Le amicizie del credente

chelaveritàtrionfi
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Letto ragazzi, grazie per le risposte. Mi riferivo agli OT ma tutti avete in qualche modo risposto ed ognuno ha riportato versetti preziosi. Domani leggeró con calma e meglio ció che avete scritto e commenteró
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
chelaveritàtrionfi
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Ho letto meglio e credo sia accaduto questo. Cerco di mettermi nei panni di Jon , che essendo stato TdG (ed in un certo senso capisco cosa intende) si è scocciato di essere "obbligato" ad avere certi atteggiamenti inculcati da altri:
"ci massacravano continuamente con i discorsi sulle " Cattive compagnie"
per tenere distaccati, separati e dentro alla loro cerchia".
Per far ciò , Jon scrive "uso smodato delle scritture" (se ho compreso bene).
Chi ha vissuto questo, tende a rifiutare atteggiamenti simili perchè ha creato dentro sè àncore del passato (in questo caso da tdg) .

Ora però dobbiamo ragionare a mente serena, perchè le ancore del passato potrebbero spingerci ad essere praticamente all' opposto e non è sempre la cosa giusta.

Alla domanda : che amicizie è meglio che abbia il credente avete risposto con dei versetti.
L'altra domanda era : secondo voi cosa vogliono dire quelli riportati. In parte è stato risposto aggiungendo anche delle opzioni. Partiamo però da ciò che è letterale.

Antonio riprende i versetti di 2 Giovanni da me postati e scrive:
Giusto Naza. Parto con 2Gv 1:10:

μὴ λαμβάνετε αὐτὸν εἰς οἰκίαν καὶ χαίρειν αὐτῷ μὴ λέγετε·
non ricevete lui in casa e rallegrarsi a lui non dite

Butto là un'interpretazione. Quindi, il testo dice di non accogliere in casa chi non reca Cristo e di non "salutarlo con favore", non "essere disposti favorevolmente". Credo si tratti di un'espressione concreta per dire di non compiacere chi non crede in Cristo. Ma ciò non significa che non dobbiamo avere alcun rapporto con certe persone, altrimenti dovremmo chiuderci in casa! Basta non "farle entrare nella nostra intimità", in casa.
ok

Jon riporta invece:
Corinzi 5:11
ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare.
Da notare "con chi chiamandosi Fratello"... in che senso fratello? Chi erano i fratelli in quel tempo e chi sono oggi?
Oggi per fratelli in senso generico (religioso) si considerano gli appartenenti alla stessa religione (credo sia questo il regionamento di molti membri delle varie congregazioni). Non credo che i TdG chiamano fratelli dei cattolici oppure coloro che da tdg sono divenuti che ne so...avventisti ecc..

MarcoM riposta un versetto:
14Voi siete miei amici se fate quel che io vi comando.
Tirando le somme, cosa comprendiamo da queste scritture?

Jon promuove l'amore , la fratellanza, il perdono riportando ad esempio:
Proverbi 17,17
L'amico ama in ogni tempo;
è nato per essere un fratello nella sventura.
_______________detto questo commento.

Ho chiesto che tipo di amicizie è meglio che abbia un credente. L'amicizia non è la semplice conoscenza, o salutare una persona qualunque fuori o avervi rapporti lavorativi ecc.. perchè come qualcuno a scritto , dovremmo isolarci, chiuderci in casa!

L'amico è colui con il quale condividi tante cose, colui con il quale ti confidi e colui che dovrebbe tirarti su quando attraversi un periodo difficile ...per lo meno starti accanto con semplici parole che possono aiutarti a trovare la serenità in quel momento.

Yeshùa dice :<< siete miei amici se fate ciò che io vi comando>>.

Immaginate di attraversare un periodo molto difficile tanto che la vostra fede diventa tintinnante. Che potrà mai dirvi un vostro amico che non è nemmeno credente? Magari ateo?

Concordo in questo caso con Giorgia che scrive:
Ora, se siamo solo un po' tristi, magari una frase del genere la ignoriamo e basta, ma se siamo veramente fragili, una frase così, detta da una persona a cui vogliamo bene, allora diventa un macigno pesante da affrontare e può pure affogare la nostra fede in un mare di dubbi.

