Il senso del Natale.

noiman
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da noiman »

Nel sito è presente la scritta compleanni, di solito non leggo che sia stato menzionato qualche festeggiato, in realtà il conteggio della vita inizia dalla nascita, a 8 giorni si festeggia il brit milà, poi il bar o bat mitzvà che è a tutti gli effetti sono una festa, a livello personale gli ebrei non festeggiano il loro compleanno, ma non è vietato farlo, che io sappia non è scritto da nessuna parte che sia vietato, ma sicuramente qualcuno forse mi smentirà. E invece fondamentale il ricordo, ricordo di tutto e di tutti, le feste ebraiche che qualcuno scambia per feste agricole, e le feste di ricorrenza, niente a che fare con l’idolatria.

Riguardo il famoso Amico, Janira forse si riferiva al compagno di studi, nella tradizione ebraica non si studia da soli, ma almeno in coppia, la chavrutà” è la prima partnership del mondo.
Cosa si studia? Il testo biblico e i suoi commenti da qualunque parte essi giungano, poi è chiaro che questa luce ottenuta va condivisa e questo lo si fa escludendo la conversione.
E come la zedakà che è una mizvà che regola la vita, ma è difficile per un povero fare zedakà in un paese di ricchi…..
Ci sono persone che studiano come andare in cielo, altri che vogliono sapere come vanno i cieli…..
Adesso passato Natale vi auguro un buon fine anno, Grazia festeggi capo d’anno?
Noiman
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Gianni
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Gianni »

Come sempre, Noiman equilibrato ... Abbiamo da imparare. Grazie, Noiman.
Janira
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Janira »

Certo Noiman, insieme leggiamo estratti dei testi kabbalistici, ma lo scopo e l'intenzione non è mai solo di tipo intellettuale e conoscitivo. ;)
chelaveritàtrionfi
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: venerdì 30 dicembre 2022, 11:13 Buongiorno a tutti.
chelaveritàtrionfi ha scritto: giovedì 29 dicembre 2022, 9:46 La festa del sole era già presente nell’antichità con tutti i riferimenti astrologici. Qui si dovrebbe partire da Ippolito di Roma e considerare le testimonianze che certe opere che ho citato riportano. Portate una sola prova che nel primo secolo i seguaci di Yeshùa celebravano la nascita. Il solo fatto che qualcuno a posteriori cercava di capire dimostra che non veniva celebrata alcuna festa
Questo il testo originale greco di Ippolito di Roma.

Ἡ γὰρ πρώτη παρουσία τοῦ κυρίου ἡμῶν ἡ ἔνσαρκος, ἐν ᾗ γεγέννηται ἐν Βηθλεέμ, ἐγένετο πρὸ ὀκτὼ καλανδῶν ἰανουαρίων, ἡμέρᾳ τετράδι, βασιλεύοντος Αὐγούστου τεσσαρακοστὸν καὶ δεύτερον ἔτος, ἀπὸ δὲ Ἀδὰμ πεντακισχιλιοστῷ καὶ πεντακοσιοστῷ ἔτει ἔπαθεν δὲ τριακοστῷ τρίτῳ ἔτει πρὸ ὀκτὼ καλανδῶν ἀπριλίων, ἡμέρᾳ παρασκευῇ, ὀκτωκαιδεκάτῳ ἔτει Τιβερίου Καίσαρος, ὑπατεύοντος ούφου καὶ Ῥουβελλίωνος.

Traduzione:
Riguardo alla prima Venuta del Salvatore nella carne, quando nacque in Betlemme, [occorre sapere che avvenne] otto giorni prima delle calende di Gennaio (25 dicembre), il quarto giorno della settimana (Giovedì), quando Augusto regnava già da quarantadue anni (2 o 3 a.C.). Dal tempo di Adamo erano passati cinquemilacinquecento anni. Egli (il Cristo) soffrì a trentatré anni, otto giorni prima delle calende di Aprile (25 Marzo), nel giorno della Preparazione, durante il quindicesimo anno di Tiberio Cesare (29 o 30 d.C.), insieme con Rufo, Rubellio e quando Gaio Cesare e Gaio Celestio Saturnino erano consoli per la quarta volta.

