La vera Chiesa

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bgaluppi
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da bgaluppi »

Vittorio:

Τοῦτο τὸ ποτήριον ἡ καινὴ διαθήκη ἐν τῷ αἵματί μου, τὸ ὑπὲρ ὑμῶν ἐκχυννόμενον.

In realtà il testo non dice né “è” né “rappresenta”. Il calice è il sacrificio, non il bicchiere col vino dentro. Quindi, secondo la tua logica, bisognerebbe possedere il "santo graal" e bere da esso per entrare nel patto rinnovato, ossia quell'esatto calice e non uno qualunque. Poiché il testo dice "questo calice"... ;)

Il verbo ἐκχυννόμενον (echynnòmenon) è il participio presente di ἐκχέω (ekchèo), che significa versare. Ma il versamento del sangue non può avvenire nel presente, poiché di fatto avviene nel futuro, precisamente il giorno dopo o, secondo l'usanza ebraica, al termine di quel giorno di Parasceve. Quel participio presente indica l'ineluttabilità del sacrificio, significa che è già successo poiché cosí deve avvenire secondo la volontà di Dio: "non berrò forse il calice che il Padre mi ha dato?" (Gv 18:11). Qui, Yeshua dice che lo berrà, non che lo ha già bevuto... E non lo berrà da una coppa, ma venendo inchiodato ad un palo (o croce).
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

L'interlineare del testo greco di Lc 22,20, dovrebbe essere, quindi:

"Questo calice la nuova alleanza in il sangue di me, quello per voi versante".

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bgaluppi
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da bgaluppi »

Si, o meglio

Questo calice (è) il nuovo patto nel sangue di me, che per voi (è) essente versato.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Che Gesù si riferisse al contenuto del calice, Antonio, e non al calice stesso è spiegato chiaramente in altri brani neotestamentari come Mt 20,23: "Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato»", per citarne solo uno. Quindi Gesù sta dicendo che il contenuto del calice, cioè il vino, costituisce il nuovo patto, la nuova alleanza nel sangue. Inoltre, come tu stesso hai tradotto "essente versato" , il sangue si sta versando nel presente, non nel futuro. La cosa più logica, a questo punto, considerata anche la traduzione interlineare che tu stesso hai fatto, è pensare che il versamento di sangue sta avvenendo mentre Gesù dice quelle parole. Se consideriamo che l'ultima cena ha chiaramente un significato di memoriale ebraico pasquale, di "zikkairon", ovvero di ripresentazione degli avvenimenti come se avvenissero ora, è chiaro che l'ultima cena è il sacrificio di Gesù come agnello pasquale, in cui il sangue deve essere vero sangue perché ci si una vera vittima, non solo sangue simbolico. Altrimenti avremmo solo il simbolo di un sacrificio e non un vero sacrificio che, come dicono le parole di Gesù, si sta compiendo in quel preciso momento.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

In quel preciso momento? Con Yeshùa ancora vivo? Ma quanti sacrifici ci sono, allora?
Le parole "fate questo in ricordo di me" fanno riferimento al memoriale istituito in quel momento, non ad un sacrificio che non poteva esserci.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Gianni, quante volte si verifica pesach? Una sola volta gli ebrei sono usciti dall'Egitto o escono tante volte, tutti gli anni? Come pesach non è solo un ricordo, è certamente anche un ricordo, ma è soprattutto un rivivere quell'uscita dall'Egitto da parte di ogni ebreo, così il sacrificio di Gesù si compie una sola volta, ma si rivive ogni volta, si ri-presenta ogni volta nel rito.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Giusto, Vittorio. Giustissimo. Per la Cena del Signore è lo stesso. Si tratta di un rivivere. Nell'ultima cena ci fu l'istituzione del memoriale, non il sacrificio, che avvenne il dì seguente sulla croce. Yeshùa potè istituirlo solo quella sera, ovviamente.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Se sei d'accordo con me, Gianni, sul fatto che Pesach sia la ripresentazione degli avvenimenti accaduti in passato al popolo ebraico, quando uscirono dall'Egitto, ovvero il rivivere durante la celebrazione rituale quegli avvenimenti, come se si fosse presenti, dovresti essere d'accordo con me anche sul resto. Le parole di Gesù sono chiare, indicano un sacrificio presente, non futuro, questo significa che il sacrificio della Croce, che di lì a poco sarebbe avvenuto, non solo è profetizzato, ma reso presente. Questo significa che il rito istituito nella Cena, esattamente come la Pasqua ebraica, si colloca fuori dal tempo, porta il fedele nel tempo divino. Se il sacrificio di Gesù è presente nel momento in cui egli dice "questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue versato", il sangue deve realmente essere versato, proprio in quel momento, non successivamente. Da questo discende l'ovvia conclusione che il vino non è più vino, anche se ne ha le apparenze, ma è diventato sangue.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Vittorio, continui a trascurare il fatto che mentre Yeshùa istituiva il memoriale - che tale era e tale rimane - il suo sangue scorreva nelle sue vene.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Tu ragioni da occidentale, Gianni, ma un ebreo dell'epoca biblica non avrebbe detto che siccome il sangue di Gesù stava scorrendo nelle sue vene, non avrebbe potuto essere presente nel calice. Esattamente come noi occidentali non possiamo pensare che avvenimenti passati, come uscire dall'Egitto, possano essere non solo ricordati, ma addirittura essere resi di nuovo presenti. Sappiamo che per un ebreo non è così. Se il Maestro dice: "questo è il mio sangue", il discepolo si fida della parola del maestro, anche se è dura da capire, come ci testimonia Giovanni al capitolo 6 del suo vangelo: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". Il vero discepolo non scappa, si ferma con il Maestro, perché solo lui ha parole di vita eterna.
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