Un amico credente invece, per qua non esente da errori, è una persona che pregherà per noi è con noi. E che anche nei momenti dove la fede sembra appannarsi, ti ricorderà cosa Dio ha già fatto per te, e ti incoraggerà ad aggrapparti ancora di più a Dio.
Ma ciò vuol dire che tutti gli altri dobbiamo evitarli come la peste?
Nel mondo esistono persone di tutti i tipi, di ogni religione , persino atei ed anche satanisti. Bisogna solo fare attenzione. Sicuramente se sono giù non vado dall'amico non credente, ne da un ateo, ne tanto meno da un satanista. O risolvo tutto da solo o cerco aiuto tramite parole di incoraggiamento di un credente (meglio).
Noi stiamo percorrendo un percorso, quindi , secondo me è meglio avere amici che percorrono lo stesso, altrimenti rischiamo di essere sviati. Le persone "normali", i giovani di oggi, fanno le cose che tutti fanno, si divertono come tutti, fanno cose (anche nell'ignoranza) che non sono in linea con la scrittura. Da noi si dice "chi pratica con lo zoppo prima o poi zoppicherà"

Oggi posso dire ..amici si... ma fino ad un certo punto. Amici cattolici, tdg, atei ecc.. ne ho tanti. Ma con ognuno di loro so di cosa parlare. La troppa vicinanza mette in risalto le divergenze. Se non state facendo la stessa strada, non potete camminare insieme vicini , no? Persino con i familiari che si comportano come il mondo in fondo in fondo si possono notare divergenze. Ma ciò non vuol dire che si debba evitarli o non stare insieme. Si deve essere solo consapevoli di ciò e stare sempre in guardia.

Ciò che è sicuro e che comprendo dalle scritture è che bisogna evitare ciò che è abominevole agli occhi del signore e chi pratica cose abominevoli ed i finti fratelli. Ossia coloro che ci fanno credere si avere la stessa fede per poi cercare di sabotare la nostra.

Aiutare, amare ecc.. va bene! Dall'altra parte però ci deve essere un minimo di volontà per essere aiutato e fare molta attenzione. Non tocca poi a noi salvare , ma a Dio.

L'argomento che è uscito fuori alla fine è aiutare le persone che avevano preso una brutta strada... molto brutta. C'è differenza però tra chi si è sviato (il figlio al prodigo) da chi non è mai stato (forse) sulla buona strada e anche chi ha provato a percorrerla e l'ha rifiutata più volte!!!

Questo è solo un mio commento. Le scritture sono però li... quelle si devono comprendere!
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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bgaluppi
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da bgaluppi »

Naza, mi sembra un'ottima analisi la tua.

Il credente, dunque, si rivolgerà ad un altro credente. Ma fai bene a "catalogare" i vari tipi di credenti, perché certamente un cattolico si rivolgerà ad un cattolico (anzi al prete della sua parrocchia), un TdG si rivolgerà ad un TdG (anzi, ad un "anziano"), un protestante andrà dal suo pastore e cosí via. Ma il credente che non appartiene a nessuna di queste congregazioni, a chi si rivolgerà?

Come dice la Scrittura, “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando.” (Gv 15:12-14)

L'amico del credente è colui che condivide lo stesso percorso: un credente che comprende bene il senso di queste parole e le mette in pratica. :-)
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da Antonio LT »

"Ma ciò vuol dire che tutti gli altri dobbiamo evitarli come la peste?
Nel mondo esistono persone di tutti i tipi, di ogni religione , persino atei ed anche satanisti. Bisogna solo fare attenzione. Sicuramente se sono giù non vado dall'amico non credente, ne da un ateo, ne tanto meno da un satanista. O risolvo tutto da solo o cerco aiuto tramite parole di incoraggiamento di un credente (meglio)"

