il sabato è sabato

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bgaluppi
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Gianni. Tutto questo ci fa capire come sia estremamente importante analizzare il testo, a volte anche da prospettive diverse, che portano alla luce possibilità diverse.

Però vorrei concentrarmi sul lavoro che deve essere abbandonato in giorno di sabato. Per riassumere, dal testo di Es 20:9 siamo arrivati a stabilire che ci sono due tipi di "lavoro": avodah e melakah.

ששת ימים תעבד ועשית כל־מלאכתך
ἓξ ἡμέρας ἐργᾷ καὶ ποιήσεις πάντα τὰ ἔργα σου (LXX)
“sei giorni lavorerai e farai tutte le tue opere”

Non lavoro in generale, ma lavoro (avodah) e compimento di opere (melakah), ambedue riconducibili all'operatività, che è l'opposto del riposo e dello stato di quiete. ἐργάζομαι (ergàzomai) significa propriamente lavorare, ma anche operare, compiere, eseguire, trafficare; ἔργα (èrga) sono invece le opere compiute, portate a termine.

Seguendo la logica, si può affermare che di sabato è possibile eseguire delle attività — che non costituiscano lavoro fisico — purché non vengano "compiute", ossia realizzate nella loro completezza? Cioè, è possibile operare finché tale operatività non porti alla finalizzazione di un progetto?

Vorrei chiarire prima questo aspetto, per poi passare a valutarlo alla luce dell'insegnamento “il sabato è fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato” e alla luce dell'esempio che Yeshùa fa ai farisei in Lc 13:15.
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Gianni
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Gianni »

Caro Antonio, ti dico sinceramente cosa penso, precisando che è mio pensiero personale. E premetto anche che ciò che sto per dire apparirà probabilmente scandaloso ad alcuni mentre altri forse ne saranno compiaciuti. Aggiungo infine come premessa che credo non solo che il Comandamento vada rispettato in coscienza ma anche che se ci mettiamo a stabilire regole e regolette facciamo peggio dei farisei senza neppure avere la loro preparazione biblica.

Tu, analizzando i termini, domandi se vadano escluse di sabato quelle opere che portano a termine un progetto.
E a me viene in mente che potrei trovare molto piacevole e perfino edificante costruire, ad esempio, un modellino del Tempio. Dovrei evitare di portarlo a termine di sabato?
Chi fa il giardiniere di professione credo violerebbe il sabato curando il suo giardino, ma non sono sicuro che una donna lo violerebbe solo per aver sistemato un po' il suo roseto di sabato.
Una volta vidi in casa di amici credenti uno di loro rimproverare aspramente il suo ospite perchè aveva sciugato il pavimento su cui era caduta dell'aranciata. Un altro mi disse: se di sabato pomeriggio mi viene appetito, non trovo nulla di strano a farmi due uova al tegamino. E io lo immaginavo mentre se le gustava, grato al Signore per quel momento gioioso.

Anticamente accendere un fuoco era un lavoro immane. Oggi, predisporre un temporizzatore che accende la luce al posto nostro mi sa tanto di "fatta la legge, trovato l'inganno".

Una volta di più vedo la validità di questa verità: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato".
Ma questo, come detto, è solo il mio povero pensiero.
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bgaluppi
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da bgaluppi »

Che condivido, Gianni. La mia domanda era anche leggermente provocatoria. Naturalmente, resta l'osservanza di non lavorare. Oltretutto, anticamente era forse più "facile" rispettare il sabato; come fai notare, accendere un fuoco costituiva un vero e proprio lavoro, mentre oggi nasta girare una manovella.

