La colpa e il Nuovo Adamo

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bgaluppi
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La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Poiché, fino alla legge, il peccato era nel mondo, ma il peccato non è imputato quando non c'è legge. Eppure, la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Però, la grazia non è come la trasgressione. Perché se per la trasgressione di uno solo, molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti. Riguardo al dono non avviene quello che è avvenuto nel caso dell'uno che ha peccato; perché dopo una sola trasgressione il giudizio è diventato condanna, mentre il dono diventa giustificazione dopo molte trasgressioni. Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, tanto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell'uno che è Gesù Cristo. Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l'ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti. La legge poi è intervenuta a moltiplicare la trasgressione; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché, come il peccato regnò mediante la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Rm 5:12-21

Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c'è risurrezione dei morti? Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede. Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano. Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. Anche quelli che sono morti in Cristo sono dunque periti. Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini. Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti. 1Cor 15:12-28

In Pietro si parla del cosiddetto peccato originale, come lo chiamano i cattolici. Spesso ascolto i dubbi delle persone e noto che il tema del peccato è uno dei più incompresi dalla gente, e per questo molti si allontanano da Dio. Come può un uomo nascere nel peccato? Come può un bambino innocente essere peccatore? Vogliamo credere che un bimbo di tre anni sia un peccatore? E contro chi e in qual modo avrebbe commesso peccato? Si pensa al peccato come qualcosa di sporco insito in noi, che ci marchia a vita come esseri inferiori e indegni. O peggio come ad una invenzione della religione cristiana atta a far venire sensi di colpa. Secondo me, spesso non si comprende bene il concetto di peccato e cosa significhi veramente.

La parola usata è ἁμαρτία (amartìa), che significa "non parte di" qualcosa (- alfa privativo, "non", e μαρτία, martìa, da meros, "parte di"), quindi "perdita" di qualcosa in seguito al non conseguimento di un fine.

Esaminiamo le definizioni. Lo Strong: mancare il bersaglio, quindi a) "colpa, peccato" e b) "colpa, fallimento" in senso etico. E ancora: errore, atto sbagliato, violazione della legge divina. E anche "peccato" in senso stretto, ossia azione cattiva o malvagia. Lo Helps: sconfitta per aver mancato il fine, il bersaglio; tipo di colpa che evidenzia la sua origine da sé stessa, non da Dio (al contrario della fede, che è dono di Dio e non viene dagli uomini).

Se il termine significa propriamente "perdita", come abbiamo visto, cos'è che abbiamo perso? Abbiamo perso la condizione in cui Adamo fu creato, in cui l'uomo è stato concepito sin dall'inizio, ossia la vita. Il peccato è la colpa, non qualcosa di fisico che ci marchia geneticamente dalla nascita; è la condizione in cui siamo precipitati per aver violato la legge divina. La colpa di Adamo, il suo "mancare il bersaglio", consiste nell'aver disubbidito a Dio e nell'aver voluto essere come lui, bramando di conoscere il bene e il male. Egli ha fallito, disubbidendo a Dio, e ha condannato se stesso. Solo Dio conosce il bene e il male in senso assoluto (per questo noi non possiamo giudicare nessuno) e aveva intimato all'uomo di non mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, pena la morte, ossia di non voler pretendere di andare oltre i limiti impostigli da Dio. Il primo uomo ha disubbidito, e la sua colpa ha determinato per l'uomo la perdita della vita e il decadimento fisico fino alla morte. In che senso "perdita della vita"? Noi siamo anime viventi (Gn 2:7), quindi, se muoriamo, la nostra "anima" muore, noi moriamo. Il concetto di immortalità dell'anima non è biblico, ma pagano. Con la morte, siamo finiti, e non c'è un'anima che se ne va in un presunto paradiso, come non esiste "l'aldilà". Il peccato, ossia la colpa di Adamo, condanna l'uomo alla morte. Non è Dio l'origine della nostra colpa e disubbidienza, ma Adamo stesso; scegliere di non ubbidire a Dio, che è Colui che è (Es 3:14), significa scegliere di non-essere, ossia morire. Poi, in quanto caduti in un mondo dove la carne e la materia fanno da padroni, cadiamo nel peccato nel senso abituale del termine, ossia ci facciamo corrompere da tutto ciò che di corrotto esce dal nostro cuore e commettiamo azioni che violano la legge di Dio. In questo senso, anche, pecchiamo. Il peccato rappresenta la morte che deriva dalla colpa del primo uomo che scaturisce in condanna di morte, cioè perdita di vita.

