I discepoli di Emmaus

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Gianni
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da Gianni »

Fai benissimo, Naza, a porre domande. E fai bene anche a formulare ipotesi, che vanno poi comunque verificate con la Scrittura.
Lasciamelo dire: tu saresti uno studente ideale alla Facoltà Biblica. ;)
chelaveritàtrionfi
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Mi farebbe piacere , chissà un giorno forse mi ci vedrai :-) . Nel presente, per il mio e nostro futuro , sono alle prese con una marea di altri studi e nelle pause mi dedico alla scrittura che cerco di non tralasciare mai.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da Gianni »

:-)
chelaveritàtrionfi
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

34 i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane.

Gianni, il mio dubbio ancora rimane. Chi sono qui a parlare?
«Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone»
Se sono i discepoli riuniti a Gerusalemme (gli 11 + gli altri) a fare questa dichiarazione allora già erano consapevoli della resurrezione. Almeno Pietro era sicuramente convinto. Invece pochi versetti dopo i discepoli si mostrano increduli pensando di vedere un fantasma.


:-( :-( :-( :-(

9 persona col nome di Simone dici. Per esclusione e per citazione di 1corinzi si suppone che si tratti di Simon Pietro.. Ma Paolo cmq non credo intenda un 'ordine cronologico se non far intendere che comunque a lui Yeshùa è apparso per ultimo

:-? :-? :-?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da Gianni »

“Alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane”. – Lc 24:33-35.
I due di Emmaus, subito dopo essersi resi conto che il forestiero era Yeshùa, tornarono a Gerusalemme. Lì trovarono gli 11 apostoli riuniti con altri discepoli.
“I quali dicevano”. Chi sono qui a parlare? La traduzione non aiuta di certo, perché leggendola sembra che siano gli 11 con gli altri a parlare. Ciò che dicevano, ovvero “il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone”, esclude che fossero loro, perché tra gli 11 c’era proprio Simone (Pietro).
Ti riporto la traduzione letterale: “Tornarono a Gerusalemme e trovarono raccolti gli undici e quelli con loro dicenti che veramente è risorto ...”. Tutto dipende da come si posiziona la punteggiatura, sempre mancante nei manoscritti greci. La punteggiatura di NR, ma anche di altre versione, fa pensare che siano gli 11 con gli altri a parlare. Personalmente penso che siano i due di Emmaus. E ti spiego perché, oltre al fatto già esposto che sarebbe strano che quella frase fosse detta dagli 11 tra cui c’era proprio Simome.
Il greco ha lègontas, “dicenti”; tale participio supplisce il gerundio, mancante in greco; di solito si traduce proprio con il gerundio, nel nostro caso “dicendo”. Abbiamo quindi: “ tornarono a Gerusalemme e trovarono raccolti gli undici e quelli con loro, dicendo che veramente è risorto ...” (traduzione letterale). Ora nota come prosegue il v. 35: “Ed essi narrarono le cose in la via e come si fece riconoscere a loro” (traduzione letterale).
Ecco tutto il brano con punteggiatura giusta, sempre tradotto letteralmente:
tornarono a Gerusalemme e trovarono raccolti gli undici e quelli con loro, dicendo che veramente è risorto il Signore ed è apparso a Simone. Ed essi narrarono le cose in la via e come si fece riconoscere a loro”.