http://luceortodossamarcomannino.blogsp ... a-di.html
Buongiorno Shay. Se cerchi bene nei documenti che ho citato vi è anche questo e uno di essi riporta il documento. Ippolito di Roma ( terzo secolo) credeva che il mondo fosse stato creato in una data che corrisponde al 25 marzo. Avevo citato questa data qualche post fa scrivendo che 9 mesi dopo nasce il sole che vince le tenebre perché le giornate si allungano. Non importa il giorno esatto perché ci sono delle variazioni di giorni, ma il 25 è una data stabilita e racchiude diversi eventi astronomici. Numericamente 25 è 5+2=7
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Per Noiman e tutti , Capodanno chi è ,non lo conosco ,io conosco il Capo Giorno ed è festa ogni giorno , se volete vi insegno a celebrarlo . Fai Festa ogni giorno nel tuo cuore gioisci ogni giorno ,perché rinasci ogni mattina e quel giorno e' unico non tornerà più . Alla mia età verso la maturità ogni giorno me lo godo e lo festeggio . Vi confido una cosa ,odio la morte ,la vecchiaia,le malattie . Amo la Vita è una meraviglia ,non vorrei mai che questo finisse . Stella scrisse una volta : si dovrebbe andar via come un dolce tramonto ,ma io dico NO non si dovrebbe andar via per niente, e' così innaturale ,ecco perché per me è naturale credere nella Vita Avvenire ,Dio mi ha dato Jeshua' Lui e' la spiegazione a tutto , alla samaritana disse se bevi dell'acqua che io ti darò non avrai mai più sete ma essa diventerà una fonte d'acqua zampillante per impartire vita eterna Giov 4:14 . E quindi il primo giorno di Gennaio sarà festa ma sopratutto sarà Festa il 2,3,4 ...........
chelaveritàtrionfi
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: giovedì 29 dicembre 2022, 9:35 Buongiorno a tutti.
La stessa tesi è sostenuta infine anche da William J. Tighe, docente di storia presso il Muhlenberg College di Allentown (Pennsylvania). Egli spiega chiaramente che «la scelta del 25 dicembre è il risultato di tentativi tra i primi cristiani di capire la data di nascita di Gesù in base a calcoli calendariali, che non avevano niente a che fare con le feste pagane. Piuttosto, la festa pagana della “Nascita del Sole Invitto”, istituita dall’imperatore romano Aureliano il 25 dicembre 274, fu quasi certamente un tentativo di creare una valida alternativa pagana a una data che era già di una certa importanza per i cristiani romani»

https://www.cristianicattolici.net/orig ... tiane.html
Shay ti rispondo a step. Quando facciamo ricerche, indaghiamo anche su chi sono gli autori. Il professore che tu citi è questo: https://www.muhlenberg.edu/news/2016/wi ... story.html

ed il documento riporta :

Il suo dottorato di ricerca il lavoro si è concentrato su un corpo di uomini conosciuti come i Gentlemen Pensioners alla corte della Regina Elisabetta I e nell'ultimo decennio ha intrapreso uno studio ad ampio raggio di quel gruppo di servitori più intimi di quella regina conosciuti collettivamente come la Camera Privata.

Sulla corte reale ci sarebbe da dire perché dovremo parlare della chiesa di Inghilterra e dei rapporti con il cattolicesimo, di Enrico VIII ecc.. discorso lungo, ma sottolineo che comunque la chiesa ha mantenuto riti antichi come il natale. Poniamo però attenzione a questo:

Membro del dipartimento di storia del Muhlenberg College dal 1986……Muhlenberg è affiliato alla Chiesa evangelica luterana in America.