La vita non è da intendersi come vita umana, ma come vera vita, la vita presso Dio, per la quale è necessaria l'obbedienza. La vita umana è per noi morte; dal momento in cui nasciamo decadiamo lentamente fino a morire. La vita è quella che ci ha promesso Dio tramite Yeshua, che invece ha conseguito il fine, ha colpito il bersaglio, ed è divenuto primogenito di tutte le creature.

"fino alla legge, il peccato era nel mondo, ma il peccato non è imputato quando non c'è legge. Eppure, la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire"

Fino all'avvento della legge, non è stato imputato il peccato, ma la condanna (morte) è rimasta, in quanto solo il nuovo Adamo avrebbe potuto riportare l'uomo alla vita. In un certo senso, con Yeshua si ricomincia da capo: ecco perché lui è il nuovo Adamo e il primogenito ed ecco perché Adamo "è figura di colui che doveva venire", ed ecco perché Cristo non è Dio ma solo uomo, il primo vero uomo che avrebbe dovuto essere Adamo, il primogenito dei figli di Dio che, come lui, obbediscono e obbediranno. Se Gesù fosse Dio incarnato e disceso tra gli uomini, non sarebbe il nuovo Adamo, il primogenito generato dallo spirito del Padre che invece colpisce in pieno il bersaglio, ubbidendo, e riceve il premio: la vera vita presso il Padre, della quale bisogna essere degni.

Così anche sta scritto: "Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente"; l'ultimo Adamo è spirito vivificante. 1Cor 15:45

Questa è la bellezza dell'esempio di Yeshua: egli, da uomo, accetta di immolarsi al nostro posto, per mostrarci a cosa portano la fede e l'ubbidienza alla legge di Dio: resurrezione a nuova vita, la vera vita con Dio. Per essere con Dio, bisogna essere come lui, dobbiamo davvero essere a sua immagine e somiglianza, e bisogna rispettare la sua legge, cioè obbedire. Quando si parla di obbedienza, non dobbiamo pensare alla sottomissione ad un Dio dispotico e autoritario; si tratta di mettere in pratica indicazioni che rivelano come dobbiamo necessariamente essere per vivere con Dio. E' come far parte del mondo terreno ma non voler mangiare o non voler lavarsi: certamente moriremo. Se non si ascoltano le indicazioni del Padre, che ci dice come dobbiamo necessariamente essere, non possiamo vivere con lui, e se non si vive con colui che è, non si vive affatto. Non esiste Dio e qualcos'altro al di fuori di lui, esiste solo Dio. Quindi, un solo uomo rende tutti degni della vita, li riporta alla condizione perfetta che preesiste nella mente di Dio sin dall'inizio. Tramite Yeshua diveniamo tutti ciò che il Padre voleva da sempre che fossimo, e ciò che Adamo non ha potuto essere. Con la differenza che ora vivremo presso il Padre, non in Eden, quindi la ricompensa all'obbedienza è infinitamente superiore.

