il sabato è sabato

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Gianni
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Gianni »

Premesso che concordo con quanto hanno scritto Naza e Antonio, mi pare futile discutere su certi cavilli che vengono creati solo dalla scarsa comprensione del testo biblico e che vanno contro il buon senso.

Ad esempio, quali orari adottare per osservare il sabato? Quelli stabiliti dalla Scrittura, ovviamente. Il giorno biblico inizia con la prima oscurità dopo il tramonto e termina 24 ore dopo. Il sabato non fa eccezione. Quale fuso orario seguire? Nessuno: basta l’osservazione locale. Nell’antica Palestina non avevano orologi, ma sapevano con certezza che quando il sole tramontava iniziava un nuovo giorno. Ciò era valido nel sud della Palestina come nel nord, ed era valido anche a Damasco, ad Atene o in Egitto, se un ebreo viveva lì. Oggi possiamo avvalerci di tabelle astronomiche precisissime e calcolare in anticipo quando inizierà un certo sabato tra dieci anni a Canicattì e dovunque (basta conoscere latitudine e longitudine), ma il concetto è identico a quello antico.

Quale giorno? In verità, non sappiamo bene neppure che in anno siamo. Diciamo 2017 per convenzione, ma di certo è sbagliato, perché dovrebbe essere 2017 dopo Cristo, ma Yeshùa nacque alcuni anni prima. Meglio dire allora 2017 dell’Era Volgare, che è sempre comunque per convenzione. Nel corso dei millenni i calendari sono cambiati. La verità è che non sappiamo davvero in che anno ci troviamo, ma di una cosa siamo certissimi: quando arriva il sabato è davvero sabato. E sapete perché? Perché gli ebrei lo hanno sempre osservato e grazie a loro il conteggio non è mai stato perso.

Dio si riposò il settimo giorno? Questa espressione fa parte dell’antropomorfismo biblico che concretamente ci rende Dio più reale e vicino. “Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca” (Is 40:28). Dire che Dio si riposò perché era stanco è, oltre che blasfemo, da sciocchi.

Dio ha bisogno che noi riposiamo di sabato? Soddisfa qualche sua velleità? Anche questo pseudo-ragionamento è da sciocchi. È anche molto superficiale. Dio non ha bisogno proprio di nulla. Il sabato è un dono immenso d’amore, perché Egli ci concede di entrare nel suo tempo sacro. Di sabato entriamo nel fuso orario di Dio. È tempo sacro, dobbiamo toglierci i calzari della quotidianità come fece Mosè quando entrò nel suolo sacro del rovo ardente.

Un giorno di riposo vale l’altro? Possiamo stabilirlo noi a piacere? Sì, se si vuole fare come pare e piace. Si può perfino costruire una statua di gesso, abbellirla e inginocchiarvisi davanti per pregarla. Si chiama idolatria e paganesimo. Si può portare il sabato alla domenica, e si chiama religione apostata. Si può portare il sabato al venerdì, e si chiama brutta scopiazzatura maomettana del sabato. Si può portarlo ad altri giorni, e si chiama religione fai-da-te per scimuniti.

La questione alla fine è una sola e una soltanto: ubbidire al Comandamento o disubbidire?
Elena-M
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Elena-M »

"La verità è che non sappiamo davvero in che anno ci troviamo, ma di una cosa siamo certissimi: quando arriva il sabato è davvero sabato. E sapete perché? Perché gli ebrei lo hanno sempre osservato e grazie a loro il conteggio non è mai stato perso."
Gianni vorrei chiederti gli ebrei da dove sono partiti?il primo sabato dovrebbe essere stato quello con adamo...da adamo in poi siamo certi che fu sempre ricordato?

Bgaluppi per quanto riguarda esodo è vero hai riportato tutto il comandamento ma hai sottolineato una parte e non quella a cui per esempio faccio riferimento io che parla di non far lavorare nemmeno chi ci sta attorno...quindi va seguito tutto o no?

