Il fruire dello spirito santo

Yomo
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Il fruire dello spirito santo

Messaggio da Yomo »

Credo che ormai al giorno d'oggi tutti o quasi tutti hanno sentito parlare di questo famigerato e tanto acclamato spirito santo!

Tutte le confessioni post Gesù...dai testi greci del N.T. alle più moderne religioni,sette,congregazioni,discepoli telematici...hanno detto o dicono di godere del supporto di questo spirito santo!

Ma cosa dovrebbe fare questo spirito o persona o cosa misteriosa?

Vediamo in breve:

"Sensibilizza e convince gli esseri umani, rigenera e trasforma a immagine di Dio coloro che rispondono al suo invito. Inviato dal Padre e dal Figlio per essere per sempre con i suoi figli, egli concede i doni spirituali alla chiesa, le accorda potenza per testimoniare del Cristo e, in armonia con le Scritture, la guida in tutta la verità" ( At 10:38; 2 Pt 1:21; 2 Cor 3:18; Ef 4:11,12; At 1:8; Gv 14:16-18,26; 15:26,27; 16:7-13,ecc..).

Peccato che questi milioni di privilegiati che usufruiscono dello spirito santo di andare d'accordo proprio non ne hanno interesse!

Tra milioni di maestri,discepoli,benedetti e santi...questo spirito santo sembra non aver mai messo un punto esclamativo e guidato alla verità il mondo intero!

Forse che questo compito,come dicono le scritture ebraiche,spetta al Messia?

Altrimenti vorrei proprio trovare e vedere la prova,il senso,il significato di questo spirito fatidico che agisce!
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bgaluppi
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Yomo. Lo spirito confluì negli apostoli e nei discepoli negli anni successivi alla morte di Yeshùa perché fosse edificata la ecclesìa. Lo spirito conferì dei carìsmi (χαρίσματα, karìsmata), ossia dei doni particolari, che servirono a rendere manifesta la messianicità di Yeshùa perché sbocciasse la fede. Attraverso lo spirito, Dio operava in modo manifesto in mezzo agli uomini tramite coloro che furono gli inviati (apostoli) scelti da Yeshùa e tramite molti discepoli.

Da una lettura attenta della Scrittura, si capisce che i doni dello spirito sono legati in modo inscindibile a Yeshùa e ai suoi apostoli e che cessarono di esistere progressivamente già in seguito alla nascita e il consolidarsi delle prime comunità dei credenti. Con la morte dell'ultimo apostolo, Giovanni (avvenuta tra il 98 e il 117 E.V., secondo le testimonianze patristiche), i doni dello spirito sono divenuti improbabili, e con il consolidarsi della fede non sono stati più necessari. La Lettera agli Ebrei, databile intorno al 60 E.V., già descrive i doni come eventi del passato (Eb 2:4), e dalle Lettere di Paolo si nota una forte diminuzione progressiva dei carismi. In 1Cor 12:4-10 (53 E.V.), i doni sono molteplici e diffusi, ma già nella Lettera ai Romani dell'anno successivo le opere potenti sono scomparse; nella Lettera agli Efesini (56- 58 E.V.), i doni riguardano piuttosto l'edificazione spirituale (Ef 4:11).

Lo spirito agiva con grande potenza negli apostoli, più che nei credenti; certe opere miracolose erano prerogativa degli apostoli, come espresso dallo stesso Paolo in 2Cor 12:12: “Certo, i segni dell'apostolo sono stati compiuti tra di voi, in una pazienza a tutta prova, nei miracoli, nei prodigi e nelle opere potenti”. Ciò nonostante, certi doni straordinari, come quelli taumaturgici, erano concessi anche a credenti che non erano apostoli. Dio operava tramite gli uomini che sceglieva e nel modo in cui voleva. L'avvento di Yeshùa, il Cristo, manifestò tra gli uomini un'anticipazione del Regno di Dio, che fu reso palese da avvenimenti miracolosi (cfr. Mt 12:28; Lc 10:9,11; Lc 11:20; Lc17:21; 1Cor 4:20). In quell'epoca, anche i credenti non apostoli, grazie allo spirito, manifestavano la potenza di Dio e testimoniavano il Cristo attraverso i carismi, come predetto dalla Scrittura (cfr. Gioele 2:28 ss.).

