La Torah di Yeshua.

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Israel75
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Israel75 »

E' quello che ho ribadito in più punti in altri post, i quali venivano poi sprocati come in altre situazioni o fraintesi:Yeshua ha dato la sua interpretazione della Torah come maestro riconosciuto, questo emerge dai vangeli i quali sono una testimonianza.
Chi crede in Lui sà che essa è la massima interpretazione possibile, dato che lo prende come riferimento.

Yeshua parla di sè come un inviato , come qualcuno mandato dal Padre, che parla per conto del
Padre che gli ha comandato cosa dire e fare. Andare oltre e vedere un dio o semidio è quantomeno illogico.(Gv 5:30,36)

Si può credergli o meno , ognuno forse non crede a ciò che vuole più o meno? Ma da questo a pensare che abbia fatto un "ottobre rosso" ce ne passa. :-) :-) :-)

Chi non crede in Yeshua può dire al massimo che il suo insegnamento non è attendibile o avere del disaccordo , ma affermare che rivoluzionò o fù un "mascalzone" per ex. non è logico, nè scritturale.Egli operò come Ebreo in seno al giudaismo. Ed era quanto meno rispettato dai più come giudeo osservante.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Gianni
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Gianni »

Besaseà, il peccato originale non trova riscontro neppure nel cosiddetto NT. Si tratta di una dottrina cattolica, non biblica.
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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, io sto citando il lavoro di Neusner. E' lui a sostenere che Yeshua fu un maestro di Israele, oltre al NT. Inoltre, il NT non dice affatto che Yeshua fu qualcosa piu' di un semplice uomo; semmai dice che fu risorto dai morti dalla potenza di Dio, ma non dice che fu Dio e neppure "un" dio. Ti invito a leggere le parti da me gia' citate dal libro di Neusner, poiche' il suo approccio al confronto dell'insegnamento di Yeshua con la Torah e, in generale, il suo modo di dialogare su un tema cosi' scottante, e' alquanto interessante.

Neusner continua il suo cappello introduttivo affrontando e criticando il tema della divisione esistente tra ebrei e cristiani, e cerca di stabilire un nuovo approccio che consenta alle due parti di riuscire a dialogare. Da questo punto in poi riportero' soltanto le parti salienti del suo ragionamento, per evitare di riscrivere il suo libro per intero e giungere presto ad affrontare insieme a lui i versetti delle Scritture ed entrare nel vivo. Egli scrive:

Se gli ebrei considerano incomprensibile la concezione di Dio incarnato in un solo uomo, i cristiani trovano inattingibile la nozione di Popolo di Dio, l'elezione di Israele. Nessuna delle due parti puo' immaginare quindi un'analogia, in termini comprensibili, per cio' che e' piu' sacro all'altro. [...] Dio incarnato, l'elezione di Israele - le verita' vincolanti di Cristo da una parte, la Torah dall'altra - non possono essere oggetto di una discussione ragionata fra noi e gli altri, per esempio, una discussione per risolvere problemi sulla ragione e sul torto, il vero e il falso, una siscussione che si basi su premesse condivise da entrambi e su argomenti scelti da entrambe le parti. ma questa semplice affermazione porta ad uno stallo che non possiamo accettare per sempre. [...]

C'e' un'altra ragione per prendere sul serio il dialogo del cristianesimo con l'ebraismo. Avendo ascoltato venti secoli di "no", i cristiani videro naturalmente il popolo di Gesu' come ostinato e solo negativo. Ma se la negazione ha una forte affermazione, c'e' per l'ebraismo nell'incontro con il cristianesimo piu' di un semplice no. C'e' un no, perche'... E in questo perche' risiede la forte discussione fra di noi.


Vediamo, dunque, come l'interlocutore di Neusner non sia il discepolo di Yeshua ma il "cristiano". A questo punto e' necessaria una mia nota personale (e ripeto personale). Da queste righe io comprendo una cosa: che sia i cristiani sia gli ebrei hanno male interpretato le Scritture. Se i cristiani non riescono a capire che l'insegnamento di Yeshua e' in continuazione rispetto alla Torah, e non in antitesi, e se gli ebrei non riescono a capire che Yeshua non e' Dio ma uomo, cio' significa che entrambe le parti hanno letto le rispettive Scritture in modo superficiale: i cristiani hanno compreso le Scritture Ebraiche non come le comprendono gli ebrei ma facendosi influenzare dalla dottrina religiosa, gli ebrei hanno compreso le Scritture Greche facendosi influenzare dalla dottrina religiosa cristiana, invece di confidare unicamente nel testo greco. In entrambi i casi, il problema di fondo e' la dottrina religiosa cristiana.