Il kèrygma ovvero il messaggio e l’annunzio della salvezza è l’interpretazione dell’azione compiuta da Dio nel risuscitare Yeshùa.
Il kèrygma fa una netta distinzione tra lo Yeshùa prima della sua ultima Pasqua, in cui fu ucciso come il vero agnello pasquale, e il significato della sua morte. Fino alla sua morte, Yeshùa era un uomo giusto, che si atteneva alla Toràh; i suoi discepoli furono “testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme” (At 10:39); sebbene giusto, egli fu assassinato. Yeshùa era un uomo speciale, un “uomo che Dio ha accreditato … mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui” (At 2:22). Fu “la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com'egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (At 10:38). Durante la sua vita valeva per Yeshùa la definizione che ne diede Nicodemo: “Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui” (Gv 3:2). Dopo che fu ucciso, ci fu la delusione dei discepoli. Due di loro, parlando sconsolati del maestro, dicono di lui e dei loro sogni: “Era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo … i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele”. - Lc 24:19.
Quanto durò questa situazione di sconforto dopo che Yeshùa fu ucciso? La disillusione iniziale non fu determinante al punto di far perdere la fede. I discepoli erano partiti dalla convinzione (che era solamente loro personale) che Yeshùa avrebbe liberato la nazione giudaica dalla sottomissione ai romani. Sulla via per Emmaus i due discepoli dicono, infatti: “Noi speravamo che fosse lui a liberare il popolo d'Israele!” (TILC). Già il battista, perplesso, aveva fatto porre a Yeshùa questa domanda: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?” (Lc 7:19). Perfino dopo la risurrezione di Yeshùa, gli apostoli gli domandano: “Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?”. - At 1:6.
Considerato che Yeshùa fu ucciso nel peggiore dei modi e che non corrispose alle attese dei discepoli, quale fu il loro pensiero su di lui? “Era un profeta”, dicono i discepoli sulla via per Emmaus. Un profeta annuncia, riconduce a Dio, invita al pentimento, ma non libera dai nemici.
Israele aveva già conosciuto personaggi eminenti, veri profeti di Dio, che i giudei pure avevano perseguitato (Mt 5:12; 1Ts 2:15). Lo ricorda Yeshùa stesso: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” (Lc 13:34); egli stesso al precedente v. 33 si definisce profeta. Di Yeshùa c’era anche tra il popolo chi diceva: “È un profeta come quelli di una volta”. - Mr 6:16; cfr. 8:28.

“Quando Gesù fu entrato in Gerusalemme, tutta la città fu scossa, e si diceva: «Chi è costui?» E le folle dicevano: «Questi è Gesù, il profeta che viene da Nazaret di Galilea»”. - Mt 21:10,11.

“Tutti furono presi da timore, e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra di noi»; e: «Dio ha visitato il suo popolo». E questo dire intorno a Gesù si divulgò per tutta la Giudea e per tutto il paese intorno”. - Lc 7:16,17.

“La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo»”. - Gv 6:14.

Quando si passò a comprendere la funzione salvifica di Yeshùa di Nazaret? Yeshùa mantenne il suo segreto durante buona parte della sua vita. Già il fatto che era il Messia non fu compreso dagli apostoli. In un’occasione Yeshùa “domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti»”. Al che, con acutezza psicologica, egli domandò loro: “«E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli»” (Mt 16:13-17). Mentre gli altri non sapevano cosa rispondere, Pietro rispose per illuminazione divina, non di suo.
È pur vero che dopo questo episodio, “da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno”. Ma essi non capivano. Pietro, non più guidato dallo spirito di Dio, torna a essere il solito lento a capire e, “trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: «Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai»”, attirandosi il severo rimprovero di Yeshùa. “Gesù, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».” – Vv. 21-23.
I discepoli di Yeshùa non compresero bene, dunque, neppure che Yeshùa era il Messia. Di certo non capirono, a maggior ragione, la funzione salvifica di Yeshùa. Per loro era un profeta, nel migliore dei casi il Profeta.
Il primo che introdusse, con piena coscienza, l’aspetto salvifico della morte di Yeshùa, fu Saulo di Tarso, il persecutore della chiesa chiamato direttamente la Yeshùa risorto. Paolo, ad Antiochia di Pisidia, già predica così:
“Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno riconosciuto questo Gesù e, condannandolo, adempirono le dichiarazioni dei profeti che si leggono ogni sabato. Benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. Dopo aver compiuto tutte le cose che erano scritte di lui, lo trassero giù dal legno, e lo deposero in un sepolcro. Ma Dio lo risuscitò dai morti”. - At 13:27-30.
Qui siamo già in una seconda fase rispetto all’idea che Yeshùa fosse un profeta. Paolo sa che in Yeshùa hanno trovato compimento “le dichiarazioni dei profeti”. Ma perché, per quali motivazioni, nel Tanàch era stato profetizzato di lui? La comprensione dei profondi motivi che vi stanno dietro appartiene a uno stadio più avanzato, che troviamo in 1Cor 15:3: “Vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture”.
chelaveritàtrionfi
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Gianni ed è appunto questo che non capisco. Se sono i due discepoli di Emmaus a dire "è apparso a Simone" che senso ha se proprio Simone (pietro ) era tra gli 11? Pietro essendo tra gli 11 quella sera avrebbe sicuramente raccontato che aveva visto Yeshùa e tutti non sarebbero rimasti stupiti quando apparve Yeshùa come se vedevano un fantasma. Da notare che appare mentre i due di Emmaus raccontano gli eventi, ma gli 11 facevano fatica a credervi se non quando Egli apparve.
Il versetto di 1 corinzi sicuro che traduce "POI" ? E che sia apparso a Kefa a quale episodio si riferisce? Perchè credo che tutte le apparizioni sono riportate essendo state non tantissime. Ad esempio c'è l'episodio dove Yeshùa appare a Pietro e si mette a parlare con lui. Quello dove poi i due si alzano e l'apostolo Giovanni , l'amato , li segue.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da Gianni »