Ora faccio un esempio con esodo 31

12 Il Signore disse a Mosè: 13 «Quanto a te, parla agli Israeliti e riferisci loro: In tutto dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore che vi santifica. 14 Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo. Chi lo profanerà sarà messo a morte; chiunque in quel giorno farà qualche lavoro, sarà eliminato dal suo popolo. 15 Durante sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro di sabato sarà messo a morte. 16Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un'alleanza perenne.17 Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato».
Ora Bgaluppi in base a ciò che ho evidenziato te cosa ne deduci?
France
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da France »

Esodo 16:
23 Ed egli disse loro: «Questo è quello che ha detto il SIGNORE: "Domani è un giorno solenne di riposo: un sabato sacro al SIGNORE; fate cuocere oggi quello che avete da cuocere, e fate bollire quello che avete da bollire; tutto quel che vi avanza, riponetelo e conservatelo fino a domani"». 24 Essi dunque lo misero da parte fino all'indomani, come Mosè aveva ordinato, e quello non imputridì e non fu infestato dai vermi. 25 Mosè disse: «Mangiatelo oggi, perché oggi è il sabato sacro al SIGNORE; oggi non ne troverete nei campi. 26 Raccoglietene durante sei giorni; ma il settimo giorno è il sabato; in quel giorno non ve ne sarà».

Non c'e' bisogno di risalire fino ad Adamo, il Signore ha mantenuto il conto e nel deserto lo ha ricordato agli israeliti.
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Daminagor
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Daminagor »

Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo.
Questo spiega praticamente tutto con quel "dovete". Il sabato è uno degli ordini divini nella Scrittura e su questo non c'è tanto da disquisire. Come Antonio ha detto, esiste la libertà di scelta su cosa osservare e come farlo...sta alla singola coscienza.
Dio si riposò il settimo giorno? Questa espressione fa parte dell’antropomorfismo biblico che concretamente ci rende Dio più reale e vicino
Questo antropomorfismo biblico è stato voluto da Dio o è derivato dall'umano scrittore?
Chi lo profanerà sarà messo a morte
Qua resto leggermente perplesso. Se la ragione vera del sabato non è perchè Dio si è davvero riposato in quel giorno (Dio non riposa) allora qual'è la sua vera utilità/origine? Non fraintendetemi, lungi da me voler porre una critica alla Scrittura; mi viene però spontaneo fare un confronto tra questo e gli altri comandamenti (e le mitzvot). La maggior parte dei precetti dati agli ebrei era di estrema utilità pratica (da qui la mia idea di un'origine più umana che divina, ma è solo un'opinione), ad esempio quello relativo al cibarsi di sangue, al non uccidere, ecc.. ma addirittura arrivare a mettere a morte chi lavora di sabato...perchè? Da una parte Dio dice di santificare la vita, consegna all'uomo centinaia di norme per difenderla, comanda di non uccidere, insegna precetti igenici e pratici, tutti volti a far vivere bene e a lungo l'uomo...ma dice di ammazzarlo se lavora in un giorno specifico. :-?
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bgaluppi
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da bgaluppi »

