La vera Chiesa

Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Aggiungo che il rito della frazione del pane, non può essere un semplice ricordo, se così fosse, non potrebbe formarsi una vera Chiesa, ma solo un'associazione, un gruppo di persone legate fra loro da un insieme di norme da rispettare. Al contrario la Chiesa, come viene descritta nei Vangeli, è l'incontro con Gesù, è l'intima comunione con lui, una comunione che non sarebbe tale, se non desse come frutto la sequela del maestro. Di conseguenza, non sono le leggi, i comandamenti che fanno la Chiesa, ma è l'incontro con Cristo, un incontro personale, intimo, talmente profondo da costituire un unico Corpo con lui. Questa è la vera Chiesa.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Esatto, ma è anche questo:
1) - I cattolici che praticano sono un'esigua percentuali di tutti i battezzati.(tutti gli altri che sono stati battezzati dalla nascita e non praticano, che fine fanno?)
2) - E coloro che praticano, confessano i propri peccati fino alla loro morte.
Questa sarebbe la vera chiesa?
Tra l'altro Gesù lasciò detto anche questo?
L' Unità e Trinità di Dio, Gesù è la seconda Persona Divina, Maria è Madre di Dio, Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, la Nascita verginale di Gesù, L' Esistenza del Purgatorio, Inferno e Paradiso, La Presenza reale di Cristo nell'Eucarestia, L'Immacolata Concezione di Maria, l'Infallibilità papale, L' Assunzione di Maria in anima e corpo e tutto il catechismo?
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

E' meglio finirla qui, questa disputa inutile e controproducente. :-)
Chiedo ai moderatori di bloccare questo post, che non ha davvero più senso di esistere
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Michele, focalizziamoci sul significato di vera Chiesa descritto nel Nuovo Testamento, non sui dogmi cattolici.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Io non capisco perché non possiamo mai approfondire il significato delle parole bibliche, senza divagare.
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Si è visto che non siamo capaci.
Vittorio
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Vittorio »

Siamo capaci, basta restare in tema e non divagare.
Cerco ora di sintetizzare il concetto biblico, e sottolineo pienamente biblico, di vera Chiesa.
La vera Chiesa comincia nel momento in cui Gesù chiama i discepoli, forma un gruppo di persone dicendogli di seguirlo. Non sono perfetti, sono peccatori come tutti noi, ma Lui li chiama lo stesso, li sceglie per essere suoi testimoni. Poi arriva il momento in cui il Maestro viene ucciso, a causa del male presente negli uomini. Prima di morire, il Maestro istituisce un rito che trasforma quello della Pasqua ebraica, ed in cui egli si sostituisce all'agnello immolato. I discepoli compiendo quel rito dello spezzare il pane, potranno essere sempre presenti al sacrificio compiuto una volta per tutte sulla croce, fino al ritorno del Maestro. È un rito di comunione, un rito che unifica i discepoli al corpo del Maestro e li rende partecipi al suo sacrificio, ed alla sua Risurrezione. Questa è la Chiesa.
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Annika
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Annika »

Si è visto che non siamo capaci.
Siamo capaci
=)) :YMAPPLAUSE:

:YMPEACE:
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Michele
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Michele »

Hai detto bene Vittorio, questa è la chiesa. Io aggiungo, secondo te.
La chiesa invece, sono tutte quelle persone che si mettono alla sequela di Cristo, di ogni epoca e razza, forse non hanno mai sentito parlare di Lui, ma hanno in se lo Spirito di Verità, quello che li fa distinguere da coloro che non lo hanno, o non lo inseguono.
Gesù aveva cercato di radunare degli apostoli, affinché portassero avanti quel progetto che Lui stesso aveva iniziato e che consisteva unicamente nel realizzare finalmente il più alto concetto di Dio, che l'umanità mai avesse realizzato.
Voleva che gli apostoli si impegnassero in quello che era il più alto desiderio di Gesù, espresso qui:
Giovanni 17,3

