuove discussioni bibliche ... :-)
PaoloS
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Messaggio da PaoloS »

Gianni ha scritto: sabato 5 agosto 2023, 18:21 La poesia ebraica non ricerca l’arte per se stessa (come presso i greci e i latini), ma è manifestazione spontanea di sentimenti individuali. Questo è il motivo per cui tra gli ebrei non si trovano il dramma e l’epopea (che descrivono sentimenti e fatti eroici di altre persone). La manifestazione di gioia ha prodotto la poesia in cui il poeta, anche se parla della natura, esprime il suo sentimento stupefatto verso Dio che l’ha creata.

Ad esempio, il Salmo 18:8-16 – descrivendo mirabilmente la paurosa potenza del temporale – vi vede riflessa la grandiosa maestà di Dio che usa il temporale come strumento per punire i malvagi o per far prosperare la terra con pioggia benefica. Il tuono diventa voce di Dio, le nubi il suo sgabello, i lampi le divine saette che egli lancia per impaurire gli empi. Anche se molti non possono gustare tutto lo splendore di questo brano nell’originale ebraico, una buona traduzione può renderlo (come una traduzione non buona può oscurarlo). Provate a paragonare queste due versioni: quella magnifica di TILC e quella mediocre di TNM. Leggetela nella versione di TILC.

Il dolore ha creato l’elegia (קינה, qynàh), come quella composta in occasione della morte di Saul e di Gionata. Anche qui provate a leggere, come esempio, le due versioni. Leggete i vv. 19-21 dal brano di 2Sam 1:19-27 in TILC.

La riflessione ha fatto sorgere la poesia didattica (שאל, shal) quale appare in Proverbi. Con essa l’autore sacro intende insegnare il comportamento individuale nelle varie circostanze della vita.

La prossiva volta vedremo qual è l’elemento base della poesia biblica ebraica.
Buon pomeriggio, vorrei chiedere se possibile l'interpretazione di proverbi 30:4..lo chiedo a Gianni a anche a tutti gli altri , soprattutto agli ebrei, di cosa sta parlando qui, c'è chi lo abbina al NT, grazie
Ultima modifica di PaoloS il mercoledì 20 settembre 2023, 16:40, modificato 1 volta in totale.
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