Adesso, mi piacerebbe entrare nell'aspetto spirituale del sabato, che credo sia dominante rispetto a quello fisico, anche se le due cose vanno insieme. A tal proposito, citerò alcuni passaggi di Heschel (nel prossimo commento).
noiman
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da noiman »

Mi ero dimenticato di questa discussione sul sabato , per venirne a capo ho riletto tutte le 26 cartelle , ho impiegato due ore, mi è stato insegnato fin da piccolo che la lettura veloce non esiste , per capire il vero significato di chi scrive e vorrebbe fare dire al testo occorre immedesimarsi nel suo pensiero,cosa non facile, le distinzioni di come uno scrive sono fondamentali, mi sono reso anche conto che spesso chi posta ossevazioni e commenti non ha minimamente considerato e meditato su quello che gli altri hanno scritto prima di lui. Molte delle cose recenti, soprattutto nelle ultime 6/7 cartelle sono domande a cui sono state fornite risposte precedentemente.

Nel miei scritti , nelle cartelle 12 e 13 mi pareva avere spiegato bene come il sabato è vissuto dagli ebrei , in particolare in Erez Israel mi sembra che nessuno conosce, forse qualcun di voi ha visitato Israele , ma penso che la sua visita di una settimana è stata come vedere i pesci in un acquario dai finestrini di pulman con aria comdizionata, con soggiorni in Hotel Intenazionali, attraverso le guide che hanno optato per un percorso facile, questi ospiti non hanno mai gustato felafel be pita in qualche chiosco a Haifa o Gerusalemme.

Poi ho letto qualche cosa che considero veramente inadeguato ripetto a quello che la stessa persona ha scritto in occasioni precedenti , al punto di sembrare “un furto di identità”.
Mi riferisco ad Antonino che irriconoschibile ci scrive:
"Quale motivo pratico comporta l'osservanza del sabato invece di un altro giorno?
Cioè. Mettendo per un attimo da parte il fatto che è scritto nei testi sacri. Sapendo che per via delle varie differenze orarie presenti nel globo e quindi non può essere osservato in maniera universale. Cioè tutti nello stesso momento (il che avrebbe un senso logico).
Qual' è la sostanziale (pratica) differenza se tu ti riposi da venerdì al tramonto fino a Sabato all'alba e Tizio insieme a Caio fanno Giovedì pomeriggio?
Illuminatemi che non ho acceso la luce "

In risposta Invito tutte mamme del mondo a baciare i loro figli contemporaneamente con il bacio della buona notte, dall’Australia a capo Nord contemporaneamente.

Tutto quello che avete scritto sul l’osservanza del sabato è assolutamente speculativo e filosofico, mentre la vera osservanza della prescrizione che riguarda lo shabbat e nonostante l’Halakà a cui qualcuno si riferisce e dubito che nessuno di voi conosce è molto più semplice di quello che pensate.
Anche Gianni si pone lo stesso problema, fa un esempio formidabile riguardo l’opportunità di costruire un modello del Santuario di sabato e pone una distinzione ulteriore su cosa possa essere edificante o meno.
Ma Gianni anche lui perplesso su come le discussioni in questi ultimi abbiano preso una brutta piega, pone una domanda/risposta in modo provocatorio con destinazione una riflessione supplementare che voi non avete colto.
Un roseto può essere molto piccolo o molto grande, mi ricorda qualche cosa che lessi da qualche parte, forse sul forum che affermava che per dare la liberta a un uccellino pur mantenendolo in gabbia, bastava allargare all’infinito le dimensioni della gabbia.
Se uno vuole farsi due uova al tegamino di shabbat non può farlo, ma può mangiare caldo tutto quello che è stato precucinato prima di shabbat.
Scrive Gianni: Una volta vidi in casa di amici credenti uno di loro rimproverare aspramente il suo ospite perchè aveva asciugato il pavimento su cui era caduta dell'aranciata”
Ne l’ospite ne i padroni di casa erano sicuramente ebrei, perché il divieto di asciugare una aranciata caduta dalla bottiglia non è considerata violazione del sabato.
Per ora vi saluto, le mie valigie sono quasi pronte.
Noiman
Armageddon
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Armageddon »

