Giovanni 14:14

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Michele
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Michele »

Non tutti hanno anni di studi e di approfondimenti, e nonostante questo, io credo che in molti riescano a comprendere una frase in italiano. Io sarei tra quei pochi che non la comprendono. :-) Per me, parlare di "parola" significa dire tutto e dire nulla al contempo. La parola è Dio? Oppure la parola è Gesù? O anche la parola non è personificabile?
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Gianni
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Gianni »

In questo caso non servono studi e approfondimenti. Basta leggere!
L’ho detto varie volte, ma nessuno si vuol prendere la briga di farlo: occorre leggere tutto Gv ed esaminare tutti i passi in cui egli parla della parola. Si scopre allora che in Gv la parola è sempre la stessa identica cosa: la parola di Dio. Si capisce allora tutto il senso pieno di ciò che disse Yeshùa quando affermò che tutto ciò che diceva non era parola sua ma di Dio.
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Michele
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Michele »

Stavo leggendo la spiegazion e del Tempo, e sono arrivato all'inizio della 2 pagina, dove si dice che il tempo non potrebbe iniziare da "qualche parte". questa premessa mi sembra già molto strana, in quanto ci potrebbe essere "un luogo" dove il non esiste il tempo e un'altro luogo (il nostro universo), dovo il tempo è apparso in concomitanza alla creazione dello stesso. Esempio dell'atomo, il nucleo potrebbe essere senza tempo e gli elettroni con il tempo.
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Michele
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Michele »

La "parola" di Dio quindi sarebbe Dio stesso. Infatti se noi facciamo un'espressione sull'uomo, riferito alla parola, mai potremmo dire che la parola crea un paesaggio, ma forse che il nostro pensiero in primis e quindi la nostra volontà e il nostro lavoro, hanno creato quel paesaggio.
Una parola come la nostra non può creare nulla, quindi in quel termine "parola" di Dio, è racchiuso qualcosa che non viene detto.
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Gianni
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Gianni »

Michele, trovo difficoltà a seguirti.

Ti sembra strano che il tempo non abbia inizio? Il tempo è la dimensione di Dio, che non ha inizio.

Il tempo è apparso in concomitanza alla creazione? È la temporalità che è iniziata con la creazione, quando il tempo fermo ed eterno si è infranto con lo spazio dando inizio alla temporalità.

Il nucleo dell'atomo potrebbe essere senza tempo? Se con tempo intendi il nostro ovvero il tempo relativo a noi (che si chiama temporalità), è impossibile perché l’intero universo è soggetto alla temporalità e si muove attraverso il tempo fermo ed eterno, come un fiume tra le sponde. Le sponde sono il tempo fermo ed eterno e l’universo è il fiume. Se invece intendi il tempo assoluto (fermo ed eterno), non ha senso dire che il nucleo atomico è senza tempo, perché esso scorre insieme a tutto l’universo attraverso il tempo.

Una parola come la nostra non può creare nulla? Crea il pensiero, un racconto, un libro. Ma c’è un abisso incolmabile tra la nostra parola e la parola di Dio.

Nel termine "parola" di Dio, è racchiuso qualcosa che non viene detto? Come no? In Gv 1:3 è detto che “ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta”.
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Michele
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Michele »

Sto dicendo che il tempo relativo, come noi lo conosciamo è iniziato, oppure ha avuto la sua efficacia, con la creazione del nostro universo. Il concetto che l'eternità possa lambire il nostro universo, è un modo come un altro per spiegare. Ma potrebbe essere vero il contrario, che un nucleo viva l'eternità e tutto quello che si sviluppa intorno (con progressione evolutiva, cioè l'Universo che si espande) sia con il tempo relativo. Anche perchè è molto più logico che un universo in espansione non sia delimitato da nulla, che da un argine tutto intorno.

In quanto alla parola, di essa non si sa nulla, si sa cosa abbia fatto, ma non la sua natura.
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Gianni
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Gianni »

Michele, il concetto di tempo è indubbiamente difficile. Non possiamo però avanzare stravaganti ipotesi contrarie alla scienza e ai fatti.

Il tempo fermo ed eterno non lambisce il nostro universo; l’universo (e noi con esso) siamo immersi nel tempo eterno, scorriamo in esso. Come quando siamo seduti su un treno in corsa e, guardando dal finestrino il paesaggio che scorre, abbiamo l’impressione di essere fermi e che sia il paesaggio che scorre, così abbiamo l’impressione che sia il tempo a scorrere. La verità è che il tempo è fermo e siamo noi a scorrere in esso.

