Il senso del Natale.

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Maria Grazia Lazzara
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Domanda : come mai gli ebrei non festeggiano una presunta data di nascita di Mose' o di Abraamo ? La stessa ragione e' valida per la presunta data di nascita di Jeshua ' i discepoli erano ebrei . Voi ci vedete degli ebrei festeggiare una nascita importante alla maniera del Natale ? Le prime comunità erano costituite prevalentemente di ebrei . Io mi chiedo perché questo accanimento , dove ha portato tutto ciò ? Le vostre ricerche parlano chiaro .
noiman
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da noiman »

Si! Tiger, non fa male a nessuno.... ;) la vogliamo abolire? allora dobbiamo anche abolire la tredicesima che viene spesa a giudizio di qualcuno per idoli-regali e panettoni, cene e discoteche, è un mondo triste quello che nega il Natale, si comincia così e poi si finisce di fumare di shabbat.. :))

Si! In inverno mite sicuramente rispetto alla nostra latitudine, chi si spostava a parte i pastori nomadi che erano sicuramente attrezzati , doveva tenere conto delle avversità climatiche, per quanto ne so il censimento nella storia ebraica era per contare le forze in campo, ordinare il popolo in schiere e tribù, è un argomento complesso che parte da mezzo siclo in su …. e comunque pare che fossero gli uomini a essere contati, non le donne, ma potrei essere smentito, in tal caso imparerò qualche cosa di nuovo, il censimento ordinato dai romani sarebbe interessante disporre di qualche fonte che non sia tratta dai Vangeli, riguardo “vitto e alloggio”, poi sicuramente poteva esserci qualche Sukkà a disposizione per i pellegrini, abbandonata solo un mese prima (circa), ma si corre solo con ipotesi.
Interessante l’asino, il bue e la mangiatoia…. Simboli forse…..
Noiman
noiman
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da noiman »

Che dire..... direi nulla a parte che siamo ancora qui a discutere su pecore, pecorai, pastori.....
Non c'è molto da aggiungere, qualcuno questa sera ha festeggiato, magari domani leggeremo che qualcuno si è anche fatto male, ma è così da sempre, io sono andato al cinema a vedere il film "il grande giorno", poi a casa soli e soletti, io e mia moglie abbiamo cenato con un menù breve, poi stappato una bottiglia di un comunissimo spumante Gancia e ci siamo fatti gli auguri perchè viviamo anche con il calendario che oggi dichiara che è il primo gennaio 2023, anche se entrambi sappiamo che è anche il 5783, vale sempre quanto ha scritto Yirme'ià:“Cercate il benessere nel paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il Signore per esso perché dal suo benessere dipende il vostro benessere” (Geremia 29/7).
Shalom
Noiman
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Gianni
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Gianni »

DUE MOTIVI PER ESCLUDERE L’INVERNO: CLIMA (ALTITUDINE) E CENSIMENTO ROMANO
In Palestina i pastori di solito stanno nei campi da marzo/aprile a novembre, il che escluderebbe tra le stagioni proprio quella invernale. Tra l’altro, se nel mese di marzo/aprile (nissàn) i soldati durante il processo di Yeshùa sentono il bisogno di riscaldarsi al fuoco (“I servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e stavano là a scaldarsi”, Gv 18:18), tanto più sarebbe stato impossibile ai pastori rimanere all’aperto e sui monti d’inverno. Anche il censimento comandato dall’imperatore Cesare Augusto (Lc 2:1) ci suggerisce una stagione più adatta dell’inverno per gli spostamenti della gente, usualmente compiuti a piedi.
Betlemme si trova a circa 10 km a sud di Gerusalemme, a un'altezza di 765 m sul livello del mare, per cui le sue condizioni climatiche sono simili a quelle della Città Santa.

DATO TEOLOGICO
La festa di Natale ha il grave torto di spostare l’attenzione del credente dal suo giusto centro che è la morte e la resurrezione di Yeshùa. Il Natale – anziché mettere a fuoco, come insegna la Bibbia, lo Yeshùa glorificato – fa umanamente contemplare lo Yeshùa terreno. Per i primi quattro secoli non si festeggiò il Natale: non potevano, perché la devozione era ancora incentrata sul Cristo glorificato. A quel tempo non ci si interessava dei suoi dati storici terreni, ma amavano contemplarlo nella gloria del cielo. Come Paolo, nei primi secoli non ci si curava della vita terrena di Yeshùa ma lo si glorificava nella sua vita celeste quale mediatore e Signore. “Se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così” (2Cor 5:16). In tale prospettiva non c’era posto per il Natale. La festa del Natale è una detronizzazione di Yeshùa dalla sua sfera celeste alla sfera puramente terrena. - At 2:36.
La nascita di Yeshùa non ci reca la salvezza. Non è quella che ci salva, ma la sua morte e glorificazione. Questo è un altro valido motivo per non celebrare il Natale. Yeshùa fu “dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore”. - Rm 1:4.

