arti marziali

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massimo
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Iscritto il: sabato 9 dicembre 2017, 12:44

arti marziali

Messaggio da massimo »

salve a tutti...

è da un po che non ci si sente,
e vi ringrazio ancora per tutti i messaggi che ha ricevuto l'altro argomento, grazie ancora...

ora avevo un'altro dubbio...
è possibile praticare un'arte marziale solo come sport e allenamento fisico (esempi Judo, karate etc ect)?

E' da un po di tempo che mi volevo iscrivere ad una palestra dove si insegna Judo (coloro che praticano il judo vengono chiamati judoista o judoka, letteralmente si traduce come uomo del jūdō. Indica una persona che segue e/o pratica la filosofia della "via della cedevolezza") solo che leggendo un po su internet si vede che queste arti nascono dal bushido (chiamata anche "Via (o morale) del guerriero"), sarebbe un codice di condotta e uno stile di vita adottato dai samurai, un po come il codice d'onore dei cavalieri in europa...

solo che questo bushido è ispirato da dottrine appartenenti al buddismo, shintoismo e del confucianesimo...

ovviamente io non approvo queste dottrine, non vengono neanche menzionate nelle palestre, e in molte di esse ci si allena con il massimo rispetto verso il prossimo... so anche che se uno pratica una disciplina del genere, utilizza queste tecniche di atterramento con i suoi amici o altre persone, può essere cacciato dalla palestra, proprio perché non è ammesso fare certe cose fuori dalla palestra, o dojo...

voi cosa mi consigliate?
un seguace di Yeshua che vuole migliorare il suo fisico e trovare una valvola di sfogo, può praticare uno sport del genere?

grazie in anticipo per le vostre risposte
un abbraccio,
massimo
massimo
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Iscritto il: sabato 9 dicembre 2017, 12:44

Re: arti marziali

Messaggio da massimo »

grazie jon per il messaggio...

so che ci sono altri tipi di sport che si possono fare, ma volevo una vostra opinione su questa tipologia di sport...
o anche un'aiuto con un versetto della bibbia...

grazie ancora per i vostri messaggi
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bgaluppi
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Re: arti marziali

Messaggio da bgaluppi »

Ciao massimo, Yeshùa disse: “È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo.” (Mr 7:20-23). Una cosa ci è dannosa se siamo noi ad utilizzarla in modo inappropriato; persino la nostra stessa parola: “La bocca del giusto fa fiorire la saggezza, ma la lingua perversa sarà soppressa. Le labbra del giusto conoscono ciò che è gradito, ma la bocca degli empi è piena di perversità.” - Pr 10:31,32

Così, niente è "malvagio" in sé finché non siamo noi a utilizzarlo con malvagità. Se tu pratichi un'arte marziale con lo scopo di migliorare il tuo fisico e il tuo autocontrollo, l'arte marziale sarà buona; se la pratichi per fare del male in modo gratuito, non sarà buona. Personalmente, trovo che il nuoto sia uno sport eccellente da tutti i punti di vista.
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Giorgia
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Re: arti marziali

Messaggio da Giorgia »

Caro Massimo, provo a esprimere il mio pensiero. Sono sulla stessa linea di idea di Tony, ma vorrei aggiungere alcune cose.
A prescindere da dove nasca o cresca un essere umano, la sua mente funziona sempre allo stesso modo e ha bisogno delle stesse cose. Un bambino può nascere in Italia, in India o in Giappone, ma al sorriso della mamma risponderà con un sorriso, si sentirà al sicuro nelle braccia del suo papà e ha bisogno degli stessi stimoli per imparare a camminare, correre e parlare.
I meccanismi che il cervello utilizza, essendo così importanti, sono oggetto di studio da parte di tutto il mondo. Ma, mentre l'occidente ha dimenticato l'importanza di questi meccanismi, in oriente diverse filosofie ne hanno saputo mantenere l'importanza.
Qui in occidente ormai siamo tutti abituati a non fermarci mai. Fermarsi è il male assoluto. Le pubblicità che passano in tv sono l'esempio lampante di quello che dico. Faccio un esempio: ti mostrano un uomo influenzato, con il mal di testa e febbre. Una fanciulla gli dice "ah, quindi stasera non vieni a teatro?" e lui risponde "no no, io vengo, prendo il farmaco e arrivo".

