Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

marco
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Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da marco »

Cari amici vorrei partire dalle parole che Dio disse a Mosè nel deserto del Sinai: L'Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a lui darete ascolto Dt 18,15.
Ecco, perché Yeshùa ha questa peculiarità con Mosè?
Sappiamo che molti sono stati i profeti di Dio, ma l'Eterno associa il Suo Cristo al modo di profetizzare di Mosè?
Oppure al ruolo che ebbe Mosè?
Dopo Mosè ci furono i profeti ma Dio intendeva IL PROFETA, infatti dice: a lui (non a loro) darete ascolto.
E' ovvio che i profeti parlavano in nome di Dio e dovevano essere ascoltati, ma Mosè quando disse quelle parole intendeva, non una categoria, ma l'individuo.
Ora come possiamo essere certi che quel Profeta di cui parlava Mosè è Yeshùa?
Pietro, l'apostolo di Cristo, in Atti, riconosce, in Cristo, l'eco di quelle parole che vengono dal deserto.
Per lui non c'è ombra di dubbio, come anche per Stefano, sempre in Atti, il Profeta che Dio promette al suo popolo è Yeshùa.
Ma per i Giudei, anche quelli moderni, lui non è il Profeta promesso.
Perché?
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Gianni
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

I giudei attendevano anche la venuta di un “profeta” pari a Mosè, il cui esame era di competenza del sinedrio (Sinhedrin 1,5). Tale attesa poggiava sul passo di Dt 18:15: “Per te il Signore, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me [Mosè]; a lui darete ascolto!”. La tradizione giudaica spiegava in vari modi questo passo. Lo applicava al messia: “La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: ‘Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo’” (Gv 6:14); “Mosè, infatti, disse: ‘Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà’” (At 3:22); “Questi è il Mosè che disse ai figli d'Israele: ‘Dio vi susciterà, tra i vostri fratelli, un profeta come me’" (At 7:37). Ma lo applicava anche al precursore. E lo aveva applicato già a diversi profeti antichi come Samuele, Isaia, Geremia. Anche la comunità di Qumràn attendeva questo profeta (Regola della comunità 9,11). È a questo profeta che si riferisce il passo giovanneo, tanto più se si accoglie la lezione del papiro Bodmer II che premette l’articolo al sostantivo: “Sei tu il profeta?” (1:21). Nei papiri Bodmer XIV e Bodmer XV vi sarebbe una lacuna prima del vocabolo “profeta”, anche se secondo il Metzger sarebbe insufficiente per inserirvi l’articolo. Tuttavia, è lecito ammettere l’ipotesi che ne suppone la presenza. Il testo biblico conferma questa ipotesi, dato che alla domanda il battezzatore risponde: “No” (1:21). Ora, il battezzatore era davvero un profeta: “Tu [Giovanni], bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo” (Lc 1:76); quando Yeshùa afferma: “Io vi dico: fra i nati di donna nessuno è più grande di Giovanni” (Lc 7:28), si comprende che egli intendeva parlare del “profeta” per eccellenza atteso dai giudei. Dato, quindi, che Giovanni era effettivamente profeta, non avrebbe risposto di no alla semplice domanda: ‘Sei tu profeta?”, ma effettivamente rispose di no alla domanda: “Sei tu il profeta?”. La tradizione giudaica circa l’attesa del profeta aveva assunto un valore incerto nella concezione popolare, tanto che si attendeva ora un profeta, ora un profeta precursore del messia, ora il profeta (messia). Quando, in una circostanza, gli ebrei erano convinti che Yeshùa era il profeta, volevano farlo re: “La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: ‘Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo’. Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo”. - Gv 6:14,15.
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Michele
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Michele »

Una domanda. Israele aspettava non un profeta ma diversi profeti, questo credo che sia appurato.
Cioè, la comparsa dei profeti, era qualcosa di definito (al contempo), ma di indeterminato.
Di definito, perché il popolo si doveva aspettare in certi periodi un certo tipo di profeta, che lo liberasse dalla schiavitù dei romani per esempio. Indeterminato, poiché il tempo non era stabilito ma variabile?
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Michele
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Michele »

Quindi Israele aspettava ed aspetta un unico e grande Messia?
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Michele
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Michele »

Ma nell'A.T. ci sono decine e decine di passi che si riferiscono al Messia. Non è vero?
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Michele
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Michele »

Un'altra cosa: un conto è profeta e un conto è il Messia.
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Gianni
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Ciao, Besaseà. Hai ragione, sono stato assente, ma non perchè sconvolto; più che altro per delusione e per noia nel vedere come si esula dal testo biblico.

