Il volto di D-O.

noiman
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da noiman »

La discussione non è ancora iniziata, sfioriamo solo la vernice del quadro cosmico dove è rappresentata l’impronta del respiro di D-o che solo per un attimo ha sfiorato la tela del pittore.

A proposito del volto di D-o è forse interessante anche considerare alcuni aspetti che forse possono sorprenderci approfondendo lo spessore della percezione del “volto”

E’ scritto nel Talmud che il chacham (il saggio) è superiore al navi, (profeta) perché è scritto:” Il profeta ha un cuore di saggezza” (Tehilim 90/12).
Il navi accede alla sapienza divinità attraverso la visione che è proporzionale all’attaccamento alla divinità è comunque riceve una percezione esteriore del messaggio, mentre il chacham ha accesso alla sapienza attraverso l’intelletto e gli permette una percezione del messaggio dall’interno. (A.S).
Per questo nei libri dei profeti non si parla mai di concetti astratti come la vita dell’anima dopo la morte o del Mondo a venire, perché non sono “visibili “o “sensibili”. Moshè è il prototipo del chacham anche se la sua figura è profetica e esclama”Porgete orecchio o cieli, e io parlerò, e la terra udrà i detti della mia bocca (Devarim 32/1), e mentre Isaia (il prototipo del navi dice:”Ascoltate o Cieli e porgi orecchio, o terra, poiché la bocca di H. parla (Is.1/2). Il Chacham attraverso lo studio fa sua la Torah ed è autorizzato a presentarla come sua, mentre il Navi no. (A.S).
Shalom
Noiman
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matteo97
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da matteo97 »

Proviamo ad esaminare alcuni versetti tratti dalle Scritture ed essi ci confermeranno che Dio è un essere personale e non un principio metafisico: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui" (Giov. 1:1-3). Il Verbo (lόgos; greco: λόγος) non può riferirsi direttamente a una persona, perché una persona non può essere presso Dio ed essere contemporaneamente Dio. 'Logos' può riferirsi al pensiero interiore manifestato esternamente mediante parole o altri modi di comunicare. Al principio Dio ebbe il 'logos', ossia il suo disegno basato sulla figura di Cristo. Se il logos ebbe un principio, ovvero se l'idea del Cristo presente in Dio ebbe un'origine, significa che c'è stato un periodo di tempo nel quale in Dio non era presente il disegno salvifico del Cristo, perciò la dottrina cattolica che afferma la coeternità tra il logos e Dio è infondata. La teologia trinitariana affermerà che quel in principio significa dall'eternità, ma una tale asserzione è falsa perchè il concetto di eternità come quello di creazione dal nulla non è presente nel pensiero ebraico biblico. Quello che è importante capire è che Cristo in persona non fu il logos, che invece è il piano divino di salvezza basato su Cristo. 'Logos' ("il Verbo") viene spesso usato per riferirsi al Vangelo di Cristo, per esempio "la parola di Cristo" (Col.3:16; cfr. Mt. 13:19; Giov. 5:24; Atti 19:10; Tess. 1, 1:8 ecc.). Il piano o il messaggio di Cristo, originato nel corso degli eventi, fu presso Dio e fu rivelato pubblicamente tramite le profezie dell'AT, la persona di Cristo e la predicazione del vangelo a partire dal primo secolo. Quindi Dio espresse il suo verbo per mezzo di Cristo (Ebr. 1:1,2). A questo punto sarà più facile capire il senso dell'affermazione: "il verbo fu Dio". Le nostre intenzioni e la nostra volontà rappresentano in buona sostanza noi, quindi affermare: 'Ho intenzione di andare a Londra' è un'insieme di "parole" o una comunicazione che esprime uno scopo, perché è un mio scopo. Parimenti il piano divino in Cristo può essere compreso in questo modo "(un uomo) come calcola fra di sé, così è" (Prov. 23:7), e come Dio pensa, egli è. Quindi la parola o il pensiero di Dio è Dio, e dunque "il verbo fu Dio". Poiché la parola di Dio è il suo potere creativo, egli se ne serve per la concezione di Gesù nel grembo di Maria. La parola, il piano di Dio messo in atto dallo Spirito Santo (Lc. 1:35), rese possibile la
concezione di Cristo. Maria se ne rese conto e così rispose alla notizia sull'imminente concepimento di Cristo: "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc. 1:38). Il fatto che il logos del Cristo non fosse presente ab aeterno nella mens divina, ma ebbe invece un'origine pone Dio sullo stesso piano dell'uomo in quanto all'agire. In conclusione, un principio metafisico non avrebbe mai potuto agire, pensare e teorizzare il piano messianico, perchè non c'è dato conoscere il suo modus operandi. Sarebbe più corretto tradurre: Il Verbo ebbe un'origine e il verbo originato era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli ebbe un'origine presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui oppure "Un principio ebbe il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era un principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui".


