Dio e il male

salcontis
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Re: Dio e il male

Messaggio da salcontis »

A mio modesto avviso, dal racconto di Genesi si può dedurre che la vita dell'uomo dipendeva dall'ubbidienza a Dio. Se, malgrado si ubbidisca, l'uomo è destinato a morire allora Dio ci ha beffati e le nostre discussioni sono solo un passatempo. Se non si riesce a ubbidire, la legge non serve a niente ai fini della salvezza. Pertanto era necessaria altra soluzione o mangiare "fior di loto" in abbondanza in attesa dell'inevitabile dipartita.
L'immortalità che si ottiene facendo figli come conigli mi sembra una teoria ridicola, ma ognuno può trovare la consolazione che preferisce.
Il libro di Genesi è soggetto a libera interpretazione. Non abbiamo la macchina del tempo per effettuare verifiche. Ognuno di noi seziona le scritture secondo criteri molto personali per stabilire ciò che letterale, simbolico, scientifico, o solo frutto della fantasia dell'autore.
Ricordo, tuttavia, un commento di Folco Quilici in merito all'opera dei moderni documentaristi.
Asseriva che spesso i suoi colleghi non realizzano documentari, ma film di fantascienza basati solo su ipotesi.
In Genesi 3:3 è scritto:
3:3 ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».
Cosa significa? Se non ne avessero mangiato sarebbero morti ugualmente?
E poi gli animali erano erbivori o carnivori prima e/o dopo che la terra fu maledetta dalla trasgressione di Adamo ed Eva?
Genesi 1:30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu.
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Gianni
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Re: Dio e il male

Messaggio da Gianni »

Credo che un’indicazione di come sarebbe dovuto essere e quindi di come sarebbe andata, se non fosse intervenuto il peccato, possiamo desumerla da come sarà dopo la fine dei tempi. La Bibbia ci dice che Dio dovrà essere tutto in tutti e la prospettiva è quella celeste. Personalmente la penso quindi come il mio compianto insegnante F. Salvoni: l’uomo avrebbe avuto una vita lunghissima e alla fine si sarebbe spento “sazio di giorni”, come Giobbe, per unirsi al suo Creatore.
marco
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Re: Dio e il male

Messaggio da marco »

La complessità del male l’uomo non la può comprendere appieno. Questa parola la banalizziamo accostandola semplicemente alle azioni contrarie al bene che commettiamo noi esseri umani. E’ un errore di stima che commette chi crede questo. Il male è una legge fisica della natura al pari della matematica. Lo troviamo, sotto diversi aspetti, in tutto il Creato. La mantide religiosa che cannibalizza il partner dopo l’accoppiamento nasconde dietro a questo gesto la legge fisica del male. Ma il male, inteso come legge naturale, non è fine a se stesso, ma serve per scopi superiori. La mantide si nutre del compagno per aver più nutrimento per la futura prole. Gesù è morto per acquistare figli per Dio. La morte violenta di Gesù noi la consideriamo un male, ma per Dio è stato un bene. Perché Lui vede oltre il male, cosa che noi, come Pietro, non possiamo.
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bgaluppi
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Re: Dio e il male

Messaggio da bgaluppi »

La mantide religiosa che cannibalizza il partner dopo l’accoppiamento nasconde dietro a questo gesto la legge fisica del male. Ma il male, inteso come legge naturale, non è fine a se stesso, ma serve per scopi superiori. La mantide si nutre del compagno per aver più nutrimento per la futura prole.
Marco, ma allora come può quell'atto essere "male"? Di fatto non lo è, anzi, male sarebbe se la femmina non mangiasse il maschio (disobbedendo alla legge naturale), perché poi la prole non potrebbe esistere. Siamo noi a giudicare le leggi naturali in modo distorto e soggettivo, invece dovremmo giudicarle in modo obbiettivo, come fanno i bambini ancora nell'età dell'innocenza. Tu, di fatto, stai dicendo che la mantide femmina non dovrebbe idealmente fare quello che fa; e cosa dovrebbe fare? Cioè, stai giudicando un processo naturale che esiste nel mondo animale da prima che l'uomo esistesse.

Se invece si capisce il concetto di alàh (legge superiore), da cui elohim, colui che quella legge la stabilisce e la attua (il Legislatore), si capisce come il bene sia fondamentalmente l'espletarsi armonico e naturale di quella legge, mentre il male è esattamente l'opposto. E in natura, soltanto l'uomo ha la capacità di sovvertire la legge superiore, perché può scegliere di farlo. Gli animali e le piante, essenzialmente, non lo possono fare perché non scelgono (ma il loro comportamento può essere corrotto dall'intervento umano, che, sovvertendo la legge, induce animali e piante a modificare il loro comportamento e sovvertire la legge a loro volta).
marco
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Re: Dio e il male

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto: Siamo noi a giudicare le leggi naturali in modo distorto e soggettivo, invece dovremmo giudicarle in modo obbiettivo, come fanno i bambini ancora nell'età dell'innocenza. Tu, di fatto, stai dicendo che la mantide femmina non dovrebbe idealmente fare quello che fa; e cosa dovrebbe fare? Cioè, stai giudicando un processo naturale che esiste nel mondo animale da prima che l'uomo esistesse.
Non giudico nulla. Ho solo scritto che obbiettivamente l'azione naturale commessa dall'animale non rientra nella sfera del bene.
Ciò che è bene, oltre a me, anche Dio lo vide nei primi versi di Genesi quando comandò agli animali di non mangiarsi a vicenda.
Dio vide che era buono quel tipo di condotta. Se un animale, per nutrirsi, sente l'esigenza di predare un'altro essere vivente, ovviamente non segue la legge del "Buono". Ma chi ha deciso, ad un certo punto, che questo sistema di cose debba utilizzare il male? Paolo ci aiuta nella comprensione: essa (la creazione) infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione Rm 8,20
marco
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Re: Dio e il male