Probabilmente Adamo, se avesse obbedito, sarebbe stato destinato a sedere alla sua destra, poiché egli era stato creato da Dio a sua immagine e somiglianza. Probabilmente, dato che non possiamo conoscere tutto. Ma invece ha condannato se stesso, quindi l'intero genere umano in quanto sua discendenza biologica in un mondo materiale, finché un nuovo Adamo è nato, come lui non da rapporto biologico e carnale, ma dallo spirito del Padre. Yeshùa ha saputo essere come Dio vuole che siamo, e la sua grazia e ubbidienza hanno riportato l'uomo nella vita. Non si parla mai abbastanza del fatto che Cristo muore, esattamente come tutti gli uomini, in quanto la morte è eredità del primo Adamo. Se Dio voleva, poteva anche evitargli la morte in croce e farlo ascendere a sé; infatti, nel Getsèmani, Yeshùa in preghiera e in angoscia chiede "Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà" (Mt 26:42). Egli chiede al Padre se ci sia un'altra via per il riscatto dell'uomo oltre a quella che lo aspetta; ma un'altra via non c'è, poiché lui è uomo e da uomo deve morire per essere fatto rivivere. Infatti, anche noi, finché siamo in vita, dobbiamo "morire" e rinascere a nuova vita in Cristo tramite il battesimo, e poi dovremo morire fisicamente, in attesa della resurrezione. Fino alla resurrezione, anche Cristo è sottoposto alla morte, come tutti noi, in quanto è uomo. Il Padre Eterno però lo riporta in vita, rende di nuovo viva la sua anima, ossia lui stesso nella sua interezza, ma ad un livello infinitamente superiore, così alto da farlo sedere alla sua destra. Non lo rende Dio, lo fa sedere alla sua destra.

Nel secondo passo proposto, Paolo parla della possibilità che balena nella testa di alcuni che Cristo non sia risorto e che sia definitivamente morto. Se Cristo non è risorto, che senso ha credere in lui? Dov'è il piano di salvezza di Dio? Siamo dunque condannati a morire? Ma allora che senso ha venire al mondo, in un corpo materiale, quando non resterà nulla di noi? O forse Dio non ci ha perdonati e si è dimenticato di noi? No. Cristo, come aveva annunciato lui stesso, è risorto nel terzo giorno ed è asceso al Padre, e la stessa cosa succederà a chi segue i suoi passi e mette in pratica gli insegnamenti di Dio. Noi moriremo, e resteremo morti fino al giorno della Parusìa, ma tutto questo tempo sarà per noi un attimo. Moriremo e ci risveglieremo, chi per la gloria, chi per il giudizio, e alla fine saremo con il Padre e il Padre sarà tutto in tutti. Dopo che Yeshua avrà distrutto ogni principato e ogni potenza, ossia coloro che si sono ribellati al Signore e hanno scelto di non obbedire alla sua legge, egli rimetterà tutto nelle mani del Padre e si sottoporrà a lui.

PS. Questo passo solleva una domanda: se alcuni tra i Corinzi mettevano in dubbio la resurrezione di Cristo, e se Paolo stesso ne parla come possibilità esemplificativa, è chiaro che mai nessuno di loro abbia pensato per un istante che Yeshua fosse Dio incarnato, come insegnano le religioni. Come si potrebbe pensare che Dio si incarnasse in un uomo per poi morire, quindi sottoporre se stesso alla corruttibilità della morte? Dio è perfetto ed incorruttibile.
Lella
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da Lella »

Per Antonio,...il quale conclude la sua interminabile filastrocca dicendo:

"COME SI POTREBBE PENSARE CHE DIO SI INCARNASSE IN UN UOMO PER POI MORIRE."

Ma infatti Antonio, non lo devi pensare,.... lo devi solo leggere."

Nelle Sacre Scritture è scritto,...La Parola era Dio.....La Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra noi...Giovanni 1:1,14

E infine Antonio conclude:

"QUINDI SOTTOPORRE SE STESSO ALLA CORRUTTIBILITA' DELLA MORTE?....DIO E' PERFETTO E INCORRUTTIBILE."

Allora a questo punto devo dedurre che Gesù non era ne perfetto e per giunta era anche corruttibile, in quanto è morto?

Si è vero è morto,...ma solo per tre giorni e tre notti,...senza conoscere la corruttibilità del corpo.

Io penso, che se Gesù fosse stato un semplice uomo,...come lo hai definito tu in uno dei tuoi lungometraggi,....Gesù sarebbe andato in putrefazione, come ci è andato Lazzaro, e ci andremo anche noi, non ti pare?

Mio caro Antonio,...ma ancora non lo hai capito?.....Io credo a quello che leggo,...e non come voi che credete a quello che vi costruite consumando damigiane di inchiostro, per far dire alla Sacra Bibbia quello che non dice, con la scusa che bisogna avere la mentalità Semita, la quale oltretutto ancora aspetta il Messia.

