IL BATTESIMO

trizzi74
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da trizzi74 »

Ti ringrazio!
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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Antonino
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Antonino »

Il Battesimo di Giovanni era differente da quello amministrato dal Signore Yeshùa!
Gli uomini amministrano un battesimo secondo il personale protocollo religioso, ma nessuno si attiene alle sue istruzioni!
Lascio agli altri la convinzione di essere migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare!
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Enigma
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Enigma »

Gianni, ho da farti una domanda da demente. :mrgreen:
Il peccato del mondo tolto da Yeshùa come l'Agnello di Dio (Giovanni 1:29), è un riferimento a ciò che dice Paolo ai Romani 5:19, che per la disubbidienza di Adamo, gli uomini sono stati resi peccatori nel senso che nascono come se avessero un marchio nell’essere predisposti a mancare il bersaglio e quindi con conseguenze di morte senza speranza di riavere la vita? “Il salario del peccato è la morte (con riferimento non ai peccati che si commettono senza intenzione, ma al marchio della schiavitù del peccato e della morte eterna ricevuta da Adamo come eredità?) ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore (che ha pagato come agnello liberandoci dalla schiavitù del peccato nel senso che ci ha liberati dal marchio e della morte eterna ereditato da Adamo?)”. - Rm 6:23.
Tranquilli, neanche io ho capito quello che volevo dire. :mrgreen:
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Gianni
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Gianni »

Caro Enigma, non squalificarti: le tue domande non sono da demente. Tu dai prova di essere molto sagace. ;)
In Rm 5:19 Paolo dice che “per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori”, ma aveva anche detto al v. 12 che “per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato”. Occorre rivedere la falsa dottrina del peccato originale, che non è biblica. Non esiste, infatti, un presunto peccato originale trasmesso per ereditarietà.
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Enigma
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Enigma »

Gianni ha scritto: In Rm 5:19 Paolo dice che “per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori”, ma aveva anche detto al v. 12 che “per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato”. Occorre rivedere la falsa dottrina del peccato originale, che non è biblica. Non esiste, infatti, un presunto peccato originale trasmesso per ereditarietà.
No, Gianni. Non devo rivedere nessuna falsa dottrina del peccato originale, perchè francamente non la conosco neanche questa dottrina. :D Della chiesa cattolica non conosco niente di dottrine, perchè ne sono uscito all’età di 15 anni esattamente 30 anni fa. Quindi, di dottrine cattoliche so qualcosina per sentito dire, se voglio sapere di più, devo chiedere a qualche sacerdote oppure andare in rete e trovare qualche sito cattolico che contenga il loro catechismo, oppure chiedere a lucia, la famosa biscottaia (che non vedo più in giro nel forum) molto esperta di dottrine cattoliche. :mrgreen: Chiarita questa parentesi, riprendiamo. Voglio approfondire il concetto di peccato esteso a tutti a causa del primo uomo. Indubbiamente il primo uomo ha peccato, ma esattamente cosa Adamo ha trasmesso al genere umano? Tu mi dirai: il peccato perchè in Romani dice che tutti hanno peccato. Ok, siamo pienamente d'accorto. Ma peccato in che senso? Io muoio non perchè sono un peccatore, nel senso che amo praticare il peccato, ma perchè mango il bersaglio nel senso che non sono perfetto. Ora chiedo: ma questo non significa che comunque qualcosa ho ereditato da Adamo? Ora che sia un peccato originale o di contrabbando, :mrgreen: sempre qualcosa Adamo mi ha trasmesso, altrimenti come si spiega che a causa sua, anche se si ama Dio, comunque si devono pagare le conseguenze di Adamo subendo la morte? Riconosco che è un pò complicare esprimersi su questo concetto, perchè ho come la sensazione che scrivendo, non esprimo esattamente quello che vorrei dire a voce. Sarà perchè ho la nebbia nella testa.:mrgreen:
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Israel75
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Israel75 »