Il discepolo di Yeshua, allora, dovrebbe ribattere a Neusner (o a Besasea): se non si considerasse affatto l'idea di Dio incarnato in un uomo? Se si vedesse Yeshua semplicemente come un uomo, in questo caso l'ebreo potrebbe dialogare piu' serenamente con il fedele di Yeshua? Ma forse questa domanda deve essere riproposta piu' avanti.
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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Besa, intanto ti rispondo su Rm 5:19 per come la vedo io. Per il termine "peccatore", il greco ha ἁμαρτωλός (hamartolo's), da hamarta'no, che significa propriamente "perdere per mancare il bersaglio, restare corti su cio' che Dio approva". Hamartolo's, dunque, significa propriamente "errante, che sbaglia" (Rocci). Il peccatore, dunque, e' colui che sbaglia, che "subisce una perdita per non realizzare cio' che e' giusto agli occhi di Dio". E cosa perde, o ha perso? La vita.

Pertanto, io tradurrei: "Tutti sono stati stabiliti erranti (colpevoli agli occhi di Dio)". Se leggi al v.12, si dice "Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato" (NR), in cui il termine peccato corrisponde a ἁμαρτία (hamarti'a), che significa "fallimento per aver mancato il bersaglio". E il verbo "hanno peccato" e' hamarta'no, mancare il bersaglio, fallire rispetto ai comandamenti di Dio. Qui si chiarisce il senso degli uomini colpevoli: Adamo, pur essendo perfetto perche' creato da Dio, ha disobbedito, e questa disobbedienza ha costituito condanna a morte per lui e per la sua discendenza, cioe' tutti noi. Noi nasciamo dalla carne. Il nostro essere mortali, comporta una grande influenza del materialismo nella nostra vita, e la disobbedienza diventa oltraggio, crimine, abominio; ognuno di noi e' corrotto da se stesso. Non e' che il peccato di Adamo, o le sue colpe personali, si trasmettono geneticamente, e' che per la disobbedienza di un uomo tutti sono risultati colpevoli nel senso che tutti hanno subito la condanna a morte: sei polvere e in polvere ritornerai. Ognuno pagera' davanti a Dio il prezzo per le proprie colpe.

Da qui capisci anche il senso di Mt 26:28. La remissione della colpa costituisce abolizione della condanna a morte fisica (ma solo per chi ascolta la parola di Dio, ovviamente).
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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Scusate per questa interruzione ma ho avuto poco tempo. Continuero' la mia analisi del libro di Neusner a breve.
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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Continuo e concludo l'esposizione di parte del cappello introduttivo di Neusner, per arrivare alla discussione vera e propria. Quali sono le regole per un dibattito franco ed equilibrato tra ebraismo e "cristianesimo"? Scrive Neusner:

Prima di tutto entrambe le parti devono parlare dello stesso problema. Pertanto, [...] ho scelto un racconto di Gesu' modellato per Israele proprio per confrontarsi: il Vangelo di Matteo.

Una discussione sincera puo' nascere, dal momento che il particolare ritratto che Matteo fece di Gesu' proveniva da un gruppo ebraico, fu rivolto al resto di Israele e sottolineo' che egli non era venuto a distruggere, maa dare compimento alla Torah. [...]

In secondo luogo, ciascuna delle parti che partecipa alla discussione deve accettare la buona fede dell'altra. La quasi totalita' della letteratura polemica cristiana sull'ebraismo e gran parte degli studiosi cristiani, anche ai nostri giorni, nega all'ebraismo qualsiasi rispetto. [...] Non posso immaginare una discussione con il Gesu' di Giovanni, poiche' l'Eterno Israele e' trattato in Giovanni con odio evidente. Ma non e' il caso del Vangelo di Matteo. [...] Lo scritto di Matteo offre anche, come prova del perche' dovrei riconoscere Gesu' come il Cristo, gli insegnamenti che Gesu' espose mentre era qui in terra fra di noi. E' giusto e opportuno, percio', che io esamini alcuni di questi insegnamenti e che mi chieda se essi mi obblighino, all'interno dell'Eterno Israele,ad accettarli come parte della Torah. [...]

