Domanda...

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Giorgia
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Domanda...

Messaggio da Giorgia »

Stavo riflettendo sul popolo ebraico e mi è sorta una domanda...
Che differenza c'è tra ebreo e israelita o israeliano?

I due termini sono sinonimi, oppure hanno un diverso significato?

Ho notato per esempio che fino ad ora gli ebrei che ho conosciuto si sono presentati come ebrei... C'è un motivo per questa scelta o è solo il termine più usato?

Perdonate la mia ignoranza, ma questa cosa mi ha incuriosita!

Grazie a chi vorrà rispondermi!
stella
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Re: Domanda...

Messaggio da stella »

GIORGIA BUON GIORNO ... :-)

Sicuramente qui alcuni ne sapranno piu' di me' ,ma ti do la mia ''versione''..
EBREO SI NASCE :-) ...

ISRAELITA NO ...''si e' per cittadinanza'' cittadinanza riconosciuta dallo stato .In israele ci vivono arabi musulmani cristiani ..ecc..ecc. tutti cittadini israeliani ...ma non ebrei ''giudei''.. molti ebrei ad esempio non sono israeliani ,,''non so se mi sono spiegata'' ...anche io prima di recarmi in israele ed aver avuto guide ...di religioni diverse ,ma di uguale cittadinanza avevo confusione .. ;)
l'ultima guida due anni fa era di nazionalita' israeliana ,ma arabo e non ebreo .... ''devo dire che e' stato anche interessante dopo due guide ebraiche ...abbiamo appreso e visitato altro ...
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
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Gianni
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Re: Domanda...

Messaggio da Gianni »

Buongiorno, Giorgia. Il più qualificato a rispondere alla tua domanda è il nostro caro Noiman, che è ebreo. In attesa che lo faccia, do la mia risposta.

Innanzitutto va detto che il popolo di Dio (il popolo ebraico) non fu scelto tra altri popoli. Non esisteva, infatti, un popolo ebraico tra i vari popoli antichi (egizi, ittiti, cananei, eccetera) tra cui scegliere. Dio non è parziale.
Piuttosto, Dio si formò il suo proprio popolo traendolo da una singola persona di grande fede: Abraamo. È dalla sua discendenza tramite Isacco e Giacobbe che Dio trasse il suo popolo. A Giacobbe, nipote di Abraamo, fu cambiato il nome in Israele e i suoi dodici figli divennero i capostipiti delle dodici tribù ebraiche. Ecco quindi il nome “israeliti”.

“Quando Abramo ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: ‘Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza e sii integro; e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente’. Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: ‘Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni. Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan [la Palestina], in possesso perenne; e sarò loro Dio”. – Gn 17:1-8.

Sono i discendenti di Abraamo che passano per Isacco ad essere chiamati ebrei. La prima volta che compare nella Bibbia, il nome “ebreo” è applicato proprio ad Abraamo: “Abramo, l'Ebreo [עִבְרִי (ivrý)]” (Gn 14:13). Il nome deriva da Eber (עֵבֶר, Èber), pronipote di Sem e antenato di Abraamo (Gn 11:10-26). Nella nuova umanità iniziata con Noè, la progenie profetizzata da Dio in Gn 3:15 passa per Sem (Gn 9:26; qui Dio viene chiamato “Dio di Sem”) ed Eber è anello di congiunzione fra Sem e Abraamo. Gli eberiti o ebrei con cui la progenie benedetta di Gn 3:15 continua furono gli israeliti, tanto che Dio è definito “il Dio degli Ebrei”. – Es 3:18.

C’è poi un periodo storico in cui il nome “israelita” assume un senso particolare. Alla morte del grande re salomone la nazione si divise in due regni: il Regno di Giuda e il Regno di Israele. In quel periodo i nomi “giudei” ed “israeliti” fanno riferimento ai due regni contrapposti. Tutti erano ebrei, ma divisi in giudei e israeliti.
Dopo l’esilio babilonese i giudei tornarono nella loro patria, in Palestina. Gli israeliti invece non rientrarono mai dal loro esilio assiro; essi furono dispersi per il mondo e si mischiarono ad altre popolazioni, perdendo la loro identità.
Dopo quel periodo storico, non esistendo più i due Regni separati, gli unici ebrei erano quelli palestinesi ovvero i giudei. Ad essi poté essere quindi applicato di nuovo il termine “israeliti”.

