Re: Il matrimonio secondo la Bibbia
Inviato: martedì 2 maggio 2017, 17:41
Vorrei aggiungere una precisazione riguardo al divorzio e chiedere a Gianni di aiutarmi a chiarire un punto che non ho ben compreso. Abbiamo alcuni versetti che è interessante esaminare e comparare:
1. “quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi” — Mt 19:6
2. “chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio” — Mt 5:32
3. “chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio” — Mt 19:9
4. “Ai coniugi poi ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito (e se si fosse separata, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito); e che il marito non mandi via la moglie.” — 1Cor 7:10,11
Nel versetto 1, Yeshùa afferma un princìpio generale e assoluto: l'uomo non ha l'autorità per separare la coppia unita da Dio. Non sono specificate ancora possibili eccezioni.
Nel versetto 2, Yeshùa insegna che, nel caso si contravvenga al principio espresso nel v. 1, si espone il proprio partner all'adulterio e, nel caso si sposi e ci si unisca con un altra persona, si commette adulterio. Ciò significa che la separazione non può essere determinata da una decisione consapevole dei due o da un atto di divorzio, per un motivo qualsiasi; i due che decidono di separarsi, sono di fatto sempre uniti agli occhi di Dio. Qui, però, viene specificata l'eccezione che consente all'uomo di poter separarsi: l'adulterio (fornicazione).
Nel versetto 3 viene ribadito il principio precedente e anche il caso eccezionale in cui l'uomo può separarsi. Qui dobbiamo chiederci: in caso di adulterio, possiamo scegliere di separarci o diventa necessario? Io propendo per la seconda opzione, per due motivi: a) la Scrittura afferma che il primo marito non può unirsi di nuovo con la ex moglie nel caso lei si sia unita ad altro uomo (Dt 24:1-4); naturalmente, ciò vale anche all'inverso. b) per deduzione logica, la separazione è di fatto già avvenuta nel momento in cui uno dei due commette adulterio unendosi con una terza persona; infatti, è scritto che “l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne" (Mt 19:5), non i tre saranno una sola carne. L'unione è ovviamente a due. Dunque, con l'adulterio, l'unione dei due è spezzata. Perché, dunque, stare insieme ad una persona che è ora unita ad un altro uomo? L'unica possibilità è, forse, che la persona della coppia che ha commesso adulterio non si sposi con il nuovo compagno e decida di tornare con colui che, legalmente, è ancora il suo coniuge. Ma qui sorge una domanda: ai fini della separazione agli occhi di Dio, vale l'atto carnale o quello legale?
Nel versetto 4, Paolo insegna “che la moglie non si separi dal marito (e se si fosse separata, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito)”; qui stiamo parlando di separazione in assenza del motivo valido (adulterio). Dunque, in caso di adulterio, questo insegnamento è ancora valido oppure decade? Se uno dei due si unisce ad un terzo solo carnalmente e non legalmente ma poi si pente e si ravvede e il suo coniuge legale decide di perdonare, possono i due tornare insieme oppure l'unione, di fatto, non sussiste più?
1. “quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi” — Mt 19:6
2. “chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio” — Mt 5:32
3. “chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio” — Mt 19:9
4. “Ai coniugi poi ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito (e se si fosse separata, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito); e che il marito non mandi via la moglie.” — 1Cor 7:10,11
Nel versetto 1, Yeshùa afferma un princìpio generale e assoluto: l'uomo non ha l'autorità per separare la coppia unita da Dio. Non sono specificate ancora possibili eccezioni.
Nel versetto 2, Yeshùa insegna che, nel caso si contravvenga al principio espresso nel v. 1, si espone il proprio partner all'adulterio e, nel caso si sposi e ci si unisca con un altra persona, si commette adulterio. Ciò significa che la separazione non può essere determinata da una decisione consapevole dei due o da un atto di divorzio, per un motivo qualsiasi; i due che decidono di separarsi, sono di fatto sempre uniti agli occhi di Dio. Qui, però, viene specificata l'eccezione che consente all'uomo di poter separarsi: l'adulterio (fornicazione).
Nel versetto 3 viene ribadito il principio precedente e anche il caso eccezionale in cui l'uomo può separarsi. Qui dobbiamo chiederci: in caso di adulterio, possiamo scegliere di separarci o diventa necessario? Io propendo per la seconda opzione, per due motivi: a) la Scrittura afferma che il primo marito non può unirsi di nuovo con la ex moglie nel caso lei si sia unita ad altro uomo (Dt 24:1-4); naturalmente, ciò vale anche all'inverso. b) per deduzione logica, la separazione è di fatto già avvenuta nel momento in cui uno dei due commette adulterio unendosi con una terza persona; infatti, è scritto che “l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne" (Mt 19:5), non i tre saranno una sola carne. L'unione è ovviamente a due. Dunque, con l'adulterio, l'unione dei due è spezzata. Perché, dunque, stare insieme ad una persona che è ora unita ad un altro uomo? L'unica possibilità è, forse, che la persona della coppia che ha commesso adulterio non si sposi con il nuovo compagno e decida di tornare con colui che, legalmente, è ancora il suo coniuge. Ma qui sorge una domanda: ai fini della separazione agli occhi di Dio, vale l'atto carnale o quello legale?
Nel versetto 4, Paolo insegna “che la moglie non si separi dal marito (e se si fosse separata, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito)”; qui stiamo parlando di separazione in assenza del motivo valido (adulterio). Dunque, in caso di adulterio, questo insegnamento è ancora valido oppure decade? Se uno dei due si unisce ad un terzo solo carnalmente e non legalmente ma poi si pente e si ravvede e il suo coniuge legale decide di perdonare, possono i due tornare insieme oppure l'unione, di fatto, non sussiste più?