Terzo, ciascun partecipante alla discussione deve rispetto all'altro. [...] Un precetto religioso fondamentale nell'ebraismo esige lo studio della Torah e gran parte dello studio della Torah esige il dibattito: il dibattito e la discussione sulle asserzioni, sulle prove, sulla validita' dell'analisi, su cio' che facciamo in ogni campo del sapere. [...]

riguardo a questo aspetto chiedo al cristianesimo di adottare una caratteristica della tradizione ebraica; come i cristiani, noi diamo importanza alla ragione e alla fede razionale. Esse formano nei nostri libri sacri una delle grandi tradizioni intellettuali dell'umanita'. Il piu' influente libro dell'ebraismo e' il Talmud di Babilonia (datato verso il 600 d.C.) che e' un prolungato commento su un codice filosofico chiamato Mishnah (datato verso il 200 d.C.). Il Talmud e' semplicemente una lunga discussione, o piuttosto, sono appunti che ci permettono oggi di ricostruire la discussione svoltasi tempo fa. E dall'epoca in cui il Talmud raggiunse la sua forma finale, chiunque lesse lo scritto non solo ascolto' la discussione, ma cerco' di parteciparvi. [...] La vera elite della nostra fede, i maestri ( e adesso anche le maestre) della Torah passano lunghe ore a dibattere le affermazioni della Torah, esposte nella Mishnah e nel Talmud. Questa e' la nostra piu' solenne azione nel servire Dio, una volta che abbiamo compiuto il nostro dovere verso gli altri uomini.

Perche' questo? Perche' noi diamo valore all'uso dell'intelligenza, allo scambio di pensieri, di affermazioni, di ragioni, di prove, di analisi; noi consideriamo la discussione un esercizio nell'uso di cio' che ci fa simili a Dio, cioe' la nostra intelligenza. Qualora se ne presentasse l'occasione, discuterei volentieri con Dio, proprio come fecero i grandi rabbini del Talmud: dunque perche' non posso discutere con il Dio incarnato? [...] La discussione, come ho detto, e' un gesto di rispetto, non di offesa. Abramo incontro' Dio faccia a faccia a Sodoma; Mose' insiste' per vedere Dio, anche nella fessura della roccia; [...]. quando saliremo in cielo, alcuni di noi almeno sperano di entrare nell'accademia di lassu', la celeste Yeshiva' [scuola di studi talmudici] e di prendere parte alle discussioni di Mose', nostro maestro, e dei grandi saggi.

Nell'ottica di questa religione non c'e' gesto di stima piu' grande che una discussione. Respingo quell'atteggiamento del dialogo ebraico-cristiano che per secoli, da parte ebraica, e' consistito: 1) nell'affermare che il cristianesimo non esiste; 2) nel sostenere che, se il cristianesimo esiste, non cambia nulla per l'ebraismo ( nel linguaggio dell'ebraismo, per "la Torah"); 3) nel raccontare storielle di cattivo gusto sulla figura di Gesu'. Mi disgustano le opere che screditano le religioni e gli uomini e le donne di fede. [...]

non dubito affatto della fede del credente. Ne' e' compito dell'outsider giudicare la fede di altre persone. Sarei orgoglioso se i lettori cristiani rispondessero: "Si, abbiamo valutato i problemi che tu hai sollevato e, dopo averci riflettuto e discusso mentalmente con te, confessiamo con forza maggiore di prima la nostra fede in Gesu' Cristo". E niente mi farebbe piu' felice che sentir dire dai lettori ebrei: "Ora comprendiamo perche' siamo cosi'; e siamo orgogliosi di essere cosi'".