Adesso, però, è necessario evidenziare un dato molto importante e spesso trascurato dalle religioni odierne: dalla Scrittura si comprende che lo spirito veniva conferito direttamente da Dio o per volontà dei soli apostoli e non di altri. Scrive il biblista Fausto Salvoni: "A motivo dello Spirito potente che li spingeva ad agire, gli apostoli (e non altri) imponendo le mani potevano conferire lo Spirito Santo in un dispiegamento visibile di potenza." (Da Pietro al Papato, Excursus 1: gli Apostoli e i Dodici). La Scrittura indica che l'immersione battesimale poteva essere praticata da normali credenti, ma lo spirito veniva concesso soltanto se a battezzare erano gli apostoli. Oltre ai Dodici, soltanto con il battesimo praticato da Paolo lo spirito viene conferito (At 19:1-7). Lo spirito scendeva sugli uomini secondo la volontà di Dio anche a prescindere dal battesimo o dall'intervento diretto degli apostoli (cfr. At 4:31; 10:44); ma nessun credente che non avesse autorità apostolica poteva far sì che alcuno ricevesse lo spirito e i suoi doni. Solo gli apostoli avevano questa autorità.

Dunque, non essendoci più apostoli ed essendo la fede sbocciata e la ecclesìa edificata, oggi lo spirito non opera più negli uomini come al tempo successivo alla morte di Yeshùa; in quel periodo, era necessario che la messianicità di Yeshùa fosse testimoniata affinché sbocciasse la fede e la ecclesìa che ancora non esistevano. Dopo le nozze di Cana, è scritto: “Gesú fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.” (Gv‬ ‭2:11‬). Anche i discepoli credettero in virtù delle opere che videro compiersi tramite il loro Maestro. Se gli apostoli avessero testimoniato semplicemente con la loro parola, chi avrebbe creduto loro? Allora, a rendere testimonianza, furono le opere potenti che Dio manifestava per mezzo del Suo spirito tramite quegli uomini che lo ricevettero. Se non fosse stato per i Dodici e gli altri apostoli, noi oggi non sapremmo nulla della venuta del Messia e il mondo sarebbe ancora com'era prima della sua comparsa; il Nuovo Popolo di Dio non esisterebbe e tutti gli uomini che non appartengono a Israele sarebbero ancora esclusi dal patto, poiché non avrebbero potuto avere la fede nel Messia di Israele, che giunge grazie alla testimonianza ispirata degli apostoli e alle loro opere (Gv 17:20). L'ulivo selvatico non sarebbe stato innestato nell'ulivo domestico (cfr. Rm 11:16 ss).

"Lo spirito soffia dove vuole", e il Padre dona lo spirito a chi Glielo chiede (Lc 11:13); tuttavia, ricevere lo spirito, oggi, non significa esserne "ripieni" e poter operare miracoli, poiché i miracoli non sono più necessari: "Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!" (Gv 20:29). Questo versetto mette a tacere ogni pretesa di necessità dei doni nei tempi moderni: per credere, oggi non è più necessario vedere, mentre allora era certamente necessario vedere e sapere chi fu il Messia. Oggi, come insegna Paolo ai credenti, la fede è un dono di Dio (Ef 2:8): chi riceve il dono della fede, può coltivarla attraverso l'applicazione degli insegnamenti contenuti nella Scrittura, che ci è stata tramandata ed è tradotta in ogni lingua. L’opera di evangelizzazione è garantita dalla Scrittura, che contiene il verace insegnamento. I credenti sono guidati dallo spirito di Dio, se restano nell'amore di Cristo e mettono in pratica i suoi insegnamenti (1Gv 5:3); lo spirito aiuta i credenti a restare saldi nella fede e nell'amore di Cristo e dona loro la forza di perseverare sulla via da lui tracciata (1Gv 4:12-16). Adesso, è Dio stesso, tramite il dono della fede nel Messia, a decidere chi entra a far parte della chiesa, l'erba buona che è mescolata insieme alle zizzanie: “il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi»” (2Tim 2:19).

“Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore” - Gv 15:9,10.
Yomo
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da Yomo »

Ho scritto sotto il commento
Ultima modifica di Yomo il martedì 14 marzo 2017, 20:14, modificato 1 volta in totale.
Yomo
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da Yomo »

"Lo spirito soffia dove vuole", e il Padre dona lo spirito a chi Glielo chiede (Lc 11:13); tuttavia, ricevere lo spirito, oggi, non significa esserne "ripieni" e poter operare miracoli, poiché i miracoli non sono più necessari: "Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!" (Gv 20:29). Questo versetto mette a tacere ogni pretesa di necessità dei doni nei tempi moderni: per credere, oggi non è più necessario vedere, mentre allora era certamente necessario vedere e sapere chi fu il Messia.
Questo per forza di cose è cosi per chi deve credere a Gesù come Messia!

Oggi, come insegna Paolo ai credenti, la fede è un dono di Dio (Ef 2:8): chi riceve il dono della fede, può coltivarla attraverso l'applicazione degli insegnamenti contenuti nella Scrittura, che ci è stata tramandata ed è tradotta in ogni lingua. L’opera di evangelizzazione è garantita dalla Scrittura, che contiene il verace insegnamento
È stata tramandata da chi??

I credenti sono guidati dallo spirito di Dio, se restano nell'amore di Cristo e mettono in pratica i suoi insegnamenti (1Gv 5:3); lo spirito aiuta i credenti a restare saldi nella fede e nell'amore di Cristo e dona loro la forza di perseverare sulla via da lui tracciata (1Gv 4:12-16)
.

Ogni credente di Gesù crede di perseverare nella via da lui tracciata...mettetevi d'accordo visto che è palese che da un solo maestro è stata tirata fuori qualsiasi tipo di esegesi e interpretazione!

Adesso, è Dio stesso, tramite il dono della fede nel Messia, a decidere chi entra a far parte della chiesa, l'erba buona che è mescolata insieme alle zizzanie: “il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi»” (2Tim 2:19).
L erba buona???Sarebbe la famosa ekklesia invisibile?
E da quando esiste?
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bgaluppi
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da bgaluppi »

Yomo, su questo forum biblico, che non è una chiesa, si discute su ciò che dice la Scrittura, che comprende Tanàch e Scritture Greche. Ciò che conta è ciò che dice la Scrittura, non i credo religiosi. La Scrittura dice quello che ti ho scritto, e che puoi verificare leggendo i numerosi riferimenti biblici che ho inserito. La Scrittura è stata tramandata da chi l'ha scritta e da chi ne ha preservato i testi nei secoli; questo vale per il Tanach quanto per le Scritture Greche. Tu hai fatto una domanda e io ti ho risposto in base a ciò che la Scrittura dice. Se non ti interessa, perché fai domande non attinenti? Leggi prima cosa dice il testo e poi fai domande.
Yomo
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da Yomo »

Bgaluppi...non si può leggere un testo ed escludere 2000 anni di storia!

Chi ha preservato i testi greci?
Vedi già su questo c'è molta differenza...
Quelli ebraici sappiamo chi li ha preservati fino ad oggi!

Le religioni di cui tu parli e vuoi dissociarti credono a ciò che credi tu(Gesù),ma hanno visioni diverse!
E leggono gli stessi testi che leggi te...Vangeli...ecc...

Allora dove sta la differenza?
Quando mi si presenta uno di questi che tu chiami religiosi,e ne ho conosciuti a centinaia...mi si presenta davanti citando versi come hai fatto tu!

Se te hai ragione quindi significa cosa?
Che la chiesa è stata edificata....da quando esiste?


