Contro i contestatori della libertà di spirito

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Israel75
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Israel75 »

Sì ma con l 'empatia non si sollevano le sedie. :d

Metà dice una cosa affermi , e l'altra? :YMHUG:
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Daminagor
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Daminagor »

Se ti vedo a terra con una sedia sullo stomaco, la sollevo per empatia =))

L'altra metà insegna all'uomo come non essere una bestia, come prendersi cura di se stesso e come rispettare Dio. Tutte cose molte serie e importanti ;)
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Israel75
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Israel75 »

Si ma è un po comoda dire rispetto qui e rispetto là e poi non attuarlo.
L'idea va fatta, non pensata e basta. ;)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Daminagor
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Daminagor »

Io non ho mai parlato di non rispettare le regole...che resta una questione soggettiva. Ho solo affermato che la radice di molte di esse si ritrova nella naturale empatia umana..
Elena-M
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Elena-M »

La legge è intrinseca nell uomo...adamo viveva in equilibrio con Dio perché rispettava la legge che già conosceva finché non peccò!
La legge esiste nella mente di Dio prima di creare l uomo e gliela dona!
La scrittura diventa un mezzo per conoscere noi stessi(non la legge) e Gesù attraverso l amore ci ha dimostrato come si può adempiere alla legge ridandoci quell equilibrio che avevamo perso con adamo separandoci da Dio!
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bgaluppi
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da bgaluppi »

Elena, troppa carne al fuoco. Ogni versetto appartiene ad un contesto preciso. Meglio andare un argomento alla volta. Ora ti rispondo su "come si fa ad adempiere la legge senza conoscere tutti i comandamenti che ci sono nella scrittura?". Intanto, per conoscerli, bisogna leggere tutta la Scrittura più di una volta. Poi ci accorgeremo che non saremo in grado di metterli in pratica tutti, allora ci troveremo due strade davanti: 1. tutto o niente (che Heschel critica, vedi mia citazione in discussione sul sabato), 2. si mette in pratica ciò che si può, puntando a mettere in pratica il più possibile.

Daminagor, il discorso che fa Paolo appartiene ad un contesto preciso. Ricorda che Paolo era fariseo, e che si trattava male pur di osservare. Bisogna stare attenti a non cadere in un discorso troppo relativista, altrimenti finiamo al "volemose bbene". :-) Certo che per istinto mettiamo in pratica tante cose comandate da Dio. A parte i casi particolari, chi trova giusto uccidere? O fare gratuitamente del male al prossimo? Altra cosa è amare il prossimo come se stessi. La maggioranza di noi non ama se stesso, dunque non può neppure amare il prossimo. Stessa cosa con l'adulterio; conosco una marea di gente che non si fa alcun scrupolo ad andare a letto con la moglie o il marito di un altro/a. Idem per quanto riguarda i primi due comandamenti. E potrei continuare. Invece, conosco pochissimi che per natura rispettano i comandamenti.

Il punto è un altro. Prendiamo la mitzvà positiva di Lv 19:18, “amerai il prossimo tuo come te stesso”, che è preceduta da due mitzvot negative, “Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo”, che Yeshùa insegna in senso positivo con “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (Mt 5:44). La Scrittura dice delle cose precise, che devono essere realizzate in fatti, azioni, non a parole. Il discorso è tutto qui. L'obbedienza si basa sul fare, non sul parlare per poi non fare veramente. Innanzitutto è necessario imparare ad amare se stessi, e su questo ci sarebbe da aprire un capitolo di psicologia.

Ora, dobbiamo scegliere se ridurre il tutto ad un "volemose bbene" oppure vogliamo comprendere a fondo cosa sta dicendo la Scrittura. E certamente uno può fare quello che vuole, ma se parliamo di obbedienza parliamo di fede, poiché chi non ha fede non è tenuto ad obbedire a nulla se non alle leggi dello Stato. E molti non fanno neppure quello. Chi ha fede cercherà di mettere in pratica esattamente ciò che è scritto sulla parola di Dio, chi non ha fede la può studiare come un qualsiasi altro testo e scegliere cosa gli piace e cosa non gli piace, a seconda dei propri bisogni personali.
Elena-M
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Elena-M »

Bgaluppi hai ragione...ho cercato di far capire,dal mio punto di vista la differenza tra scrittura e legge...sorry

Comunque per quanto riguarda il.passo di romani non ho capito perché parli di contesto?