Non c'è nulla di più lieto nel sapere che Dio agisce come noi. Ecco che il "volto" di Dio è più familiare di quanto si pensi.
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matteo97
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da matteo97 »

A prescindere da ciò che afferma la Scrittura, si può dire che i bambini immaginano Dio come un "Padre dei cieli"? Il linguaggio utilizzato da Gesù potrebbe avvicinare i bambini a Dio come la poesia di pascoli avvicina l'illetterato alla poesia.
noiman
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da noiman »

Tanto per chiarire, è notevole quello che ci scrive Matteo97, se è nato nel 1997 , è giovane ….. molto giovane , poco più dei miei figli.
Il mio contributo a questa discussione è rivolto all’aspetto e al punto di vista del giudaismo.

Le descrizioni e le rappresentazioni del “volto nascosto” sfuggono dall'ebraismo tranne eccezioni alla contemplazione come fonte di adorazione , al massimo diventano un soggetto di riflessione mistica, anche se esiste una robusta letteratura che sembra andare contro corrente alla impostazione monoteistica del D-o senza forma e aspetto, mi riferisco a trattati esoterici che cercano di interpretare le misure della divinità, “Shi’ur qomah” è uno di questi , probabilmente scritto in babilonia in epoca tarda e criticato dallo stesso Maimonide, nella rappresentazione della figura mistica della divinità, la parola “qomàh” è tradotta come “misura dell’altezza” il significato di statura, ma in aramaico la stessa parola significa anche “corpo”.
Questo non è il solo esempio audace nella ricerca e la speculazione sulle forme di D-o, in qualche caso addirittura i testi sono provocatori al punto di suscitare imbarazzo oltre il pensiero rabbinico, anche per i cristiani che sono abituati a immagini di volti e altri aspetti della rivelazione.
La sua altezza è descritta in 236 miliardi di parasanghe, misurate sono le palme delle sue mani, il diametro della sua pupilla.
Oppure possiamo pensare che dietro a questo si nasconda qualche mascheramento simile a Shir Shirim che narra dell’amato con descrizioni dettagliate ?
Riferendosi al ”volto di D-o”, tutto questo suona insolito davanti al rigido concetto del monoteismo ebraico che trova scandaloso cercare di raffigurare lo Yotzer Bereshit in qualsiasi modo, nonostante che le prime parole di Bereshit definiscano forma e sostanza attraverso la definizione ”immagine e somiglianza”.
Il vero gioco è il nascondino che rende impalpabile la rivelazione divina, valgono allora le parole “ve-Anochì haster astìr panai baìom” “ E io continuerò a nascondere la Mia faccia in quel giorno”( Dvarim 31/18) (deuteronomio).
La cui traduzione letterale “ io nascondere, mi nasconderò “ , nella sua doppia forma verbale risuona come ” Io sicuramente mi nasconderò”.
Nel gioco è anche inclusa la rivelazione che per essere compresa deve accedere in qualche modo all’intelletto umano o rendersi visibile attraverso la garanzia della forma, questo l’abbiamo tutti giorni sotto gli occhi quando contempliamo la terra e l’universo , a proposito di forme vi saluto con il detto

En zaiar ke-Elohenu””Non c’è artista come il nostro D-o”
Zar zurà betòch zurà “disegna una forma all’interno di un’altra forma”.