Questo spirito santo a cosa serve?
lo spirito aiuta i credenti a restare saldi nella fede e nell'amore di Cristo e dona loro la forza di perseverare sulla via da lui tracciata
Bene quali sono questi credenti che lo spirito aiuta?
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bgaluppi
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da bgaluppi »

Yomo, i credenti sono quelli che credono che Yeshùa sia il messia, si battezzano in suo nome e mettono in pratica i suoi insegnamenti, i quali insegnamenti sono basati sugli insegnamenti già contenuti nel Tanàch. Gli insegnamenti di Yeshùa non sono conservati nella dottrina delle varie denominazioni religiose, ma sono contenuti nella Scrittura. Dunque, i credenti utilizzano la Scrittura come unica guida per restare saldi sul giusto cammino. Perché quello che dicono gli uomini è una cosa, quello che dice la Scrittura un'altra; la differenza sta nell'ispirazione. Un sacerdote che mi dice che Dio vuole che mi confessi prima di fare la comunione, mi mente tre volte: primo perché la Scrittura non dice affatto che bisogna confessarsi con un sacerdote, secondo perché non esiste sacerdote che abbia maggiore autorità di un qualsiasi altro credente, terzo perché il rito della comunione non esiste nella Scrittura. Il mondo è pieno di questi credenti; essi sono l'erba buona, che è mescolata alla zizzania che cresce ovunque, come spiega Yeshùa stesso. Per non farsi soffocare dalla zizzania, i credenti fanno affidamento solo su una cosa: la parola di Dio.

“Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!” — Lc 11:28

Questo post non tratta la critica testuale, che è davvero molto complessa e fuori dalla nostra portata, ma cercherò di farti capire in due parole in cosa consiste. Innanzitutto non devi confondere il testo dei manoscritti con le traduzioni di quello stesso testo. Tutti i testi originali, ebraici o greci, non sono stati scritti da uomini qualsiasi, ma da uomini scelti da Dio. Mosè, gli altri profeti, gli apostoli e gli evangelisti; tutti uomini ispirati. Poi, quei manoscritti originali (oggi perduti), riconosciuti nel loro tempo come genuini in quanto garantiti dai profeti stessi (nel caso del Tanàch) e dagli apostoli (nel caso delle Scritture Greche) mentre erano ancora in vita, sono stati ricopiati migliaia di volte per impedire che il testo in essi contenuto andasse perduto, vista l'alta deperibilità dei supporti usati. Questo vale sia per il Tanàch che per le Scritture Greche; non è che gli ebrei erano più bravi o onesti e gli altri dei furboni che hanno scritto quello che gli pareva. Dico questo perché spesso si sente dire — da chi non sa neppure cosa sia la critica testuale e magari non ha neppure letto tanto bene le Scritture — che la Bibbia se la sono scritta quattro furbi come gli pareva a loro; dichiarazioni che non meritano neppure di essere prese in considerazione da chi considera la Scrittura in modo serio.

L'immane lavoro dei filologi, dei paleografi e dei critici testuali serve proprio ad individuare ciò che è genuino e distinguerlo da ciò che non lo è o è corrotto. Chi ha ricopiato i testi originali ha commesso errori inevitabili nel corso dei secoli, volontari e involontari, e in pochissimi casi ha inserito qualcosa, per ragioni teologiche; in altri casi sono stati aggiornati vocaboli che erano caduti in disuso, o sono stati corretti errori commessi da copisti precedenti, o si è modificato alcune parole per migliorare la dizione greca; ma grazie alla critica testuale, che ha confrontato ed esaminato migliaia di manoscritti (migliaia!) e continua a confrontarli ed esaminarli alla luce di nuove scoperte, siamo giunti a stabilire la genuinità del testo. Tutte le varianti sono state individuate (sono oltre 200.000 per le Scritture Greche). Questo è lo scopo della critica testuale: giungere, grazie all'esame minuzioso e al raffronto maniacale di tutti i codici e di tutto il materiale disponibile, a stabilire quale sia il testo primigenio.

Solo per le Scritture Greche esistono circa 260 codici completi o parziali, che aumentano grazie ai papiri che continuano ad essere scoperti. Un esempio semplice. Se tu hai cento manoscritti, dei quali novanta riportano una lezione che è conforme ai manoscritti più antichi e dieci ne portano una diversa non presente sui manoscritti antichi, è ovvio che la lezione giusta è quella dei novanta. Se più manoscritti di periodi diversi, distanti anche secoli tra loro, riportano una lezione che è conforme ai codici più antichi ed è condivisa dalla maggiranza dei codici più importanti, vuol dire che è quella giusta. In questo modo, e in altri modi, si giunge a stabilire il testo originale. Calcola che il testo del codice Sinaitico (IV sec.) era quello in uso nel II secolo (ciò è stato verificato dal raffronto con la documentazione risalente al II secolo) e aveva già davanti a sé una storia; significa che quel testo, per ragioni che non sto qui a spiegarti, può esser fatto risalire alla fine del I secolo, ossia al periodo della prima comunità dei discepoli di Yeshùa, periodo in cui l'apostolo Giovanni era ancora in vita. Dunque, per affrontare certi argomenti e prima di uscirsene con frasi avventate, è necessaria un minimo di propedeutica.