Naza, prova ad immedesimarti.
Gli undici sono lì a Gerusalemme con altri discepoli, ancora perplessi. Non dimenticare che le donne “tornate dal sepolcro, annunciarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro. Quelle parole sembrarono loro un vaneggiare e non prestarono fede alle donne”. - Lc 24:9-11.
Ora attenzione: “Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus” (v. 13). Lungo la via i due dicono allo “sconosciuto”: “Certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire ... Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne”. – Vv. 22-24.
Questa è la situazione che i due hanno lasciato a Gerusalemme, e che raccontano. Poi un fatto inaspettato: Yeshùa appare ai due!
Ora, Naza, immedesimati * in loro. Molli tutto e torni di corsa a Gerusalemme, gridando: ‘È proprio vero! Yeshùa è apparso a Simone!’.
A quel punto tutti gli altri sono ancora di più in confusione: “Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito”. – Vv. 36,37.

[* Se la discussione sul metodo ermeneutico non fosse stata interrotta :-( , sarei arrivato a parlare della Lectio divina, e avresti potuto conoscere la grande ricchezza di questo metodo per calarsi completamente nella Scrittura, immedesimandosi].

Sulle apparizioni e sul “poi” (complimenti per averlo notato!) ti rimando al mio studio sulle apparizioni già segnalato.
chelaveritàtrionfi
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Gianni, ho letto il tuo studio su Marco. Poi commenterò la questione dei passi aggiunti. Per il momento parliamo di Emmaus. Leggerò anche il tuo studio ma alla fine . Faccio sempre così perchè voglio allenare le mie capacità prima di scoprire ciò che non conoscevo o non avevo considerato. Leggo sempre gli studi altrui , di chi ne sa più di me, alla fine. Lo faccio per il motivo detto e spesso anche per non essere condizionato nella conclusione. Prima ci voglio arrivare io. Dedico più tempo e magari faccio uscire matto qualcuno :d :d :d , ma ne vale la pena. Non mi piace ripetere a pappagallo le cose, i concetti li voglio comprendere bene e farli miei.

Ciò che vuoi dirmi credo di averlo capito. Le donne raccontano della resurrezione. Non vengono credute visto lo stato d'animo di tutti ... e di cosa si aspettavano. Tra le persone a cui raccontano ciò ci sono Pietro ed anche i due discepoli che poi si mettono in viaggio per Emmaus, infatti sta scritto poi "due di loro". Ora, si suppone che dopo essere apparso alle donne che non vengono credute, ancor prima che i due discepoli si mettono in viaggio, Yeshùa appare a Pietro. In Luca 24 , sappiamo che subito dopo che le donne raccontano il fatto, Pietro si alza e va al sepolcro.

12 Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello che era avvenuto.

