Il senso del Natale.

chelaveritàtrionfi
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay, la neutralità la trovi in studiosi che non appartengono a nessuna confessione religiosa e che non seguono nessuna tradizione ma che la indagano. Putroppo molti di questi sono tacciati di non essere credenti e di non comprendere le scritture. Noi siamo utenti ed anche bravini ad indagare. Possiamo tracciare ed indagare la questione analizzando (appunto), tutti i documenti che possiamo trovare e gli studi di altri. Sai cosa cambia? Che non lo dobbiamo fare per nessuno, ma per noi stessi. Scusa se è poco.

Sulla tradizione dico solo questo. Il natale (festa) deriva certamente da una tradizione. Quale? Per stessa ammissione cattolica da quella nata dopo il I secolo. Per stessa testimonianza di autori vissuti in quel periodo, la nascita di Gesù non si festeggiava. Ora, ammesso di trovare una data che sia novembre, dicembre o qualunque altra, c'è un dato molto probabile (in base ai documenti analizzati): che la festa risale almeno al II secolo. La conoscenza della data di nascita è altra cosa, forse era nota... ma si decise a posteriori di festeggiare, i documenti evidenti sono questi. Se ci fosse stata una data conosciuta e dei festeggiamenti, oggi non saremo qui a sbattere la testa mettendo sottosopra tutti gli archivi. Hai per caso trovato qualcosa? Hai letto che le prime chiese durante la vita degli apostoli festeggiassero la nascita? Troviamo affermazioni opposte e si fa fatica anche a trovare qualcuno che conoscesse la data esatta perfino nel II secolo. Tra l'altro, ti ho fatto (anche) notare che il significato della nascita, senza data nei vangeli canonici, viene arricchito stabilendo il 25 dicembre e poi con tutti gli altri dettagli. I vangeli canonici (per quel che sappiamo) risalgono al I secolo e gli apocrifi sono posteriori. Su che basi sono stati scritti? Su altre notizie a noi sconosciute? Il punto è questo: per alcune questioni, guai considerare gli apocrifi, però se si tratta di bue, asini, magi ecc.. introduciamoli pure. Cosa cambia? non si tratta di indagine storica come vale quando si considera Maccabei piuttosto che Enoch, Giubilei ecc.. ma cambiano molti significati. ... o cambiano o vengono aggiunti. Alla fine non viene compromesso nulla, ma il fatto è che si crea confusione: questo si ..quello no.. ecc..

Altra cosa che risulta evidente e che non si può negare, sono i significati. Tornando alla tradizione, mi viene da fare una considerazione. Per molti studiosi e per le chiese cristiane, le scritture greche sono un seguito delle scritture ebraiche. Yeshùa era ebreo nato a Betlemme di Giudea e non di Galilea. Molti discepoli erano sia galilei che giudei, compresi gli apostoli. Ora, sotto l'impero romano, che ormai da centinaia di anni aveva costruito il suo culto, con i suoi dèi, statue ecc.. vuoi che da una anno all'altro potè abbandonare tutte le simbologie relative a queste divinità ed agli astri quando impose il cristianesimo? Di punto in bianco da impero idolatra divenne adoratore di Yhvh e di Yeshùa suo figlio (nei vangeli)? Oppure mischiò i culti?
Queste non sono considerazioni personali, ma dati riscontrabili storicamente. Quindi ci troviamo ad un bivio:

- a) rispettiamo la tradizione cristiana che pone le scritture greche in successione a quelle ebraiche, perchè Gesù e gli apostoli erano ebrei;

- b) consideriamo che fu tutto inventato dai romani e allora possiamo dire qualunque cosa. Ma in questo caso calza a pennello e al 100%, tutta la storia dei significati noti in tutti gli altri culti, e Gesù diventa una divinità solare come tutte le altre. Non mi pare però che le cose stanno così.

