La vera Chiesa

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Annika
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Annika »

Antonio
'obbiettivo del credente non deve essere quello di difendere le dottrine di un'istituzione, ma giungere a comprendere la verita' scritturale.
Ti ho appunto messo due link che analizzano le Scritture in modo decente e non in modo superficiale.
E poi ti getti di nuovo nei trattati dei sacerdoti... Dimenticandoti della Scrittura. Vai a verificare se effettivamente nella prima chiesa c'erano dei sacerdoti e ricerca la verita', e fallo da sola. 
Io non so te se davvero hai analizzato la Scrittura "da solo" e ricercato la verità..... Ma io, vedi, ho 40 anni suonati, e magari ho fatto più analisi di te sulle Scritture, e leggo da sola da un bel pò di anni, oltre ad aver confrontato biblisti di diversa 'estrazione' (e non solamente uno). Se tu come cattolico leggevi solo il foglietto della Messa non è colpa mia. Dunque potrei dire io a te: togliti il prosciutto dagli occhi, prendi almeno 4 biblisti con tesi diverse che abbiano dedicato la vita allo studio, dopodiché impara a leggere autonomamente le Scritture: sono lì davanti a te, aperte.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Non commento, perché non c'è bisogno di alcun commmento, però se parli con me, non puoi dire "voi". Commetti due errori, uno grammaticale e l'altro di appartenenza, io non appartengo a nessuno, come anche gli altri. Il sito è pagato da una persona, che profonde il suo tempo per la ricerca e l'approfondimento biblico, di cui tutti possono benificiare "a gratis", non sto dicendo che devono condividere tutto.
Ma la cosa più iomportante è che non si è obbligati a restare in un forum, quando se ne dicono di "tutti i colori" solo perché non si vuole "essere toccati" in quello che si crede. Io ti chiedo, ma che bisogno ha, una come te, di stare qui, tra persone che reputi come ha descritto sopra?
Solo ad una tua affermazione rispondo: la religione fai-da-te è quella che professi, e li conosci meglio di me, tutti i dogmi fai-da-te, che ha assunto secoli dopo secoli.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

L'ennesimo esempio di come Gesù intende la frazione del pane, mi viene da un versetto che stavo appena leggendo, lo riporto:
Mt 14
19 Dopo aver ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi verso il cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alla folla.
Si tratta di un gesto molto ricorrente, quello in cui Gesù spezza il pane.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Grazie, Michele, per la tua specificazione. Ora torna tutto.

Annika, devo ringraziare anche te, ma per tutt’altra ragione. Mi hai dato lo spunto per trattare la questione del sacerdozio dal punto di vista biblico. Farò una serie di studi biblici approfonditi su questo argomento e li pubblicherò. Ma devo metterli in coda, perché ora sto producendo un nuovo corso biblico che mi sta impegnando molto.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Anche proseguendo si trova la stessa procedura:
Mt 15
36 Poi prese i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 37 E tutti mangiarono e furono saziati
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Ci mancherebbe Gianni, è giusto chiarificare.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

:-)
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Mt 18
18 Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo.
19 E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. 20 Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Qui Gesù parla in riferimento al peccato commesso da un fratello e poi dice queste cose. L'ho riportato, perchè sembra quasi che queste frasi vengano dette solo ed esclusicamente a Pietro. Gesù parlava in generale, qui.
Anzi posto anche l'inizio del discorso:
15 «Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; 16 ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. 17 Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Gianni scrive:
"La vera e unica chiesa è composta da “quelli che seguono l'Agnello dovunque vada. Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio e all'Agnello. Nella bocca loro non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili” (Ap 14:4,5). È Dio e solo io che sceglie i componenti della chiesa"

Ho riportato queste parole di Gianni perché mi sembra riassumano il concetto di chiesa che molti qui considerano valido. È una chiesa di soli perfetti, di coloro che Dio ha scelto come una sorta di eletti, senza metterli in relazione fa loro, ma lasciandoli nel mondo insieme ai non perfetti, in attesa di un evento escatologico che ristabilirà un ordine terreno compromesso. Quello che subito emerge da una simile idea di chiesa è la lontananza con tutta la storia della salvezza descritta nella Bibbia, a partire dall'Antico Testamento, dove Dio comincia a chiamare il suo popolo prediletto non perché fosse migliore degli altri, ma al contrario perché era il più piccolo ed insignificante. Poi con Gesù, il popolo dell'antica alleanza lascia il posto a quello della nuova alleanza, che non è certo un popolo perfetto, a partire dai primi chiamati come Pietro. In definitiva la Chiesa descritta da Gianni e dai suoi seguaci non ha un fondamento biblico, è solo una costruzione astratta, che cerca di mettere insieme un gruppo dotato di un perfezionismo morale, dimenticandosi della realtà dell'uomo, e della misericordia di Dio che accetta le debolezze delle sue creature guidandole pazientemente verso la perfezione.
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Gianni
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Gianni »

Commento i passi citati da Michele sul perdono dei peccati.