Hai ragione anche sul passo deteteronomico.
“Per te il Signore, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me” (Dt 18:18), “Non c'è mai più stato in Israele un profeta simile a Mosè” (Dt 34:10), “Mediante un profeta il Signore condusse Israele fuori d'Egitto; Israele fu custodito da un profeta” (Os 12:14). Anzi, si legge che invece dei mezzi illegittimi usati dagli altri popoli (divinazione, spiritismo, lecanomanzia o divinazione per mezzo di un bacino d’acqua) Dio invierà un profeta simile a Mosè il cui criterio di veridicità sarà dato dall’avverarsi della sua profezia: “Io farò sorgere per loro un profeta come te in mezzo ai loro fratelli, e metterò le mie parole nella sua bocca ed egli dirà loro tutto quello che io gli comanderò. Avverrà che se qualcuno non darà ascolto alle mie parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome qualcosa che io non gli ho comandato di dire o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta sarà messo a morte. Se tu dici in cuor tuo: ‘Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta?’. Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che il Signore non ha detta; il profeta l'ha detta per presunzione; tu non lo temere”. - Dt 18:18-22.
Il profeta di cui qui si parla non può essere ridotto a una persona unica (il messia), ma va inteso come tutta la serie dei profeti che sarebbe apparsa nel corso dei secoli. Infatti, il contesto riguarda persone pubbliche che si succedettero nel tempo in una serie ininterrotta: re, sacerdote, giudice. Anche il profeta, in tale contesto, deve assumere un valore collettivo. In più, il profeta deve supplire agli indovini pagani (vv. 9-14), il che suppone una continua successione di persone e non può restringersi al solo messia. Come il messia potrebbe supplire, per gli ebrei vissuti prima di lui, agli indovini pagani? Inoltre, le indicazioni ai vv. 20-22 per distinguere i veri profeti dai falsi mostrano che si deve trattare di una serie in cui avrebbero cercato di infiltrarsi profeti falsi assieme a quelli veri.
Tuttavia, tale profezia – nell’interpretazione che ne fanno le Scritture Greche – si riferisce al messia: “Il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall'antichità per bocca dei suoi santi profeti. Mosè, infatti, disse: Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà. E avverrà che chiunque non avrà ascoltato questo profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo" (At 3:20-23). Si deve quindi supporre che la serie dei profeti deve culminare nel suo apice che è in Yeshùa, il profeta per eccellenza.
Ovviamente per chi riconosce in Yeshùa il Messia. In ogni caso, nulla cambia: quanto detto rimane valido anche in attesa del Messia.
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Michele
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Michele »

Ho trovato un passo davvero particolare:

1Samuele 9:9
Anticamente, in Israele, quando uno andava a consultare Dio, diceva: «Venite, andiamo dal veggente!» Infatti colui che oggi si chiama profeta, anticamente si chiamava veggente.
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Gianni
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

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marco
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Re: Riconoscere Cristo nelle Scritture Ebraiche

Messaggio da marco »

Dt 18 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione; di lui non devi aver paura.

Lc 21,5 Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6 «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta».

Duemila anni non sono ancora sufficienti per attestare la parola di un profeta?
Da Salomone a Erode il Grande, il tempio ha visto momenti di lusso e di degrado, si sono alternati splendori e decadenza, fedeltà e prostituzione.
Ma il tempo della desolazione (assenza di tempio), del non dialogo (assenza di profeti), non dovrebbe far riflettere sul perché?
Tutti sbagliamo, nessuno è perfetto davanti a Dio. Ciò che apprezza molto l'Eterno è la nostra umiltà non la tenacia.
Tu caro Besasea sei sicuro della riedificazione del tempio, io sono convinto che questo non avverrà mai. O meglio: pietre che permettono un dialogo con Dio.
C'è il sigillo di Dio su quelle rovine.
Le mie parole non sono una sfida o un auspicio, ma certezza nelle Scritture Greche.
Attendiamo la Gerusalemme celeste e in questa non c'è il tempio, Dio e l'Agnello sono il tempio.
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