Rispondo io o ci provo dato che magari ho perso qualche pezzo

Adamo ci ha trasmesso la morte non il peccato , il peccato è una conseguenza delle nostre azioni e possiamo scegliere di farlo o meno.La morte invece ci arriva addosso in ogni caso non possiamo sfuggirle.
(avesse fatto a meno di mangiare quella maledetta mela :lol: :lol: )
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Antonino
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Antonino »

Io credo che siamo eredi della sua stessa conoscenza! Conoscendo il bene e il male siamo diretti esecutori del nostro giudizio!....... Bene o male, l'uomo pur conoscendo ciò che è bene compie sempre il male, che conduce alla morte! Paolo si espresse molto bene: Io non capisco me stesso; da una parte desidero davvero fare ciò che è giusto, ma poi non ci riesco. Faccio, invece, ciò che non voglio fare, le cose che odio. (Romani 7:15 BDG)

Ora è ovvio che nessuna ritualità può spazzar via tale atteggiamento! Ma un completo e radicale rinnovamento del nostro essere che non può avvenire attraverso le nostre forze, ma per diretto e potente intervento di Yhwh! Intervento fatto per mezzo del figlio Suo! Pietro disse:
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. (Atti degli Apostoli 2:32, 33 NR06)

Pietro fa riferimento all'opera potente alla quale questi giudei avevano assistito! Citando prima la scrittura profetica dove questi era contenuta cfr. Giole 2:28-32.............. Yeshùa venne per spargere lo spirito di santità del Padre! Per immergere totalmente il credente in questo Spirito!
Il Battista suo precursore annuncio questo: E predicava, dicendo: «Dopo di me viene colui che è più forte di me, al quale io non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei calzari. Io vi ho battezzati con acqua, ma lui (Yeshùa) vi battezzerà con Spirito Santo». (Vangelo secondo Marco 1:7, 8 NR06)

Parole del battista confermate da Pietro nel giorno di Pentecoste e da Yeshùa: «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose. Ed {ecco,} io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in città, finché siate rivestiti di potenza dall’alto». (Vangelo secondo Luca 24:46-49 NR06)......... Shalom
Lascio agli altri la convinzione di essere migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare!
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Gianni
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Gianni »

