La Torah di Yeshua.

chelaveritàtrionfi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; 39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;

Non sta scritto "fu detto", ma "avete inteso". Chi ha scritto queste parole non poteva sicuramente commettere un errore così grossolano da non conoscere ciò che stava realmente scritto. "Avete inteso" fa pensare che coloro a cui era rivolto tutto il discorso avevano inteso in quel modo. Perchè? perchè vi era qualche insegnamento orale rabbinico?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
chelaveritàtrionfi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Una critica fatta in questo modo senza andare a fondo è troppo superficiale. non c' entra la dottrina e la fede ma al livello didattico.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
AKRAGAS
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da AKRAGAS »

Matteo 5:38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; 39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;
Occhio per occhio è una espressione idiomatica…
( dice bene besasea) sarebbe un errore da parte nostra intendere tale espressione alla lettera perché non corrisponde a verità storica e non farebbe giustizia al popolo di Israele.
Simbolicamente l’espressione significherebbe che ad un danno arrecato deve essere corrisposto al danneggiato un risarcimento pecuniario.
Compito dei giudici era attenersi alla normativa e farla rispettare.
Ora viene Yeshua e dice: “anzi, se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra.”
Anche qui non dobbiamo fare lo stesso errore di interpretare alla lettera; c’è una metafora.
In passato ho letto uno studio, non ricordo il nome dell’autore, che metteva in risalto l’espressione “percuote la guancia destra”. Letteralmente per colpire la guancia destra si deve fare con la mano sinistra; azione insolita. Oggi noi usiamo l’espressione “tiro mancino” che ha il significato di infierire un male inaspettato, a tradimento nei confronti di un amico.
Allo stesso modo essere colpiti nella guancia destra significherebbe aver subito un torto.
Ma perché un torto, ovvero un male inaspettato? Yeshua sta facendo un discorso che si riferisce al rapporto tra fratelli, ossia spiega come è giusto comportarsi tra fratelli.
In altre parole Yeshua sta dicendo: avete inteso come la normativa spieghi che se subisci un danno devi esigere un risarcimento, ma io vi dico di sopportare il male arrecato dal fratello; anzi se subisci un danno inaspettato (colpita la guancia destra) tu non richiedere giustizia ( porgi l’altra guancia).
In conclusione personalmente intendo l'espressione usata da Yeshua in maniera simbolica; quindi Yeshua va oltre l’applicazione della normativa stessa cogliendo l’aspetto dell’amore verso il fratello.
AKRAGAS
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da AKRAGAS »

Besasea, riguardo al tuo ultimo intervento hai portato molti punti per cui ti rispondo in generale.
Bisognerebbe verificare i testi in greco e rivedere se sono stati correttamente tradotti perché altrimenti concorderei con te che ci sono delle imprecisioni. Per cui non saprei dire se l’errore lo ha fatto il traduttore , o il redattore o piuttosto Yeshua come tu vorresti far notare.
Poi tu dici:
Nel contempo Yeshùa si definisce più grande del tempio.
In realtà non è Yeshua che si sta definendo più grande del Tempio ma sta definendo che è il bisogno urgente dell’uomo ad avere la priorità sul Tempio. Infatti in quella occasione i discepoli stavano sfregando alcune spighe di grano fra le mani per mangiare in quanto, fa notare Yeshua, avevano lavorato ed erano affamati. Così come David e i suoi uomini, in situazione di emergenza poterono mangiare i pani cui non era loro lecito mangiare. Infatti il sacerdote chiese a David se almento non avevano toccato donna per valutare lo stato di purità.
Quindi Yeshua ancora una volta mette in primis il bisogno urgente dell’uomo. Ecco spiegata la frase Già conosciuta nell’ebraismo del tempo:” il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”.
Ancora Yeshua opera segni potenti per opera di Dio nel giorno di sabato.
In tutte queste occasioni alcuni lo accusarono di infrangere la normativa, ma converrai con me Besasea che pure all’interno del giudaismo esistevano visioni più rigide riguardo all’osservanza del sabato dove considerarono lo sfregare tra le mani il grano un lavoro che trasgrediva lo shabbat. Yeshua non fa altro che rimarcare una interpretazione del comandamento che è in linea con il giudaismo odierno: infatti di sabato è concesso circoncidere un bambino al compimento dell’ottavo giorno; ancora di sabato è concesso curare un malato o intervenire in tutti i casi di emergenza per salvare una vita; ecc
AKRAGAS
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da AKRAGAS »