UNA POSSIBILITÀ (NON PROBABILITÀ) DELLA NASCITA IN TARDO AUTUNNO O PRIMO INVERNO
Forse si può ricercare più in profondità l’intento lucano nel dedicare alcune righe del suo scritto a descrivere la scena dei pastori. Il Talmùd divideva i pastori in tre categorie: le prime due curavano le greggi che poi tornavano all’ovile nei villaggi tutte le sere (greggi giornaliere) oppure al cadere delle prime piogge invernali (greggi stagionali); la terza categoria era formata da quei pastori i cui greggi “vivono nei campi e non tornano alle abitazioni degli uomini né d’estate né d’inverno” (Bezah. 40a). Siccome Yeshùa nacque durante un censimento e siccome i censimenti si facevano durante la stagione morta priva di lavori nei campi, si potrebbe pensare alla stagione autunnale o anche invernale. Non è impossibile pensare che i pastori menzionati da Luca appartenessero a questa terza categoria di cui parla il Talmùd. Si tratta di pastori beduini, fieri, indipendenti, che non si avvicinavano agli abitanti dei villaggi, che scambiavano i loro prodotti con le carovane. Si trattava perciò di gente poco socievole, tenaci conservatori delle tradizioni, gente che riteneva il deserto e quanto vi si trovava di loro proprietà. Era gente tutt’altro che pacifica e malvista dagli ebrei. Essi non potevano entrare nelle sinagoghe o nel Tempio; i farisei non compravano lana da loro. Abba Corion riteneva il loro mestiere proibito: “Non scegliere per i tuoi figli questi mestieri: asinaio, cammelliere, barbiere, battelliere, pastore; questi sono i mestieri dei ladri” (Qiddushìm 4,14). Quei pastori costituivano quindi una categoria di persone poco raccomandabili, pur essendo sincere e fedelissime alla parola data. Questo tipo di gente sarebbe stata quella invitata dagli angeli a venire a trovare Yeshùa, indicando in tal modo che egli era venuto a cercare i peccatori per salvarli. I pastori, disprezzati dagli uomini, erano invece accolti da Dio. È tema favorito di Luca quello che i poveri, gli umili e i peccatori accolgano la grazia divina, mentre i ricchi e gli alteri rimangono nel loro peccato (cfr. Lc 6:20,sgg., peccatrice; 15:1-7, pecora smarrita; 15:8-10, dramma persa; 15:11-32, figlio prodigo; 16:19-31, ricco e Lazzaro; 18:9-14, fariseo e pubblicano; 18:24-30, pericoli delle ricchezze; 19:1-10, Zaccheo).
È interessante notare come il Vangelo di Luca si apra e si chiuda tra due chiamate di peccatori, tra due rappresentanti dell’umanità peccatrice: quel tipo di pastori e il ladro sul palo accanto a Yeshùa. Luca mette quindi accanto alla culla di Yeshùa un branco di predoni che cambiano vita e accanto al palo di morte un delinquente che ritrova la gioia del perdono.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Grazia Gianni il tuo modo di esprimerti e' sempre chiaro e lucido, le applicazioni logiche , e aggiungono dell'altro come un buon insegnante dovrebbe saper fare , anch'io voglio fare un riconoscimento a te se sono in questo forum e' perché nei tuoi articoli in biblistica ho trovano del nuovo , nulla che abbia turbato o distrutto ma tutto continua invece a costruire a consolidare ,alcune tue frasi ormai fanno parte del mio modo di esprimermi in materia e nelle conversazioni in tema biblico . In uno dei tuoi ultimi commenti c'era un PERCHÉ scritto in rosso , ma nessuno penso abbia riflettuto su quel perché che è la ragione di tutte le nostre ricerche e il fine ultimo . Sono una donna con i piedi per terra amo il concreto, non mi piacciono le giustificazioni, li ritengo della debolezze da compatire , dopo tutto quello che è stato presentato sul Natale chi lo giustifica , giustificherà anche dell'altro , chi ha orecchi intenda ! Ah ! Oggi andrò a mangiare nuovamente cinese ,chiederò delle uova centenarie 🤗🤗. Buona giornata
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Gianni
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Gianni »

Grazie, Maria Grazia e ... buon appetito! :-)
noiman
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da noiman »

Ottimo Gianni, mi pare che avevi già prodotto un studio riguardo il censimento (Biblistica).
Non posso contribuire perchè non mi sono mai occupato di questi rgomenti, non so se hai mai letto
uno studio di Leah Di Segni dal titolo "Il censimento di Quirinio ....." su accademia.edu.
Quei pastori costituivano quindi una categoria di persone poco raccomandabili, pur essendo sincere e fedelissime alla parola data. Questo tipo di gente sarebbe stata quella invitata dagli angeli a venire a trovare Yeshùa, indicando in tal modo che egli era venuto a cercare i peccatori per salvarli. I pastori, disprezzati dagli uomini, erano invece accolti da Dio.
Dovei hai trovato questa fonte o sei tu che lo scrivi?
Un abbraccio.
Noiman
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Gianni
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Gianni »

Caro Noiman, se noti ho scritto “quindi”, per cui si tratta di una mia conclusione dopo una citazione:
“Essi non potevano entrare nelle sinagoghe o nel Tempio; i farisei non compravano lana da loro. Abba Corion riteneva il loro mestiere proibito: «Non scegliere per i tuoi figli questi mestieri: asinaio, cammelliere, barbiere, battelliere, pastore; questi sono i mestieri dei ladri» (Qiddushìm 4,14). Quei pastori costituivano quindi una categoria di persone poco raccomandabili”.
noiman
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da noiman »

Pardon Gianni, :-O avevo capito male, ma leggendo qua e la ho la sensazione che Luca non abbia mai visto dei pastori, devo dire che la parabola delle cento pecore non compare nel manuale di istruzioni del pastore, nessuno abbandonerebbe nel deserto novantanove pecore per cercarne una smarrita, ma credo che esista un altro simbolismo, ma siamo di nuovo OT e poi la conoscenza dei Vangeli è proprio limitata.
Mi fido dei tuoi studi...
Noiman
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Gianni
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Gianni »

E infatti, Noiman, è una parabola. Una parabola paradossale. Come quando Yeshùa domanda quale padre darebbe mai una pietra al figlio che gli chiede una pagnotta oppure un serpente se gli chiede un pesce. Paradossi, appunto. Per imprimere dei concetti.
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