Possiamo però considerare che hai citato anche tu documenti cattolici dove è ovvio che si difenda la festa, e così anche per le chiese protestanti (non tutte). Anche io li ho citate le fonti cattoliche, e stranamente si ammette che il natale del 25 dicembre ha origine a Roma. Prima di Sole Invitto c'era Sole Indiges. Il culto del sole a Roma fu introdotto da Tizio Tazio (un governatore sabino dell'antica Roma - 745 a.E.V. circa), forse celebrato l'11 Dicembre.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tito_Tazio
https://www.romanoimpero.com/2017/04/te ... -luna.html

Fin dal regno di Settimio Severo, l'adorazione della divinità solare era cresciuta in tutto l'impero;[4] Eliogabalo sfruttò questa popolarità per introdurre El-Gabal, che venne rinominato Deus Sol Invictus ("Dio Sole Invitto") e posto al di sopra di Giove[3] (il culto venne introdotto a partire dal 220)
https://it.wikipedia.org/wiki/El-Gabal


Che il natale (nascita) fosse conosciuto nei primi secoli, è così. Ma per gli antichi era la nascita del sole mentre i cristiani ad un certo punto cominciarono ad indagare la nascita di Yeshùa. Abbiamo la testimonianza di Tartulliano (155 -230 EV) ed Orìgene (185 254 EV) che i compleanni non venivano festeggiati perchè considerati usanze pagane. Il culto del sole ha origini molto antiche, in particolare per gli Egizi. Il simbolismo astronomico è ovvio e aggiungo anche che il sole, oltre a descrivere le ere, nel suo percorso apparente in cielo, attraversa le 12 case dello zodiaco (che sono le 12 porte del cielo). Questi 12 segni sono state ai 12 apostoli di Yeshùa oltre che alle 12 porte del tempio, con il sole (sistema solare) al centro.

Sulla questione di Ippolito ed il suo commento a Daniele 4.23.3, sempre l'elenco/documento che ho citato (dizionario sul natale), riporta ampiamente la questione e si sostiene che l’interpolazione (consapevole alterazione del testo) del passo è certa. Riporto in seguito la parte che interessa:
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chelaveritàtrionfi
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Questa è la parte che parla del documento di Ippolito e del cronografo romano del 354 EV:
Roma. A Roma la prima testimonianza è nel Calendario Filocaliano (PL, XIII, 675; lo si può vedere per intero in J. Strzygowski, Kalenderbilder des Chron. von Jahre 354, Berlin, 1888), compilato nel 354, che contiene tre importanti inserimenti. Nel calendario civile il 25 dicembre è segnato “Natalis Invicti”. Nella “Depositio Martyrum” elenco di martiri romani o antichi e universalmente venerati, sotto il 25 dicembre si trova “VIII kal. ian. natus Christus in Betleem Iudeæ”. Su “VIII kal. mercato.” (22 febbraio) viene citata anche la Cattedra di San Pietro. Nell'elenco dei consoli ci sono quattro voci ecclesiastiche anomale: i giorni di nascita e morte di Cristo, l'ingresso a Roma e il martirio dei santi Pietro e Paolo. La voce significativa è “Chr. Cæsare et Paulo sedeva. XIII. ad hoc. contro. DNS. ihs. XPC natus est VIII Kal. ian. d. ven. luna XV”, cioè durante il consolato di (Augusto) Cesare e Paolo Nostro Signore Gesù Cristo nacque l'ottavo prima delle calende di gennaio (25 dicembre), un venerdì, il quattordicesimo giorno della luna.

I dettagli si scontrano con la tradizione e la possibilità. L'epatta, qui XIII, è normalmente XI; l'anno è AUC 754, data suggerita per la prima volta due secoli dopo; in nessun anno tra il 751 e il 754 il 25 dicembre poteva cadere di venerdì; la tradizione è costante nel collocare la nascita di Cristo al mercoledì. Inoltre la data data per la morte di Cristo (duobus Geminis coss., cioè 29 dC) gli lascia solo ventotto anni e un quarto di vita. A parte questo, queste voci in un elenco console sono interpolazioni manifeste. Ma non sono tali anche le due voci della “Depositio Martyrum”? Se si trovasse solo il giorno della nascita di Cristo nella carne, potrebbe essere l'inizio dell'anno dei natali spirituali dei martiri; ma il 22 febbraio è lì del tutto fuori luogo. Anche qui, come nei fasti consolari, furono poi inserite per comodità le feste popolari. Il solo calendario civile non fu aggiunto, in quanto inutile dopo l'abbandono delle feste pagane. Quindi, anche se la “Depositio Martyrum” risale, come è probabile, al 336, non è chiaro se il calendario contenga testimonianze anteriori allo stesso Filocalo, cioè al 354, a meno che non si debba presumere proprio una celebrazione popolare preesistente a rendere possibile questa ufficialità riconoscimento.