Cara Elena, tu fai domande senza prima indagare da sola, pretendendo esegesi e spiegazioni immediate. Prova prima a cercare da sola le risposte, e, se non le trovi, fai le tue domande. Evita di giungere a conclusioni affrettate, dimostrando solo scarsa conoscenza. Questo è solo un consiglio, che ti può essere utile se ti interessa imparare dalla Scrittura in modo corretto. È come se io andassi da un astrofisico con grande sicurezza e spavalderia e gli dicessi: "io vedo il sole che si muove, quindi ne deduco che è il sole a muoversi intorno alla terra".
Gianni vorrei chiederti gli ebrei da dove sono partiti?il primo sabato dovrebbe essere stato quello con adamo...da adamo in poi siamo certi che fu sempre ricordato?
Il sabato fu creato da Dio nel settimo giorno. La Scrittura afferma che “Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza. Dio guardò la terra; ed ecco, era corrotta, poiché tutti erano diventati corrotti sulla terra.” (Gn 6:11,12). Se ne deduce che gli uomini non osservavano l'insegnamento di Dio, riposo incluso. Comunque, la Bibbia non parla di osservanza del riposo in termini di comandamento prima di Esodo; afferma solamente il principio della santità del riposo nel settimo giorno. Israel non era ancora nato e, se rileggi bene Gianni, lui parla precisamente degli ebrei, non degli uomini prima del diluvio. Per sapere quando nasce Israele, come e da chi, cerca sulla Bibbia il termine Israele e vedi quando compare la prima volta; poi vai a ritroso e scoprirai come nasce Israele.

Come France fa notare, il sabato fu certamente ricordato al popolo di Israele quando Dio lo liberò dalla schiavitù in Egitto (Es 16:25). E fu ricordato in seguito (Lv 4:8; Nm 28:9). Fu Dio a farlo, quindi possiamo star certi che era il giorno giusto. ;) Israele ha osservato il sabato sin da allora, di generazione in generazione, come comandato da Dio.
Bgaluppi per quanto riguarda esodo è vero hai riportato tutto il comandamento ma hai sottolineato una parte e non quella a cui per esempio faccio riferimento io che parla di non far lavorare nemmeno chi ci sta attorno...quindi va seguito tutto o no?
Che dice la Scrittura? Dice forse che va osservato a metà? Dunque, la risposta mi pare scontata. Ovviamente, se non abbiamo terra, servi e animali, non dovremo preoccuparci di queste cose. Io ho una figlia, e le insegnerò ad osservare il sabato quando sarà pronta a comprenderne il significato. Già adesso lei sa che il sabato è giorno di riposo, ma non capisce cosa vuol dire; quando sarà grande abbastanza, se vorrà, inizierà a farsi domande. Lo sto insegnando anche a mia moglie, che non è credente (lo è "a modo suo"); poi, se lo osserveranno, sarà una loro scelta (non posso certo legarle ad una sedia in giorno di sabato). Non ho animali, né servi. La Scrittura dà indicazioni precise, in un momento storico preciso e ad un popolo specifico; e il buon senso ci guida su come osservare il sabato oggi applicando al meglio quelle indicazioni scritte, non inventandone di nuove. Leggiti anche i Vangeli, e scoprirai in che modo Yeshùa e gli apostoli osservavano il sabato. Il motivo per cui il comandamento insegna che il sabato devono osservarlo anche i nostri servi e il nostro bestiame, è perché allora la società istaelita era costituita in un modo specifico; è ovvio che oggi un israelita che non ha servi né bestiame non dovrà certo asservire qualcuno e procurarsi bestiame per poter osservare il comandamento alla lettera! Lo stesso vale per noi. Ma se io ho una persona che mi aiuta a pulire casa, non la chiamerò a lavorare di sabato; e se ho una fattoria, non farò lavorare i buoi in giorno di sabato. Oltretutto, oggi nelle fattorie si utilizzano i trattori, non i buoi!

Nei versetti di Es 31 Dio, tramite Mosè, si rivolge agli Israeliti, che sono il Suo popolo. Avrebbe forse dovuto rivolgersi agli egiziani idolatri? O ai babilonesi? Dio si costituisce un Suo popolo per far sí che una parte dell'umanità osservi il Suo insegnamento, cammini sulle Sue vie, e diventi "luce delle nazioni". Ma i Suoi insegnamenti sono validi per ogni uomo, visto che Dio è il Creatore di tutti gli uomini. Nel mondo antico, in preda alla corruzione e all'idolatria, Dio costituisce e istruisce il Suo popolo, che cresce e guida nel corso dei millenni come una madre farebbe con un figlio. Israele, nato per volontà di Dio da un singolo uomo non ebreo (Abraamo), è divenuto luce delle nazioni, poiché ogni uomo, oggi, può imparare e mettere in pratica l'insegnamento divino che è stato preservato nei millenni sotto forma di testo scritto. Dio, grazie a Israele, oggi parla ad ogni uomo.

