Non credo assolutamente che Yeshùa era un uomo come noi.
Marco, in un certo senso quello che dici è vero, per il semplice fatto che se "nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto" (Sl 49:7), ciò significa che il Messia non è un uomo esattamente come lo siamo noi, poiché lui ha pagato quel prezzo. Però è importante capire bene la figura di Yeshùa. In che modo Yeshùa è diverso da tutti noi? Per il fatto che non è generato nella carne, ma per opera dello spirito. Ti dico che ho dovuto meditare molto su ciò che sto per dirti, perché anch'io ero convinto della natura divina di Yeshùa. Ma quando ho compreso più a fondo la cosa, ho scoperto che la verità è molto più bella e profonda di come immaginavo che fosse.
Bisogna fare attenzione e capire esattamente la funzione di questa sua particolare condizione alla nascita, perché è lì il nodo che dobbiamo sciogliere; il suo essere generato dallo spirito non implica affatto che la sua natura sia divina, come vedremo. Lo spirito (potenza attiva di Dio) fa sì che nel grembo di Miryam si generi una vita umana; agisce, detto in modo molto chiaro, al posto del seme umano, allo stesso modo in cui agiva tramite Yeshùa e gli apostoli per sanare o resuscitare le persone. Quelle persone non hanno ricevuto una sorta di "potere divino" nell'essere sanate o resuscitate; come in Lazzaro fu fatto ritornare l'alito vitale grazie alla potenza dello spirito (cioè di Dio, che opera in noi tramite il Suo "soffio"), così Yeshùa fu generato dallo spirito e non da seme umano. Anche noi siamo in vita grazie alla potenza di Dio, poiché la vita funziona in base a Colui che È vita, ma in modo indiretto: nostro padre ha inseminato nostra madre e Dio ha fatto crescere e sviluppare quel feto, dotandolo di un soffio vitale e di uno spirito.
Il feto umano di Yeshùa non nasce grazie all'inseminazione umana, ma grazie all'energia di Dio: Dio genera quella vita direttamente, e non indirettamente. Ecco la differenza che lo rende diverso da ogni altro essere umano che è generato dall'uomo, e non da Dio. Ma ciò non implica il "trasferimento" di una qualche essenza divina, come credevano i pagani; lo spirito determina solo il generarsi della vita. Andiamo avanti.
Perché questo? Ne abbiamo parlato:
perché Yeshùa doveva essere un nuovo Adamo, puro, senza peccato, non generato dalla carne ma da Dio. È un nuovo inizio, l'uomo come Dio vuole che sia, perfettamente capace di obbedire in modo perfetto alla legge di Dio e svincolato dalle catene del peccato. Ma è sempre un uomo, non Dio. Ciò è spiegato nel difficile passaggio in Flp 2:5-9, che ti traduco direttamente dal greco:
“5 Questo sentite in voi che fu anche in Cristo Gesù, 6 il quale, venendo ad esistere a figura di Dio (in forma simile a Dio, come Adamo), non considerò l'essere uguale a Dio come una rapina, 7 ma annullò se stesso avendo assunto figura di servo essendo venuto ad essere a immagine degli esseri umani; 8 riconosciuto in forma di un essere umano, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. 9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome”
Praticamente dice che essendo Yeshùa nato a immagine e somiglianza di Dio (condizione di purezza primigenia, generato direttamente da Dio, come Adamo fu creato direttamente da Dio),
non considerò di voler essere come Dio, ossia non ritenne che l'uguaglianza con Dio fosse qualcosa da desiderare, da rubare a Dio (come invece fece Adamo); piuttosto, fece il contrario:
umiliò se stesso e si fece servo obbediente, essendo nato simile agli esseri umani, come uomo (figlio dell'uomo). Avendo obbedito come essere umano fino alla morte (non essendosi sentito più di quello che era, cioè un essere umano, una creatura, e non Dio), fu sovranamente innalzato oltre ogni creatura.
La grandezza di Yeshùa fu nel fare esattamente il contrario di ciò che fece Adamo;
accettò la sua condizione di creatura e non scelse di mettersi al posto del Creatore, ma di servirLo, e di servire i suoi fratelli. Ricordi che fecero i primi due? Quando il serpente dice loro che mangiando dall'albero della conoscenza sarebbero diventati
uguali a Dio, loro desiderarono questa possibilità, e mangiarono il frutto proibito, ossia
desiderarono di essere più di come Dio li aveva creati. Vollero innalzare se stessi. Yeshùa, invece, scelse di obbedire e servire, abbassando se stesso, ossia accettando la sua condizione, e per questo fu innalzato da Dio.
Ora, ragiona attentamente. Se fosse stato Dio, o come Dio, cioè se avesse avuto natura divina, non avrebbe potuto desiderare ciò che già aveva, la natura divina. Adamo, che era uomo, desiderò essere uguale a Dio, ossia acquisire natura divina; Yeshùa, anch'egli uomo, scelse di obbedire come uomo.
Se fosse stato già divino, non avrebbe avuto bisogno di desiderare di esserlo. Inoltre, se avesse avuto natura divina, la sua obbedienza non sarebbe riconoscibile come merito, poiché è ovvio che avendo natura divina avrebbe obbedito a Dio. Invece, la sua grandezza e il suo merito fu proprio che, pur essendo uomo nato nella carne e quindi sottoposto ai desideri della carne (simile agli uomini), scelse di obbedire alle leggi dello spirito. Fu l'unico dopo Adamo in grado di farlo perché, come Adamo, non fu generato nella carne; ma, libero di scegliere, avrebbe potuto fare come Adamo. Invece scelse di obbedire, e fu sorretto dallo spirito.
Chi crede in lui e rinasce in spirito tramite l'atto simbolico del battesimo, si trova nella condizione primigenia perché viene liberato dal peccato, e quindi, sorretto dallo spirito, può seguire l'esempio di Yeshùa e scegliere di obbedire; la sorte di chi segue l'esempio di Yeshùa è la stessa: tornerà in vita e sarà innalzato.
“In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” - Gv 5:24
Questo è ciò che dice a Nicodemo: “se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito.” (Gv 3:5,6). Senza Yeshùa, che ci consente di rinascere in spirito, non possiamo liberarci della condanna; se non si obbedisce a Dio, non è possibile ricevere la vita, e se non si ha lo spirito, non è possibile obbedire a Dio: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché
senza di me non potete fare nulla.” (Gv 15:5). Ma è sempre possibile disobbedire, anche con lo spirito.
La grandezza di Yeshùa è doppia e risiede nella sua preordinazione ad incarnare il Messia, che rappresenta la salvezza, e nella sua umanità. È proprio il suo essere uomo che lo rende grande, perché, da uomo, ha scelto l'obbedienza, riconoscendo la sua condizione di creatura e non volendosi sostituire al Creatore. Adamo commise peccato di idolatria, perché desiderò essere come Dio; questo errore è costato la condanna del genere umano al peccato e alla morte; ma Dio, non avendo abbandonato l'uomo, la Sua creatura prediletta, ha fatto sì che nascesse un nuovo Adamo, guidato dallo spirito.
“Lo spirito del Signore riposerà su di lui: spirito di saggezza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di forza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.” — Is 11:2