Ma non ti pare che c'è qualcosa che non quadra in tutto questo? Lella
Lella
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da Lella »

Ora per riallacciarmi al tema da te posto Antonio:

Secondo me dal versetto di Paolo da te citato, io ne deduco, che il primo Adamo fu creato con un corpo non perfetto ma buono come tutta la creazione, Genesi 1:31

L'ultimo Adamo, cioè Gesù Cristo, fu creato perfetto.

Per cui il corpo di Adamo rappresenta ciò che è naturale, il corpo di Cristo invece rappresenta la resurrezione.

Infatti come abbiamo portato l'immagine del corpo naturale di Adamo in terra,....così porteremo l'immagine del corpo di Gesù risorto, alla nostra risurrezione.

Però lasciatemelo dire,...la domanda che sempre mi pongo non è Biblica, è solo personale:

Ma Dio quando ha creato Adamo,...(buono ma non perfetto)
non lo poteva creare subito perfetto come Gesù, che si sarebbero evitati: Diluvi, guerre, distruzioni, punizioni, sofferenze, spargimenti di sangue, tradimenti, delitti, peccati, morte, e i litigi,... incomprensioni,... sfottò,...arroganze,...e odi tra di noi?

Lo so che è una domanda senza risposta, però quando leggo nel Vecchio Testamento, che si uccidevano anche i bambini senza nessuna pietà, non posso fare a meno di pensare a quello che ho appena scritto. Lella
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Lella, "Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; lo creò maschio e femmina" (Gn 1:27). Questo sta scritto riguardo all'uomo. L'Adam era perfetto, in quanto immagine di Dio, ma evidentemente corruttibile (in senso morale e spirituale, non fisico), in quanto essere umano e non Dio. Yeshùa, come secondo Adamo, era evidentemente corruttibile (sempre in senso morale e spirituale), in quanto essere umano e non Dio, poiché satana lo tentò tre volte, altrimenti non avrebbe potuto farlo. Rispondi senza citazioni e giri di parole: satana può tentare Dio?

Comunque il post non è sulla trinità, ma sul concetto di peccato e sulla figura di Yeshùa che ci libera da esso.
AKRAGAS
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da AKRAGAS »

Grazie Antonio di questa riflessione... è stata piacevole leggerla

In Romani 11:11 Paolo parlando del popolo ebraico dice: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia.

Questa idea di un Messia Dio incarnato, il Dio-uomo, così sbandierato dalla cristianità… #:-S
Domanda: Tutto il mondo della cristianità è stata o no capace di rendere geloso israele?
Risposta: No! Israele dice: tenetevi il Vostro noi abbiamo l’Unico e Vero D-o.
Uno dei ruoli dei gentili convertiti dal paganesimo al vero D-o è quella di provocare gelosia agli ebrei.
Pertanto,se ora, in questa epoca di risveglio, noi credenti annunceremo un messia veramente uomo, il messia discendente dalla stirpe di Davide, il messia profeta atteso e profetizzato dallo stesso Mosè e da tutta la Scrittura, il Messia che pure gli ebrei aspettavano ma che per volere di D-o stesso parte di essi non seppero riconoscere… allora sì che Israele lo riconoscerà, sì che lo piangerà come un figlio ritrovato, come il figlio della parabola ( figliuol prodigo). :YMHUG:
Verrà il tempo, sì verrà!
scapin michele
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da scapin michele »