L’apostolo Paolo non contraddice la storia affermando di sé: “Sono Ebrei? Lo sono anch'io. Sono Israeliti? Lo sono anch'io. Sono discendenza d'Abraamo? Lo sono anch'io” (2Cor 11:22). Egli era ebreo, “della razza d'Israele” (Flp 3:4,5), israelita, dato che gli israeliti come nazione erano suoi “fratelli”, suoi “parenti secondo la carne”, “cioè gli Israeliti, ai quali appartengono l'adozione, la gloria, i patti, la legislazione, il servizio sacro e le promesse; ai quali appartengono i padri” (Rm 9:3-5). Come nazione, anche i giudei sono israeliti, sebbene storicamente si debba distinguere.

E oggi? Oggigiorno gli ebrei sono i discendenti dei giudei. Oggi tutti gli ebrei sono giudei. Ma, come spiegato, sono anche israeliti.
Per la maggior parte gli ebrei (israeliti e giudei) abitano oggi nella loro antica terra, la Palestina, lo stato di Israele. I cittadini di quello stato sono gli israeliani.

Ci sarebbe altro da dire, sia sulla assurda pretesa araba di essere chiamati palestinesi e sia sui discendenti degli antichi israeliti dispersi, che - secondo la promessa di Dio - devono riunirsi ai loro fratelli per godere delle grandi benedizioni che Dio ha il serbo per il suo popolo, che Lui ama per l'eternità.
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Giorgia
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Re: Domanda...

Messaggio da Giorgia »

Grazie mille Stella e Gianni, ora mi è chiaro! :YMHUG:
stella
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Re: Domanda...

Messaggio da stella »

:-) grazie a Gianni anche io ho appreso di piu' ... ;)
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
noiman
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Re: Domanda...

Messaggio da noiman »

Ottima l’analisi di Gianni su “ever”, provo ad aggiungere qualche osservazione, ovviamente secondo la tradizione del midrash e della misnàh.
Rivediamo l’insieme, traendo spunto dalla scrittura:

A Ever nacquero due figli, il primo ebbe il nome Pèleg poiché al suo tempo la divisione degli abitatori della terra”(Bereshit-Noàch 10/25) (genesi).
Rashi commenta questo passo: “ Fu divisa la terra, le lingue furono confuse, e gli uomini furono dispersi dalla pianura di Shine’ ar e divisi in tutto il mondo. Noi apprendiamo da tutto ciò che Ever era un profeta, perché egli diede a suo figlio un nome che prefigurava gli avvenimenti futuri? Impariamo dal Seder ‘Olam che la dispersione avvenne alla fine dei giorni di Peleg [ פלג Peleg significa divisione ], non si può infatti sostenere che la dispersione sia avvenuta all’inizio dei suoi giorni, perché Yoqtan , suo fratello più giovane, aveva già generato parecchie famiglie prima di essa; è scritto infatti :”Yoqtan generò ‘Almolad [….] e solo dopo la “Tutta la terra aveva una sola lingua”. Ne si può sostenere che la dispersione avvenne a metà dei suoi giorni, perché la Scrittura non lascia nulla nel vago, ma indica ogni cosa con chiarezza. Perciò, se ne deduce che la dispersione avvenne nell’anno stesso della morte di Peleg” ( Rashi- commento alla genesi).