Se il manoscritto Chalki di Ippolito fosse autentico, le prove della festa di dicembre esisterebbero già nel c. 205. Il passo in questione [che esiste nel manoscritto Chigi senza le parole tra parentesi ed è sempre così citato prima di Giorgio Sincello (c. 1000)] recita:

He gar prote parusia tou kyriou hemon he ensarkos [en he gegennetai] en Bethleem, egeneto [pro okto kalandon ianouarion hemera tetradi] Basileuontos Augoustou [tessarakoston kai deuteron etos, apo de Adam] pentakischiliosto kai pentakosiosto etei epathen de triakosto trito [pro okto kalandon aprilion, hemera paraskeun, oktokaidekato etei Tiberiou Kaisaros, hypateuontos Hrouphou kai Hroubellionos. - (Comm. In Dan., iv, 23; Brotke; 19)

“Poiché la prima venuta di Nostro Signore nella carne [in cui è stato generato], a Betlemme, ebbe luogo [il 25 dicembre, il quarto giorno] durante il regno di Augusto [l'anno quarantaduesimo, e] nell'anno 5500 [da Adamo]. E soffrì nel suo trentatreesimo anno [25 marzo, la parasceve, nell'anno diciottesimo di Tiberio Cesare, durante il consolato di Rufo e Rubellio]”.

L'interpolazione è certa, e ammessa da Funk, Bonwetsch, ecc. I nomi dei consoli [che dovrebbero essere Fufius e Rubellius] sono errati; Cristo vive trentatré anni; nel vero Ippolito, trentuno; i dati minuti sono irrilevanti in questa discussione con i millenaristi severiani; è incredibile che Ippolito avrebbe dovuto conoscere questi dettagli quando i suoi contemporanei (Clemente, Tertulliano, ecc.) sono, quando si tratta della questione, ignoranti o silenziosi; o avrebbero dovuto, dopo averli pubblicati, essere rimasti non citati (Kellner, op. cit., p. 104, ha un excursus su questo passaggio.)

Sant'Ambrogio (de virg., iii, 1 in PL, XVI, 219) conserva il sermone predicato da papa Liberio I in San Pietro, quando, il giorno di Natalis Christi, la sorella di Ambrogio, Marcellina, prese il velo. Questo papa regnò dal maggio 352 al 366, tranne durante i suoi anni di esilio, 355-357. Se Marcellina si fece monaca solo dopo l'età canonica di venticinque anni, e se Ambrogio nacque solo nel 340, è forse più probabile che l'evento sia avvenuto dopo il 357. Sebbene la predica sia ricca di riferimenti appropriati all'Epifania (le nozze di Cana , la moltiplicazione dei pani, ecc.), questi sembrano dovuti (Kellner, op. cit., p. 109) alla sequenza del pensiero, e non fissano il sermone al 6 gennaio, festa sconosciuta a Roma se non molto tempo dopo. Usener, infatti, sostiene (p. 272) che Liberio lo predicò in quel giorno del 353, istituendo la festa della Natività nel dicembre dello stesso anno; ma Filocalo garantisce la nostra supposizione che se precedette di qualche tempo il suo pontificato, sebbene la relegazione di Duchesne a 243 (Bull. crit., 1890, 3, pp. 41 ss.) potrebbe non raccomandarsi a molti. In Occidente il Concilio di Saragozza (380) ignora ancora il 25 dicembre (cfr can. xxi, 2).