In questa discussione non mi interessa vincere. [...] Cio' che faccio e' riaffermare semplicemente la Torah del Sinai sopra e contro il Gesu' di Matteo. [...] E' con l'uomo vivente, mortale, che cammina fra di noi, che parla fra noi, che voglio discutere. Se avessi a disposizione solo queste parole, senza genealogia, miracoli, crocifissione, risurrezione, intronizzazione alla destra di Dio, quale risposta avrei dovuto trovare? Non saprei. Non avrei lodato il grande maestro e rabbino e non avrei affermato neppure che se non era il Messia, fu almeno un profeta. [...] Queste concessioni evadono il problema in maniera insincera. [...] Molte generazioni di apologisti ebraici hanno lodato insinceramente questo "taumaturgo galileo", ponendolo nella tradizione di Elia, dei rabbini chassidici del diciottesimo secolo e oltre. Altre generazioni hanno esaltato Gesu' come un grande rabbino. Questo schivare le pretese cristiane di rappresentare la verita' non serviranno piu'. Il cristianesimo non crede in un taumaturgo galileo, ne' venera un rabbino. Da parte mia non sfuggiro'. Neppure pero' faro' concessioni. Non lodero' con complimenti esagerati, irrilevanti il Dio di qualcun altro: e' degradante e disonesto.

In conclusione, pertanto, rivolgendomi agli insegnamenti di Gesu' come Matteo lo ritrae, rivolgo una seria attenzione a qualcosa che, finora, ha trovato scarsa attenzione fra gli ebrei. Fino ad oggi, infatti, gli ebrei hanno respinto il cristianesimo senza fare molta attenzione a cio' che Gesu' insegno' in particolare. [...] Piuttosto che esaminare il racconto di Gesu' secondo Matteo, come fanno gli studiosi, lasciatecelo godere, lasciateci immaginare di parteciparvi. [...] La mia discussione si svolge con il Gesu' che il fedele cristiano venera, quello a lui noto dai grandi racconti e, fra gli altri, in particolare da quello scritto per gli ebrei. [...] Conosciamo soltanto due cose: la Torah e le cose che Matteo narro' di Gesu' - e niente di piu'. [...] Arriviamo immediatamente a quella montagna in Galilea dove Gesu' espose il nucleo del suo insegnamento. Siamo ai piedi della montagna. Guardando in alto, vediamo la figura dell'uomo. Egli dice molte cose. Noi possiamo afferrarne solo alcune - noi, l'Eterno Israele, che ricorda quell'altra montagna, il Sinai - e cio' che Dio ordino' a Mose'.
AKRAGAS
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da AKRAGAS »

Ciao Antonio e besasea, un saluto a tutti gli amici che si dilettano nello studio della parola di Dio.
Antonio hai scritto:
Vediamo, dunque, come l'interlocutore di Neusner non sia il discepolo di Yeshua ma il "cristiano".
Non ho letto il libro di Neusner ma il commento che hai scritto lo condivido.
In realtà nel cristianesimo esistono varie opinioni rispetto a come il Gesù ( così viene tradotto nelle nostre bibbie italiane) si sia posto nei confronti della Torah ( tradotta erroneamente con Legge ).
1) Una delle più diffuse opinioni è quella relativa alla “abolizione della Legge”.
2) Altra opinione tra i cristiani è che Gesù è venuto a scontrarsi con la Torah orale.
3) Ancora c’è chi afferma che Gesù abbia fondato una setta che ristabiliva la giusta halachah in contrapposizione a quella già seguita nell’epoca in cui visse.
4) Un’altra opinione, poco conosciuta o condivisa, è che Gesù non si è opposto alla struttura del giudaismo ma ha richiesto un rinnovamento della fede.
In quest’ultimo caso, l’halachah non cambia ma procede con fede attraverso il messia Yeshua.

Si potrebbe in futuro discutere, magari in altre cartelle per procedere con ordine, questi punti che ho elencato se a qualcuno fa piacere.

Shalom
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bgaluppi
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da bgaluppi »

Interessante, Akra. La quarta opzione mi piace... Comunque questo libro di Neusner e' molto interessante e c'e' da riflettere ed imparare. Continuero' a postarlo e a commentare. Peccato che la partecipazione sia praticamente inesistente.
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Israel75
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Israel75 »

non ti preoccupare , molti leggono senza commentare.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Maryam Bat Hagar
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Re: La Torah di Yeshua.

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

Interessante l'esposizione di akra e quella di Antonio sugli studi di Flusser.io ho sotto mano il testo di Daniel Boyarin,altro rabbino ortodosso e professore di ebraico alla Berkley sempre sulla figura di Cristo.se può interessare posso integrare i commenti di Boyarin.non voglio pero appesantire la discussione.un abbraccio in Cristo :YMHUG:
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

Ali ibn Abi Talib(599- 661)
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