Dobbiamo supporre che Pietro di li a poco avrebbe incontrato Yeshùa. Perchè? i due discepoli quello stesso giorno di mettono in viaggio per Emmaus.
13 Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus,

Durante il viaggio affermano:

24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto».

i discepoli partirono dopo che alcuni di loro (tra cui Pietro) si recarono al sepolcro, quindi, in quanto sono a conoscenza di questo dettaglio. Ma se aggiungiamo anche che la frase "E' vero è apparso a Simone " è stata detta da loro al ritorno a Gerusalemme, dobbiamo dedurre anche che non erano ancora partiti quando Pietro era apparso a Yeshua.. Dove è narrata la vicenda? Pietro quindi avrebbe raccontato di aver incontrato Yeshùa resuscitato ... ed ovviamente al pari delle donne non viene creduto. Le donne magari erano meno considerate, ma Pietro? Per qualcuno capo degli apostoli ma comunque persona autorevole? Capisco l'incredulità dei discepoli vista la situazione che tu stesso sottolinei... riguardo al loro stato d'animo. Allora tutti , apostoli e discepoli, non erano tanto diversi di Tommaso che afferma "se non vedo non ci credo". Avevano avuto la testimonianza delle donne, poi di Pietro ed ancora non credevano.

Andiamo avanti. Devo dedurre che l'apparizione di Yeshùa a Pietro avviene in mattinata quando torna dal sepolcro o li per li. Perchè ?appunto da quanto si legge i discepoli che si recano ad Emmaus conoscevano questo evento, quindi erano ancora a Gerusalemme.
Considerando che Emmaus distava da Gerusalemme circa 35 km e camminando a Piedi a 3,5 km/h (passo lento ipotesi) ci volevano circa 10 ore per arrivare a destinazione, metti delle pause per riposarsi, ci sta che considero una partenza al mattino presto. Sta scritto infatti che si fece sera quando i due invitarono "lo straniero" a sedersi a tavola.

Era il mese di marzo/aprile e suppongo che il si fece sera doveva essere intorno alle 19:00 , se non prima. La partenza , anche per ipotesi 8 ore prima , non deve essere stata dopo le 11 del mattino.

Dopo aver riconosciuto Yeshùa i due si alzano e tornano subito Gerusalemme. Realmente di notte?
Poi trovano i discepoli riuniti.
Non è importante magari questo, può essere che partirono al mattino successivo. il subito può essere relativo.

Mi posso immedesimare nello stato d'animo dei discepoli che si aspettavano un liberatore e magari quella serie di eventi forti ... per cui molto turbati , ma considero anche che a questi più volte era stato spiegato che Yeshùa sarebbe risuscitato. Lui stesso spiegava le cose. Ora la perplessità poteva ancora rimanere , anzi meglio, incredulità ..dopo il racconto delle donne ... e ci può stare. Ma anche dopo che Pietro ha testimoniato di averlo visto? Pietro un apostolo autorevole?

In ogni caso i discepoli di Emmaus dicono "E' vero, è apparso a Simone". Quindi in ogni caso era apparso anche a qualcun altro oltre a loro perchè nessuno di loro due si chiamava Simone. Uno non di sicuro, dato che si chiamava Cleopa.
Se fosse apparso ad un altro Simone , la continua incredulità degli apostoli potrei concepirla meglio, ma a Simon Pietro, persona autorevole tra gli apostoli?

Questa apparizione è anche presa dai cattolici nel primato di Pietro. Appare per primo a Pietro tra gli apostoli.

Arrivando per esclusione che in effetti Yeshùa sia apparso proprio a Pietro, ipotesi migliore al momento non riesco a trovarla, i discepoli hanno gli dato lo stesso peso che hanno dato alle donne. Non hanno creduto nemmeno a lui.
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da Gianni »

Caro Naza, la domanda è quella che tu poni: Dove è narrata la vicenda (l’apparizione a Pietro)?

Iniziamo dal commento più semplice, anche se molto secondario e non attinente. Tu ci rammenti che quella apparizione è presa dai cattolici per confermare il primato di Pietro, in quanto Yeshùa appare per primo a Pietro tra gli apostoli. Questa è una gran sciocchezza. La prima persona a cui Yeshùa risuscitato apparve fu una donna: Maria Maddalena. Con buona pace dei maschilisti.