Successivamente, già in Is 56:6,7, è scritto: “gli stranieri che si saranno uniti al Signore per servirlo, per amare il nome del Signore, per essere suoi servi, tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi dal profanarlo e si atterranno al mio patto, io li condurrò sul mio monte santo e li rallegrerò nella mia casa di preghiera; i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di preghiera per tutti i popoli.”

Tutti quelli..., non solo gli israeliti. Anche gli stranieri (i non-ebrei) che scelgono di servire Dio. Dio è immutabile, e lo è anche il Suo insegnamento; è il mondo che cambia. Noi, che viviamo nel mondo, dobbiamo scegliere se seguire i cambiamenti del mondo oppure l'insegnamento immutabile di Dio. È naturale che Dio conosce bene le difficoltà che originano dai cambiamenti della società e del modo di pensare a seconda dei periodi storici. Di nuovo, occore buon senso. Il buon senso ci dice che il Dio perfetto non è un dittatore col taccuino in mano che si segna ogni minimo sgarro che un uomo fa, oggi, rispetto alla Sua legge, trasmessa migliaia di anni fa ad un popolo antico e in un mondo profondamente diverso da quello di oggi. Ma quella legge non cambia oggi, piuttosto se ne comprendono aspetti profondi (grazie a Yeshùa) che al tempo di Mosè non si era in grado di comprendere. Ecco, dunque, che Yeshùa mostra un modo "diverso" di osservare il sabato rispetto alla tradizione; ma è il suo modo di osservarlo ad essere diverso, o piuttosto erano gli uomini che non avevano ancora compreso pienamente il giusto modo? Yeshùa sostiene la seconda ipotesi. Ma sempre di osservanza si parla, e di astensione dal lavoro innanzi tutto, perché il comandamento è immutabile. Siamo noi a doverlo comprendere pienamente, nel tempo, e a trovare il modo di osservarlo, se lo vogliamo. E, se lo vogliamo, lo osserveremo pienamente, come molti fanno. Oppure ci arrenderemo e dichiareremo: "il mondo è più forte di me e di Dio, per cui seguo il mondo e i suoi costumi".
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bgaluppi
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Daminagor.
Se la ragione vera del sabato non è perchè Dio si è davvero riposato in quel giorno (Dio non riposa) allora qual'è la sua vera utilità/origine?
La ragione per me sta nel fatto che Dio ci dà l'opportunità di vivere momenti di santità in un mondo che non è santo. La disobbedienza ha trascinato il mondo e l'uomo in una condizione che non è quella che Dio progetta per noi. In questa condizione, saremmo spacciati se non avessimo l'insegnamento di Dio, che ci guida. Con il settimo giorno, Dio ci offre una tregua dalla nostra condizione attuale, e ci fa entrare in una dimensione più vicina a Lui. Il riposo è per lo spirito, non tanto per il corpo. Il corpo si riposa ogni giorno quando dormiamo, ma lo spirito è continuamente condizionato dal mondo che ci circonda e dal subcosciente, anche durante il sonno. Distaccandoci dal mondo, dalle nostre questioni, dalle faccende pratiche quotidiane, dalle attività lavorative, ed entrando in una dimensione totalmente dedicata al Creatore, il nostro spirito esperimenta qualcosa di santo, di "separato" dal mondo e "simile" a Dio (vedi commento sul significato di "santo", http://www.biblistica.eu/phpbb/posting. ... 88#pr45895" onclick="window.open(this.href);return false;).
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Antonino
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Antonino »

bgaluppi ha scritto:La ragione per me sta nel fatto che Dio ci dà l'opportunità di vivere momenti di santità in un mondo che non è santo.
Or mentre i figliuoli d'Israele erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva delle legna in giorno di sabato. Quelli che l'aveano trovato a raccogliere le legna lo menarono a Mosè, ad Aaronne e a tutta la raunanza. E lo misero in prigione, perché non era ancora stato stabilito che cosa gli si dovesse fare. E l'Eterno disse a Mosè: 'Quell'uomo dev'esser messo a morte; tutta la raunanza lo lapiderà fuori del campo'. (Numeri 15:32-35)