8]Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. [9]Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. [10]L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.

Non so cosa ci sia da interpretare visto che lo ripete due volte!:)

Perché Paolo dice che l adempimento della legge è l amore?

Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono piú io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.Galati2-20

Perché Gesù è la dimostrazione lampante!
Ultima modifica di Elena-M il lunedì 27 marzo 2017, 19:27, modificato 1 volta in totale.
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Antonino
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Antonino »

bgaluppi ha scritto:Ora, dobbiamo scegliere se ridurre il tutto ad un "volemose bbene"
Non è forse questo il senso di tutto?
Non è forse questo il richiamo alla puerilità a cui auspicava Gesù/Yeshùa??
Non è forse vero che in barba al puerile, complichiamo il tutto perchè il "troppo semplice" ci è incomprensibile?

Il difficile non consiste nelle cose difficili. Il difficile sta nelle cose semplici...
Lascio agli altri la convinzione di essere migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare!
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bgaluppi
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da bgaluppi »

No Antonino, mi spiace ma non è questo il senso. Questo senso glielo dai tu e non comprendo per quale motivo. Io ricordo di aver letto un Antonino diverso, che cercava di comprendere a fondo, non in superficie. Se il senso fosse tutto qui, Dio non si sarebbe scomodato tanto a guidare il popolo di Israele e non ci sarebbe stato bisogno di Yeshùa. Oggi tutti si riempiono la bocca di "amore", ma chi ama l'uomo che ci porta via la moglie? Chi ama chi ci fa del male? Che significa "ama il tuo nemico"? E come si può amare il nemico, nei fatti?
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Daminagor
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Re: Contro i contestatori della libertà di spirito

Messaggio da Daminagor »

Ora, dobbiamo scegliere se ridurre il tutto ad un "volemose bbene" oppure vogliamo comprendere a fondo cosa sta dicendo la Scrittura. E certamente uno può fare quello che vuole, ma se parliamo di obbedienza parliamo di fede, poiché chi non ha fede non è tenuto ad obbedire a nulla
Non era di certo mia intenzione ridurre tutto ad un "volemose bbene", anzi. Ho solo cercato di individuare una radice, un comune denominatore..il che non significa sminuire, bensì indagare a fondo.
Sul fatto che l'obbedienza implichi la fede, non sono d'accordo. Prendi chiunque non sappia nulla dei precetti biblici....se quella persona non tradisce la moglie/il marito, non ruba, non uccide, non cova rancore e non si vendica, perdona il suo prossimo, aiuta e prova compassione, ecc ecc.. allora vedi che la fede non è conditio sine qua non rispetto all'obbedienza.
Quello che voglio dire è che i precetti biblici sono insiti nella natura umana a prescindere dalla conoscenza della Scrittura. Le mitzvot sono molto umane e non brillano per caratteristiche divine, in quanto sono un insieme di norme direttamente derivate dall'umano senso di sopravvivenza, come individuo e come specie. Si arriva quindi ad una considerazione basilare: tutto quello che è vietato nella Bibbia produce "energia negativa" tra gli uomini, con conseguenze negative (es. se covo rancore, oltre a non farmi bene fisicamente, posso generare pensieri cattivi o peggio metterli in pratica recando danno a qualcuno oppure se tradisco il coniuge provoco risentimento e dolore, ecc..). Tutto quello che è concesso o comandato nella Bibbia produce "energia positiva" tra le persone (rispetto, perdono, compassione, ecc). Ebbene, persino un ateo arriva a capire naturalmente cosa è positivo e cosa è negativo per se stesso e per chi gli sta intorno e come le sue azioni possono influenzare la sua vita e quella degli altri. In lui non c'è fede, non c'è conoscenza delle Scritture, eppure può essere insita in lui una matrice di base che inconsapevolmente riprende e concretizza le norme bibliche, non per obbedienza alla divinità ma per naturale senso del bene comune, contrapposto all'istinto egoistico. Altrimenti, tutti quelli che non hanno fede in Dio e non conoscono le Scritture dovrebbero essere tutte persone orribili.
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