Tu che opzione avresti? Io ne avrei una c) che comunque include la a)

Comunque, gradualmente analizziamo l'articolo dai passi che hai evidenziato (lo faccio un pò alla volta nei ritagli di tempo..)
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Il senso del Natale.

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Certamente ogni cosa sussiste in Lui (come dice il passo di colossesi), e non si muove foglia se Egli non voglia. Oppure Egli lascia correre quando l'uomo spesso è il male di se stesso, con le sue scelte. Il male padroneggia se l'uomo lo sceglie, piuttosto che dominare i cattivi istinti, sono questi a dominare lui.

Ci sono scelte ed ogni scelta ha una conseguenza individuale e collettiva .. se a muoversi nella stessa direzione sono le masse.

Tornando al natale, vero è che non è tutto male. Ma l'indagine serve per capire cosa è accaduto alle origini e perchè. Le considerazioni, alla fine ve le scrivo :-)... in 3-400 anni ci sono stati dei cambiamenti..fatto sta che in origine una cosa fu stabilita e per tradizione tramandata. E' la tradizione, in questo caso, più che cambiamenti, porta addizioni e camuffamenti :-) (ho fatto anche la rima)
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Re: Il senso del Natale.

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Shay ha scritto: venerdì 6 gennaio 2023, 17:52 Studiosi che non appartengono a nessuna confessione religiosa? Ma dove li trovi? Tutti hanno una religione, se uno non è cattolico è protestante o appartiene a qualche setta che va contro il cattolicesimo. La maggior parte degli studiosi di sacre scritture nel mondo sono cattolici, almeno solo battezzati e sono affidabili, ma anche perché sono relativamente pochi gli osservanti cattolici. Fra gli ebrei l'ambiente è diverso, sono molto di più gli osservanti, c'è chi dice addirittura più della metà. L'ebraismo non ha dogmi e quindi gli studiosi ebrei a mio avviso sono più affidabili degli studiosi cattolici. Non fanno proselitismo e non hanno nessun interesse di andare a favore o contro il cristianesimo.
Forse non hai letto abbastanza in questo senso :-). Ci sono una infinità di studiosi nel mondo che studiano la Bibbia anche con il solo intento di criticarla. C'è chi dimostra che i testi ebraici sono stati inventati e i vangeli opere teologiche. Altri si soffermano solo su indagini storiche scrutando la storia del medio oriente. Te ne cito alcuni: Liverani, Boccaccini, Perani, Sacchi ecc...italiani e stranieri ne abbiamo a centinaia. La maggior parte di questi va in netto contrasto con tutti gli studiosi "cristiani" ed infatti vengono evitati come la peste dai religiosi. Per chi non ha "fegato" li sconsiglio anche io. Ma occorre indagare molto per arrivare a vedere che anche loro commettono errori ed è giusto anche leggere gli studi in ambiente "cristiano" ed "ebraico". Poi ci sono diversi studiosi "gnostici" e "agnostici".

Senza dimenticare il nostro Gianni che per quel che mi risulta non appartiene ad alcuna religione.
La maggior parte degli studiosi ritiene che Gesù nacque e crebbe a Nazaret, in Galilea.
Lo studioso israeliano Aviram Oshri crede di aver dimostrato che Gesù nacque a Betlemme di Galilea a circa una decina di chilometri da Nazaret. Ma a me non convince molto anche se prima di lui alcuni studiosi hanno sostenuto questa tesi.
La maggior parte chi? Matteo e Luca citano Betlemme (città del pane) di Giudea. L'omonima città esisteva in Galilea ed è citata anche in Giudici 19:15. Molti studiosi mettono in discussione questo dato, considerandolo solo per ragioni teologiche per via dell'attesa Messianica in Michea 5 (che secondo me ha solo un significato simbolico), per l'incongruenza dei racconti in Matteo e Luca, per la storia del censimento che in quel modo avrebbe obbligato a spostamenti dispendiosi intere popolazioni da una città all'altra. Tuttavia, parlando di spostamenti a Betlemme, la Nazareth citata nei vangeli potrebbe non risultare la città di cui parliamo oggi poichè quel nome potrebbe derivare da Netzer = germoglio, ramo (Is 11:1;Ger 23:5,...) piuttosto che da nazir (Giudici13:5). Il libro dei Maccabei cita ναζιραίος naziràios, 1Mac3:49 piuttosto che ναζωραῖος nazoràios dei vangeli. Comunque ancora oggi ci sono studi in corso. Luca al versetto 1, scrive che è un narratore di eventi ascoltando coloro che furono testimoni oculari e questo autore scrive in prossimità della guerra romano - giudaica rispetto all'origine del vangelo di Matteo.