Scusate non voglio mancare di rispetto a nessuno... Ma non credo che sia stato dio a decidere di mettere a morte quel tizio perché stava raccogliendo legna di sabato...
Se come avete detto diverse volte il sabato è per l'uomo e a dio non entra ed esce nulla. per quale motivo il dio della bibbia avrebbe comandato di uccidere una sua creatura per qualcosa di cui lui non ha nessun tornaconto?
Chi ha comandato e scritto di uccidere l'uomo di cui i versi ci parlano?
Dio? L'uomo?
Dove sta l'ispirazione divina in questi versi?
Quale insegnamento si può trarre da questa storia, se non altro una sorta di imposizione fondata sul terrore di essere messi a morte?

Questa tipologia di racconti, poteva far presa sulle popolazioni di quel tempo. Sinceramente questo tipo di "dio" senza voler scandalizzare nessuno, mi fa sorridere perché lo ritengo un mezzo con il quale i conduttori di quel tempo tenevano in pugno sotto il loro comando le moltitudini...
Certo ad oggi non è cambiato molto!
Nessuno si ritenga offeso, questa è l'esternazione semplice e spontanea del mio pensiero... Se il "dio" della bibbia si ritiene "offeso" decreti ciò che ritiene giusto... Ma non lo faccia attraverso l'uomo perché manderei l'emissario a calci nel sedere dritto a casa... Lo faccia di sua voce, direttamente...
Troppo facile per l'uomo investirsi di volontà divina e macellare esseri umani senza alcun rispetto, senza nessun ritegno [-X [-X [-X [-X
Lascio agli altri la convinzione di essere migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare!
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Gianni
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da Gianni »

Cara Elena, molto interessante la tua domanda: gli ebrei da dove sono partiti nel conteggio del sabato?

Ti ha risposto France. Durante la schiavitù egiziana gli ebrei non poterono osservare il sabato e ne persero perfino il conteggio. Ma dopo la loro liberazione, nel deserto, un certo giorno fu detto loro: “Domani è un giorno solenne di riposo: un sabato sacro al Signore” (Es 16:23). Da quella volta il conteggio non fu più perso.

Daminagor, l’antropomorfismo è certamente dovuto al pensiero concreto ebraico, e Dio stesso lo usa per farsi capire. Possiamo trovare anche giustificazioni logiche per capire il perché di un riposo dopo un ciclo di sei giorni (ad esempio, in Unione Sovietica tentarono di inserire una settimane di dieci giorni, ma fallì miseramente), tuttavia la motivazione è che è voluto da Dio. L’Altissimo non si è ovviamente riposato fisicamente, ma di fatto ha creato il sabato. In che modo? Smettendo in quel giorno di creare. Per il resto ti ha risposto molto bene Antonio.
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bgaluppi
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da bgaluppi »

Antonino, sull'uomo che raccoglieva la legna in giorno di sabato ne ho parlato con l'utente ebreo Besasea qui:

http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 490#p43726" onclick="window.open(this.href);return false;

Aggiungo considerazioni personali su quell'episodio. Accadde realmente o è una parabola? Perché è l'unico episodio della Scrittura in cui si descrive un avvenimento di quel tipo. A me pare una parabola che trasmette un insegnamento: chi viola il sabato sarà messo a morte, o tagliato dal popolo di Dio. Forse, morire ed essere tagliati dal popolo di Dio significano la stessa cosa? E cosa significano veramente? Morte fisica o qualcos'altro? “Osserverete dunque il sabato perché è un giorno santo per voi. Chiunque lo profanerà sarà messo a morte. Chiunque farà in esso qualche lavoro sarà eliminato dal suo popolo.” (Es 31:14). A parte tutto, econdo la tradizione la morte per violazione del sabato doveva essere inflitta solo se esistevano testimoni e se il colpevole aveva prima ricevuto un avvertimento.