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

Si trattava di un compito tutto sommato molto semplice. Gli apostoli invece fecero molto di più, ma a volte non è detto che le cose in più siano meglio dell'essenziale.
Essi costruirono una religione "a proposito di Gesù", dimenticando quelle parole essenziali. Quello che è venuto fuori dopo, non voglio più scriverlo, ma non corrisponde esattamente al progetto inziale di Gesù.
La vera chiesa visibile sulla Terra, non è stata quella degli apostoli, essa era una comunità atta a predicare e ricordare Gesù. La vera chiesa visibile, purtroppo non c'è ancora, ad oggi abbiamo soltanto delle persone sparse qua e la, ma non identificabile quale chiesa visibile. Nel futuro ci sarà la vera chiesa anche visibile, quando questo mondo di imperfezione, lascerà il posto alla "Via, Verità e Vita".
Un buon riposto a capaci e in-capaci :YMHUG:
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Annika
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Re: La vera Chiesa

Messaggio da Annika »

IN RIFERIMENTO COSTANTE AL POST DI MICHELE ORE 23.57 DEL 13 NOVEMBRE.

Scrivi: "La chiesa sono tutte quelle persone che..." eccetera.

Ti chiedo un favore personale.
In base a ciò che hai detto nel tuo post qua sopra, puoi per cortesia leggere i seguenti testi e dire DOVE non ti quadrano?
(Nota: NON ti ho chiesto di valutare CHI li ha scritti, ma DOVE E PERCHÉ eventualmente non ti quadra ciò che viene affermato)
Grazie.

"A voi è assai noto che quelli i quali per ignoranza invincibile non conoscono la nostra religione, ma conoscono la legge naturale ed i suoi precetti da Dio scolpiti nei cuori di tutti e sono disposti ad ubbidire a Dio e conducono una vita onesta, questi con l’aiuto della luce e della grazia divina possono conseguire la vita eterna; perché Dio, il quale vede, scruta e conosce le menti, gli animi, i pensieri, le disposizioni di tutti, per ragione della sua somma bontà e clemenza non può assolutamente permettere che sia punito con eterni supplizi chi non sia reo di colpa volontaria" (1863, Papa Pio IX)

"Se l’ignoranza è invincibile, o il giudizio erroneo è senza responsabilità da parte del soggetto morale, il male commesso dalla persona non può esserle imputato. Nondimeno resta un male, una privazione, un disordine. È quindi necessario adoperarsi per correggere la coscienza morale dai suoi errori" [Catechismo della Chiesa Cattolica].

"Quella Naturale è la legge che ognuno può conoscere attraverso la ragione e che abita nel cuore di ogni uomo, a prescindere dall’atto di Fede. Questo il motivo per il quale la Chiesa Cattolica insegna da sempre che quanti sono al di fuori di essa senza loro colpa non possono essere condannati.
L'elenco di coloro che per cosiddetta "dotta ignoranza" o per cosiddetta "ignoranza invincibile" sono fuori dalla Chiesa, senza che però sia ad essi preclusa la salvezza, sono da sempre molti." (Padre Ariel Levi Di Gualdo, teologo dogmatico)

[Nota: L’espressione De docta ignorantia risale a Sant’Agostino, anche se resa celebre dal celebre Nicolò Cusano che indica la posizione dell’intelletto umano di fronte a Dio: l’intelletto umano, in quanto finito, non può dir nulla di Dio, che è l’assoluto e l’infinito, se non per via negativa, negando cioè di lui ogni attributo e riconoscendo di potersi avvicinare all’Assoluto solo sapendo di non sapere. Ignoranza, quindi, ma dotta perché si pone al di là e al di sopra di ogni più completo conoscere umano].

«[…] l’azione salvifica di Gesù Cristo, con e per il suo Spirito, si estende, oltre i confini visibili della Chiesa, a tutta l’umanità. Parlando del mistero pasquale, nel quale Cristo già ora associa a sé vitalmente nello Spirito il credente e gli dona la speranza della risurrezione, il Concilio afferma: «E ciò non vale solamente per i cristiani ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo infatti è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale» [Dichiarazione Dominus Iesus del 2000 di Giovanni Paolo II, che cita Gaudium et spes del 1965 ]