Leggendo tanto (ancora poco rispetto alle fonti inesauribili e tra l'altro molta letteratura non è accessibile) ho capito che occorre indagare più su quello che c'è scritto e cercare di capire quello. Se si percorre la sola strada dell'indagare ciò che è vero e ciò che è falso, si fa prima a prendere la Bibbia e porla nello scaffale. A questo porterebbe la sola lettura degli autori che ti ho citato. Ma se includi più visioni, si apre un mondo.

La tiritera sulla storia della tradizione non mi va di farla, ho scritto abbastanza. Analizzare il I secolo è molto più accessibile per via di opere parallele e di numerosi storici oltre che per la lingua. Indagare i secoli precedenti è sempre più difficile. La letteratura ebraica e la tradizione.... pensare che il TM sia una variante tra tante, lascia spazio solo alla tradizione di lettura che non è non verificabile (da tutti). Non perchè non sia credibile ma occorre avere fede che la tramandazione sia impeccabile. Avevo posto la questione del "punto di partenza" di ogni tradizione, ma come ho già scritto, non mi va di discutere qui su questo argomento perchè fuori tema. Magari un giorno in una discussione apposita. Quindi prendo per buone le varie spiegazioni che leggo sia da Maestri come Rashì, Maimonide e altri, sia di studiosi ebrei contemporanei ed altri studiosi.

Questo lo leggerò con calma
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Re: Il senso del Natale.

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Riguardo agli studiosi che ho citato :-) ho espresso il mio parere... e certamente su certe questioni non posso dare torto a Besàseà .. Infatti ho scritto che per chi ha "fegato" ...ed è giusto (in termini di ricerca), sentire più campane. Secondo il parere dei più, si deve seguire la sola linea ritenuta corretta, per non essere sviati e non perdere tempo. Personalmente non concordo tanto con questo metodo perchè mi sentirei in gabbia. Come abbiamo sempre detto, ogni critica andrebbe dimostrata e ci vuole volontà e tempo, oltre che a profonde conoscenze.

Detto questo, chiudo parentesi ed andiamo oltre. Sul natale ..a parte le opinioni iniziali, credo che adesso stiamo semplicemente indagando su origini e tradizioni. Magari alla fine posso riportare qualche considerazione biblica.
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Re: Il senso del Natale.

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Shay ha scritto: venerdì 6 gennaio 2023, 21:58 Alcuni sembrano ignorare tante cose che dovrebbero essere ovvie ad uno studioso. Cercando sull'episodio dell'annuncio angelico ai pastori che facevano la guardia di notte, alcuni studiosi paiono cadere dalle nuvole proponendo ipotesi assurde, c'è chi dice che si tratterebbe di greggi di nuovi nati a cui era necessario assistere anche di notte. Non sanno nemmeno che i pastori di capre e pecore passano ogni notte in guardia all'aperto perché questi animali non possono stare in vicinanza dei villaggi. C'è chi non sa distinguere fra nazir e nozer, uno si scrive con zain e l'altro con zade, ma sembra che loro non lo sappiano. Molti studiosi seguono anche una tradizione di studio, non hanno molto di proprio e originale, ci si basa sempre su opinioni di altri seguendo questa tradizione del tramandare questo sapere che spesso ripete gli errori invece di correggerli.
Basta indagare. Dall'altra parte però c'è chi vuole per forza giustificare certe usanze per tradizione. altrimenti cadrebbe tutto come un castello di sabbia.
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Re: Il senso del Natale.