È naturale che un Dio che comanda di non uccidere (non "assassinare") non può certo comandare poi di uccidere. Ma dobbiamo state attenti a non giudicare noi Dio secondo i nostri parametri umani. Faccio un esempio. Il piano di Dio per l'uomo si espleta attraverso il popolo di Israele, che sopravvive per migliaia di anni fino ad oggi, nonostante tutto ciò a cui è stato sottoposto (guerre, persecuzioni, deportazioni millenarie...). Nel mondo, l'uomo combatte contro i suoi simili e li uccide per motivi di potere e di dominio. Come sarebbe potuto sopravvivere Israele in un mondo simile? Presentandosi ai suoi nemici con amore ed un mazzo di rose? È naturale che anche Israele, facendo parte del mondo, fu soggetto alle regole del mondo. Vedi le guerre di sterminio, di cui parlo qui a titolo esemplificativo ma che credo sarebbe meglio trattare, eventualmente, in un'altra cartella.

Presso i popoli antichi era diffusa la pratica di fare offerte alle divinità locali con lo scopo
di garantirsi la benevolenza del dio. Ciò accadeva anche nel caso di conquista di un popolo da parte di un altro: il nemico veniva offerto al dio, "votato" alla sconfitta e alla distruzione. Tale pratica è chiamata anatema, dal greco anàthema (in ebraico chérem). Attraverso l'anatema su una città e su tutto ciò che conteneva, si credeva di assicurarsi l'aiuto divino, poiché non si combatteva per interessi personali, ma con l'intento di fare un'offerta alla divinità. Tale metodo barbaro, già diffuso tra le culture precedenti (cfr. Stele di Mesha, sec. IX a.E.V.), era comunemente utilizzato e lo fu anche da parte di Israele (Giosuè lo mise in pratica nella conquista di molte città, cfr. Gs 6-12). In Dt 7:1-2 si legge: “Quando il Signore, il tuo Dio, ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, e avrai scacciato molti popoli: gli Ittiti, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei, sette popoli più grandi e più potenti di te; quando il Signore, il tuo Dio, li avrà dati in tuo potere e tu li avrai sconfitti, tu li voterai allo sterminio; non farai alleanza con loro e non farai loro grazia.” Leggendo queste parole, ciò che diviene incomprensibile per molti non sono tanto i barbari accadimenti in sé, ma piuttosto il fatto che la Scrittura mostri come Dio approvi e addirittura ordini in modo perentorio l'applicazione di tali metodi barbari e spietati nei confronti di esseri umani. La spiegazione di ciò è da ricercarsi innanzitutto nella concezione profondamente teocentrica delle nazioni del tempo; la conquista e la distruzione di una città di cui si era fatto chérem ad un dio, dimostrava la superiorità di quel dio su quello del popolo conquistato. Inoltre, nel caso di Israele, si dimostrava il realizzarsi di una punizione divina nei confronti di popoli senza legge, spietati e dediti all'idolatria. È necessario considerare anche un fatto: Israele non avrebbe certo conquistato le terre della Palestina con un mazzo di fiori! Se non avesse soggiogato i popoli che vi abitavano, Israele stessa sarebbe stata votata allo sterminio. Dio si assicurava la sopravvivenza del Suo popolo, che Si era costituito e che istruiva perché diventasse "luce delle nazioni". Bisogna infine immedesimarsi nella mentalità del tempo: fu davvero Dio a dare l'ordine di distruggere e sterminare intere popolazioni o piuttosto furono Mosè e Giosuè a farlo, forti della convinzione che fosse Dio a volerlo, in base all'uso comune del tempo? Anche oggi, in certe culture, si uccide "in nome di Dio" nella convinzione di fare cosa giusta. Certamente furono Mosè e Giosuè a prendere certe decisioni; ma siccome essi rappresentavano Dio, quelle decisioni furono prese nella convinzione che fosse Dio a volerle. E Dio in un certo senso "approvò" certe decisioni, inevitabili al fine della sopravvivenza di Israele. Yeshùa stesso afferma che certe norme non vengono da Dio ma da Mosè, che agiva e decideva per conto di Dio; le condizioni socio-culturali del momento inducevano il profeta ispirato a fare scelte che fossero giuste in quel momento. La parola di Dio fu comunicata in un tempo preciso, a degli uomini che vivevano in quel tempo secondo le tradizioni del mondo di allora. La parola di Dio segue l'evoluzione umana e si rivela in base alla condizione umana nella storia. O forse Dio avrebbe dovuto dire a Mosè: "andate dagli Amorei, che vogliono distruggervi, e porgete l'altra guancia"? La rivelazione divina basata sull'amore e il perdono giunge nella pienezza del tempo, ossia quando l'uomo è pronto ad accoglierla, non prima.