Nel "nostro mondo" questo è un atteggiamento normale. Anzi, bello! Un farmaco mi toglie i sintomi, e io non mi devo preoccupare di altro.
Se non si sta bene c'è un motivo. Il nostro fisico, che non è scollegato dalla mente come vogliono farci credere, ci sta mandando un segnale di allarme. Se siamo influenzati ci sentiamo deboli perché il fisico è impegnato in una battaglia contro un virus. Eliminare i sintomi non ci permette di impegnarci in modo adeguato a risolvere il problema. In pratica ci comportiamo come un autista, che sente un rumore strano venire dal motore della sua auto, e invece di fermarsi a verificare da dove viene il rumore, alza lo stereo, così non lo sente più.

Nella filosofia orientale questo atteggiamento è, come a mio parere dovrebbe essere, una mostruosità che noi facciamo a noi stessi. Molti dei loro insegnamenti sono veramente saggi e intelligenti.

Giustamente ti poni il problema dell'origine di queste filosofie. Ma io ti chiedo, un automobile, è buona o cattiva?

Un automobile è un mezzo e basta. E' come tu la utilizzi che può dare un connotato positivo o negativo all'oggetto. Se la usi come ambulanza è qualcosa di molto utile e importante, al servizio di chiunque.

Per queste filosofie funziona allo stesso modo. Contengono davvero molta saggezza. La mente viene studiata a fondo e moltissimi degli esercizi da loro insegnati sono utili a comprendere e migliorare se stessi. Insegnano ad avere il controllo della propria mente, ad osservarsi ed ascoltarsi. Ascoltare tutto quello che il nostro inconscio vuole comunicarci, ma allo stesso tempo a non esserne schiavi.

Poi l'utilizzo che si fanno di queste tecniche è tutto nelle tue mani. Quando hai dubbi sulla "bontà" di qualcosa, tu prova a metterla al servizio di Dio. Faccio un esempio, tanto tempo fa venni a conoscenza della grande potenza che ha il mantra. Ho voluto provarlo, perché sono curiosa, ma come mantra ho utilizzato una frase che riguarda Dio. Così se anche non avesse funzionato, non avrebbe potuto danneggiarmi.

Detto questo, ovviamente quello che ti scrivo è il mio pensiero. Ma da credente ed appassionata di filosofie orientali, mi sento di dirti che con la Bibbia e la preghiera hai tutti gli strumenti per valutare di volta in volta quali sono le cose che possono farti del bene e quali no.
massimo
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Iscritto il: sabato 9 dicembre 2017, 12:44

Re: arti marziali

Messaggio da massimo »

ho fatto altre ricerche riguardo al judo e al "ki"... la così detta energia che si trova dentro la persona e in ciò che lo circonda come il vento, l'acqua, il fuoco ecc ecc...
ma può spaziare dalla filosofia, all'arte marziale, alla poesia, all'arte ecc ecc...

ho trovato questo su wikipedia, la posto qui sotto:
""
Il ki 氣 di cui si tratta nella disciplina giapponese dell'Aikido, è rappresentato dall'ideogramma giapponese 氣 che, nei caratteri della scrittura kanji, raffigura il vapore che sale dal riso in cottura.
Nella disciplina dell'Aikido significa spirito, ma non nel significato che tale termine ha nella religione, bensì nel significato del vocabolo latino "spiritus", cioè soffio vitale ed energia vitale.

