Il problema non è come usi il testo greco, ma la mancanza di rispetto (a mio avviso) che dimostri nell'utilizzare la Bibbia. La Bibbia non è un libro come gli altri. E' una composizione spirituale che Dio ha ispirato. Si è usato di uomini certamente, quindi ha usato un linguaggio che potesse essere compreso da loro, quindi una lingua.bgaluppi ha scritto:Io non ho nessuna idea, poiche' riempio la mia testa dei significati che trovo sulle Scritture, quindi, anche volendo, non posso suffragare interpretazioni.
Oggi troviamo il testo tradotto in italiano... e questo di per sé già "induce" a certe interpretazioni. Tu sai maneggiare il greco, è un ottimo passo avanti e va benissimo. Ma tu come tutti noi utilizzi dei paradigmi mentali che ti rendono figlio della nostra cultura.
Tu associ le parole e i significati del testo alle tue idee di quei significati, rispetto al contesto che tu vivi.
Una lingua precisa come dici tu come quella greca, ma di per sé povera, perché una parola poteva avere diversi significati, si presta a diverse interpretazioni possibili nel suo significato.
Sai meglio di me inoltre che il greco del Nuovo Testamento, non è il greco classico, ma il greco koinè, quello che potremmo definire il linguaggio del popolo.
Se a questo aggiungiamo che l'Antico Testamento, la base dei fondamenti dottrinali del Nuovo Testamento, è figlio di una mentalità giudaica e scritto in ebraico... capisci che di carne al fuoco c'è né davvero molta. Già solo queste semplici, BANALI considerazioni hanno dei risvolti MOLTO importanti ai fini della comprensione di ciò che il testo volesse dire in sè. Considerazioni MOLTO MOLTO IMPORTANTI che tu sottovaluti alla grande involontariamente. Parliamo ad esempio dell'Antico Testamento.
Dio usò degli uomini per scrivere quel testo. Quel testo era diretto a loro inizialmente, non a te o a me. Sei d'accordo.
Quindi ogni testo dell'Antico Testamento va PRIMA di tutto contestualizzato.
Cosa significa letteralmente?
E' un testo poetico? E' un testo storico? E' un testo legislativo?
Qual è l'obiettivo di quel testo? Cosa voleva dire quel testo inserito nel contesto di tutto il racconto o la storia biblica narrata? Chi erano i destinatari? Come avrebbero interpretato quel messaggio? Cosa avrebbero compreso?
Bisogna conoscere i paradigmi mentali di quelle persone prima di stabilire cosa quel testo davvero significasse. Bisogna studiare il loro stile di vita, le loro credenze e le loro convinzioni. Bisogna anche approfondire la loro idea di Dio, il rapporto che avevano loro con Dio che certamente non era quello che possono avere i credenti oggi grazie al Sacrificio di Cristo. I nostri peccati vengono perdonati grazie ad una preghiera del cuore e al ravvedimento... loro invece li "coprivano" attraverso il sangue dei loro sacrifici. Capisci che l'ideologia della divinità che aveva Abramo era diversa dalla nostra. Ed inoltre le influenze pagane che aveva Abramo erano diverse dalle influenze e dalle filosofie che viviamo noi oggi.
Banalmente osserva il testo della Torah ebraica, l'ebreo adorava la scrittura al punto da non toccarla con le dita durante la lettura pubblica, per non "sporcarla" tanto era considerata santa come oggetto in SE'. Noi oggi le Bibbie le abbiamo sul telefono pensa te. Come è diverso anche l'approccio con il testo stesso.
L'ebreo era convinto che un essere soprannaturale e infinito come Dio, non potesse essere compreso da un uomo misero e limitato come l'uomo. Quindi quando l'ebreo parla della Parola di Dio rivolta a Mosè ad esempio, letteralmente afferma di aver ricevuto le "parole" di Dio... perché quella Parola che Dio diceva, come poteva essere compresa da un essere limitato come Mosè?
