Re: Il matrimonio secondo la Bibbia
Inviato: venerdì 25 agosto 2017, 6:23
Secondo i rabbini, ogni matrimonio giudaico includeva due atti:
Il fidanzamento: קידושין (qyddushìyn);
Il matrimonio vero e proprio: נישואין (nyssuìyn).
Il fidanzamento era praticamente equiparato al matrimonio, tanto che i due fidanzati già erano definiti marito e moglie: “Giuseppe, suo marito” (Mt 1:19). Il fidanzato era già “il signore” (אדן, adòn - cfr. Gn 18:12) della fidanzata. L’infedeltà di questa, considerata un vero adulterio, era punita con la lapidazione; la risoluzione del contratto matrimoniale si doveva attuare con una lettera di divorzio; morto il fidanzato, la fidanzata era considerata vedova. L’unica differenza tra fidanzamento e matrimonio vero e proprio stava nel fatto che, durante il fidanzamento, la fidanzata – pur essendo vincolata al già quasi marito – conviveva ancora con la propria famiglia.
Secondo i rabbini i rapporti coniugali dei fidanzati erano reputati non decorosi, sebbene non peccaminosi. Basandosi su tale fatto, diversi scrittori antichi (Ambrogio, Agostino, Tertulliano) ritengono che al momento dell’annunciazione Miryàm fosse già vera sposa di Giuseppe, in quanto non sembrerebbe logico che Dio avesse permesso una situazione considerata indecorosa. Questa ipotesi contrasta però con i dati biblici: “Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie”. - Mt 1:24.
Il matrimonio vero e proprio consisteva nel condurre a casa del fidanzato la promessa sposa che, da quel momento, avrebbe convissuto col marito. In una parabola di Yeshùa è ben descritta questa usanza: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo”; “Arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa” (Mt 25:1,10). A questo atto si riferisce Matteo quando dice che Giuseppe, dopo il sogno avuto, conformemente al comando dell’angelo, “prese con sé sua moglie”. - Mt 1:24.
Il fidanzamento: קידושין (qyddushìyn);
Il matrimonio vero e proprio: נישואין (nyssuìyn).
Il fidanzamento era praticamente equiparato al matrimonio, tanto che i due fidanzati già erano definiti marito e moglie: “Giuseppe, suo marito” (Mt 1:19). Il fidanzato era già “il signore” (אדן, adòn - cfr. Gn 18:12) della fidanzata. L’infedeltà di questa, considerata un vero adulterio, era punita con la lapidazione; la risoluzione del contratto matrimoniale si doveva attuare con una lettera di divorzio; morto il fidanzato, la fidanzata era considerata vedova. L’unica differenza tra fidanzamento e matrimonio vero e proprio stava nel fatto che, durante il fidanzamento, la fidanzata – pur essendo vincolata al già quasi marito – conviveva ancora con la propria famiglia.
Secondo i rabbini i rapporti coniugali dei fidanzati erano reputati non decorosi, sebbene non peccaminosi. Basandosi su tale fatto, diversi scrittori antichi (Ambrogio, Agostino, Tertulliano) ritengono che al momento dell’annunciazione Miryàm fosse già vera sposa di Giuseppe, in quanto non sembrerebbe logico che Dio avesse permesso una situazione considerata indecorosa. Questa ipotesi contrasta però con i dati biblici: “Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie”. - Mt 1:24.
Il matrimonio vero e proprio consisteva nel condurre a casa del fidanzato la promessa sposa che, da quel momento, avrebbe convissuto col marito. In una parabola di Yeshùa è ben descritta questa usanza: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo”; “Arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa” (Mt 25:1,10). A questo atto si riferisce Matteo quando dice che Giuseppe, dopo il sogno avuto, conformemente al comando dell’angelo, “prese con sé sua moglie”. - Mt 1:24.