Il riso, nella tradizione giapponese, rappresenta il fondamento della nutrizione e quindi l'elemento del sostentamento in vita ed il vapore rappresenta l'energia sotto forma eterea e quindi quella particolare energia cosmica che spira ed aleggia in natura e che per l'Uomo è vitale. Il 氣 ki è dunque anche l'energia cosmica che sostiene ogni cosa.

Nella disciplina dell'Aikido e più in generale nelle arti marziali giapponesi ed orientali, l'essere umano è vivo finché è percorso dal 氣 ki dell'universo e lo veicola scambiandolo con la natura circostante: privato del 氣 ki l'essere umano cessa di vivere e fisicamente si dissolve. Nella concezione delle arti marziali orientali, l'essere umano è pieno di vita, di coraggio, di energie fisiche ed interiori finché veicola il 氣 ki in modo vigoroso attraverso il proprio corpo e lo scambio con la natura circostante è abbondante; quando invece nel suo corpo la carica vitale del 氣 ki è carente, l'essere umano langue, è debole, codardo, rinunciatario.
Nella pratica della disciplina dell'Aikido 会氣道, ci si impegna per imparare a riempire il corpo con il 氣 ki ed a veicolarlo energicamente; pertanto nell'Aikido 会氣道 è necessario comprendere bene la profonda natura del 氣 ki ed imparare a riconoscerne le manifestazioni e gli effetti, i quali vanno sotto il nome di Kokyu.

Per estensione di significato il 氣 ki può essere associato a quella che i fisici del XVIII e XIX secolo chiamavano vis viva (forza viva), ovvero una sorta di fluido attraverso il quale l'energia ha la possibilità di trasferirsi da un oggetto materiale ad un altro. Secondo le antiche credenze, attraverso la respirazione il ki si accumula e riempie tutte le parti del corpo, ma viene emanato solo quando corpo e mente sono sereni e distesi.

Nell'aikido o nel taijiquan ogni gesto è un movimento di energia, nel Jūdō, nel ju jitsu non è importante la forza muscolare quanto l'abilità di gestire e direzionare il ki.

Secondo una trattazione scientifica corrispondente alla mentalità occidentale, il ki potrebbe essere inteso come l'energia interna di un corpo.

La questione dell'armonia del ki (o Ai-Ki) è un concetto orientale di una certa complessità. Si noti innanzitutto che tale questione è assolutamente diversa da quella di una mente (nel senso di Kokoro) salda e lucida, anche se entrambe si riconducono allo stesso principio: il miglior impiego dell'energia. Tale principio, enunciato e fermamente sostenuto da Jigoro Kano (Ki-Ai) fu concretamente realizzato da Morihei Ueshiba con la creazione dell'Aikido (termine composto dai vocaboli Ai-Ki-Do, ciascuno dei quali ha un suo proprio significato che, unito agli altri, genera un significato più complesso). Questa disciplina realizza l'Ai-Ki nella vita interiore dell'uomo e nella sua manifestazione esteriore: questa esteriorizzazione è denominata nella lingua giapponese con il termine Kokyu. La realizzazione dell'Ai-Ki è infatti la manifestazione di uno stato di totale controllo del corpo che vive ed agisce in perfetta armonia con le leggi naturali e cosmiche. Tuttavia, sebbene questo stato sia raggiungibile sotto il controllo dell'esercizio della volontarietà in modo relativamente facile, il requisito fondamentale dell'Ai-Ki è l'assoluta spontaneità ed istintualità dei propri movimenti, per quanto precisi essi siano. Le azioni passano dallo stato di consapevolezza volontaria a quello di libera istintualità e perciò si dice che la mente (sempre nel senso di Kokoro) è ricettiva e conforme ad adattarsi alle situazioni.