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Io ho scritto per me. Ma principalmente ho descritto, riferendomi alle origini, il senso del natale. Mi piacerebbe capire quali sono le usanze pagane descritte nella bibbia che vanno evitate per non mischiarsi con loro. Da qui credo nasca la questione. Per il resto hai ragione. Infatti ho sempre specificato che ognuno faccia quello che vuole perchè la questione dipende dai punti di vista. Esattamente patrimonio culturale del cristianesimo, hai detto bene. Iniziamo a rispettare gli studiosi ed analizziamo prima di tacciare a prescindere costoro di ignoranza. Viceversa alcuni di loro potrebbero fare lo stesso con chi sta dall’altra parte su storia e archeologia. Molti criticano a prescindere senza aver mai aperto un libro su certe questioni
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Re: Il senso del Natale.

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Io non appartengo a quel cristianesimo quindi non festeggio il natale. Posso scriverlo, tra l'altro, nella cartella neutra "spiritualità" oppure no? :-\ Oggi, ultimo giorno di festa, altro patrimonio, l epifanìa che tutte le feste si porta via. Vola come una nonnina con la scopa, cosa rappresenterà? Questo non si sa… comunque andiamo avanti.

Per lo studio è altra cosa. Infatti nella didattica mi limito a indagare su origini e simbolismi. I punti di vista personali e religiosi poi porteranno il soggetto a fare ciò che ritiene giusto. La questione delle pecore non l'ho nemmeno citata, perchè sapevo che sarebbero nate questioni e perchè sapevo anche che c'erano diatribe tra gli studiosi. Il problema è avere la pretesa si sapere oggi con certezza com’era il clima 2000 anni fa. Se abbiamo documenti bene, altrimenti è fuffa. Sai che in 2000 anni abbiamo avuto cicli anomali riguardanti la temperatura terrestre?

Sarebbe interessante indagare sul discorso Giubilei, rotazione delle 24 classi e il tempo di Zaccaria : annuncio + 6 mesi + 9 mesi.
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Re: Il senso del Natale.

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Riguardo al tuo commento, ha un senso ai giorni nostri per evitare diatribe, discussioni e guerre psicologiche. In passato, estremismi religiosi hanno portato a ciò che sappiamo. Questo discorso vale anche per uno studioso che sta al di sopra delle parti, cercando di mantenersi moderato ed imparziale, ma non è questo l’atteggiamento che mi pare di leggere nel vostro testo.

Questa è una cosa che vale sempre, al di là di questo argomento sul natale. L’uomo può scegliere di conoscere la verità o rimanere nella menzogna ed in base a questa scelta viene determinata una società ed il futuro di essa, oltre a quello dello stesso soggetto. Finchè la questione rimane sul singolo, potrei dire la classica frase: “ognuno è responsabile di se stesso”, ma non funziona proprio così. La gente pur di non cambiare niente nella sua vita rimane sui suoi passi, spesso con conseguenze anche per chi gli sta intorno. A questo ormai sono rassegnato. La verità non è quella che scrive Naza su questo forum, ma quella che appare a chiunque si fa domande e si mette a cercare (volontà e capacità a parte). Poi ci sono diversi punti di vista, quella è altra cosa. Ciò che dice Naza non conta, ma conta ciò che è, e nessuno lo può cambiare.