Un rabbino disse che il parlare di Dio è come il colpo di un fabbro su un ferro caldo sull'incudine. Tutti odono il colpo ed il suono che emette. Quel colpo però produce delle scintille... chi può guardare allo stesso momento tutte quelle scintille? Ne vedi una, un altro ne vede un'altra... ma nessuno può comprendere interamente la voce di Dio. Questa è l'idea e la convinzione ebraica della comunicazione tra Dio e l'uomo.
Ed era in fondo il background culturale di Paolo, o meglio di Saulo da Tarso, giudeo della peggior specie, fariseo ammazza cristiani (come da sua stessa ammissione).
E tu la salti bellamente credendo che il testo così come lo leggi sia chiaro?
Gli autori stessi della Bibbia invece, i vari rabbini che si sono susseguiti nella storia ebraica davano diverse interpretazioni del testo. Mica erano così convinti come fai tu. La torah ebraica contiene al centro il testo biblico che tutti conosciamo, ma a lato o tra le pagine trovi le varie interpretazioni dei vari rabbini. E per l'ebreo quella è parte della rivelazione di Dio. Le più autorevoli interpretazioni sono annotate vicine al testo biblico, le meno autorevoli sono più a lato nella pagina (la parte che si rovina, si logora di più nel tempo). Questa mentalità era la stessa mentalità del giudeo ai tempi di Gesù.
Queste sono PREMESSE NECESSARIE all'approccio al testo. Ma ce ne sono tantissime altre.
E questo è per farti capire che il testo va affrontato con profondità, con reale sottomissione al testo. Si tratta di un testo divino, un testo potente capace di cambiare la vita delle persone. La Bibbia è un testo che non va sottovalutato.
Pensa che quelli che inizialmente Davide o altri cantori usavano come testi e parole musicali... Dio le ha adoperate come profezie di Cristo Gesù! Dio aveva profetizzato Cristo... e gli ebrei non lo seppero riconoscere, pensa te.
La Bibbia va studiata con profondità, con dedizione e disciplina. Non si può sottovalutare il testo dicendo: la parola greca è ekklesia, significa questo e quello, quindi siamo apposto. No no... non è così.
La Bibbia è un testo che è stato scritto nel corso di 1500 anni, da persone di diversa cultura, di diversa estrazione sociale e in tempi diversi. ESIGE un rispetto esegetico ed ermeneutico che non si può calpestare così, semplicemente affermando: io leggo questo, quindi questo è. Gli stessi principi, gli stessi concetti spirituali passano attraverso il testo biblico e quindi attraverso i secoli, ma vengono espressi con parole, gesti ed episodi diversi tra loro. Eppure lo stesso Dio che anima e muove la storia così mutevole si autodefinisce Colui che non cambia mai, Egli rimane sempre lo stesso.
Un mio amico è laureato in filologia, la scienza che studia le tecniche per l'esame dei testi antichi. Il suo approccio al testo biblico è un approccio scientifico, minuzioso, preciso, che tiene in considerazione tanti elementi. Ma per lui, la Bibbia è un testo come tanti altri. Non è un credente! Ritiene la Bibbia uno dei testi religiosi più completo e complesso indubbiamente, ma comunque è un testo religioso come tanti altri. E sa spiegarmi tantissime cose legate alla scrittura, al suo tempo, alle usanze e ai detti e ai modi di dire che vi si nascondono che io rimango molto spesso a bocca aperta. Cose sconosciute a noi "comuni mortali" che approcciamo al testo con la mentalità del 20esimo secolo. Capisci?
Vi sono quindi all'interno dei racconti biblici, dei modi di dire, delle mentalità, che vanno tenute in considerazione. Non è teologia, ma studio DISCIPLINATO della Scrittura.