Detto questo, in pieno OT, cosa non hai capito su quello che ti ho scritto sullo spirito? Tutto, mi sa, visto che chiedi "Questo spirito santo a cosa serve?". Te l'ho scritto. Ti ho scritto anche quando nasce la chiesa: dopo la morte di Yeshùa grazie all'opera degli apostoli, che furono inviati da Yeshùa proprio per edificarla. In realtà, la chiesa (ecclesìa) nasce con i 12, di cui sono le fondamenta; Pietro fu il primo a dichiarare apertamente la sua fede in Yeshùa: “Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere».” (Mt 16:15-18). Rileggi con attenzione il mio commento, verificando anche i riferimenti scritturali che ho inserito come riprova a quello che dico. Non mi va di ripetermi all'infinito, come spesso accade.
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Gianni
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da Gianni »

Bravo Antonio. Hai spiegato tutto alla perfezione. Complimenti per la tua notevole preparazione biblica.
stella
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da stella »

buon giorno a tutti ...

Volevo dire la mia ''sullo spirito ,c'e' un puto che non comprendo '' ;;) ...veramente come studi capisco poco ... #:-S

Sicuramente Antonio ha una buona preparazione ...e continua ad avanzare ,in questi due anni ne ha fatto un buon cammino .... :-)

A motivo dello Spirito potente che li spingeva ad agire, gli apostoli (e non altri) imponendo le mani potevano conferire lo Spirito Santo in un dispiegamento visibile di potenza." (Da Pietro al Papato, Excursus 1: gli Apostoli e i Dodici). La Scrittura indica che l'immersione battesimale poteva essere praticata da normali credenti, ma lo spirito veniva concesso soltanto se a battezzare erano gli apostoli. Oltre ai Dodici, soltanto con il battesimo praticato da Paolo lo spirito viene conferito (At 19:1-7). Lo spirito scendeva sugli uomini secondo la volontà di Dio anche a prescindere dal battesimo o dall'intervento diretto degli apostoli (cfr. At 4:31; 10:44); ma nessun credente che non avesse autorità apostolica poteva far sì che alcuno ricevesse lo spirito e i suoi doni. Solo gli apostoli avevano questa autorità.....

''solo gli apostoli avevano questa autorita'' ;) ...oggi non ci sono piu' apostoli?..e poi perche' i credenti potevano battezzare ,se poi non ricevevano lo spirito ...allora era nullo ... ;) ...permetto che non ho letto tutto ,ma questo pezzetto mi lascia perplessa e con dubbi ...
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
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bgaluppi
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Re: Il fruire dello spirito santo

Messaggio da bgaluppi »

Gianni :-)

Ciao Stella. Oggi non ci sono più apostoli perché essi furono scelti direttamente da Yeshùa, Paolo incluso. L'apostolo è ovviamente anche discepolo, ma non è necessariamente vero il contrario; non tutti i discepoli sono necessariamente anche apostoli. Lc 6:13 ci dice: "Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli [μαθητὰς, mathetàs, ne aveva 72] e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli [ἀποστόλους, apostólus]". Apostolo è ἀπόστολος (Strong 652, apòstolos) e deriva da ἀποστέλλω (Strong 649, apostèllo), che significa "inviare", "commissionare", "mandare" qualcuno con un messaggio o una missione. Il termine biblico apostolo significa propriamente "messaggero", "delegato", "inviato", "uno commissionato da un altro per rappresentarlo in qualche modo" (Strong). Il primo grande apostolo per eccellenza, se vogliamo, è Yeshùa stesso, poiché è "l'inviato di Dio" che reca agli uomini la buona novella del Regno e la salvezza: "Guardate attentamente Gesù: egli è l'inviato [τὸν ἀπόστολον, ton apòstolon] di Dio e il sommo sacerdote della fede che professiamo" (Eb 3:1). Gli apostoli di Cristo sono gli inviati di Yeshùa, scelti da lui direttamente; per inviare qualcuno come tuo rappresentante, devi prima scegierlo.