Noiman
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matteo97
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da matteo97 »

Penso che valga la pena soffermarsi per riflettere un attimo, e porci questa domanda: crediamo davvero che Dio esista? Coloro che affermano di credere in Dio ma che tuttavia non lo amano nè lo temono, in realtà non credono in Lui ma in coloro che hanno loro insegnato che Dio esiste. La questione che si pone pertanto verte attorno all'idea di Dio elaborata dalla metafisica oppure al Dio che ha rivelato Sè stesso attraverso l'opera del suo santo spirito? Se ci attenessimo soltanto all'idea di Dio non sarebbe possibile, almeno sotto certi aspetti, parlare di un'evidenza rispetto alle nostre conoscenze su Dio. La natura reale di Dio pertanto gli permette di provare emozioni, sentimenti e desideri che vorrà sicuramente comunicare a noi che siamo i suoi figlioli, per agire sulla nostra vita coerentemente con il suo carattere. Ho visto il mondo e ho ritenuto che non fosse possibile teorizzare l'inesistenza di un Architetto dell'universo commenta Abramo. Il mezzo di cui si serve Dio per comunicare con noi e agire su di noi è il suo "spirito". Credere dunque che la Bibbia fu totalmente ispirata e che gli uomini che la trascrissero furono guidati dallo Spirito, è fondamentale. La parola del Signore è la verità (Gv. 17:17) e non mancando in essa accenti di rimprovero e di ammonimento (Tim. 2 3:16,17), non sorprende che per molti la Scrittura sia un testo scomodo, perchè la verità offende. La metafisica ebraica nasce nel tentativo di dogmatizzare le certezze sull'esistenza di Dio che già la Bibbia espone, da Maimonide, in particolare nell’introduzione al X capitolo del Trattato di Sanhedrin, nel suo commento alla Mishnah, che è uno dei testi fondamentali della tradizione orale ebraica, il Sefer Emunoth ve-Deoth, il libro delle varie credenze dell’Ebraismo, di Rabbi Saadia Gaon, il Kuzari di Rabbi Yehuda Ha-Levi, l’Ha-Emuna Ha-Rama, la fede esaltata, di Abraham ben Daud, l’Ohr Hashem di Chasdai Kreskas e il Libro dei Principi di Joseph Albo. Se Dio fosse solamente un principio presente nella nostra coscienza, allora non potremmo mai rivolgerci a Lui in preghiera e anzi accostarsi sarebbe come rivolgere la nostre parole alle pietre. Pertanto la concezione di Dio come essere personale risulta necessaria al fine di avere un rapporto effettivo con Lui.
stella
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da stella »

Cari tutti ,mi sono assentata ,tempo ,salute ,impegni ,vecchiaia ... :-(
ma ci sono ancora ,vorrei riprendere da qui cioe' dal commento di GIANNI ...

.Tu scrivi: CIOE' IO ''“Noi stessi emaniamo una nuova luce, una nuova espressione, un nuovo volto se andiamo in preghiera”. A prima vista sembrerebbe che tu sposti la questione dal volto di Dio al nostro, e invece stai dicendo una cosa molto profonda. E ora cerco di spiegarmi facendo un esempio pratico.

Le persone che si vogliono bene, quelle che si amano davvero, tendono a somigliarsi. Perfino fisicamente. Fateci caso. Osservate le coppie di coniugi: quelle molto affiatate assumono i tratti l’uno dell’altra e l’una dell’altro. Perfino osservando una foto di due sposi, anche se non li conosciamo di persona possiamo sapere molto di loro.

beh GIANNI non condivido proprio tutto , :-) ...diciamo che nella mia esperienza di coppia
56 anni .... :-J forse ''uno dei due'' ha dovuto adattarsi ....
poi a lungo andare si diventa un po' simili ...per forza maggiore ... ;) :-)

ritornando al lato spirituale ora seriamente parlando diciamo che il buon padre celeste in un certo senso si e' adattato a noi ...cioe' non fraentendetemi ;) ,l'uomo nulla poteva fare ,ma il padre ci e' venuto incontro ...si e' manifestato in tanti modi ,ed il SUO CARATTERE ,VOLTO ''lo riscontriamo in CRISTO ..
comunque argomento molto profondo ,...
ci sarebbe molto da scrivere ,raccogliere versetti dei salmi ...ecc..ecc..