Questo spazio non è un’accademia, un luogo di studio sì, ma anche un libero forum di discussione, certamente con un regolamento. Come potrai leggere ed hai potuto leggere, ognuno scrive commenti anche in funzione alla sua idea religiosa o del suo gruppo religioso e se rispettiamo una religione dobbiamo anche rispettare gli scritti altrui, qualsiasi cosa dicano. Non che da un lato si parte all’attacco, come in un tribunale, se si nota qualcosa che potrebbe non essere corretto e dall'altro se critichiamo delle questioni religiose, non solo dubbie ma alcune completamente fuori testo, diventa proselitismo quindi ciò non deve essere detto. Al mio paese si chiama “coerenza” ed io ho rispetto per la verità (se confermata tale). Ma andiamo oltre.

Ieri sono finite le feste, quindi commenterò solo le questioni didattiche. In serata ti rispondo su Luca.
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Re: Il senso del Natale.

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Ti rispondo un pò alla volta perchè sono argomenti complessi. Ecco il primo step. Sul censimento ci arriviamo dopo
Quanto è affidabile Luca in questa citazione di eventi storici? A me non sembra molto affidabile.
Ti rispondo volentieri, per quello che posso, ma mentre lo faccio sorrido. Sai perché? Perché da un lato mi scrivi:
Quindi anche dire grossomodo così come la intendo io: "noi indaghiamo e abbiamo scoperto così e così, ora sapete come stanno le cose e ognuno faccia quello che vuole" a me sembra trasportare il dibattito ad un fine religioso, se debba o meno essere festeggiato il Natale. Questo potrebbe alimentare diatribe dato che ci sono cattolici in questo forum che festeggiano il Natale.
Dall’altro stai mettendo in discussione il fatto che Gesù sia nato a Betlemme di Giudea, come i vangeli riportano chiaramente, sulla base di ipotesi, l’affidabilità di Luca e delle cose scritte, cose ritenute sacre dai religiosi cristiani.

https://archive.archaeology.org/0511/ab ... jesus.html
Questo documento non dice nulla di che, se non la messa in discussione della Betlemme citata nei vangeli secondo le indagini archeologiche di questo archeologo Israeliano Aviram Oshri (archeologo senior dell'Autorità israeliana per le antichità) sentendo anche le testimonianze della zona.

A Betlemme di Giudea però esiste la Basilica della natività, sia dai tempi di Costantino.

A me sai cosa interessa? Riportare i significati di ciò che c’è scritto in questi testi, per quelli che sono, compresi tutti i simbolismi che sono quelli che contano maggiormente, oltre i fatti stessi. Non sarebbe compito mio perché nella vita mi occupo di altro, anche se in un certo senso la ricerca mi appartiene. Chi dovrebbe farlo, abbiamo visto che è in maggioranza confessionale o comunque ha solo intenzione di mettere in dubbio tutto, tranne pochi studiosi, che soluzione vedi? Io e qualche altro, ci ritroviamo catapultati ad indagare su tante cose. Nel mio piccolo, mi limito a mostrare le cose con la ricerca e di scriverle qui.

Luca dichiara, all’inizio del suo scritto (vangelo), di essere un “narratore dei fatti”, così come tanti altri.

Luca1:1 Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, 2 come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, 3 è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall'origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo, 4 perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate .. (NR)

Luca è citato in altri scritti come:
  • “Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema”. Colossesi 4:14
  • “Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero”. 2Timoteo 4:11
  • “Così pure Marco, Aristarco, Dema, Luca, miei collaboratori”. Filemone 24


Il vangelo di Luca è anche citato nel frammento muratoriano (o canone muratoriano, lista di libri). Si tratta quindi di un “medico” narratore di fatti, dopo essersi informato di ogni cosa all’origine, e molto probabilmente era un non ebreo. Il fatto che alcuni passi del suo vangelo trovano corrispondenza (con qualche differenza) con gli altri due, potrebbe essere una conferma che egli abbia letto quei documenti, anche perché questi risalgono ad un periodo precedente.

Se indaghi sul fronte religioso, potrai constatare che le cose sono viste diversamente, ma a noi interessa lo studio .