Discepolo è μαθητής (Strong 3101, mathetès), "colui che apprende", l'apprendista, "il seguace di Cristo che impara le dottrine delle Scritture e lo stile di vita che richiedono” (HELPS). Negli Atti, οἱ μαθηταί (oi mathetài, i discepoli) sono "tutti coloro che confessano che Yeshùa è il Messia" (Strong). Il termine non implica l'essere inviato con alcuna missione.

Sulla discesa dello spirito, e le differenza tra allora e oggi, Stella, leggi l'episodio dell'evangelista e diacono Filippo (At 6:5; 21:8, da non confondersi con l'omonimo apostolo, uno dei Dodici), che predica in Samaria e battezza in nome di Yeshùa (At 8:5 ss). Da cosa si capisce che si tratta proprio di Filippo il diacono ed evangelista e non del Filippo dei Dodici? Filippo era pieno "di Spirito e di sapienza" e aveva i doni dello spirito (At 6:3); oltre a predicare la parola di Dio, scacciava anche i demòni e curava gli ammalati (At 8:5-7). Innanzi tutto, il Filippo che predicava in Samaria non viene mai definito apostolo. Alcuni potrebbero obbiettare che, se la Scrittura non lo definisce apostolo, non significa necessariamente che non lo fosse. Vediamo, allora, cosa dice esattamente la Scrittura in merito.

In At 8:5 è scritto che "Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo" e vi battezzò delle persone in nome di Yeshùa (At 8:16); ma quel Filippo non poteva essere un apostolo nel senso stretto del termine, poiché non aveva l'autorità di far scendere lo spirito sui battezzati (At 8:9-18). Infatti, il testo specifica che non appena gli apostoli seppero che la Samaria "aveva accolto la parola di Dio" (grazie all'opera evangelica di Filippo), inviarono Pietro e Giovanni; fu solo in seguito all'imposizione delle mani da parte degli apostoli Pietro e Giovanni che quei battezzati ricevettero lo spirito (At 8:17). Da At 8:16 si comprende anche che il battesimo non costituiva necessariamente il mezzo tramite il quale Dio concedeva lo spirito: "Nessuno di loro [gli uomini di Samaria] infatti aveva ricevuto lo Spirito Santo, ma erano stati semplicemente battezzati nel nome del Signore Gesù". Erano stati semplicemente battezzati. Chi pensa, oggi, che il battesimo implichi la discesa automatica dello spirito come in epoca apostolica, è in errore. Se il battesimo in nome di Yeshùa fosse il mezzo tramite il quale il credente riceve lo spirito, quegli uomini di Samaria lo avrebbero ricevuto.

Lo spirito fu concesso con tutta la sua potenza in un periodo preciso. Esso procedeva da Dio e tramite l'autorità degli apostoli, che avevano il potere di "legare e sciogliere". I carismi erano di supporto all'opera di creazione della chiesa, che non esisteva ancora e doveva essere edificata da zero a partire dai testimoni diretti (i Dodici). Pietro e Giovanni guariscono uno storpio nei pressi del Tempio e tutti sono pieni di meraviglia come se i due possedessero poteri divini; Pietro dice: "Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questa guarigione? Voi ci guardate come se fossimo stati noi a far camminare quest'uomo, noi con le nostre forze e con le nostre preghiere. Invece è stato Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri. Con questa guarigione Dio ha manifestato il glorioso potere di Gesù, suo servo." (At 3:12,13, TILC). Lo scopo della guarigione era quello di rendere testimonianza verace alla messianicità di Yeshùa, perché la gente credesse. Una volta edificata la chiesa, i doni dello spirito non servono più; “Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore.” (1Cor 13:13).

Sono contento che tu partecipi, Stella. :-)
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