Besàseà ha scritto:Anche questo per esempio desta parecchia perplessità:
11 Egli disse loro: «Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; 12 e se la moglie ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
Non si adatta né al sistema giuridico ebraico, né a quello romano.
besasea tu fai l'errore di rimanere attaccato alla normativa è così facendo non noti la giustizia che è scritta in questo messaggio interpretativo della legge stessa.
La norma appunto consentiva all'uomo di ripudiare la donna qualora avesse trovato qualcosa di sconveniente, ovvero se avesse sospettato nei confronti della fidanzata o moglie un rapporto sessuale prematrimoniale o extraconiugale.
Poteva accadere che un uomo usasse tale norma che tutelava il suo diritto di padrone della donna come pretesto per mandarla via per qualsiasi motivo appellandosi alla normativa.
In questo modo Yeshua non intende modificare la normativa giuridica ma interpreta mettendo in equilibrio i diritti della donna affinché l'uomo malvagio non abusi.
Quindi Yeshua non modifica la norma ma fa luce sulla equità dei diritti tra uomo e donna.
È noto a te sicuramente come la Torah orale era una tradizione vivente con l'autorità d'interpretare. Gli antichi saggi, applicavano le norme scritte man mano che i casi giuridici si presentavano a loro e così si creò una tradizione l'interpretazione.
Yeshua stesso in qualità di saggio con la stessa autorità interpreta la legge dando il suo contributo alla tradizione orale.
Ultima modifica di AKRAGAS il domenica 7 giugno 2015, 16:00, modificato 1 volta in totale.
AKRAGAS
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da AKRAGAS »

Besasea dice:
prima di Yeshùa abbiamo avuto tanti rabbi che hanno dato insegnamenti morali superiori a quelli suoi
è vero che ci sono stati molti saggi prima di Yeshua dai quali lo stesso Yeshua attinge parte del suo sapere. Questo dovrebbe far capire quanto Yeshua fosse integrato nel contesto storico-culturale giudaico.
Che questi saggi siano stati superiori non saprei dire. Forse siamo noi che quantifichiamo uno rispetto ad un altro in base al metro della fede.
Certamente le massime dei saggi sono tutt'ora riconosciute e valide (chi studia l'ebraismo lo sa ).
Yeshua diceva: se non credete alle mie parole , credete alle opere, affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in me e che io sono nel Padre
Quindi la superiorità non è dalle parole che si dicono ma dalle opere che Dio riconosce.
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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Vorrei rispondere a Besasea iniziando dalla questione del risarcimento per poi concludere con l'insegnamento di Yeshùa.

Da un interessante blog sulla cultura ebraica cito una trattazione sulla legge del taglione:

Tutti conoscono la frase biblica “vita per vita, occhio per occhio, dente per dente” (Esodo 21:23-25), spesso citata come espressione di una giustizia arcaica fondata sulla vendetta. Non abbastanza noto è invece il modo in cui la tradizione rabbinica ha sempre inteso questo principio tanto controverso. Secondo i Maestri del Talmud, la legge denominata“occhio per occhio” (ayin tachat ayin) si riferisce in realtà a un risarcimento in denaro che il colpevole deve fornire alla vittima in misura proporzionata alla gravità dell’offesa. La normativa ebraica non prevede quindi una punizione corporale, ma un semplice rimborso economico da fissare in base alle valutazioni del Tribunale.

La logica ci spinge a chiederci se tale interpretazione sia frutto di una rielaborazione rabbinica volta a prendere le distanze da un’usanza brutale, oppure se essa trovi un riscontro effettivo nel testo biblico.
Esiste un caso esplicito, all’interno delle leggi della Torah, in cui la frase “vita per vita” (nefesh tachat nefesh) è impiegata chiaramente per alludere ad un risarcimento monetario:
 “Chi percuote a morte un animale dovrà risarcire, vita per vita” (Levitico 24:18).
 Il confronto con il versetto 21 dello stesso capitolo non lascia spazio a dubbi: qui “vita per vita” indica un rimborso proporzionato alla perdita della vita dell’animale.