Va poi corretta la tua affermazione che Emmaus distava da Gerusalemme circa 35 km. Luca dice che il villaggio di Emmaus distava da Gerusalemme “sessanta stadi” (Lc 24:13); il che corrisponde a 7,5 miglia romane, ovvero a 11 dei nostri km. Il passo umano è di circa 4 km all’ora. Di certo avevano fretta di arrivare, come suggerisce il contesto, tuttavia il territorio attorno a Gerusalemme è collinare, per cui possiamo ipotizzare circa tre ore di cammino. Che partissero la mattina presto è escluso. Lc 24:33 precisa che dopo che Yeshùa scomparve, “alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme”. Le parole che NR mette in bocca ai due al v. 29 (“Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire”) sono tradotte superficialmente; il testo dice letteralmente: “Ormai sera è ed è inclinato già il dì”. Tieni presente che la “sera” ha nella Bibbia una vasta applicazione: può riferirsi alla “prima sera”, quando il sole inizia a calare dopo mezzogiorno; al pomeriggio; al tramonto; perfino alla prima parte della notte. I limiti della sera biblica sono dati dall’espressione ebraica ben haarbàym, “fra le due sere”, che troviamo in Es 12:6: “L’intera congregazione dell’assemblea d’Israele la deve scannare [la pecora di un anno, maschio, v. 5] fra le due sere” (TNM). Il periodo indicato qui dall’espressione “fra le due sere” e quello fra le 15 e le 18 (orario di Gerusalemme), perché si parla della Pasqua. Gli avvenimenti di Emmaus sono pure nel periodo pasquale. Dicendo “è inclinato già il dì” siamo certamente dopo mezzogiorno, quando il sole inizia a calare, ma anche alquanto prima delle 18. Nel mese di marzo/aprile e più precisamente nel periodo pasquale il sole tramonta a Gerusalemme intorno alle ore 18.
Ovviamente non sappiamo a che ora partirono e a che arrivano i due di Emmaus, ma certamente quella sera stessa.

Precisato ciò, veniamo alla domanda: Dove è narrata l’apparizione a Pietro? Tu dici: “Dopo che Pietro ha testimoniato di averlo visto”. Questa è una tua supposizione (del tutto corretta), ma da nessuna parte è scritto che Pietro rese tale testimonianza. Sono i due di Emmaus a dire: “Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone” (Lc 24:34). Noi sappiamo che dopo la morte e la risurrezione di Yeshùa, l’angelo disse alle donne che recatesi alla tomba: “Andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea” (Mr 16:7). Maria Maddalena portò allora il messaggio a Pietro e a Giovanni, che corsero alla tomba. Giovanni arrivò per primo, ma si fermò davanti alla tomba, limitandosi a guardare dentro. Pietro vi entrò subito, seguito poi da Giovanni (Gv 20:1-8). Ciò è tutto quello che sappiamo. Prima di apparire ai discepoli in gruppo, Yeshùa apparve a Pietro. Ciò lo sappiamo dai due di Emmaus (Lc 24:34) ed è confermato da Paolo in 1Cor 15:3-5: “Vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici”. Paolo non fu testimone oculare ma riporta ‘come l'ha ricevuto’. Evidentemente Yeshùa apparve a Pietro quello stesso, domenica 18 nissàn. Perché questa apparizione speciale a Pietro? Non certo perchè fosse il primo papa! Tutto il contrario, casomai: Pietro aveva rinnegato Yeshùa per ben tre volte, era quindi molto afflitto. Yeshùa non solo lo menzionò per nome alle donne a cui prima di tutti era apparso (“Andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea”, Mr 16:7), ma gli apparve poi personalmente, per rafforzarlo, per assicurargi che lo amava ancora e che lo voleva come suo discepolo.
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Re: I discepoli di Emmaus