Ottima citazione (Rm 7:15), Antonino! Come anche la tua riflessione.
Ora veniamo all’eredità che ci ha lasciato Adamo.
I bambini e le bambine non sono malvagi né tantomeno nascono tali. Non sono neppure ancora dotati di una coscienza morale. Non sono neanche contagiati da un presunto peccato originale. Quando Paolo dice che “noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri” (Ef 2:3), egli vede l’essere umano per quello che è, per come si trova nella situazione attuale del mondo. E vede che l’essere umano, nell’ambiente attuale, cade nella schiavitù delle concupiscenze carnali e vive schiavo di satana. Paolo non parla qui dei bambini che nascono e muoiono, ma delle persone già mature che l’apostolo aveva davanti agli occhi con tutti i loro peccati. Anche se cerchiamo di creare un ambiente ideale, i nostri sforzi saranno frustrati dall’ereditarietà che influisce sull’individuo e lo condiziona, rendendolo tarato. A questa miseria umana è venuto incontro Dio con il suo grande e immenso amore: “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati)”. - Ef 2:4,5.
La cattiva inclinazione ci permette di conoscere il male e quindi ci aiuta a comprendere meglio il bene. La sua funzione è positiva. Essa non va perciò soppressa. Dobbiamo piuttosto impiegarla nel modo giusto lasciando prevalere l’inclinazione buona. Il male, di per sé inoffensivo se rimane solo una possibilità che non cogliamo, produce le sue conseguenze se lo scegliamo: “La tua malvagità è quella che ti castiga”. - Ger 2:19.
Bene e male appaiono attaccati come due facce della stessa medaglia. Non esiste moneta o medaglia con una sola faccia, eppure è possibile disporla solamente su una sola faccia alla volta. Sebbene il male possa assumere le sembianze del bene e viceversa, il male rimane male e il bene rimane bene.
Già dalla prima volta che il termine “male” (ra, רָע) ricorre nella Bibbia, esso appare connesso al bene. “Dio il Signore ordinò all'uomo: ‘Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare’” (Gn 2:16,17). Si noti qui che si tratta di un solo albero. Come la nostra medaglia con due facce, tale albero unico possedeva simbolicamente la “conoscenza del bene e del male”. Vietandone ad Adamo l’accesso, Dio voleva impedirgli non solo la conoscenza del male ma anche quella del bene. Che cosa significa? Significa che la distinzione tra bene e male è qualcosa che spetta solo a Dio. È il Creatore che stabilisce cosa sia bene e cosa sia male. Non è compito nostro fissarne la norma.
A volte il male è una tappa obbligata verso il bene (come nel caso dell’estrazione di un dente). “Per la gioia che gli era posta dinanzi egli [Yeshùa] sopportò la croce”. - Eb 12:2.
A volte il bene è occasione per compiere il male. “Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, finché non si trovò in te la perversità”. – Ez 28:15.
Il male può essere una tutela e una protezione. Se non si provasse male avvicinando una mano alla fiamma, molti andrebbero in giro come Muzio Scevola. La creazione sarebbe un assurdo balocco se fosse impedita la sofferenza come conseguenza di un gesto inconsulto. Buttarsi giù da un palazzo senza spiaccicarsi al suolo diventerebbe un gioco senza senso. D’altra parte, nessuno sente il bisogno di buttarsi dal ventesimo piano, salvo chi ha seri problemi mentali.
Da dove ha origine allora il male? Non si confonda la scelta del male con il male stesso. Scegliere il male è diabolico. Tuttavia, finché non si sceglie di operarlo, il male rimane solo una possibilità inoffensiva, perfino necessaria. Nessuno obbliga a ustionarsi col fuoco, ma la scottatura avverte che non è il caso di giocare col fuoco.
Il male è allora l’altra faccia del bene. Non si può definire il caldo senza la presenza del freddo e viceversa. Non si può definire il buono senza un raffronto con il cattivo. Da dove viene allora il male? Chi l’ha creato? Ovviamente, fu il creatore di tutte le cose.
“Io formo la luce, creo le tenebre,
do il benessere, creo l'avversità;
io, il Signore, sono colui che fa tutte queste cose”. - Is 45:7.
“Creo il male”, traduce Diodati. E con ragione, perché il testo biblico dice proprio: בֹורֵא רָע (vorè ra), “creo (il) male”. Aggiungiamo che il verbo ebraico è lo stesso identico usato in Gn 1:1 per la creazione dei cieli e della terra.
D’altra parte, dopo aver intimato ad Adamo di non cibarsi “dell'albero della conoscenza del bene e del male”, Dio gli garantisce, se disubbidirà, un male sicuro: “Nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”. - Gn 2:16,17.
Il male è dunque un elemento importante della creazione. Male non è automaticamente sinonimo di peccato. Le punizioni volute da Dio di cui la Bibbia parla – come il Diluvio, le piaghe d’Egitto, la distruzione di Sodoma e Gomorra – non furono certo un bene. Furono un male, ma non per questo Dio peccò. Furono i colpiti a peccare, attirandosi addosso il male.
“Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io ti comando oggi di amare il Signore, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva . . . Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci . . . io vi dichiaro oggi che certamente perirete . . . Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, amando il Signore, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni”. - Dt 30:15-20.