Papa Siricio, scrivendo nel 385 (PL, XII, 1134) a Imerio in Spagna, distingue le feste della Natività e dell'Apparizione; ma non è chiaro se si riferisca all'uso romano o spagnolo. Ammiano Marcellino (XXI, ii) e Zonaras (Ann., XIII, 11) datano una visita di Giuliano l'Apostata a una chiesa di Vienne in Gallia rispettivamente nell'Epifania e nella Natività. A meno che non ci fossero due visite, Vienne nel 361 d.C. combinò le feste, anche se in quale giorno è ancora dubbio.

Al tempo di Girolamo e di Agostino, la festa di dicembre è istituita, sebbene quest'ultima (Epp., II, liv, 12, in PL, XXXIII, 200) lo omette da un elenco di feste di prim'ordine. Dal IV secolo ogni calendario occidentale lo assegna al 25 dicembre. A Roma, poi, la Natività si celebrava il 25 dicembre prima del 354; in Oriente, a Costantinopoli, non prima del 379, se non con Erbes, e contro Gregorio, non la riconosciamo lì nel 330. Quindi, quasi universalmente si è concluso che la nuova data giunse in Oriente da Roma attraverso il Bosforo durante il grande rinascita antiariana, e per mezzo dei campioni ortodossi. De Santi (L'Orig. delle Fest. Nat., in Civiltæ Cattolica, 1907), seguendo Erbes, sostiene che Roma assunse l'Epifania d'Oriente, ora con una precisa colorazione della Natività, e, con il crescere del numero delle Chiese Orientali, pose il 25 dicembre; in seguito, sia l'Oriente che l'Occidente si divisero la loro festa, lasciando l'Efifania il 6 gennaio, e Natività il 25 dicembre, rispettivamente, e ponendo il Natale il 25 dicembre e l'Epifania il 6 gennaio. L'ipotesi precedente sembra ancora preferibile.
https://www.biblia.work/dictionaries/christmas/


Poco avanti nel documento leggiamo:

La teoria astronomica. Duchesne (Les origines du culte chrétien, Paris, 1902, 262 ss.) avanza la teoria “astronomica” che, dato il 25 marzo come giorno della morte di Cristo [storicamente impossibile, ma una tradizione antica quanto Tertulliano (Adv. Jud., 8) ], l'istinto popolare, esigendo un numero esatto di anni in una vita divina, collocherebbe il suo concepimento nella stessa data, la sua nascita il 25 dicembre. Questa teoria è meglio supportata dal fatto che alcuni montanisti (Sozomen, Hist. Eccl., VII, 18) celebravano la Pasqua il 6 aprile; sia il 25 dicembre che il 6 gennaio sono quindi spiegati contemporaneamente. La resa dei conti, del resto, è del tutto in linea con le argomentazioni basate sul numero e l'astronomia e la “convenienza”, allora tanto in voga. Sfortunatamente, non ci sono prove contemporanee della celebrazione nel IV secolo della concezione di Cristo il 25 marzo.

Conclusione. Chi scrive è propenso a pensare che, sia l'origine della festa in Oriente o in Occidente, e sebbene l'abbondanza di analoghe feste di pieno inverno possa aver aiutato indefinitamente la scelta della data di dicembre, lo stesso istinto che pose Natalis Invicti al solstizio d'inverno sarà bastato, a parte deliberati adattamenti o curiosi calcoli, per fissare anche lì la festa cristiana.

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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: venerdì 30 dicembre 2022, 14:14 E ci sarebbe anche Telesforo dell'anno 130, a cui viene attribuito il rito della notte di Natale.