Se poi invece tu (ed altri di questo forum) intendete con biblistica lo studio letteralistico della Scrittura non tenendo conto del contesto storico, del contesto testuale, dei simbolismi, degli usi e costumi etc etc. Ripeto... non fa per me. Anzi mi sembra davvero superficiale un tale modo di fare... e mi delude perché il sito biblistica.it in molti articoli mi è sembrato interessante e approfondito.
Io personalmente non accetto che si prenda la Bibbia così, scollegando i vari versetti e non dandogli invece il valore spirituale che hanno in sé. Quando tu mi dici che io interpreto da teologo, io invece affermo che tu sterilizzi il testo dalla spiritualità. E sai cosa intendo per sterilizzare? Intendo il fatto che prendi il testo, lo traduci e IMPONI il significato a quel testo slegandolo dagli altri. E questo principio te lo dimostro subito.
La mia non è contesta, bada bene, è l'ennesimo tentativo di mostrarti un'altra via, una via spirituale (ossia razionale secondo romani 12:1,2
![Happy :-)](./images/smilies/1.gif)
Io infatti non mi ritengo un ateo come quel mio amico, che tanto sa sul testo ma poco comprende il potere di quello che ha tra le mani. La Bibbia per me è un testo composto da diversi testi, ma in fondo è un testo unico che ha un unico Autore. E' questo il miracolo.
[/quote]Dimostralo, ma non con la teologia.L'ultima analisi postata sulla terminologia greca "chiesa" è in parte corretta e in parte volutamente viziata dalle vostre idee.
Innanzitutto ti chiedo di smettere di dire che uso la teologia.
Il fatto che ti abbia condiviso i miei studi teologici in privato non ti permette di continuare a rinfacciarmi che sono un teologo. Come io non ti rinfaccio che tu sei un esperto conoscitore del greco ma letteralista.
Io cerco di avere un dialogo pacato al fine della reciproca edificazione.
Possono non piacere i miei modi troppo diretti, ma non dirmi che uso "metodi intellettualmente disonesti" come risponderti con la teologia. Io ti rispondo con quello che so della Bibbia, il mio bagaglio culturale. E tu mi rispondi con il tuo. Un dialogo intellettualmente onesto non si basa sull'analisi della dialettica altrui o sugli strumenti che usa. Stiamo parlando del testo biblico? Atteniamoci a quello gentilmente ed evitiamo di puntare il dito sugli strumenti che "ipoteticamente" secondo te uso. Anche perché perdonami, io so cosa è la teologia... ma tu lo sai? Sei un teologo?
Se non sai di cosa parli, gentilmente evita di accusarmi in merito.
E lo dici a me?Dimostrami che quelle parole greche significano qualcos'altro. Non interpretando, poiche' con le interpretazioni si arriva alla fantascienza.
Iniziamo con l'analisi grammaticale del testo allora. Ma tu devi farmi il favore di essere SINCERAMENTE interessato a capire. Se non sei interessato a capire, inutile perdere tempo.
Ti ho postato 3 versetti molto semplici che riporto:
"Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa." - 1 Corinzi 4:17
Non interpretando, ma analizzando il testo GRAMMATICALMENTE leggo che Paolo dice:
1) Vi mando Timoteo da voi (intende un assemblea o no?)
2) Timoteo ricorderà ai destinatari (quindi l'assemblea di Corinto) cosa Paolo insegna in ogni chiesa.
Mi voglio soffermare su OGNI chiesa. Sta Paolo Parlando di OGNI CHIESA, intendendo quindi una pluralità di chiese? SI O NO?
Gentilmente, ti chiedo di rispondermi, non di divagare ed evitare la risposta. Quota per favore queste domande e rispondi. Quando Paolo parla di OGNI CHIESA, sta intendendo la chiesa universale di Cristo o sta letteralmente parlando delle diverse comunità cristiane che ha fondato?
Andiamo all'altro versetto che ti ho postato:
"Anche voi sapete, Filippesi, che quando cominciai a predicare il vangelo, dopo aver lasciato la Macedonia, nessuna chiesa mi fece parte di nulla per quanto concerne il dare e l'avere, se non voi soli;" - Filippesi 4:15
Un'altra epistola di Paolo. Cosa dice il testo?
