La colpa e il Nuovo Adamo

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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Dio ha creato l'uomo come doveva essere. Hai detto bene, Giorgia. Infatti nel mio discorso non sto sottintendendo un "piano" preimpostato da Dio, sto solo definendo il concetto di perfezione in termini biblici, perché non se ne faccia un uso sbagliato.

L'uomo scelse, e dalla sua scelta sono originate conseguenze.
marco
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da marco »

Adamo (in ebraico: אָדָם, in arabo: آدم‎, ʾĀdam; ...) è il nome, secondo l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam, del primo uomo e significa "umanità", "uomo", "uomo terreno", "terroso", o "della terra rossa".
Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste (1 Cor 15,45-49).
Adamo era limitato alla creazione, più di lì non avrebbe potuto sperare. Se non avesse mai peccato che redenzione avrebbe avuto? Adamo era terra "molto buona", ma pur sempre terra. Cristo invece è spirito. Noi cristiani siamo sia terra che spirito. Possiamo accedere nella Gerusalemme celeste grazie alla caduta di Adamo e alla redenzione di Cristo. Le due cose non possono essere scisse.
Il progetto di Dio prevede il sacrificio di Cristo non come una mossa di salvataggio in extremis ma un passaggio obbligato.
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Marco, secondo la sua genealogia, Yeshùa non discende forse da Adamo? Quindi, Yeshùa è figlio di Adamo come ogni altro uomo e sottoposto alla tentazione (e quindi passibile di peccato) come ogni altro uomo. Infatti, lo spirito lo guida nel deserto perché fosse tentato, quindi poteva peccare, perché non ci sarebbe motivo di tentare qualcuno che non può peccare. Oppure no?

In che senso, dunque, Yeshùa è spirito vivificante?
marco
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:Marco, secondo la sua genealogia, Yeshùa non discende forse da Adamo?
Si
bgaluppi ha scritto:Quindi, Yeshùa è figlio di Adamo come ogni altro uomo
No. Conosci uomini nati dallo Spirito Santo? Io no!
Sarebbe più corretto scrivere: secondo la sua natura umana. Quindi Yeshùa era figlio di Adamo secondo la sua natura umana. Perché a differenza di tutti gli uomini è sempre stato Figlio di Dio. Infatti Giovanni scrive: E il Verbo si fece carne e dimorò fra noi. Gv 1,14
bgaluppi ha scritto: sottoposto alla tentazione (e quindi passibile di peccato) come ogni altro uomo. Infatti, lo spirito lo guida nel deserto perché fosse tentato, quindi poteva peccare, perché non ci sarebbe motivo di tentare qualcuno che non può peccare. Oppure no?

Certo, Satana ha fatto ciò che doveva fare anche con il Figlio di Dio.
[quote="bgaluppi
In che senso, dunque, Yeshùa è spirito vivificante?[/quote]
Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Infatti Giovanni scrive: E il Verbo si fece carne e dimorò fra noi. Gv 1,14
Dice: e la parola si fece carne e dimorò tra noi. Dice forse che Yeshùa -preesistente - si fece carne? O che la parola si fece carne? E che vuol dire che la parola "si fece" carne? Perché in Eb 1:1,2 è detto che “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio”.

Poi dici che Yeshùa discende da Adamo ma non è figlio di Adamo, ma di Dio. A parte il ragionamento contraddittorio, quando, secondo la scrittura, Yeshùa diventa figlio di Dio? E non era forse anche Adamo figlio di Dio? “era figlio [...] di Adamo, di Dio.” (Lc 3:23,38).