Dunque, Dio comanda "non uccidere", ma il mondo è in preda a guerra e distruzione, e l'uomo vive nel mondo. Un bel dilemma. Ma noi non abbiamo il potere di giudicare Dio come "cattivo" secondo i nostri parametri umani.
chelaveritàtrionfi
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Re: il sabato è sabato

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Tutta la teoria ovviamente deve essere supportata dai fatti. Ciò che ho capito è che se uno si sforzasse di seguire gli insegnamenti (ma anche il poco che in buona fede ha compreso e lo mette in pratica) la sua vita migliora. Questo è un dato di fatto. Se ogni uomo seguisse gli insegnamenti starebbe meglio dentro. Serenità, assenza di sensi di colpa , forza interiore per superare le difficoltà della vita (che purtroppo allo stato attuale non è mai rose e fiori).
Analizzando il decalogo si può notare che la maggior parte dei comandamenti sono del "non fare"
1. non avere altri dei,
2. non farsi idoli
3. non pronunciare
6. non uccidere
7.non commettere adulterio
8. non falsa testimonianza
9-10. non desiderare

Sono tutte azioni "mentali" del non fare, che si traducono in una "non azione".

Del fare sono solo due:

5. Onora
6. santifica il sabato

mentre il quinto non implica un'azione specifica del fare (nessuna azione concreta ma piuttosto un atteggiamento verso i genitori positiva) , il sesto comandamento è quello scomodo. Perchè? Perchè mentre tutti gli altri si svolgono principalmente nella mente e non implicano alcun dispendio energetico nel concreto, il sesto comandamento implica un'azione. Smettere di lavorare, lottare contro un sistema di cose.
La gente non ha la voglia nè l'intenzione di muoversi ma preferisce stare nella propria zona confort. Stessa cosa quando viene detto che la salvezza viene si per grazia ma occorrono le opere , quelle buone. Troppo facile fare quello che si vuole e poi pretendere di essere salvati per grazia.

Ciò che ho capito (è credo valga in tutti i settori) . è che la gente ha poca voglia di fare in generale. Ciò che fa è per dovere o perchè soddisfa i propri desideri. Non ci piace avere vincoli e divieti, ma siamo tentati a fare tutto ciò che vogliamo e nello stesso tempo pretendiamo che tutto ci vada bene. Quando le cose ci vanno storte è colpa di Dio. Se le cose vanno bene o Dio non esiste ed è il caso, oppure è perchè siamo fortunati.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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