Sembra che la chiesa cristiana primitiva conoscesse già la data del 25 Dicembre.
Per quanto riguarda Papa Telesforo (Grecia, – Roma, 136), le poche informazioni che si hanno ci vengono tramandate dal Liber Pontificalis vol. I, 129. Sappiamo che fu l’ottavo papa dal 125 al 136 E.V., che succedette a Sisto primo, che è nato in Calabria ma di origine greca, che fu anacoreta (asceta..) in Egitto e Palestina e che secondo il documento citato, istituì il digiuno quaresimale e l’introduzione delle tre Messe notturne di Natale con il canto del “Gloria in excelsis Deo”.
https://fontistoriche.org/papa-telesforo/
https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Telesforo

TELESPHORUS, natione Grecus, ex anachorita, sedit ann. XI m. III d. XXI. Fuit autem temporibus Antonini et Marci. Hic constituit ut septem ebdomadas ante Pascha ieiunium celebraretur, et natalem Domini noctu missas celebrarentur: nam omni tempore, ante horae tertiae cursum nullus praesumeret missas celebrare, qua hora Dominus noster ascendit crucem; et ante sacrificium hymnus diceretur angelicus, hoc est : «Gloria in excelsis Deo». Martyrio coronatur. Qui uero sepultus est iuxta corpus beati Petri, in Vaticanum, IIII non. ianuar. Hic fecit ordinationes IIII per mens. decemb., presbiteros XII, diaconos VIII; episcopos per diversa loca XIII. Et cessavit episcopatus dies VII.
https://fontistoriche.org/papa-telesforo/

“Il Liber Pontificalis è il libro che raccoglie le biografie dei pontefici, desunte da varie fonti manoscritte, epigrafiche e monumentali”.
La più antica collezione di dati relativi alle vite dei pontefici è conosciuta con il nome di Epitome Feliciana, (da Pietro a Felice IV) redatta probabilmente tra la fine del secolo VIII e la metà del IX. Una seconda compilazione ci è nota con il nome di Epitome Cononiana (da Pietro a Conone) tramandata unicamente da due manoscritti databili entrambi al secolo IX.Il lavoro di molti compilatori ed autori, su un periodo di tempo così lungo, ha complicato il processo di creazione di edizioni usabili. Molti studiosi fin dal 1600 hanno cercato di crearne una edizione affidabile, ma è tra il 1886 ed il 1892 che il filologo Louis Duchesne pubblica la prima edizione critica del Liber Pontificalis.
https://fontistoriche.org/liber-pontificalis/
La redazione del libro risale almeno all’VIII secolo e secondo vari documenti la nascita di Yeshùa è solo citata da Clemente Alessandrino all’inizio del III secolo:
Papa Giulio I confermò che il 25 dicembre fosse celebrato il natale di nostro Signore; e Crisostomo, nel IV secolo, parla della festa come di grande antichità; Clemente Alessandrino, all'inizio del III secolo, ne parla, ma lo riferisce al 19 o 20 aprile, o al 20 maggio; e i sermoni di Basilio e Gregorio Nazianzeno, predicati in questo giorno, sono ancora esistenti. Epifanin lo calcola il 6 gennaio, ma Agostino il 25 dicembre. Dall'Occidente l'osservanza del giorno passò alla Chiesa d'Oriente nel IV secolo; come dice Crisostomo, la festa era sconosciuta ad Antiochia dì anni prima del tempo in cui predicava, cioè, probabilmente, come celebrata il 25 dicembre, il giorno fino ad allora osservato essendo stato il 6 gennaio. generalmente, però, si celebrava la Natività il 25 dicembre, come risulta da Girolamo, Agostino, Crisostomo, Basilio, e Gregorio Nazianzel. Sembra che gli orientali in Egitto, Cipro, Antiochia e Palestina abbiano osservato, solo per un certo periodo, il 6 gennaio come festa di. la Natività e l'Epifania, o Teofania, nome ugualmente applicabile a entrambe, come osserva Gregorio Nazianzeno.
FUENTE: ENCICLOPEDIA DELLA LETTERATURA BIBLICA, TEOLOGICA ED ECCLESIASTICA
https://www.biblia.work/dictionaries/christmas/
A parte tutte queste informazioni, il fatto che l’ultima parte di Dicembre corrisponde ad eventi astronomici precisi è tutto un dire.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

In questa discussione sul natale ed anche sul calendario, ci sono talmente tante informazioni da farci una tesi di laurea :))
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: Il senso del Natale.

Messaggio da Gianni »

Caro Naza, dici bene: “In questa discussione sul Natale ed anche sul calendario, ci sono talmente tante informazioni da farci una tesi di laurea”.