Un altro caso da considerare si trova in Esodo 21:18-19: 
“Se due uomini litigano e uno colpisce l’altro con una pietra o con un pugno e quello non muore, ma deve mettersi a letto, se poi si rialza ed esce a camminare con il suo bastone, chi lo ha colpito sarà assolto; lo risarcirà soltanto del tempo perduto e gli fornirà le cure”.
 È evidente che la pena a cui l’aggressore viene sottoposto è soltanto di natura economica. Nell’analizzare questo caso concreto, la Torah non menziona alcuna punizione corporale da infliggere al colpevole.

Perché allora il testo utilizza l’espressione “occhio per occhio”, che richiama l’idea di una mutilazione fisica?


Secondo una linea interpretativa seguita da studiosi come Benno Jacob e Pinchas Lapide (e nell’ambito rabbinico classico, da Saadia Gaon e altri), siamo davanti ad un semplice errore di traduzione. Il termine tachat nella Bibbia indica infatti qualcosa che subentra in sostituzione di qualcos’altro, come un re che sale al trono al posto del padre (vedi 1Re 1:30), o come una persona che si offre di sostituirne un’altra (vedi Genesi 44:3). Sulla base di tali osservazioni, la frase Ayin tachat ayin dovrebbe perciò essere intesa nel senso di: “il valore di un occhio in sostituzione di un occhio”. Coloro che seguono questo punto di vista tendono quindi a giustificare l’interpretazione del Talmud della norma biblica anche sul piano strettamente letterale del testo.


Altri commentatori scelgono invece un approccio diverso, avvalorato anche dagli antichissimi codici giuridici nei quali è contenuta la Legge del taglione. Secondo Maimonide, ciò a cui la Torah allude realmente è proprio una punizione corporale, ma soltanto sul piano teorico: un aggressore, in base ai principi di una giustizia ideale ed assoluta, meriterebbe davvero di subire un danno analogo a quello che egli stesso ha inflitto; tuttavia, nella pratica, la Legge impone di trasferire la punizione fisica sul piano economico. A conferma di tutto ciò, Maimonide cita un verso della Torah in cui si parla dell’unico crimine la cui pena non può essere mutuata attraverso un pagamento in denaro, cioè il caso dell’omicidio volontario:
 “Non accetterai un prezzo di riscatto per la vita di un omicida, reo di morte, perché dovrà essere messo a morte” (Numeri 35:31).


Per quanto riguarda invece i casi di danni non letali, come abbiamo visto in precedenza, il risarcimento monetario subentra al posto della punizione corporale.


https://sguardoasion.wordpress.com/2014 ... er-occhio/" onclick="window.open(this.href);return false;

Adesso aggiungo il mio commento. Se riprendiamo il testo di Dt 19 e ci concentriamo sui vv.19-21, leggiamo:

"Così toglierai via il male di mezzo a te. Gli altri lo udranno, temeranno, e non si commetterà più in mezzo a te una simile malvagità. Il tuo occhio non avrà pietà: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede."

Se la frase ayin tachat ayin deve essere intesa nel senso di: “il valore di un occhio in sostituzione di un occhio”, quindi come risarcimento pecuniario, ciò non si sposa con il resto del testo; infatti, come si può "temere" in seguito ad una sentenza di risarcimento pecuniario e in che modo tale sentenza avrebbe potuto scoraggiare altri a non commettere il reato? Anche nel nostro sistema legislativo può essere chiesto risarcimento pecuniario in seguito ad un torto fisico subìto, ma ciò non costituirà affatto un deterrente perchè altri non commettano lo stesso torto; neppure la pena di morte costituisce deterrente perché non si continui a commettere atti atroci. Sul testo viene specificato come il risarcimento debba incutere timore ed essere un deterrente. Inoltre, il testo specifica di non avere pietà nell'infliggere la sentenza di risarcimento, e ciò non ha assolutamente senso se trattasi di risarcimento meramente pecuniario. Infliggere risarcimento pecuniario senza pietà? Ha perfettamente senso, invece, se il risarcimento è da intendersi letteralmente.