Nello stesso capitolo cita una profetessa Anna della tribù di Asher. In quel periodo storico questa tribù insieme alle altre nove del regno del nord erano già perdute da molte centinaia di anni. Il popolo ebraico di Palestina era composto di Giudei, beniaminiti e leviti.
I tuoi dubbi sono leciti. Luca è un narratore non ebreo, appartenente alla cerchia di Paolo (Saulo, Giudeo, Fariseo, discepolo di Gamaliele a sua volta discepolo di Hillel), che consulta documenti e scrive opere letterarie. Anche“Atti degli apostoli”è un’opera attribuita a lui. I passi a cui ti riferisci sono questi.

C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. (Lc 2.36-38)

Il tuo dubbio è questo:

In quel periodo storico questa tribù insieme alle altre nove del regno del nord erano già perdute da molte centinaia di anni. Il popolo ebraico di Palestina era composto di Giudei, beniaminiti e leviti

Ma tu sei sicuro che l’intento di Luca era quello di considerare la tribù di Asher come una tribù attuale? Vuoi che non lo sapesse? O forse per portare l’attenzione sull’evento simbolico di un bambino in ottica di redenzione e per i vari significati simbolici? Vediamo.

Il nome della donna è Anna. In 1 Samuele 1:2 Hannah o חַנָּה Channah (con questi nomi aiutatemi voi), significa “favorito”, “grazia”, “gentilezza”…. Questa Anna, qui, è la madre di Samuele (il profeta) e moglie di Elkanah. Era sterile ed era derisa dall’altra moglie di Elkanah, Penninah, poichè questa aveva già avuto due figli (1 Sam 1:5,6). Anna si reca al tempio presso il santuario di Silo, dove Hofni e Finehas, i due figli di Eli, erano sacerdoti del Signore (1 Sam 1:3) per pregare il Signore ottenendo miracolosamente di rimanere incinta (1Sam 1:17 -20). Questo figlio fu consacrato al Signore (1 Sam 1:22) e gli fu dato il nome “Samuele” (v.20). שְׁמוּאֵל (Shemuel) “nome forte” “nome di El” o in aramaico “El ha ascoltato” (qui con i nomi aiutatemi voi).

Anna, figlia di Fanuel (dice Luca) della tribù di Asher. פְנוּאֵל (Penuel) nel testo ebraico è riportato come nome di due personaggi citati nel primo libro delle cronache, oltre ad essere il nome dato al luogo dove Giacobbe lottò con El.. e vuol dire: “volto di El”, “visione di El” ecc.. (Genesi 32:22-32; 1 Cronache 4:4; 8:25)….come al solito, con i significati dei nomi e termini aiutatemi voi. Fanuel è anche l’angelo nel libro di Enoch, insieme a Michele, Gabriele e Raffaele. Gabriele è l’angelo che poi annuncerà a Myriam dei vangeli la nascita di un figlio.

“Aser” (Asēr) in ebraico (ʾAshēr) significa “fortuna”, ed era una tribù del regno del nord d’Israele (per esempio Apocalisse 7:6; Deuteronomio 33:24-25; Giosuè 24:24-34).
La tribù discende da uno dei figli di Giacobbe e di Zilpa la serva di Lea moglie di Giacobbe (Genesi 30:11-13; 35:26).
- Fonte web ..non ricordo da dove... ho dimenticato di riportare il link nei miei appunti :-(

