Vorrei ripartire da capo per tornare in tema e non rovinare questa cartella. Gianni ha scritto:
• “Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Gal 4:4). Qui sembrerebbe che Yeshùa sia definito figlio di Dio sin dalla nascita.
• “Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo [si noti il futuro], e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre”. - Lc 1:32.
• “Venne una voce dal cielo: ‘Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto’” (Lc 3:22). Di questo passo esiste anche una lezione occidentale che dice “oggi ti ho generato” al posto di “in te mi sono compiaciuto”, derivata probabilmente dal Sl 2:7.
• “Dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore”. - Rm 1:4.
Ma quando fu che Yeshùa fu proclamato figlio di Dio? Alla nascita?, al battesimo?, alla trasfigurazione?, alla resurrezione?
Provate a rispondere spiegando anche come si possono armonizzare questi passi che sembrano indicare momenti differenti in cui Yeshùa divenne figlio di Dio.
Prima di ricominciare questa interessante discussione, premetto che se non si accetta tutta la Scrittura canonica come parola di Dio ispirata, non e' possibile partecipare a questa discussione. In questo forum, la parola di Dio e' costituita dalle Scritture Ebraiche (39 libri) e dalle Scritture Greche (27 libri: storici, didattici, 1 profetico). Chi non accetta questo e' invitato a regolarsi oppure non partecipare, per evitare di fare solo una gran confusione.
“Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Gal 4:4).
Qui Paolo parla di
eventi già trascorsi; Yeshua è già stato risuscitato e, per questo, dichiarato ufficialmente il Messia, l'unto. Prima di questo evento, i discepoli dovevano fidarsi della parola di un uomo che si dichiarava Messia; ma dopo la risurrezione hanno avuto la conferma. Paolo, dunque, parla di Yeshua avendo gia' la certezza che lui fosse il Messia, il figlio che dichiarava di essere, e per questo ne parla già come tale sin dalla nascita. Da notare che al v.6 Paolo chiama "figli (di Dio)" anche i credenti: "E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»".
“Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre”. - Lc 1:32.
Con questo annuncio, l'angelo informa Maryam che il figlio che avra' sara' il Maschiach ben David, ossia colui che ereditera' il trono di Davide, il cui regno non avra' mai fine (v.33 Sl 45,110).
L'angelo parla al futuro (κληθήσεται,
clethèsetai, futuro indicativo passivo di καλέω,
calèo) e dice che il figlio di Maryam
"sarà chiamato" figlio di Dio, non che
è il figlio di Dio. L'Angelo non dichiara Yeshua figlio di Dio già alla nascita, ma annuncia che sarà chiamato tale in futuro.
“Venne una voce dal cielo: ‘Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto’” (Lc 3:22).
Questo evento e' predetto da Is 11:2:
"Lo spirito del Signore verrà su di lui". Qui si sta parlando del Messia, il rampollo d'Isai, e del suo regno messianico. Tutti e quattro i sinottici riferiscono di questo avvenimento, con cui Dio
consacra Yeshua alla sua missione; attenzione, non lo
dichiara ancora figlio di Dio, ma lo
consacra, esattamente come il sommo sacerdote veniva unto e consacrato prima di svolgere la sua funzione. Anche Israele e' consacrato a Dio:
"tu sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio. Il Signore ti ha scelto, perché tu sia il suo popolo prediletto fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra." (Dt 14:2). Il verbo
εὐδοκέω (eudochèo), abbinato ad
ἐν τίνι (en tíni,
in qualcosa o qualcuno), significa
compiacersi di qualcosa o qualcuno, essere contento di qualcosa o qualcuno, approvare qualcosa o qualcuno; nel nostro caso, Yeshua viene "unto", ossia consacrato e santificato per svolgere la sua funzione. Viene
approvato da Dio, ma non e' ancora dichiarato sacerdote in eterno (Eb 6:20).
"Dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore" (Rm 1:4).
Ecco il momento in cui avviene la dichiarazione ufficiale a figlio di Dio, la conferma finale!
Questo momento e' la risurrezione. Dopo cio', non esiste alcun dubbio: colui che aveva promesso di ricostruire il tempio in tre giorni, lo ha ricostruito (per azione di Dio, naturalmente, dello "spirito di santità"), e gli apostoli ne sono testimoni:
"Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni" (At 2:32). Con la risurrezione, Yeshua viene dichiarato ufficialmente Messia, Cristo, il figlio di Dio erede di Davide, il cui regno non avra' fine; la risurrezione avviene "per il potere dello spirito di santità", ossia per opera di Dio, che agisce tramite il Suo spirito (ruach). Yeshua non si risuscita da solo, ma e' risuscitato.
Da tutti questi versetti e queste considerazioni, si capisce che il cammino del Messia e' progressivo: è scelto da Dio, che lo fa nascere tramite la potenza del Suo spirito; da adolescente, già sente di dover occuparsi delle cose di Dio, che lui chiama suo Padre; viene consacrato col battesimo; viene trasfigurato, in annunciazione del sacrificio; muore, e' risorto e glorificato. Yeshua è scelto da Dio per incarnare il Messia, e lui porta a compimento la sua missione.