Mi riferisco ad Antonino che irriconoschibile ci scrive:
"Quale motivo pratico comporta l'osservanza del sabato invece di un altro giorno?
Cioè. Mettendo per un attimo da parte il fatto che è scritto nei testi sacri. Sapendo che per via delle varie differenze orarie presenti nel globo e quindi non può essere osservato in maniera universale. Cioè tutti nello stesso momento (il che avrebbe un senso logico).
Qual' è la sostanziale (pratica) differenza se tu ti riposi da venerdì al tramonto fino a Sabato all'alba e Tizio insieme a Caio fanno Giovedì pomeriggio?
Illuminatemi che non ho acceso la luce "
Antonino fece una domanda logica..le stesse scritture descrivono un Dio onnipresente (Salmi 139:7-13; Geremia 23:23).
Qual è quindi il fine ultimo del riposo sabbatico per un Dio che è a prescindere onnipresente...per quale motivo non si può credere che qualsiasi sia il giorno che l uomo può riposare può avere un rapporto intimo con lui?

Saluti
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Giorgia
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Giorgia »

Perché Dio ha scritto SABATO. Non ha scritto riposati quando ti pare.
E chi siamo noi, creature, da poterci permettere di cambiare a nostro piacimento quello che Dio ha scritto?
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bgaluppi
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da bgaluppi »

Se uno sceglie di non seguire la Scrittura, è persino inutile che si riposi. O meglio, si riposerà se ne ha voglia e farà ciò che vuole. Se parliamo di Scrittura, invece, è davvero assurdo porsi la domanda se non sia opportuno riposarsi un qualsiasi giorno a scelta, perché la Scrittura sancisce che il giorno di riposo è solo il settimo. Dunque, di nuovo, ciò che uno pensa sia giusto non conta niente se l'intento è quello di comprendere cosa insegna la Scrittura.
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Gianni
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Gianni »

Dite benissimo, Giorgia e Antonio.
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Antonino
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Antonino »

Il vero problema è che ognuno pensa di credere veramente nel suo dio in virtù di ciò che ha recepito e di conseguenza concepito come verità assoluta e incontrovertibile.
L'osservanza del sabato in chi vi crede fermamente è ugualmente proporzionale alla credenza sulla trinità a chi vi crede fermamente.
Due poli opposti che si attraggono in virtù della ferma credenza che li accomuna...

Tornando al discorso:
Se questa presunta divinità descritta nei testi ebraici ha istituito un determinato giorno con determinate dinamiche di tempo in cui riposarsi. Si deve concludere secondo la credenza di questi uomini che il giorno di riposo dovrebbe essere osservato in maniera universale alla ora del tramonto dove questa divinità lo ha istituito. Quindi se ne deduce che per via del fuso orario ci sarà un dislivello di alcune ore o un giorno (settimanale non orario) a seconda del posto dove si vive.
In questo caso l'universalità del riposo avrebbe un senso logico e non l'illogicità di far combaciar un giorno della settimana che nella terminologia biblica (correggetemi se sbaglio) non significa sabato bensì riposo.
In sintesi:
Se deve essere "riposo" e vogliamo credere al dio descritto da uomini che per natura pensano diversamente gli uni dagli altri. Dovremmo farlo combaciare con il venerdì sera al tramonto e il sabato sera un’ora dopo il tramonto secondo l'orario Israeliano.
Lascio agli altri la convinzione di essere migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare!
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Gianni
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Gianni »

La tua prima osservazione, Antonino, ha un che di vero, ma con la differenza che la trinità non è biblica e il sabato sì.

È vero anche che la parola ebraica sabato significa “cessazione”, e di conseguenza “riposo”, ma è altrettanto vero che tale riposo è identificato come settimo giorno sin dalla Genesi.

Far combaciare universalmente gli orari di inizio e fine del sabato sincronizzandoli con il fuso orario di Gerusalemme, non solo è un assurdo, ma sarebbe anche antistorico, perché nell’antica Palestina non si seguiva affatto questa impossibile prassi. In più, quando gli ebrei furono per decenni nel deserto seguirono il ciclo della luce solare di quel luogo. Anche Paolo, trovandosi fuori dalla Palestina, seguì l’orario locale nell'osservanza del sabato.
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