La colpa e il Nuovo Adamo

Armando
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Iscritto il: giovedì 19 novembre 2015, 14:10

Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da Armando »

Il nonno di mia madre era analfabeta, e proletario .
Mi raccontano che alla sera a volte quando,la luce artificiale di allora non era ancora in grado di nascondere le stelle , Il mio bisnonno con il naso all'insù diceva a mia madre ancora bambina ...
guarda Luciana , guarda e dimmi come è possibile non credere in Dio.

Aggiungeva anche un Dio Fausto, come dire fine della storia...

Ora
Quel rabbino parla di spiritualità e moralità per mantenere una condizione di vita ,nel senso di approvazione verso Dio.
È su questo sono d'accordo .
Ma per colpa di quella tremenda forma di scrittura che si ritrovano questi ebrei che danno più significati ad una semplice parola ,siamo alle solite ...
faccio solo notare che nella moltitudine delle parole è facile dire anche cose sbagliate.

Sono diventato sofistico quel accento borghese italiano che aveva quel rabbino , ereditato credo dalla badante francese che lo ha allevato o solo simulato ,non mi ha permesso di arrivare alla fine del filmato

Ciao
Metà di un proverbio arabo...
"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità."
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Armando, ma lui non fa che riportare le considerazioni di altri uomini del passato, che hanno meditato sul significato dell'insegnamento che Dio ha trasmesso all'uomo. Dio lo ha trasmesso perché meditassimo su di esso. Certamente, la fede non ha bisogno di elaborati ragionamenti, ma la meditazione sui significati che la Scrittura ci offre è un'esperienza meravigliosa. Lui si rivela attraverso la creazione in modo chiaro e diretto; ma anche attraverso questi significati della parola che spesso non sono così evidenti ma vanno ricercati, dentro di noi.

«Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori, né si siede in compagnia degli schernitori, ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE e su quella legge medita giorno e notte.» — ‭‭Salmi‬ ‭1:1-2‬
AKRAGAS
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da AKRAGAS »

Grazie per il link segnalato, Antonio.
Continua così, complimenti. :YMPEACE:
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Akra!
marco
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da marco »

Antonio proviamo a ragionare in maniera diversa. Tu assimili le peculiarità di Cristo a quelli degli apostoli, pensando che se quest'ultimi operano come Cristo allora vuol dire devono essere considerati simili. Così ne trai una linea errata. E senza volerlo la userai per tutto.

Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Gv 1,47-50

Premessa. "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" questa realtà si farà carne e abiterà nel corpo del Figlio dell'uomo. Comprendiamo bene di cosa si sta parlando? Ciò che operavano gli apostoli era solo un riflesso dello Spirito. Cristo operava ripieno di quella realtà, che attendeva da tempo eterno l'attuazione di tutta la redenzione: "ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome".
Torniamo a Natanaele, il dubbioso. Non crede alle parole di Filippo che gli dice che ha trovato il Messia. Incredulo e un po' arrogante si rivolge a Cristo, che lo aveva definito autentico israelita, in questo modo: Donde mi conosci? La luce vera quella che illumina ogni uomo gli rivela un aspetto intimissimo: Prima che Filippo ti chiamasse, ti ho visto (sotto la protezione di Dio) sotto il fico. Gesù rivela a Natanaele di conoscere questo rapporto intimissimo che intercorre tra lui e Dio. Infatti, Natanaele, riconosce immediatamente in quell'uomo la messianicità e l'essere Figlio di Dio.
L'azione degli apostoli è diversa da quella di Cristo.
Gli apostoli dovevano evangelizzare attraverso le Scritture e con l'aiuto dello Spirito per ottenere quello che Gesù conseguiva con una parola: seguimi!
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Certo, Marco. Yeshùa fu la parola, non gli apostoli. Yeshùa fu il messia, anzi è il Messia, mentre gli apostoli stanno dormendo e attendono la risurrezione. A lui Dio ha dato ogni potere, e a nessun altro. Ma il discorso che facevamo era un altro. Yeshùa operò nel mondo grazie allo spirito di Dio che discese su di lui come mai aveva fatto prima con alcun uomo; ciò è profetizzato da Is 11:2: “Lo Spirito del Signore riposerà su di lui”. Grazie a questa presenza continua dello spirito in lui, Giovanni poté dire che Yeshùa fu la parola di Dio diventata uomo (attenzione, non Yeshùa diventato uomo). Si tratta di un concetto espresso in modo concreto.

Lo afferma Yeshùa stesso di non aver parlato di sua iniziativa, di non poter fare nulla con le sue sole forze e di aver fatto opere straordinarie con l'aiuto dello spirito. Gli apostoli fecero le stesse opere: guarirono ciechi, scacciarono demòni, risuscitarono morti e profetizzarono: ciò fu predetto da Gl 2:28 (citato anche in At 2:17). Ma non furono risuscitati, poiché uno solo è risuscitato e ha adesso il potere di risuscitare.

La grandezza di Yeshùa tuttavia fu nell'obbedienza, non nelle opere miracolose. Le opere testimoniarono che lui fu il messia ma fu per la sua obbedienza che Dio lo risuscitò dalla morte e lo proclamò Messia, come spiega Paolo in Flp 2:5-9 e in Rm 1:4. Yeshùa, generato da Dio con la forza del Suo spirito, viene scelto da Dio e lui risponde, restando fedele fino alla morte. Nessun altro uomo avrebbe potuto fare ciò che fece Yeshùa, perché nessun figlio di Adamo può farlo. Allora nacque uno che non originava da Adamo, ma fu un "secondo Adamo", il quale fu scelto da Dio ma anche lui scelse non di desiderare ma di servire Dio. Il discorso è tutto nella sua obbedienza, non nella sua presunta divinità.