Nella disciplina dell'Aikido con il termine "istintualità" s'intende quell'istintività non naturale, cioè che nessuno possiede in modo innato e spontaneo, ma che un'abitudine frutto di un allenamento particolare può far penetrare nei meccanismi istintivi naturali e consolidarli ad essi, radicandoli nell'istinto naturale come se questi fossero stati conferiti insieme alla nascita. Per fare un esempio: sono reazioni istintuali le complesse reazioni istantanee fra di loro combinate ed armonicamente sincronizzate quali le azioni contemporaneamente esercitate su freno, frizione, cambio, acceleratore, volante, che quando siamo alla guida di un autoveicolo poniamo in essere in situazioni d'emergenza senza pensare ai gesti che compiamo, mentre il ritrarre istantaneamente la mano senza pensare e premeditare il gesto che si compie quando questa è scottata da una fiamma, questo è invece un gesto istintivo.

Secondo la tradizione orientale e specificamente delle arti marziali giapponesi, esistono tre sedi naturali in cui il 氣 ki si localizza che nella lingua giapponese sono denominate "tanden" 丹田, le quali non sono però delle vere e proprie sedi fisiche, materiali, corporee, ma sono dei punti virtuali dove viene localizzata la cosiddetta "presenza mentale" del praticante e precisamente: il "Kikai Tanden" 気海丹田, la sede viscerale, il "Chudan Tanden" 中段丹田, la sede mediana ed il "Jodan Tanden" 上段丹田, la sede superiore.
Il ki 氣 è l'energia vitale che percorre i centri vitali e li rende funzionali e capaci di svolgere il loro compito essenziale per il mantenimento in vita dell'essere umano.

Il Maestro Shingeru Egami (Shotokai) in un passaggio del suo libro Karate-Do Nyumon dice:

Il problema della mente è profondo. La sua elevazione ad uno stato superiore, l'allargamento e la purificazione di se stessi, sono le ultime cose da conseguire per mezzo della pratica. Si devono allenare mente e corpo, perché diversamente la pratica non ha senso. Tentando di pulire la vostra mente dalle impurità della vita quotidiana, per mezzo del contatto spirituale con gli altri. La mente ed il corpo sono simili a due ruote di un carro, nessuna delle due ha il predominio. Questa è la pratica autentica. Ottenere qualcosa di valore spirituale nella vita è vera pratica. Entrando in contatto fisico con gli altri, si entrerà anche in contatto spirituale. Nella vita quotidiana bisogna arrivare a conoscere le nostre relazioni con gli altri, come ognuno di noi influisca sugli altri e come le idee si possano scambiare. Si devono rispettare gli altri e pensare bene di loro. Le persone devono essere mentalmente aperte e rispettose del benessere e della felicità altrui. In un combattimento, quando riuscirete a trascendere dalla semplice pratica, riuscirete ad essere una cosa sola con il vostro avversario.
""

volevo chiedere il vostro parere riguardo a questo "ki"...
principalmente nel judo che viene insegnato in occidente, si insegnano solo tecniche che mirano allo squilibrio dell'avversario e ad altre tecniche che servono per portare a terra l'avversario usando il suo peso e il suo baricentro...
io tutte queste tecniche le vedo come un utilizzo della fisica e l'applicazione, in modo strategico, di forze che consento la portata a terra dell'"avversario", ma vedo che in oriente tutta questa cosa dell'energia viene vista come qualcosa di spirituale, come un energia che si trova dentro di noi e fuori da noi e che può essere usata a nostro vantaggio...

io non mi voglio immischiare in alcun modo a qualsiasi tipo di forma di idolatria o magia o spiritismo o a qualsivoglia schifezza del genere...
cosa dice la bibbia riguardo a questi concetti?
avete qualche consiglio?
vorrei praticare uno sport e il judo mi attraeva molto... so che questi concetti del "ki" e di altre filosofie qui in italia (ma quasi in tutto l'occidente) non vengono affatto praticate
(a parte le persone che si interessano di queste filosofie e dedicano viaggi, studi e meditazioni andando in Giappone per impararle e metterle in pratica)...
ma vengono solo insegnate le tecniche e il modo per vincere un "duello" nelle gare...
voi cosa ne dite?
cosa dice la bibbia?
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