Troviamo stupefacente che i nomi di questi discendenti di Noàch attraverso i loro nomi conservino proprietà semantiche così specifiche, erano forse i tempi che la lingua del Santo permetteva l’azione della parola attraverso i suoi significati e le proprietà del nome, oggi è solo più convenzione e fonetica.
Siamo alla fine di un periodo speciale, in cui i cieli si incontrano con la terra attraverso i segni, subito dopo ci sarà la confusione delle lingue e i significati e i suoni delle parole perderanno ogni effetto evocativo, il suono e la sua specificità sarà ingarbugliato e il dono del suo effetto ritirato forse per sempre dal Santo e relegato nei cieli.
Sempre il Bereshit Rabbà offre una splendida interpretazione di questa ipotesi: “Gli antichi, poiché conoscevano le loro genealogie derivavano i loro nomi dagli avvenimenti dei loro giorni. Ma noi, che non conosciamo la nostra genealogia, deriviamo i nostri nomi dai nomi dei nostri padri. [….] , gli antichi, poiché godevano dell’assistenza dell’ispirazione divina, derivavano i loro nomi dagli avvenimenti che sarebbero capitati durante la loro vita. Ma noi non ne godiamo , deriviamo i nostri nomi dai nomi dei nostri padri, [….] ‘Eber era un grande profeta, poiché derivava il nome dei suoi figli da un avvenimento futuro”. Bereshit Rabbà XXXVII 7) , (il riferimento è che egli diede il nome a Pèleg, molto prima della separazione delle lingue).
Il verbo ebraico לעבור “la’avor” è comunemente traducibile come, “passare” cioè da un luogo passare in un altro. Dalla radice עבר possiamo anche trarre attraverso il suo sviluppo che essere עברית ivrit significa anche rappresentare “colui che è passato oltre”. La separazione con il mondo precedente che viene sancita attraverso la mizvà della milàh
Ora vi rispondo sui significati e la differenza tra israelita e ebreo.
Nella lunga e travagliata storia della diaspora ebraica il termine israelita era usato per definire il popolo ebraico fuori da Erez Israel , ho una decina di libri dal titolo: preghiere per un cuore israelita, l’anima israelita, ecc.
Questa definizione andava bene finché dopo la nascita dello stato di Israele qualcuno pensò bene che era necessario fare una distinzione tra le due esistenze ebraiche nel mondo, da una parte la diaspora e dall’altra parte uno stato.
Ricordo le infinite discussioni nella UCEI (unione comunità ebraiche italiane) su questo argomento, anche la parte conflittuale di chi si opponeva a questo cambiamento ritenendolo una specie di tradimento.
Alla fine si concluse per il cambiamento e la sostituzione della parola israelita con ebraica. Furono modificati i titoli di scuole, case di riposo, enti e gruppi di studio e ricerca.
Shalom
Noiman
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bgaluppi
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Re: Domanda...

Messaggio da bgaluppi »

Felice di rileggerti, caro Noiman! Oggi viviamo nell'assenza del potere della parola. Non ci rendiamo conto cosa significhi far uscire dalla nostra bocca dei suoni che hanno un senso compiuto. Figurarsi i nomi... La parola non ha piú un significato intrinseco, una potenza che ci ispira; oggi si apre bocca e gli si da' fiato. Anche nella preghiera, quante parole sprecate! E quanto poco ci soffermiamo a meditare sul potere di ogni parola che proferiamo... E pensare che il Signore creò l'universo con la Sua parola... :-)
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Israel75
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Re: Domanda...

Messaggio da Israel75 »

Gli Ebrei o Giudei sono le 2 tribù rimaste nel regno omonimo prima della diaspora babilonese, dopo il 3° e ultimo vero regnante Salomone. (Vedi libri dei Re)

Gli Israeliti sono le altre 10 tribù che si dispersero ai 4 cantoni della terra.
Anche un eschimese che pianta la fiocina nella foca in questo momento per mangiare potrebbe per ex. avere sangue Israelita. :-) :-) :-)

La distinzione è storicamente doverosa, infatti troppe volte le 2 tribù parlano per tutte e 12 tralasciando le altre 10; sminuendo spesso (non sempre) il ruolo di Gesù che infatti venne per radunarle diffondendo la Parola tramite gli apostoli. Non scribi , non Farisei , non dottori dellla Legge. Ma semplici apostoli , Paolo e Luca evangelista compresi.
:YMHUG:
Ultima modifica di Israel75 il mercoledì 30 marzo 2016, 21:49, modificato 1 volta in totale.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Gianni
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Re: Domanda...

Messaggio da Gianni »

Felicissimo di rileggerti, Noiman! Grazie per le tue come sempre importanti precisazioni. :-)
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Giorgia
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Re: Domanda...

Messaggio da Giorgia »

Ancora grazie, non pensavo di poter imparare tanto da una semplice curiosità! Noiman, ti va di approfondire il discorso dei nomi e della parola creatrice? Mi interessa tantissimo come argomento!
:YMHUG:
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