1) Voi filippesi, sapete che ...
Paolo introduce un discorso rivolgendosi ai destinatari della lettera, ossia i salvati dell'assemblea che si radunava in FILIPPI. E' corretto oppure no?
2) Quando Paolo iniziò a predicare il Vangelo, lasciata la Macedonia, NESSUNA CHIESA lo aiutò, solo i filippesi.
Quando Paolo parla di NESSUNA CHIESA, a cosa si riferisce? Ad altri corpi di Cristo oppure si riferisce alle altre chiese/assemblee locali conosciute?
Se dice: se non voi soli, si riferisce ALLA CHIESA UNIVERSALE DEI SALVATI o si riferisce specificatamente ai destinatari della lettera, ossia i credenti in cristo che si radunavano in Filippi?
Altro versetto ancora molto semplice:
"Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. Tutte le chiese di Cristo vi salutano." - Romani 16:16
Molto semplice no?
1) Salutatevi con un bacio santo... bello no? Sottointende o non sottointende che i credenti si incontravano e l'apostolo raccomanda di salutarsi con un bacio?
2) Tutte le CHIESE di Cristo vi salutano. E' plurale o è singolare CHIESE?
Quindi non parla DELL'UNICA CHIESA come insisti a voler affermare tu, ma nuovamente Paolo si riferisce a PIU' CHIESE, ossia più congregazioni, più assemblee. Paolo scrive ai Romani e dice: TUTTE LE ALTRE CHIESE (comunità cristiane) vi salutano.
Questa non è teologia. E' analisi del testo. Esegesi BANALE, che sa fare pure mia sorella di 13 anni.
E adesso andiamo al motivo del contendere.
"Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio;" - 1 Corinzi 10:32
Qui Paolo dice: non scandalizzate i giudei, i greci e... LA CHIESA DI DIO.
Mi pare che qui, il termine CHIESA (assemblea, congregazione) sia singolare. Secondo te, Paolo scrive ai Corinzi e quindi intendeva SOLO LA LORO CHIESA, oppure intendeva TUTTA LA CHIESA di Cristo in generale?
E vediamo un altro versetto:
"Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato." - Colossesi 1:18
Paolo afferma che Egli, Gesù, è il capo del corpo, cioè la chiesa. Secondo te sta parlando ai Colossesi e quindi Gesù è il capo DELLA LORO CHIESA, oppure sta parlando in generale che Gesù è il CAPO della CHIESA intesa in senso generale?
Secondo me, dopo questa breve analisi, una persona di senno dovrebbe ammettere che il Nuovo Testamento presenta due modi di usare il termine chiesa:
1) riferendosi ad un'assemblea o congregazione LOCALE;
2) riferendosi alla chiesa universale dei credenti;
Non accettare questo è distorcere la Verità proposta dalla Bibbia.
I termini che ti ho citato, li ho citati per dimostrarti che la Teologia è un'altra cosa. Tu mi hai accusato di usare la teologia PRIMA e io ti ho risposto: se avessi usato la TEOLOGIA ti avrei parlato di chiesa militante e trionfante. Ma non l'ho fatto. Ti ho scritto infatti, che i teologi usano queste terminologie e se fai una ricerca su Google trovi molto a riguardo. Ma io qui con te (con voi) non l'ho fatto.Dimostra che le parole in greco originali descrivono due chiese diverse, una militante e una trionfante. Se ci riuscirai, io cambiero' idea. Ma, ripeto, non con le interpretazioni teologiche.
Questo ti stavo dicendo, per rispondere alla tua accusa di usare la teologia. Cosa che in tutta onestà non ho fatto e che ripeto non sei "titolato" a imputarmi, visto che non essendo teologo non sai cosa sia veramente la teologia se non per sentito dire.
Perdonami la schiettezza, ma mi piace essere franco, anche se mi chiamo Stefano.