“‘Com'è vero che io vivo’, dice il Signore, Dio, ‘io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie!’”. - Ez 33:11.
Dobbiamo avere “le facoltà esercitate a discernere il bene e il male” (Eb 5:14). Come saper distinguere? In base alla norma di Dio, perché è lui che ha la perfetta “conoscenza del bene e del male” (Gn 2:17). “Nessuno, quand'è tentato, dica: ‘Sono tentato da Dio’; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno” (Gc 1:13). Come si sceglie allora il male? “Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte”. - Gc 1:14,15.
La parola “concupiscenza” traduce il greco ἐπιθυμία (epithümìa) che indica il desiderio, la brama, la voglia di ciò che è proibito. Da dove sorge tale istinto insito in noi? Aspetto interessante, nel Talmud si legge: “[Dio] creò l'uomo con due inclinazioni: la buona e la cattiva” (Berachòt 61a). Nell’etica ebraica s’insegna che nell’essere umano esistono due istinti opposti: lo Yetzer Tov (buona inclinazione) e lo Yetzer Ra (cattiva inclinazione).
Alla base di questa dottrina c’è il passo biblico di Gn 2:7 in cui si legge: וַיִּיצֶר יְהוָה אֱלֹהִים אֶת־הָאָדָם (vayiytzèr Yhvh Elohìm et ha-adàm), “e formò Yhvh Dio l’uomo”. Ora, qui appare una forma strana del verbo:
יִּיצֶר (yiytzèr)
Infatti, è scritto stranamente con due yod (י, y). Più avanti, in 2:19, circa gli animali è però scritto: וַיִּצֶר יְהוָה אֱלֹהִים (vayitzèr Yhvh Elohìm), “e formò Yhvh Dio”, e qui il verbo יִּצֶר (yitzèr), “formò”, è scritto correttamente, con una sola yod (י, y).
I rabbini fanno quindi notare che gli animali sono stati creati con un solo istinto, mentre l’essere umano ha due inclinazioni. Lo yod (י, y) è, infatti, la prima lettera della parola יֵצֶר (yètzer), che significa “inclinazione”, come in Gn 6:5: “[Dio] vide che la cattiveria dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione [יֵצֶר (yètzer)] dei pensieri del suo cuore era solo cattiva in ogni tempo”. - TNM.
La buona inclinazione (Yetzer Tov) si manifesta anche nella coscienza morale come voce interiore che ci segnala che c’è qualcosa che non va. La coscienza è innata: Dio ha creato l’essere umano così. La sperimentarono subito Adamo ed Eva, nascondendosi per la vergogna non appena infransero la legge di Dio (Gn 3:7). Paolo conferma che ogni essere umano discendente da Adamo ed Eva la possiede: “Certo i pagani non conoscono la Legge data da Dio; ma quando essi compiono ugualmente ciò che la Legge comanda, è come se l'avessero dentro di sé. La loro condotta dimostra che nei loro cuori è scritto ciò che la Legge prescrive. Lo dimostrano la loro coscienza e i ragionamenti che fanno tra di loro, con i quali, a volte, si accusano, e a volte si difendono”. - Rm 2:14,15, PdS.
La cattiva inclinazione (Yetzer Ra) va compresa secondo il pensiero ebraico (e quindi biblico) e non all’occidentale. Si tratta della nostra natura egoistica. Tuttavia, occorre distingue bene il tipo di egoismo. L’egoismo inteso come aspetto negativo è l’egoismo psicologico ovvero l’agire solo in base ai propri interessi. C’è poi l’egoismo etico che consiste nell’agire in base ai propri interessi ma non solo per quelli. Generalmente, l’egoismo è visto come l’agire nel proprio interesse a scapito degli altri. La natura egoistica dello Yetzer Ra non è però in sé negativa. Si tratta, infatti, di un egoismo razionale. In etica, l’egoismo razionale è visto semplicemente come comportamento logico, affermando che è del tutto razionale agire in base ai propri interessi. Quest’ultima idea trova conferma nella realtà delle cose e nella Scrittura. È del tutto ovvio che mangiare, bere, dormire – per citare alcuni comportamenti comuni – sia fatto nel proprio interesse. Non farlo sarebbe un suicidio. Perfino provare gioia nell’ubbidire a Dio potrebbe essere definito egoistico, ma si tratta – appunto – di un egoismo razionale. La Scrittura ci dice di amare il prossimo come noi stessi (Lv 19:18; Mt 22:39) e ciò comporta necessariamente che prima di tutto amiamo noi stessi.
Lo Yetzer Ra non è quindi, in sé, qualcosa di brutto e negativo. È Dio che ha creato così l’essere umano, ed è grazie a questo istinto che progrediamo. È proprio grazie a tale sano egoismo razionale che mettiamo su casa, ci sposiamo, curiamo il benessere nostro e dei nostri cari. Tuttavia, da uno stimolo in sé positivo si può andare oltre e degenerare. Facciamo un esempio. Il desiderio sessuale è voluto da Dio e garantisce la costituzione di una famiglia e la procreazione; ma non solo, perché è un piacere che Dio invita a godere: “Benedetta la tua sorgente, la donna che hai sposato nella tua gioventù! Con lei sii felice” (Pr 5:18, PdS; cfr Ec 9:9). In Israele, l’uomo che si sposava era esentato per un anno dal servizio militare e da altri obblighi sociali, così da poter godere insieme a sua moglie le gioie del matrimonio (Dt 24:5). Il desiderio sessuale, in sé buono, può però degenerare in violenza carnale, incesto, adulterio, omosessualità e altre perversioni.
Va notato che lo Yetzer Ra è un’inclinazione interiore che fa parte della persona, non qualcosa che viene dall’esterno. Tutti abbiamo la possibilità di fare una scelta.
“Vedete, io vi pongo oggi davanti alla scelta, tra una benedizione e una maledizione”. – Dt 11:26, TILC.
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Enigma »