Il riferimento ad Anna, come membro della tribù di Aser che vive a Gerusalemme, ricorda le dieci tribù del nord, le cosiddette “tribù perdute”, che dopo la divisione dalla tribù di Giuda e Beniamino sotto il re Geroboamo, erano state deportate dagli Assiri nel 722 a.E.V. (libro dei Re, etc). In Luca, Anna è descritta come una vedova (ormai) di 84 anni, rimasta tale dopo aver vissuto col marito per 7 anni.. Suo figlio era il "simbolo della redenzione" di Gerusalemme (di Israele in realtà, ed in maniera indiretta). In quel caso si trattava di Samuele, il profeta. Luca, non solo dimostra di conoscere l’esistenza della tribù, di una profetessa chiamata Anna il cui figlio era un profeta (in un certo senso redentore indiretto), ma utilizza questo "figlio" simbolo, data la sua nascita, ... in riferimento al suo periodo, e riportando ciò al bambino Yeshùa, in ottica di redenzione. Yeshùa è collegato a Davide (anche il Luca) e Davide re di Israele (redentore, liberatore) era stato scelto da Samuele.

A parte i riferimenti biblici, ho riportato una spiegazione che potrebbe essere anche aggiustata. Ma se ci ragioni ci sono molti simbolismi che tornano e nota anche i numeri: 7, 84. Numeri a caso? 8+4= 12
Niente in queste opere è messo a caso

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Re: Il senso del Natale.

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Shay ha scritto: sabato 7 gennaio 2023, 19:41
Quale testo? "vostro" di chi?

Nel testo ebraico, gli Israeliti a chi non dovevano mischiarsi? Quale pratiche non dovevano fare? Cos’è nella bibbia l’idolatria?
Sarà difficile ormai scoprire la verità dopo tutti questi secoli. Al massimo possiamo avvicinarci a quello che speriamo o ci illudiamo essere la verità. I religiosi invece accettano una verità per fede, ma so che non è a quello che ti riferivi perché sei molto obiettivo e mi fa molto piacere leggere i tuoi interventi. Studiamo e indaghiamo perché è un dovere di tutti, ma la verità è un lusso che non possiamo permetterci.
Ci sono cose che sono palesemente false, ce ne sono altre che non stanno scritte nel testo biblico ma che hanno origine a posteriori, ci sono anche storie inventate e si capisce, ma al fine di comunicare comunque un messaggio.
E' un diritto dello studioso mettere in dubbio qualora vi siano le ragioni, non certo per un capriccio o per suscitare la sensibilità altrui. In un mondo di studiosi che ritiene Gesù nato e cresciuto a Nazaret, sostenere la tesi di Betlemme di Galilea è più condivisibile. Mi pare di averti detto di non essere convinto del tutto di questa tesi. Dato che c'è questa tesi è giusto esaminarla, almeno nei modi di fare accademici è così.
Concordo, sia sul rispetto reciproco sia sul non ridicolizzare, però ciò è legato alla prima domanda che ho posto all'inizio di questo post, e l'animo di qualcuno potrebbe essere orientata in quella direzione. Questo mondo di studiosi che ritengono Gesù nato in Galilea non lo vedo, perché c’è all’opposto chi dice altro. Ok per le ipotesi (che per qualcuno - religioso - potrebbero essere eresia..prova a verificare). Questi stessi studiosi dovrebbero mettere in discussione i vangeli per via di qualche inesattezza, anche storica (siamo sicuri che si tratti di inesattezze?). Il fatto è (discorso che riprenderò a breve, riportandoti qualche esempio), che volente o nolente certi testi vanno letti anche e soprattutto per il loro significato e la loro simbologia. In ogni caso, dicendo che Luca è un narratore (lo dichiara lui), se si pretende che conosca esattamente la storia e che non gli è concesso commettere errori.... questo potrebbe anche essere un discorso religioso che non c'entra in questo caso con l'ispirazione. Anche Luca studiava. Per esempio il Greco, dato che lo scriveva perfettamente. Questo suo vangelo ha tutte le caratteristiche per essere stato scritto dopo la distruzione del tempio, tra l'altro.
Certo che però non si può sacrificare lo studio e l'indagine per timore di infrangere la sensibilità religiosa altrui. Il rispetto deve essere reciproco, non a senso unico. Noi ci occuperemo dei fatti di indagine senza ridicolizzare alcun gruppo religioso presente o assente in questo forum. E il religioso presente è anche tenuto a rispettare la tesi discussa.
Concordo. Ma per far questo, quando parli di rispetto per le religioni, anche in quelle che implicano la preghiera alla regina dei cieli, ci metterei un freno. Devi trovare un compromesso. Ora o si accetta l’idolatria per rispetto oppure no. Il compromesso è che si possono evitare certi temi. Ma se per qualche studio che leggi salti dalla sedia, mentre ne accetti altri per rispetto religioso…capisci che qualcosa stona? Non possiamo sacrificare lo studio e l’indagine per timore di infrangere le sensibilità altrui. Infatti, condivido. Se leggi i miei commenti (almeno quelli di quest’anno 22/23) potrai notare che il mio intento è essere obiettivo (almeno ci provo) e ciò che scrivo non è proprio in linea con le tesi comuni. Non pretendo di dire il vero ma almeno spero di stimolare l’indagine. Tanto un elevato numero di documenti li cito sempre.
Il problema è che Samuele era della tribù di Levì, tribù presente allora come anche in tutta la storia ebraica fino ai nostri tempi. Non vedo alcuna ragione di Luca per fare riferimento alla tribù di Asher.
Elkanah era efraimita. Anna di che tribù era? Luca scrive della tribù di Asher, che al tempo della scissione essa venne incorporata nel regno del nord. Considerando i suoi confini:
https://mechon-mamre.org/p/pt/pt0619.htm#24
ha anche fare con la Galilea, ed ha come simbolo l’ulivo Dt 33,24: “24 Poi disse di Ascer:
«Benedetto sia Ascer tra i figli d'Israele! Sia il favorito dei suoi fratelli e tuffi il suo piede nell'olio!
L'ulivo è altro simbolo importante nella teologia di Paolo e quindi di Luca, oltre che essere citato altrove. Forse il motivo è questo.