Non nato "dallo" spirito, ma "per opera" dello spirito. È importante usare i termini giusti. Tu sei nato da e per opera di tuo padre e tua madre, Yeshùa nacque da sua madre per opera dello spirito, ossia grazie all'azione dello spirito. Non "dallo" spirito, come se lo avesse partorito lui.
marco
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:
Poi dici che Yeshùa discende da Adamo ma non è figlio di Adamo, ma di Dio. A parte il ragionamento contraddittorio, quando, secondo la scrittura, Yeshùa diventa figlio di Dio? E non era forse anche Adamo figlio di Dio? “era figlio [...] di Adamo, di Dio.” (Lc 3:23,38).
Personalmente non ci vedo nulla di contraddittorio. Yeshùa è figlio di Adamo come lo siamo io e tu. Il punto è un altro, Cristo a differenza mia e tua, è sempre stato Figlio di Dio.
Il suo rapporto con Dio, noi, non possiamo al momento comprenderlo.
Sono convinto che la Bibbia insegni non solo che Cristo è da sempre figlio di Dio ma la sua filiazione è diversa da quella che erediteranno tutti i risuscitati a vita eterna.
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bgaluppi
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Cristo a differenza mia e tua, è sempre stato Figlio di Dio. Il suo rapporto con Dio, noi, non possiamo al momento comprenderlo. Sono convinto che la Bibbia insegni non solo che Cristo è da sempre figlio di Dio ma la sua filiazione è diversa da quella che erediteranno tutti i risuscitati a vita eterna.
Se parli di Cristo nel vero senso che il termine esprime, ossia "unto", "consacrato", mashiach è senz'altro da sempre il figlio di Dio, ad un livello superiore a quello in cui lo furono i re di Israele (2Sam 7:14; Sl 2:7), e anche superiore a come lo sono gli angeli (Eb 1:5). Infatti, secondo il pensiero ebraico, mashiach preesiste in Dio, ossia nel Suo progetto per l'uomo, da prima della Creazione; assieme al Messia, preesistono anche la Torah, il tabernacolo (Es 25:9; Eb 9:23), i riti sacerdotali (Eb 8:5), la Sapienza (Pr 8:22) e gli stessi credenti (Rm 8:29). Quindi, il Messia preesiste nella volontà di Dio da prima che il mondo nascesse.

La preesistenza (in senso letterale e fisico) non vale per Yeshùa, che è un uomo che viene ad esistere fisicamente nel momento in cui nasce nel mondo. Egli incarna il Messia preesistente, in modo tale da parlare come se fosse Dio a parlare, e non come semplice uomo ispirato ("la parola si fece carne"). Così, diviene parola di Dio; anzi, la parola abita in un uomo, diviene un uomo. Anche i profeti furono "bocca di Dio", ma nessuno di loro è paragonabile al Messia, la cui santità e grandezza è tale da rappresentare "Dio in mezzo agli uomini". Per questo Giovanni usa un'espressione così concreta come "la parola si fece carne", che mette in evidenza la grande differenza tra il Messia e i profeti del passato. Yeshùa fu quello che gli ebrei chiamerebbero uno tzadik, un uomo di grande santità, una persona interamente giusta che riesce a dominare gli impulsi animali ed è riempito unicamente di amore e reverenza per Dio.

Che rapporto ebbe con Dio? Certamente non uno generativo, poiché Dio, che non è neppure definibile e quantificabile, non è assimilabile al concetto di figliolanza generazionale umana. Questa idea è riconducibile al paganesimo, in cui la divinità poteva avere dei figli veri e propri per mezzo delle donne umane. Il Cristianesimo, discostandosi dal concetto di preesistenza ebraico e sposando quello della esistenza pre-umana, ha trasformato il Messia in una vera e propria divinità, in senso letterale, ed ha ricalcato il modello pagano del dio che genera il figlio attraverso la donna e del semi-dio che nasce dalla donna. Anzi, ha addirittura creato un dogma religioso - assente nella cultura da cui Yeshùa proveniva - secondo cui Dio si sarebbe fatto partorire da una donna, o una parte di Lui, essendo Lui trino. Di tale dottrina non c'è traccia nella Bibbia; la si vuole fantasiosamente estrapolare tramite astrusi ragionamenti. Una simile idea costituisce, piuttosto, una bestemmia, perché assimila il Creatore alle creature.

Il rapporto che il Messia ha con Dio è relazionale, ossia spiritualmente intimo. Se fai caso, i vangeli non parlano molto dell'adolescenza di Yeshùa. È lecito pensare che la madre di Yeshùa abbia raccontato molte storie ai discepoli riguardo a suo figlio; ma i redattori glissano su quella parte della vita di Yeshùa. Solo certi apocrifi riportano storie fantasiose. Perché? Perché quella parte della sua vita non ha nessuna rilevanza, in quanto il Messia inizia il suo percorso nel momento in cui si consacra a Dio e Dio lo stabilisce come Suo Messia (appunto מָשִׁ֫יחַ, mashiach, "unto"):

“Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato».” - Eb 5:5

Ciò avvenne nel Giordano, in seguito al battesimo di Giovanni. Da quel momento, e non prima, Dio lo consacra e lo stabilisce come Suo unto. Nota Lc 1:32: “Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre.”. Sarà, al futuro, non è, al presente. È soltanto con la risurrezione che Yeshùa e il Messia diventano un'unica cosa indivisibile: “dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore” (Rm 1:4).