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:
Se invece si capisce il concetto di alàh (legge superiore), da cui elohim, colui che quella legge la stabilisce e la attua (il Legislatore), si capisce come il bene sia fondamentalmente l'espletarsi armonico e naturale di quella legge, mentre il male è esattamente l'opposto.
Non è vero. Se così fosse, la nuova creazione immaginata da Giovanni, prevedrebbe la stessa “armonica” legge naturale. Invece così non è!
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». Ap. 21,4
Ciò che tu chiami “armonico” prevede dolore in ogni dove.
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bgaluppi
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Re: Dio e il male

Messaggio da bgaluppi »

Marco, tu continui a citare Apocalisse, ma ti avevo già risposto su questo. I versetti che citi fanno riferimento al dolore e all'infelicità umane causate dal comportamento dell'uomo, cioè dal peccato, non certo dagli elementi naturali. Infatti, il testo dice che "il mare non c'era più", e il mare, nel linguaggio apocalittico, simboleggia la morte causata dal peccato, il male che il peccato genera (la bestia sale dal mare). E il peccato, nella Bibbia, lo commette solo l'uomo. O vedi scritto che animali, piante e elementi naturali peccano e saranno sottoposti a giudizio?

Nel mondo a venire non ci sarà il peccato, perché l'uomo non sarà più soggetto alla morte, che viene gettata nello stagno di fuoco. Tutto fa riferimento all'uomo, non certo alla creazione. O vedi scritto che si parli di piante, animali e meccanismi naturali?

In ogni caso, citare Apocalisse per dimostrare la realtà fisica delle cose è come citare la Divina Commedia per dimostrare che esistono inferno, paradiso e purgatorio. Si tratta di testi scritti in linguaggio allegorico.

Allegoria: "Figura retorica, per la quale si affida a una scrittura (o in genere a un contesto, anche orale) un senso riposto e allusivo, diverso da quello che è il contenuto logico delle parole" (Treccani).

In ogni caso, l'assenza di cordoglio, dolore, pianto e altre emozioni umane che denotano sofferenza non esisteranno più in virtù della perfezione che il corpo dell'uomo raggiungerà, diventando un sòma pneumatikòs. E io credo che la mantide continuerà a mangiarsi il partner, e le nuvole a produrre fulmini, e gli uomini a mangiare, secondo le leggi già stabilite. Infatti, il Cristo risorto mangia pesce esattamente come gli uomini ancora non risorti.
L'agnostico
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Re: Dio e il male

Messaggio da L'agnostico »

In ogni caso, l'assenza di cordoglio, dolore, pianto e altre emozioni umane che denotano sofferenza non esisteranno più in virtù della perfezione che il corpo dell'uomo raggiungerà, diventando un sòma pneumatikòs. E io credo che la mantide continuerà a mangiarsi il partner, e le nuvole a produrre fulmini, e gli uomini a mangiare, secondo le leggi già stabilite. Infatti, il Cristo risorto mangia pesce esattamente come gli uomini ancora non risorti.
Bgaluppi vuol dire che l'uomo sarà immune dagli eventi che nella creazione oggi gli portano dei danni?
marco
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Re: Dio e il male

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:Marco, tu continui a citare Apocalisse, ma ti avevo già risposto su questo. I versetti che citi fanno riferimento al dolore e all'infelicità umane causate dal comportamento dell'uomo, cioè dal peccato, non certo dagli elementi naturali.
Pensavo piuttosto al dolore di una madre che perde il proprio figlio per cause dovute all'armoniosa legge naturale.
Ti ripeto Antonio, tu osservi il male solo da una prospettiva.
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bgaluppi
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Re: Dio e il male

Messaggio da bgaluppi »

Agnostico, onestamente non lo so. Il Cristo risorto ha ancora il suo vecchio corpo (se pur in uno stato superiore), e dunque non è una sorta di fantasma fatto di spirito. E mangia come tutti gli uomini, e se mangia vuol dire che ne ha bisogno, altrimenti non mangerebbe. Oltretutto, lo spirito non è sostanza e dunque è assurdo parlare di "corpo spirituale" inteso come "fatto di spirito", mentre ha senso parlarne come fa Paolo, in cui il sòma pneumatikòs è l'opposto del sòma psychikòs, dunque un corpo superiore svincolato dal peccato, ma pur sempre un corpo.

La Bibbia ci dice che Dio farà nuovi i cieli e la terra. Tuttavia, in Is 65:17 usa il verbo "barà", lo stesso usato in Genesi, che non significa "creare dal nulla" ma piuttosto rende il senso di "modellare" una materia già esistente, come il vasaio non crea il vaso dal nulla, ma lo modella dalla materia già esistente. In Is 66:22 la Bibbia usa invece il verbo "asàh", che vuol dire "fare" e può avere il senso di "creare"; Ap 21:1 dice "vidi un nuovo cielo e una nuova terra", in cui il termine καινός (kainòs) può significare nuovo in qualità o anche nuovo in genere.

In ogni caso, che Dio rinnovi e ripristini i cieli attuali oppure ne crei di nuovi dal nulla, non significa che la creazione attuale sia "sbagliata", perché Dio non fa nulla di sbagliato e perché la Bibbia non dice mai che ci sia stato un mutamento nella creazione in seguito al peccato dell'uomo. Il peccato ha determinato un mutamento nell'uomo, non nella creazione; la creazione subìsce effetti negativi in seguito all'azione umana, ma le leggi fisiche cono le stesse da miliardi di anni e sono le stesse nel resto dell'universo.
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