Le questioni numeriche sono attraenti, ma in questa indagine sono di secondo piano. Di questo passo possiamo anche dire che i personaggi biblici non sono mai esistiti e tutto è simbolico e ragione di calcoli.
Le questioni numeriche sono attraenti, ma vanno comunque considerate. Certamente passano in secondo piano perché spesso non conosciamo il significato di questi numeri, ma altre volte vengono fuori. Non perché devi per forza dire che tutto è inventato o che i personaggi biblici non sono esistiti. Che certe storie potrebbero essere inventate o ricostruite per fini poetici lo posso supporre anche per certe scritture ebraiche: la storia di Mosè per come descritta, il libro di Giona (nel pesce), la storia di Giobbe, il libro di Daniele ecc.. A parte le storie, ci sono una infinità di simboli e numeri e la mistica farebbe parte della lettura. Certi personaggi biblici come Daniele (del libro) e Giona possono essere anche inventati e ci sono dei motivi per supporlo. Ma ciò non toglie l’importanza dei libri che parlano di loro. E per aver scritto questo, chissà quanto fango addosso potrei ricevere da alcuni.

Tuttavia, di determinati simbolismi (rimanendo nel tema Yeshùa) ti posso fare un esempio tra tanti. L’Emmanuele, citato in Matteo 1:23, richiama Is 7:14. Molte interpretazioni ci vedono nel passo di Isaia la profezia di Yeshùa, ma se indaghiamo anche solo leggendo con attenzione entrambe le scritture, si capisce che si tratta di due bambini diversi. Il collegamento è solo il nome o comunque un simbolismo che collega i due eventi, come se Isaia fosse anche la profezia dell’altro. Emmanuele significa “Dio con noi” (riportano le traduzioni del passo mattaico). Ἐμμανουήλ (Emmanouēl) da עִמָּנוּאֵל Immanuw'el : con noi è EL.

Comunque, questa parentesi aperta riguarda l’affidabilità di Luca, ma possiamo continuare sull’altra questione che riguarda la storia e forse più facile da indagare
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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