Ora, nota ciò che dice l'ebreo Paolo riguardo a Dio: “chiama all'esistenza le cose che non sono” (Rm 4:17). Il greco ha καὶ καλοῦντος τὰ μὴ ὄντα ὡς ὄντα, che letteralmente significa “chiama le cose che non esistono come esistenti”. Possiamo dire che il Messia, già preesistente nella "mente" di Dio (la Sua volontà), è chiamato ad esistere tramite l'uomo Yeshùa; il Messia preesiste, Yeshùa nasce nel mondo e diviene Messia. Come accade questo? 1. Yeshùa è generato nel corpo di una donna per opera dello spirito e non da volontà di uomo, come Adamo fu creato direttamente da Dio (Lc 1:35; Mt 1:20); 2. Dio lo consacra, dichiarandolo Suo figlio, come Davide (Lc 2:22; Is 11:2); 3. Dio lo dichiara Messia risuscitandolo (Rm 1:4); 4. Dio gli dà ogni potere, anche quello di giudizio, facendolo sedere "alla sua Destra" (Mt 28:18; Mt 22:44; 26:64; At 2:33; 5:31; 7:56; Rm 8:34 etc.). Il punto 1 è importante: lo spirito lo genera, ossia fa sì che una vita nasca senza bisogno di fecondazione umana! Questo è fondamentale, perché Yeshùa è un nuovo Adamo, generato direttamente da Dio come il primo Adamo fu creato direttamente; e, come Adamo, dovette scegliere partendo da una condizione di purezza primigenia (lo spirito lo conduce nel deserto perché fosse tentato, come Adamo fu tentato). Yeshùa nasce svincolato dal "peccato" prodotto dalla disobbedienza del primo Adamo, perché “Nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto” (Sl 49:7). Egli è un "nuovo inizio", il primogenito dei figli di Dio.

Per finire, tu dici che "la sua filiazione è diversa da quella che erediteranno tutti i risuscitati a vita eterna". La Scrittura ti smentisce: “Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm 8:29). Questo versetto, non solo afferma che Yeshùa non è diverso dai suoi fratelli (è solo il primo di molti fratelli e figli di Dio), ma dimostra anche che non è Dio, altrimenti i credenti sarebbero "fratelli di Dio". Poi, la Scrittura dice anche: “Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.” (1Cor 15:28).

Leggi tutto il passaggio:

“poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.” - 1Cor 15:24-28

Tornando strettamente al tema della discussione, Dio creò il primo essere umano, Adam, e lo sottopose alla scelta; egli scelse di disobbedire. Dio generò il nuovo Adam, e lo sottopose alla scelta; egli scelse di obbedire. Ambedue poterono scegliere non essendo influenzati da una condizione corrotta dal peccato, ma ciò non significa che non potevano peccare (peccato è "mancare il bersaglio"); il primo peccò, e la sua scelta portò alla morte; il secondo obbedì, e la sua scelta portò alla vita.
marco
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto: Che rapporto ebbe con Dio? Certamente non uno generativo, poiché Dio, che non è neppure definibile e quantificabile, non è assimilabile al concetto di figliolanza generazionale umana.
Il suo rapporto con Dio, noi, non possiamo al momento comprenderlo. Ecco perché ti scrissi ciò!
Infatti, come volevasi dimostrare, tu neghi il fattore generativo perché usi il metro umano. Impostazione sbagliata perché viziata già in partenza.
Ti dico cosa penso io. Yeshùa è un aspetto di Dio, una potenza, come lo Spirito Santo, incarnatosi (e il Verbo si fece carne) nel corpo senza peccato dell'uomo figlio di Maria.
Nell'uomo chiamato Gesù coesistevano le due nature: quella Divina e quella umana.
Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua».
Rimettere i peccati è una prerogativa che spetta solo a Dio!!!
Gesù ancor prima di salire sulla croce già rimetteva i peccati.

Io, proprio io, sono colui che per amore di me stesso cancello le tue trasgressioni e non ricorderò più i tuoi peccati. Isai 43,25 Nuova Diod.
Io, proprio io....
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

tu neghi il fattore generativo perché usi il metro umano. Impostazione sbagliata perché viziata già in partenza.
E invece cosa dovrei usare, il "metro divino"? Caro Marco, io utilizzo la Scrittura per dimostrare quello che dico, e la Scrittura parla all'uomo con parole umane, non divine. Ma mi pare che non rifletti su quanto ti ho indicato, e glissi se non puoi rispondere. E insisti con la stessa frase che non possiamo comprendere il modo in cui Yeshùa è figlio. Ma come! Se è venuto apposta ad insegnarci come diventare figli di Dio! Essere figli di Dio significa credere e mettere in pratica attraverso l'obbedienza, come fece lui; ed ecco che Dio lo dichiarò Suo figlio tramite la risurrezione.
Ti dico cosa penso io. Yeshùa è un aspetto di Dio, una potenza, come lo Spirito Santo, incarnatosi (e il Verbo si fece carne) nel corpo senza peccato dell'uomo figlio di Maria.
Ognuno può pensare ciò che vuole, anche che Yeshùa fu un "ultracorpo" contenente lo spirito di un alieno. Ma qui le opinioni personali interessano solo se dimostrabili attraverso la Scrittura. Devo ricordarti che questo è un forum di discussione biblica, non di condivisione di esperienze e idee religiose personali.