Vorrei soffermarmi su quanto detto qui da Chelaveritàtrionfi...
Vorrei sapere perché un credente se è giù non dovrebbe andare a chiedere conforto ad un amico ateo o non credente?
E se ha pensato che in mezzo alle "persone di tutti i tipi" possono esserci anche i nostri genitori,figli,fratelli nella carne,nonni,ecc...a questi anche pur non essendo credenti...bisogna fare attenzione??
A loro anche bisogna evitare di chiedere conforto,aiuto e amore?
:-J
chelaveritàtrionfi
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

AntonioLt, se leggi bene sta scritto da chi bisogna fare attenzione.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da Antonio LT »

Leggo atei non credenti e satanisti...
Quest'ultimo è inteso come seguaci volontariamente di satana?
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bgaluppi
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da bgaluppi »

Credo che il versetto che ho citato possa chiarire bene cosa deve fare il credente, chi è l'amico del credente e cosa deve fare il credente per lui. Lo cito di nuovo, argomentando:

“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando.” (Gv 15:12-14)

Il vero credente deve fare le cose che Yeshùa comanda per essere "amico" di Yeshùa, e quindi amico di un altro credente. Una persona che decide di aiutarne un'altra per amore, anche a rischio della propria vita, certamente dimostra di mettere in pratica l'insegnamento di Yeshùa e di essere un vero credente. Ma anche chi è aiutato deve essere un vero credente e fratello perché il credente metta a rischio la sua vita per lui. Quindi, la prima cosa è vedere se anche questa persona mette in pratica l'insegnamento di Yeshùa, dimostrando di essere un vero credente e "amico" e "degno" di essere considerato tale. Perché il credente non deve aiutare chi sceglie di non mettere in pratica gli insegnamenti di Yeshùa, e quest'ultimo deve essere libero di fare le sue scelte. Come si vede se una persona è un vero credente? Qui mi riallaccio a Mt 7:17-20:

“Ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti.”

Quindi, una persona che dice di essere credente ma non dà buoni frutti perché non mette in pratica l'insegnamento di Yeshùa, non è un vero credente, e quindi non può essere considerato amico e fratello da chi lo è.

Il vero credente deve amare l'altro credente, beninteso che quest'ultimo dia frutti buoni e metta in pratica l'insegnamento di Yeshùa; l'amore deve essere tale da sacrificare la propria vita per l'amico.

Detto questo, Jon, come amico e fratello, ti invito prima ad accertarti che le persone che ti chiedono aiuto e scegli di aiutare siano, nei fatti, veri credenti, amici e fratelli. Oppure lasciale andare per la loro strada. Ma io so che lo sai. ;) :YMHUG:
Antonio LT
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da Antonio LT »

Antonio condivido molto ciò che hai scritto perché ti sei soffermato sul rapporto tra credenti...e tra credenti e non credenti che rapporto deve esserci invece?
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bgaluppi
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da bgaluppi »

Giusta domanda, AntonioLT, ci stavo pensando proprio adesso.

Paolo dice: “Quando degli stranieri [il non credente], che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo” - Rm 2:12-16

E dice anche: “davanti a Dio non c'è favoritismo” (v.11).

Questo è quello che penso io. Se un non credente, per un suo alto senso morale e fedeltà a se stesso, mette in pratica per natura i comandamenti di Dio, tra i quali figurano anche gli insegnamenti di Yeshùa, e dimostra di amare il prossimo come se stesso, credo che debba essere considerato "amico" e fratello da parte di un credente. Nessun credente può giudicare una persona simile, poiché il credente può giudicare solo il comportamento di un altro credente; quella persona, nel giorno del giudizio, potrebbe "passare avanti" a tanti sedicenti discepoli di Cristo. :-)
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Re: Le amicizie del credente

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Lo scopo della discussione comunque era di analizzare i versetti in tema. Poi per i casi specifici ognuno tirerà le proprie conclusioni. Qui si voleva parlare in generale senza entrare nello specifico e personalmente non ho interesse ad entrare nello specifico. Analizziamo a fondo ogni versetto riportato (in parte è stato fatto) e poi cercare di capire ciò che è chiaro e ciò che si deve interpretare. E li sta al singolo credente comprendere.
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