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Riguardo ai 35 Km è un dato che ho preso dal web calcolando la distanza. Ho letto della distanza riportata nel testo ma non credevo che in realtà fosse molto meno . Va beh... 3-4-8 ore a questo punto ha poco senso (solo in parte) e ti spiego perchè. Se per sera intendiamo un'orario abbastanza prima del tramonto , considerando che poi i due ei Emmaus tornano a Gerusalemme , ciò è certamente possibile se la distanza era di poche ore e quindi la sera stessa potevano essere già di ritorno a Gerusalemme. Per partenza al mattino presto , intendo per Emmaus. Ho ipotizzato anche una partenza per tornare a Gerusalemme al mattino successivo vista la distanza. Ma ciò non è corretto perchè sta scritto che vi rientrarono quella sera. I conti non tornavano per l'errore della distanza. Tra andata e ritorno 16 ore? erano 2 Jeeep :d .
Prendiamo quindi atto che in realtà erano soli 11 Km , quindi Emmaus raggiungibile in poche ore. Essendo che la sera riescono a fare ritorno a Gerusalemme, allora suppongo che ad Emmaus , Cleopa ed il suo misterioso compagno, arrivarono nel primo pomeriggio,quindi mangiarono e poi subito ritornarono.
Ci siamo fin qui?
Ora io voglio restringere il campo di osservazione a quando Yeshùa appare a Pietro. Gli elementi li abbiamo.
I Due arrivano nel primo pomeriggio. Tolte le ore di Viaggio , anche se ho scritto che poterono partire dopo le 11 del mattino, correggo e dico che in ogni caso partirono nella prima parte della giornata. Da ciò che dicono durante il viaggio (parlando delle donne) deduco che i due erano a conoscenza che le donne erano andate e tornate dal sepolcro. Anzi, per precisione essi dicono "alcuni di noi" includendo anche altri che vi andarono.

22 È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon'ora al sepolcro, 23 non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto»

Da Luca e Giovanni sappiamo che Pietro si alzò e corse velocemente al sepolcro ma vi andò anche Giovanni che arrivò per primo . Quindi i due partono dopo che tutto ciò è accaduto, dopo che tutti vanno e tornano dal sepolcro. 10 Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro.

Quindi i due vedono ritornare le donne , tra cui la maddalena, ascoltano il loro racconto e dai versetti precedenti deduciamo anche che videro tornare gli altri dei "loro" che vi andarono , i quali trovarono tutto come avevano detto le donne.

Qui adesso attenzione. Dopo questi fatti , Cleopa ed il suo compagno partono per Emmaus. Sanno delle donne andate al sepolcro, degli altri andati al sepolcro e di tutti ritornati. Quando avvenne l'apparizione a Pietro?
Leggendo Giovanni comprendiamo che la maddalena incontra Yeshùa prima di ritornare perchè stava li a piangere. Adesso non possiamo dire che appena torna racconta di averlo visto, può essere che non lo ha detto , ma di sicuro ritorna perchè tra le donne che "dicono" è menzionata anche lei.
E Pietro?
SE I due appena tornano da Emmaus e incontrano nuovamente gli 11 e gli altri affermano "E' vero, è apparso a Simone" , deduco che prima di partire per Emmaus Pietro aveva detto di aver visto Yeshùa, ma i due non credono. Pietro quindi racconta di aver visto Yeshùa? Non posso dire nemmeno questo perchè sta scritto 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto»
Mi sembra che questo pezzo di versetto sia riferito ai discepoli (uomini) non alle donne. Ciò quindi esclude che qualcuno di loro abbia visto Yeshùa ma non esclude che sia apparso ad una delle donne (la maddalena) e che questa lo abbia raccontato. Se è detto "ma non lo hanno visto" forse la maddalena ha raccontato di averlo visto. In ogni caso le donne li fanno stupire .

Ciò che non comprendo adesso è questo. Da un lato i due discepoli affermano che alcuni di loro sono andati al sepolcro ma non hanno visto Yeshùa, ma ritornando da Emmaus dicono "E' vero , è apparso a Simone". Quando hanno saputo che è apparso a Simone?
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