Allora, tu dici: "Yeshùa è un aspetto di Dio". Questa asserzione può essere parzialmente vera o palesemente falsa, a seconda di come la si giustifica tramite la Scrittura. Poi dici: "[Yeshùa è] una potenza". Questo prima o dopo la risurrezione? Perché se è vero che Yeshùa è una potenza dopo la risurrezione (lo dice la Scrittura), non è vero prima della risurrezione, poiché tutto ciò che faceva e diceva originava dallo spirito di Dio, di cui lui fu ripieno. Non è che lui avesse dei "poteri soprannaturali", era Dio che agiva tramite lo spirito in lui. Ma attenzione! Anche gli apostoli e molti credenti della congregazione furono ripieni di spirito e fecero opere straordinarie. Yeshùa stesso disse: "In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori" (Gv 14:12), e disse "Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro" (Lc 6:40). Se anche degli uomini dopo di lui fecero opere maggiori e se lui stesso disse che chiunque ben preparato sarebbe stato come lui, mi spieghi in che modo Yeshùa in vita sarebbe stato "una potenza" più degli apostoli? Leggiti At 3:12 ss. per capire chi è che opera quando avvenivano miracoli.

Poi insisti colla dottrina pagana dell'incarnazione del dio, ignorando totalmente quanto ti ho scritto nella mia risposta e volendo leggere ciò che non è scritto. Tu leggi sul testo di Gv 1:1 "Yeshùa divenne carne", invece è scritto che "la parola divenne carne", ossia la parola divenne Yeshùa. Capisci l'errore? È molto diverso ciò che è scritto da ciò che leggi tu. Ma ciò che è scritto è importante, non ciò che leggiamo noi.
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Re: La colpa e il Nuovo Adamo

Messaggio da bgaluppi »

Caro Marco, in realtà sono convinto che tu sia davvero a un passo da capire cosa stia dicendo Giovanni nel suo prologo. Ciò che secondo me ti impedisce di ragionare in modo corretto e obbiettivo è il partire da una prospettiva predeterminata, da una disposizione mentale. Se tu la eliminassi e analizzassi obbiettivamente le parole di Giovanni, capiresti in un attimo, soprattutto alla luce di ciò che la Scrittura dice in altri versetti.

Ad esempio, qual'è la risposta alla domanda "il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto"? Se partiamo da una prospettiva positiva, sarà mezzo pieno; da una negativa sarà mezzo vuoto. Ma ambedue le risposte sono condizionate dalla prospettiva con cui guardiamo il bicchiere. Se, invece, rispondessimo in modo obbiettivo, capiremmo che in realtà il bicchiere contiene una precisa quantità d'acqua.

Se partiamo dalla prospettiva che Yeshùa è un essere divino ed era la parola (il "Verbo", come tendenziosamente ed erroneamente traduce la CEI), Giovanni ci comunicherà che Yeshùa si incarnò in un corpo umano mortale. Se, invece, partiamo dal presupposto che Yeshùa non è divino, allora leggeremo qualcosa di diverso. Ma la realtà oggettiva può essere ancora diversa e più complessa. Se ti fa piacere, possiamo analizzare insieme oggettivamente il prologo in una cartella dedicata:

http://www.biblistica.eu/viewtopic.php? ... 20&start=0" onclick="window.open(this.href);return false;

Se leggi il commento introduttivo di Luigi, ti accorgerai che parte già da una prospettiva che condiziona il suo pensiero: "Perchè la scrittura indica che La Parola era con Dio facendo intendere a qualcuno?". Che la Scrittura riferisca la parola ad un soggetto determinato, un "qualcuno", è solo un'idea personale, non necessariamente ciò che dice la Scrittura. Infatti, il testo non dice che la parola era un "qualcuno", ma che era Dio e che fu il mezzo con cui Dio creò il mondo.

Ciò che è importante non è dimostrare che una certa dottrina è vera, forzando la Scrittura, ma capire cosa dice oggettivamente la Scrittura. Non è importante dimostrare se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto (realtà soggettiva), ma capire prima la realtà oggettiva: il bicchiere contiene una determinata quantità d'acqua. Poi, dopo, il bicchiere potrà essere mezzo pieno, o mezzo vuoto.
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