“Avendo purificato le anime vostre con l'ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore, 23 perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio.” (1Pt 1:22,23)

Anche i credenti vengono non generati ma rigenerati dallo spirito e mediante la parola di Dio, grazie alla fede in colui che fu dichiarato primogenito figlio di Dio, il primogenito dei morti (Col 1:18; Ap 1:5) e il primo di molti fratelli (Rm 8:29). Prima lui, poi gli altri, ma il punto d'arrivo è lo stesso: "affinché Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15:28).
marco
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da marco »

Qui nessuno di noi vuole mettere in dubbio la fisicità di Yeshùa cioè il suo essere carne e sangue.
Ciò che vorrei investigare è la parte Divina che si fece carne nel corpo di Cristo.
Ecco vorrei indagare questo.
E' chiamato: Verbo, Parola, Figlio di Dio, Unigenito. Sì, va bene, ma quanto c'è realmente di Dio in Cristo?
E' difficile poterlo spiegare.

Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. Gv 3,13
chelaveritàtrionfi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Dove leggi che Yeshùa è chiamato verbo, parola?
Giovanni 1 dipende da come si legge. Avendo in mente parola = essere oppure utilizzando per il termine "parola" lo stesso significato che esso ha in tutta la scrittura. Nel principio (considerando il libro si parla di genesi) Dio parla e tutto appare. L'autore descrive Dio come una voce essendo che non figura propriamente come un essere. Dio si presenta come una nuvola, una colonna di fuoco, un angelo nel roveto ardente, una voce che parla ai patriarchi sia nella realtà sia in visione. In molti passi leggiamo "la parola del Signore mi fu rivolta in questi termini".
Nelle scritture greche leggiamo che Dio in passato ha parlato per mezzo dei profeti ma negli ultimi tempi per mezzo del figlio.
Essendo che parla attraverso il figlio, cioè il figlio riporta le parole del padre riguardo al suo disegno, al regno dei cieli..quella parola di Dio "ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità (Gv 1:14).
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Marco, perché è chiamato figlio di Dio allora è Dio? Dunque anche i passati re di Israele erano Dio, visto che sono chiamati figli di Dio. Israele stessa è Dio, “Quando Israele era fanciullo, io lo amai e chiamai mio figlio fuori d’Egitto.” (Osea‬ ‭11:1‬)

Non è possibile spiegare "quanto c'è di Dio in Cristo" perché questo è un concetto che non esiste nella Scrittura. Pensando questo, tu affermi non solo che Cristo non è Dio interamente, ma che sarebbe un "mezzo Dio", come facevano i pagani. Per gli ebrei un simile concetto è una bestemmia. Rifletti su questo: se Yeshùa avesse affermato di essere Dio o "divino", i dodici non lo avrebbero mai seguito, anzi lo avrebbero denunciato. Citi Gv 3:13 e non ti accorgi che quando Yeshùa dice quelle parole non è ancora salito al cielo, ma parla come se già lo fosse; questa apparente mancanza di consecutio temporum è dovuta alla concezione del tempo presso gli ebrei. Ciò che Dio vuole accade sempre, o è accaduto da sempre.

Piuttosto, dovresti cercare di capire bene il concetto di preesistenza presente nell'ebraismo. Il Messia, per gli ebrei, preesiste certamente in cielo. Con lui anche la Torah, il tabernacolo, i sacerdoti stessi. Ma che vuol dire "preesiste in cielo"? Ti faccio un esempio pratico: la manna. Essa scese dal cielo (Es 16:4), ma ciò significa forse che Dio la conservava "in cielo" nella Sua dispensa? Allo stesso modo, il Messia scende dal cielo. Non Yeshùa, ma il Messia (poi Yeshùa lo incarna). Questo vuol dire che Yeshùa se ne stava in cielo? Anche la Torah è scesa dal cielo, dove preesisteva, ed è stata consegnata a Mosè. E vuol dire che "in cielo" (quale cielo?) c'era un librone? La Torah non è Dio ma è divino insegnamento. La manna non è Dio ma è divino nutrimento. Il Messia non è Dio ma è divina presenza, insegnamento e salvezza, cioè è Dio che "scende in mezzo agli uomini", insegna e salva per mezzo di lui. Ma tutto ciò in senso simbolico e figurato, perché Dio non si muove, non si incarna, non scende, non muore, non soffre, non fa tutte le cose che fanno gli uomini.

Con questa chiave di lettura si comprende tutto, con la chiave di lettura religiosa del "non-Dio-ma-divino-figlio-ma-non-Padre-però-uno-ma-anche-trino" si incorre solo in contraddizioni e ostacoli insormontabili e allora si è costretti a formulare ragionamenti contorti che portano solo più confusione o allontanano dal pensiero scritturale, che è quello dell'ebraismo.
chelaveritàtrionfi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. Gv 3,13
il discendere dal cielo è venire da Dio(il cielo è la dimora di Dio). Come da Dio vengono le cose buone (leggi nelle scritture ciò che viene dal cielo : la sapienza, l'autorità data, il battesimo di Giovanni, la manna....). Yeshùa si definisce il pane disceso dal cielo, ad esempio, perchè si paragona alla manna. A differenza della manna che era in quel tempo nutrimento per il popolo del deserto, qui si presenta come nutrimento spirituale poichè chi crede in lui vivrà per sempre "io sono la vita".

Se questo discendere dal cielo è il venire da Dio come appunto autorità concessa , come il battesimo e come ogni cosa buona non credo vada preso alla lettera come un arrivare da , ma un presentarsi a... poichè voluto da Dio.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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