Dopo aver suggerito i tre passi, Yeshùa aggiunge: “Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo” (Mt 18:18). C’è qui apparente somiglianza con le parole di Yeshùa rivolte a Pietro in Mt 16:19: “Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli”. Tuttavia non si può concludere che dal momento che in Mt 16 si usa il singolare e in Mt 18 il plurale, il medesimo potere delle chiavi dato a Pietro sia poi trasmesso agli apostoli. Tale interpretazione è impedita dal contesto: nel caso di Pietro si riferisce alla fede, nel caso comunitario di Mt 18 si ricollega invece al perdono che l’offeso deve concedere all’offensore. Nel caso comunitario, poi, non c’è alcun riferimento agli apostoli; si tratta infatti di singoli credenti che, al massimo, chiedono l’aiuto a dei testimoni o alla comunità intera. Quando perciò Yeshùa dice “tutte le cose che voi legherete … tutte le cose che voi scioglierete” (Mt 18:18), quel “voi” va inteso come il “voi” successivo: “Se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli” (v. 19). È evidente quindi che non si riferisce solo agli apostoli ma a tutta la congregazione. Ulteriore prova ne è che all’inizio del v. 19 si usa l’avverbio πάλιν (pàlin), “di nuovo/pure/ancora” (cfr. TNM), che ribadisce la connessione tra le due frasi che riguardato tutta la comunità e non solo gli apostoli.
Giacché il contesto di Mt 18:15-17 non parla affatto della scomunica o espulsione, l’espressione “legare” e “sciogliere” vuole solamente suggerire che quando i credenti seguono la via tracciata da Yeshùa dell’amore e del perdono, Dio stesso ratifica il loro operato e dona o rifiuta il perdono che è stato concesso o rifiutato, cosa che avviene non per colpa dell’offeso ma dell’offensore che respinge ogni rappacificazione. In conclusione, tutti i passi suggeriti da Yeshùa hanno lo scopo di condurre il colpevole al perdono, riconducendolo all’amore non solo per il prossimo ma anche per Dio stesso.
Sbaglia quindi del tutto la teologia cattolica che stabilisce che i sacerdoti abbiamo il potere assolutorio dei peccati in virtù di una presunta trasmissione apostolica. In verità, tale potere assolutorio non è proprio concesso ad alcun uomo. Il contesto evangelico che abbiamo esaminato non riguarda affatto l’assoluzione dai peccati. Nessun credente, fosse finanche un apostolo o un vescovo, può assolvere in modo autoritario in nome di Yeshùa. Tale facoltà non fu mai concessa ad alcuno perché appartiene solo a Dio. Nel contesto evangelico esaminato risulta invece che ogni credente deve tentare in tutti i modi di perdonare il proprio offensore e che il perdono concesso è di conseguenza accolto anche da Dio. Se invece, per la cattiva volontà dell’offensore, il perdono è respinto (e quindi non può essere concesso), neppure Dio lo concede a chi ha peccato. A conforto del fatto che tale interpretazione sia quella vera, abbiamo il passo parallelo di Luca che, scrivendo il suo Vangelo per i pagani che non avrebbero capito le espressioni semitiche, dice le stesse cose con altra terminologia:
“Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo. Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: ‘Mi pento’, perdonalo”. - Lc 17:3,4.
Quando un peccato è rivolto contro un credente, costui può concedere il suo personale perdono, ma se si tratta di peccati non rivolti contro di lui, il credente può solo pregare (e non assolverlo) che Dio perdoni il peccatore. Il peccatore stesso, se è pentito, può pregare che Dio lo perdoni. – Gc 5:16.
È interessante e illuminante considerare il comportamento di Pietro, che il cattolicesimo pretende sia stato il primo papa, e quindi quello che avrebbe dovuto avere per eccellenza la facoltà di assolvere dai peccati. Simone il mago aveva tentato di corrompere gli apostoli cercando di comprare da loro (simonia) il potere di compiere miracoli. Leggiamo in At 8:20-22 la reazione di Pietro:
“Pietro gli disse: ‘Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il dono di Dio. Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti perdoni il pensiero del tuo cuore’”.
Si notino le parole di Pietro: “Prega il Signore affinché, se è possibile, ti perdoni”. Solo Dio ha il potere assolutorio. Pietro non poteva perdonare i peccati; poteva solo invitare il peccatore a pregare Dio per ottenere il perdono. Questa verità la capì perfino lo stesso mago, che contrito non chiese affatto il perdono a Pietro, ma chiese preghiere: “Pregate voi il Signore per me affinché nulla di ciò che avete detto mi accada”. – V. 24.
Anche l’apostolo Giovanni per la remissione dei peccati rimanda a Dio con l’intermediazione di Yeshùa: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1Gv 2:1,1). Giovanni invita i fratelli a pregare per i peccatori: “Se qualcuno vede suo fratello commettere un peccato che non conduca a morte, preghi, e Dio gli darà la vita” (1Gv 5:16). Non occorre proprio alcuna assoluzione sacerdotale, perché “il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato”, a patto a che ci pentiamo: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità”. - 1Gv 1:7,9.
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