"Ogni essere umano che accede alla coscienza e alla responsabilità fa l’esperienza di una chiamata interiore a compiere il bene. Scopre di essere fondamentalmente un essere morale, capace di percepire e di esprimere il richiamo che, come si è visto, si trova all’interno di tutte le culture: «Bisogna fare il bene ed evitare il male». Su tale precetto si fondano tutti gli altri precetti della legge naturale . Questo primo precetto è conosciuto naturalmente, immediatamente, con la ragione pratica, così come il principio di non contraddizione (l’intelligenza non può, simultaneamente e sotto il medesimo aspetto, affermare e negare una cosa di un soggetto), che è alla base di ogni ragionamento speculativo, è colto intuitivamente, naturalmente, con la ragione teorica, quando il soggetto comprende il senso dei termini usati. Tradizionalmente, tale conoscenza del principio primo della vita morale è attribuita a una disposizione intellettuale innata che si chiama la sinderesi". (Commissione teologica internazionale, dal sito Vaticano)

"Grazie alla luce naturale della ragione, che è una partecipazione alla Luce divina, gli uomini sono in grado di scrutare l’ordine intelligibile dell’universo per scoprirvi l’espressione della sapienza, della bellezza e della bontà del Creatore. A partire da questa conoscenza, possono inserirsi in tale ordine con il loro agire morale. Ora, grazie a uno sguardo più profondo sul disegno di Dio di cui l’atto creatore è il preludio, la Scrittura insegna ai credenti che questo mondo è stato creato nel Logos, da lui e per lui, il Verbo di Dio, il Figlio diletto del Padre, la Sapienza increata, e che il mondo ha in lui la vita e la sussistenza. Infatti il Figlio è «immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, poiché in lui (en auto) furono create tutte le cose, nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili [...]. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui (di’auton) e in vista di lui (eis auton). Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui (en auto)» (Col 1,15-17) . Il Logos è dunque la chiave della creazione. L’uomo, creato a immagine di Dio, porta in sé un’impronta speciale di questo Logos personale. Perciò è chiamato ad essere conforme e assimilato al Figlio, «il primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29).
(Commissione teologica internazionale, dal sito Vaticano)

"Ma soprattutto nel mistero della sua santa Passione Gesù porta a compimento la legge dell’amore. Qui, come Amore incarnato, rivela in modo pienamente umano che cos’è l’amore e che cosa esso implica: dare la vita per quelli che si amano. «Dopo avere amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1). Per l’obbedienza di amore al Padre e per il desiderio della sua gloria che consiste nella salvezza degli uomini, Gesù accetta la sofferenza e la morte di croce in favore dei peccatori. La persona stessa di Cristo, Logos e Sapienza incarnati, diventano così la legge vivente, la norma suprema per ogni etica cristiana. La sequela Christi, l’imitatio Christi sono le vie concrete per realizzare la Legge in tutte le sue dimensioni." (Commissione teologica internazionale, dal sito Vaticano)

"La Chiesa cattolica (...) considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è « via, verità e vita » (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose" (Paolo VI, 1965, concilio vaticano2)

"I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l'intero genere umano su tutta la faccia della terra (1) hanno anche un solo fine ultimo, Dio, la cui Provvidenza, le cui testimonianze di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti finché gli eletti saranno riuniti nella città santa, che la gloria di Dio illuminerà e dove le genti cammineranno nella sua luce" (Paolo VI, 1965, concilio vaticano2)

"Non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dio. L'atteggiamento dell'uomo verso Dio Padre e quello dell'uomo verso gli altri uomini suoi fratelli sono talmente connessi che la Scrittura dice: « Chi non ama, non conosce Dio » (1 Gv 4,8).
Viene dunque tolto il fondamento a ogni teoria o prassi che introduca tra uomo e uomo, tra popolo e popolo, discriminazioni in ciò che riguarda la dignità umana e i diritti che ne promanano.In conseguenza la Chiesa esecra, come contraria alla volontà di Cristo, qualsiasi discriminazione tra gli uomini e persecuzione perpetrata per motivi di razza e di colore, di condizione sociale o di religione.
E quindi il sacro Concilio, seguendo le tracce dei santi apostoli Pietro e Paolo, ardentemente scongiura i cristiani che, « mantenendo tra le genti una condotta impeccabile » (1 Pt 2,12), se è possibile, per quanto da loro dipende, stiano in pace con tutti gli uomini, affinché siano realmente figli del Padre che è nei cieli. [Paolo VI, 1965, concilio vaticano2]
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