A mio avviso, la legge del taglione deve essere vista in un contesto diverso: il suo scopo è quello di scongiurare sommari atti di vendetta, in odio a Dio. Infatti, il testo specifica che applicandola si estirperà il male; il male, quindi, non è costituito soltanto dal torto in sé, ma anche e piuttosto dalla vendetta che può scaturire da esso. Con la legge del taglione applicata alla lettera, si evita in partenza che un torto venga commesso e, nel caso il torto avvenga comunque, si scongiura l'atto vendicativo che costituirebbe un peccato ancora peggiore agli occhi di Dio. Comunque, in linea di massima, credo di ritrovarmi con l'interpretazione di Maimonide di cui sopra.

Tornando all'insegnamento di Yeshua, il testo mattaico non specifica la natura del risarcimento. Yeshua cita la legge del taglione e poi aggiunge il suo insegnamento: perdonare e non pretendere risarcimento. Yeshua sta insegnando a fare qualcosa che nessun uomo farebbe mai. Il "porgere l'altra guancia" è da intendersi ovviamente in modo simbolico, e ora lo vedremo.

Tu dici che dal testo si capisce che Yeshua e il redattore non sapevano che il risarcimento fosse di tipo pecuniario, ma il testo non specifica, come ho già detto, la natura del risarcimento, lo cita soltanto. Ammesso che il risarcimento sia da intendersi in senso pecuniario, l'insegnamento di Yeshua si applica benissimo lo stesso. Infatti, il suo insegnamento non si riferisce ad un delitto subìto, come la perdita di un occhio, la rottura di una mano e, in generale, di un delitto grave (come specificato in Dt 19). Leggi bene:

non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle.

Ti sembra che si parli di delitti? Ti sembra che Yeshua violi la Torah insegnando a non reagire con astio a chi vuol litigare, a dare a chi chiede e a non rifiutare un prestito? Si parla piuttosto di un comportamento da tenere con chi è ingiusto; percuotere la guancia non è certamente un pugno in faccia, ma uno smacco, e prendere la tunica si riferisce più ad un volersi appropriare delle cose altrui. Questo insegnamento non è contrario alla legge del taglione, semmai aggiunge qualcosa di più profondo: non rispondete a violenza con violenza, a torti con torti, a ingiustizia con ingiustizia, ma perdonate. Yeshua conferma la legge del taglione e aggiunge in più: "e io vi dico".

Credo di aver risposto al tuo terzo punto. Resta il punto 2 sull'adulterio.
Ultima modifica di bgaluppi il domenica 7 giugno 2015, 23:38, modificato 2 volte in totale.
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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, il tabernacolo e' o non e' la "casa di Dio"? Il testo greco potrebbe essere tradotto "si presento' alla casa del Signore", poiche' il verbo eiserkomai con eis (a, moto a luogo) significa presentarsi (Rocci). Infatti Davide si presenta al tabernacolo e il sacerdote gli viene incontro. E' Davide a chiedere il pane, non il sacerdote ad offrirglielo; glielo porta su richiesta di Davide. E com'e' possibile che fossero stati messi pani caldi per sostituire gli altri appena rimossi se di sabato non e' permesso cucinare?


Allora il sacerdote gli diede del pane consacrato, perché non c'era là altro pane tranne quello della presentazione, che era stato tolto dalla presenza del SIGNORE, perché fosse sostituito con pane caldo nel momento in cui veniva preso. 1Sam 21:6 NR
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Israel75
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Israel75 »

Concordo. Casa di Dio è un modo di dire, è abbastanza evidente.
Poi sul tempio a mio avviso dice bene Akra , Gesù afferma semplicemente che le persone e le emergenze contano più di una applicazione tecnica della Torah. Legge tra l'Altro contaminata da isegnamenti orali dubbiosi, a cui Yeshua sente di dover ribattere amche per correggere.

Besà, carissimo sul ripudio possiamo girarci finchè ci pare, è ovvio che letto dal deuteronomio faccia intentere che ai tempi mosaici l'uomo se ne aprofittava.

Data la Legge scritta ci sono ovviamente le interpretazioni.

Personalmene con questo approccio tecnico nell episodio specifico non cè modo di attaccare Yeshua. Anche se devo dire che alcune obbiezioni sono comprensibili.

Io ne avrei un paio, ma Antonio mi deve garantire che non mi condannerà al rogo :D
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Israel, mica sono cattolico... :-) E poi siamo qui per imparare.
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