Israel75 ha scritto:Rispondo io o ci provo dato che magari ho perso qualche pezzo

Adamo ci ha trasmesso la morte non il peccato , il peccato è una conseguenza delle nostre azioni e possiamo scegliere di farlo o meno.La morte invece ci arriva addosso in ogni caso non possiamo sfuggirle.
(avesse fatto a meno di mangiare quella maledetta mela :lol: :lol: )
Capisco quello che vuoi dire, però io vedo che la morte viene causata dal peccato "il salario del peccato è la morte" (Romani 6:23). "Il peccato, quando è compiuto, produce la morte". (Giacomo 1:15) Un peccato causato Adamo che ha prodotto la morte, che però, ha trasmesso anche a me senza che io lo voglia. Antonino porta l'esempio di Paolo quando dice: Io non capisco me stesso; da una parte desidero davvero fare ciò che è giusto, ma poi non ci riesco. Faccio, invece, ciò che non voglio fare, le cose che odio. (Romani 7:15 BDG)
Con questa domanda di Paolo si rafforza il pensiero che forse Adamo ha trasmesso nel mio gene l'incapacità di fare la volontà di Dio. Se è così, allora Adamo prima ancora della morte, ci ha trasmesso la causa di questa morte.

E poi, se Adamo ci ha trasmesso solo la morte, - che è stata una trasmissione istantanea- perché Paolo quando ci dice che "il dono è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 6:32), questo dono non è istantaneo? Questo rafforza quello che ho detto sopra, che per non ottenere subito questo dono della vita è perché c'è qualcosa che ora non ci è permesso avere. Possiamo forse dire che il nostro corpo non è ancora trasformato per ottenere la vita? Però per la morte la trasformazione è stata istantanea. Come vedete, mi è complicato mettere a fuoco questo concetto. Ho sempre accettato ed espresso il concetto del peccato in maniera sommaria e mai nello specifico.
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Gianni
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Re: IL BATTESIMO

Messaggio da Gianni »

Caro Enigma, provo a rispondere alla tua domanda sul perché il dono della vita non è istantaneo, riferendomi a Eb 9:27: “È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio”. La vita deve fare il suo corso. La nostra fede deve essere provata. Un semplice atto di fede che dia la vita eterna immediata sarebbe ridicolo. E poi, chi ha detto che la trasmissione della morte fu istantanea? Adamo visse quasi un millennio e i suoi discendenti centinaia di anni. La durata della vita si abbassò repentinamente solo dopo il Diluvio per le mutate condizioni del nostro pianeta.
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