“fa’splendere il tuo volto e noi saremo salvi” (Sl 80,4).
“camminare alla luce del volto del Signore” (Sl 89,16)

Cercate il Signore e la sua forza, cercate sempre il suo volto!
Salmo 105, 4.''

ed ora solo una domanda ,trovata ,che riporto '' ;)
Che cosa significa , per il pio israelita, cercare il volto di Dio, nella consapevolezza che non può esserci alcuna immagine?... ;)

non saro' molto presente mi scuserete ... ma vi lascio ,meditando su cosa e' la GLORIA DI DIO la bellezza della gloria

Quindi l’Eterno disse: "Ecco un luogo vicino a me; tu starai sulla roccia; 22 e mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una fenditura della roccia e ti coprirò con la mia mano, finché io sia passato; 23 poi ritirerò la mano e mi vedrai di spalle; ma la mia faccia non si può vedere".” (Esodo 33:21-23 LND)
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
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matteo97
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da matteo97 »

Gianni lo scopo di questa discussione è di raccogliere nel tuo studio tutti gli interventi degli utenti che vi partecipano o solo quelli ritenuti più attinenti rispetto al tema trattato?
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Gianni
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da Gianni »

Ciao, Matteo97. Nella mia intenzione mi piacerebbe pubblicare alla fine una raccolta in cui siano descritti i vari modi in cui le persone percepiscono Dio. Il taglio sarebbe soprattutto psicologico e, ovviamente, personale. Queste potrebbero essere alcune domande-guida:

- Quando pensi a Dio o lo preghi, lo immagini in qualche modo? Lo pensi solo dentro di te oppure il tuo pensiero va più lontano, forse in qualche lontanissima parte dell’universo?
- Gli dai un “volto”?
- Come senti la sua presenza? La senti dentro di te? Attorno a te? Da qualche parte?
- In pratica, come lo vivi?

Per questo chiedevo anche di interrogare i bambini.

Gli agganci biblici possono essere fatti ma, anche qui, come li attualizziamo personalmente?

Si tratta insomma di un viaggio nella nostra personale intimità spirituale.
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matteo97
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da matteo97 »

Io ho già ampiamente risposto. Data la mia giovane età (22 anni) non ho figli da porre loro queste domande, poi chissà, anche se personalmente non credo nell'istituto del matrimonio, forse Dio in futuro mi metterà in cuore di sposarmi e metter su famiglia. Come disse Paolo ai Corinzi: “Ciascuno ha ricevuto il proprio dono per il bene di tutti” (Prima Lettera ai Corinzi 7,7).
noiman
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Re: Il volto di D-O.

Messaggio da noiman »

Caro Matteo97, Rambam ha scritto la “guida ai perplessi” proprio per rispondere ai perplessi che trovavano difficoltoso armonizzare le opere aristoteliche con quanto scritto e anche non scritto nella Torah, Maimonide pensa come i greci, scrive in arabo ,vive in epoca medioevale e conosce profondamente scritture e la tradizione ebraica e ha una idea tutta sua …….. b-) ritiene che il pensiero aristotelico sia già contenuto nel testo biblico, mentre Saadia Gaon che hai citato compie un lavoro parziale commentando alcuni punti comuni tra filosofia e religione in un’opera che non bisogna dimenticare è soprattutto destinata a difendere l’ebraismo rabbinico da yeudùt qara’it, Maimonide va molto oltre e realizza un ‘opera completa affrontando lo studio del testo ebraico per dare spiegazione ai suoi lati oscuri , importante ricordare quando scrive :”Sappi che la chiave per comprendere tutto ciò che dissero i profeti e l’interpretazione allegorica delle loro parole
Il concetto di Maimonide è משל che è il metodo che include la metafora, l’allegoria .

Riguardo la tua opinione che metafisica ebraica nasce nel tentativo di l dogmatizzare le certezze sull’esistenza di D-o, vorrei precisare che la “metafisica” ebraica non ha questa intenzione, lo scopo è il perenne studio e commento di un minimo di rivelazione scritta e di un massimo di rivelazione orale , un lavoro perenne affidato al midrash che ha il compito di interrogare, il compito dei darshanim non è concluso e ancora oggi scrittori contemporanei arricchiscono il darash.
Ma ora dobbiamo concentrarci sul tema della discussione.
Noiman
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