Ciao Antonio grazie per lo scritto che mi hai lasciato riguardo il modo di rapportarsi con il peccato etc . avrò bisogno di un po di tempo, ma più entro nel vivo della riflessione che mi hai proposto e più si aprono orrizzonti nuovi , leggerò con calma e il tutto diventerà motivo di confronto con me stesso appena mi sarà entrato serenamente tutto in testa e ci avrò pregato sopra chiedendo a Dio di starmi vicino nel mio apprendere allora poi ci risentiremo . grazie di cuore
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Michele, quello che è davvero importante è parlare del Signore. Anche se si dicono castronerie, l'importante è parlare di lui. Se sbagliamo ce ne accorgeremo e cadremo, e se cadiamo e invochiamo il suo aiuto, lui sarà lì accanto a noi per soccorrerci. Quello che leggi è un mio modo di pensare a voce alta, come se fossimo riuniti e parlassi a tutti voi, e se vi accorgete che potrei aver preso il sentiero sbagliato, voi dovete dirmelo, dovete ammonirmi, anche duramente. Mi sento come uno che ha scoperto la presenza di Dio attorno a sé e a volte sente il suo grande amore e misericordia, ma non conosce Dio e viaggia su un sentiero che ha mille biforcazioni: l'unica cosa che sente fortemente è di voler arrivare a destinazione, perché là è presente la vita vera, e la verità, che è amore, e non esiste niente al di fuori del Padre. Spesso vengo assalito dal timore di non renderlo felice, di offenderlo, e ancora più spesso mi rendo conto di quanto sia davvero difficile mantenersi sulla giusta strada. A volte mi accorgo di aver imboccato la strada sbagliata e mi abbatto, mi faccio prendere dallo sconforto e vedo tutti i miei difetti: vedo che faccio come gli ipocriti, che sono pieni di parole giuste e belle ma poi non le mettono in pratica; dico "voglio vivere in Cristo ed essere come lui", ma poi faccio cose che lui non avrebbe mai fatto e rinnego il mio proposito iniziale; mi trovo a fare cose che so essere non ben viste da Dio, ma le faccio lo stesso. Ma se lo so, allora perché le faccio? Allora, in questi momenti, sento di dover affidarmi solo al Padre, di invocare il suo aiuto e chiedergli di perdonarmi e aiutarmi a tornare in piedi e riprendere il cammino.

A me piace condividere i miei pensieri e le mie riflessioni: tra le tante cose sbagliate che posso dire, qualcuna buona ci sarà, e se quelle poche parole buone possono aiutare un altro fratello, io sono felice. Ma tu fà lo stesso con me: se ti accorgi di non essere d'accordo, o che le mie parole non sono conformi alle Scritture, devi dirmelo. Anzi, voi tutti dovete dirmelo.
AKRAGAS
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da AKRAGAS »

Se leggiamo Filippesi al capitolo 3 viene descritto l’atteggiamento che deve avere il credente
Filippesi 3: 12 Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. 13 Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, 14 corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù…16 Soltanto,dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via.
Vedi caro Antonio, tutti noi credenti durante la vita facciamo un percorso diverso ma che psicologicamente ci accomuna con la descrizione che fa Paolo.
E’ normale e comprensibile che noi convertiti dal paganesimo non possiamo comprendere tutto in una volta ed è anche per questo che molte volte, dopo una prima conquista spirituale a volte alzando lo sguardo vediamo che non siamo ancora arrivati alla vetta. Ma noi non dobbiamo farci trascinare nel baratro dello sconforto, ma in questi momenti è bene pregare D-o e sforzarsi di non peccare; cercare ancora e ancora nelle Scritture la Via che conduce alla santità, nutrirsi delle Parole di D-o che sono l’acqua viva per il nostro spirito santo. Così facendo, opera dopo opera, in questo processo ascendente di santificazione giungeremo ad avvicinarci a Cristo, a colui che nella risurrezione ci presenterà al Padre Eterno.
Lella
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da Lella »

Rispondo brevemente a Giovanni Z. e a Antonio.

Per Giovanni Z. Prima di tutto tra il primo Adamo e Gesù il secondo Adamo, c'è una grande differenza di formazione, cioè:

Adamo fu creato,...mentre invece Gesù fu concepito dallo Spirito Santo.

Ora come tutti gli essere umani l'uomo ha il DNA della madre e il DNA del padre.

Così anche Gesù,...essendo a tutti gli effetti un essere umano, anche Lui doveva essere soggetto ad avere il DNA della madre che tutti noi conosciamo di nome Maria, e il DNA del Padre che anche tutti noi conosciamo cioè Dio.

Ecco perchè Gesù è a tutti gli effetti uomo, perchè ha il DNA della Madre, e a tutti gli effetti Dio, perchè ha invece del DNA di Dio,...ha quella particella che lo distingue che si chiama Deità di Dio,...in quanto Dio non può avere il DNA, ma ha la Daità.

Poi Giovanni Z. tu hai scritto:

Adamo peccò e scelse la disubbidienza.