Il che mi morta a fare una riflessione. Su di te. E se la faccio in pubblico è perché essa equivale ad un elogio.
Tu hai dato prova di essere un eccellente ricercatore.
Una tesi di laurea in Scienze Bibliche potresti arrivare a scriverla. Nella biblistica sei già a buon punto; ti manca poco, se vogliamo chiamarlo poco: lo studio dell’ebraico e del greco biblici (che cosa aspetti?).
Ma tu potresti andare agevolmente oltre ed accedere ad un Dottorato di Ricerca in Scienze Bibliche. Tu non hai solo le capacità del ricercatore, ma ne hai l’acume.

Facendo un’altra riflessione, questa volta sulle “tante informazioni – “sul Natale ed anche sul calendario” – da farci una tesi di laurea”, mi sono soffermato a notare il tipo di approccio che hanno in comune, il quale si riscontra spesso nelle discussioni bibliche. È del tipo “trinità sì o trinità no?”. Applicato: “Natale sì o Natale no”, “calendario ebraico sì o calendario ebraico no?”. E poi giù a portare, pro e contro, “tante informazioni da farci una tesi di laurea”. Con la Bibbia in mezzo. E alla fine spesso ciascuno rimane della propria opinione.

Forse c’è un altro approccio. Il quale si basa su due semplici principi ermeneutici: 1) È sufficiente un solo dato biblico per affermare una verità, e 2) L’interpretazione di quel dato biblico non deve contraddire tutti gli altri dati biblici. Nel risvolto della medaglia il principio diventa uno solo: È sufficiente un solo punto illogico per far cadere un’interpretazione.

Se applichiamo queste modalità, abbiamo:
Natale. “C’erano anche dei pastori che dimoravano nei campi e che di notte facevano la guardia alle loro greggi” (Lc 2:8). Pastori che abitavano all’aperto nei campi palestinesi a fine dicembre? Impossibile.
Calendario ebraico. Un calendario che non può mai iniziare in certi giorni della settimana? Sicuramente artificiale. Il ciclo settimanale è ripetitivo ed è sganciato dal calendario, per cui nel corso degli anni prima o poi l’anno inizierà in ciascuno dei sette giorni della settimana.

Ecco allora il nuovo approccio:
Natale. Dato che la fine di dicembre è esclusa, perché viene sostenuto il 25 dicembre?
Calendario ebraico. Siccome nel ciclo degli anni il capodanno cade in ciascuno dei sette giorni della settimana, perché il calendario rabbinico lo impedisce?

Ecco allora che le “tante informazioni da farci una tesi di laurea” sono ridotte a documentazioni più o meno importanti ma che non risolvono la questione se non rispondono alla domanda cruciale: Perché?
Perché si arrivò al 25 dicembre? Perché si arrivo ad un calendario artificioso? Perché si arrivò alla trinità? Perché si arrivò al culto di Maria? Perché si arrivò al limbo e al purgatorio? E così via.

È dal perché che si dovrebbe partire dopo che l’applicazione dei suddetti principi ermeneutici è stata fatta correttamente. Dico di più: ciò snellisce le questioni e va al sodo. Nel caso del calendario ebraico, ad esempio, diventa del tutto superfluo azzuffarsi sul primo spicchio di luce lunare facendo di conto sui minuti. Che si parta dalla luna invisibile della luna nuova o dal primo spicchio della luna crescente è perfino ininfluente se poi si va contro la semplicissima logica matematica che il capodanno cade di fatto in ciascuno dei sette giorni della settimana. Puoi anche farlo partire dal giorno e dal mese che ti pare, ma si verificherà puntualmente che il capodanno cadrà via via in ciascuno dei sette giorni della settimana. Così, puoi anche chiamare a testimoniare San Natalino dei Magi Pontifici, ma non potrai impedire che a fine dicembre i pastori palestinesi tengano le loro greggi al chiuso; più che mai il 6 gennaio, che la cristianità fissa come data della visita dei maghi, che chiama magi.
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