Ma guarda che Adamo non peccò, e ne tanto meno scelse la disubbidienza,...leggi bene.

Ma fu la donna che,... stesso Dio gli mise vicino come compagna,... ad incastrarlo, quasi come la trama di un film ben predefinito. Non ti sembra?

Ad Antonio il quale mi scrive:

"Rispondi senza giri di parole,...satana può tentare Dio?"

Io rispondo Si!!!..... perchè non dovrebbe farlo???

A parte che io non sono capace a fare i giri di parole,...in quanto non ho questo talento da prestigiatore, come qualcuno qui ha l'oscar dell'eloquenza.

Vedi Antonio,...per me il fatto non sta se satana può tentare Dio più o meno,...in quanto anche lui è un dio,....ma del male, e perciò può fare quello che vuole.

Ma sta nel fatto, se Dio può cedere alla tentazione di satana,...e a quasto punto dico di No,...in quanto Dio è di gran lunga superiore a satana,...basta sapere che anche lui, è stato creato da Dio

Antonio,....tentare non vuol dire cedere, ma ben si.... provarci,... e satana non si fa scrupoli neanche con Dio, ci prova con tutti e basta, altrimenti non sarebbe satana. Lella
Ultima modifica di Lella il giovedì 5 marzo 2015, 17:09, modificato 1 volta in totale.
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Adamo ed Eva sono le due parti della stessa creatura, l'Adam, ossia l'essere umano. Non viene prima l'uomo e poi la donna, viene l'Adam, l'essere umano, che racchiude in sé sia l'uomo che la donna. Quindi, Dio, tentando Eva, tenta comunque il primo essere umano. Adamo si fa convincere poiché lui è l'altra parte dello stesso essere di cui fa parte Eva. Secondo me dobbiamo chiederci: perché il serpente si rivolge ad Eva e non ad Adamo?
Io rispondo Si!!!..... perchè non dovrebbe farlo???
Mi dispiace Lella, ma io non mi ritrovo affatto in questo tipo di concezione di Dio. Quindi tu stai dicendo che satana può concepire di poter indurre Dio, colui che è, la perfezione assoluta, a commettere azioni moralmente cattive? Quindi satana deve essere un dio maggiore del Dio, se pensa di poterlo tentare. Oppure Dio non è perfetto. Se tu sei convinta che Dio possa essere tentato da una creatura, contenta tu. Ecco intanto due definizioni diverse di "tentare" o "tentazione".

Definizione Treccani di tentare: cercare di indurre al peccato (v. tentazione), spingere con allettamenti a compiere cosa che non si dovrebbe. Definizione Treccani di tentazione: l’azione e il fatto di tentare o di venire tentato al peccato, intesa sia come prova a cui l’essere libero viene sottoposto per conoscerne la capacità di sottostare alla legge morale e religiosa, sia come stimolo o invito a compiere azioni moralmente cattive.

Tutti i passi in cui si parla di tentazione verso Dio (Es 17:2,7; Num 14:22; Dt 6:16; Sal 78:18,41,56; 95:9; 106:14; Mal 3:15; Mt 4:7; Lu 4:12; At 15:10; Ebr 3:9) si riferiscono al significato di "mettere alla prova".

Però, in Giacomo 1:13, leggiamo "Nessuno, quand'è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno". In questo passo, la tentazione assume il significato di "indurre al male", non di una prova. L'uomo non viene mai messo alla prova da satana (non ha bisogno di metterci alla prova), viene indotto al male, ossia ad ascoltare i pensieri corrotti che escono dal nostro cuore. Dio, invece, spesso viene messo alla prova dagli uomini. E in Luca 4:6-7, la tentazione non assume il senso di un test, ma è tentazione a compiere il male, poiché satana chiede a Cristo di violare il Secondo Comandamento e commettere l'atto in assoluto più in odio a Dio: l'idolatria. «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua». Infatti Cristo gli risponde: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto". In questa seconda tentazione, satana cercherebbe di indurre Dio stesso al male? Credo proprio di no, poiché Cristo è uomo, non Dio.

Lella, bisogna meditare molto sulle parole.
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