Tu avanzi l’ipotesi che un nucleo viva l’eternità e tutto quello che si sviluppa attorno viva di tempo relativo o temporalità. Ciò è impossibile, e ti spiego perché.
Tale nucleo atomico appartiene alla materia dell’universo e nell’universo è presente la radioattività. Ora, la radioattività non è eterna, ma decade. Se i nuclei atomici fossero eterni, nell’universo non si sarebbe più radioattività. Siccome però c’è, l’universo deve necessariamente aver avuto un inizio.

Tu dici che è molto più logico che un universo in espansione non sia delimitato da nulla. Ciò, invece, non è affatto logico; appartiene casomai a una logica (se così vogliamo chiamarla) molto infantile. Andiamo ai fatti scientifici. Il nostro eccellente scienziato Zichichi afferma a ragione che tutto l’universo è finito e che si può perfino calcolarne il peso. E da cosa è attorniato? Proprio dal nulla.
Il nulla non va confuso con il vuoto (in quale occupa spazio ed è quindi qualcosa); il nulla, spiega Zichichi, è qualcosa che non conosciamo.

Possiamo capire questi concetti difficilissimi con un esempio: il sogno. Quando sogniamo tutto ci appare reale o lo viviamo come reale. Ma dove si trovano le cose per noi molto reali del sogno? Da nessuna parte. Dov’è lo spazio che possiamo percorrere nel sogno? Da nessuna parte. Se noi, per ipotesi, non dovessimo mai svegliarci, vivremmo una vita virtuale nel sogno, convinti della sua realtà. In effetti, l’unico modo per sapere che è solo un sogno, è svegliarsi.
Ora, prova a immaginare che tutto l’universo sia come un sogno di Dio. Ciò risolve teoricamente tutte quelle ingenue domande del tipo da dove viene l’universo, cosa c’è dopo l’universo e simili. Molto semplicemente e con profondissimo acume, la Bibbia dice che “noi viviamo in Dio e in lui ci muoviamo e siamo”. - At 17:28.
Noi viviamo in due dimensioni: la nostra, quella della temporalità, e in quella del tempo fermo ed eterno di Dio. Per il tempo che viviamo, siamo contemporanei a Dio.

Veniamo ora alla parola di Dio, di cui secondo te non si sa nulla.
Cerchiamo di capire entrando nel pensiero biblico. Giovanni afferma che all’inizio c’era la parola divina e che con essa tutto fu creato. Questo stesso concetto è presente nella parte ebraica della Bibbia, in Sl 33:6: “I cieli furono fatti dalla parola del Signore, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca”.
Ora, nota bene il parallelismo, tramite cui la Bibbia ripete lo stesso identico concetto con parole diverse. Il parallelismo è un ottimo strumento ermeneutico che ci permette di chiarire i concetti. Ora, la “parola del Signore” equivale esattamente al “soffio della sua bocca”. Siamo in presenza di un linguaggio letterale improprio. Si tratta letteralmente della parola che è formulata con il fiato della bocca. È letterale, ma in modo improprio, perché Dio non ha bocca, non ha fiato e non parla in modo udibile.
Capito ciò, occorre sapere che nella mentalità ebraica della Bibbia non esistevano le astrazioni. Per l’ebreo biblico anche i concetti astratti erano formulati in maniera molto concreta.
Noi diremmo: Dio pensò alla luce, la ideò e la creò. L’ebreo esprime questo concetto così: “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu” (Gn 1:3). Dio non ha bocca, non ha fiato, non parla. Il lettore biblico capiva benissimo il concetto, che era espresso nel suo modo sempre concreto. A ben vedere, anche quando noi diciamo che Dio pensò alla luce, la ideò e la creò, facciamo la stessa cosa, perché stiamo immaginando un processo mentale che è quello nostro. Usiamo noi pure un antropomorfismo, con la sola differenza che il nostro è astratto e quello biblico è concreto.

Dire che non sappiamo nulla della parola di Dio significa non aver compreso questi concetti tutto sommato semplici. Chissà perché, le persone che si affidano alle religioni devono complicarsi la vita con fantasie che partono dall’ignoranza biblica. Così, i cattolici vedono nella parola di Dio una persona; lavorando poi di fantasia, la identificano poi come una persona che sarebbe Dio ma diversa, quindi una seconda persona; per completare il quadretto ce ne metteranno una terza, chiamata spirito, ed ecco ricomposta la pagana trinità. A Brooklyn lavorano pure di fantasia e vedono nella parola di Dio “Gesù preesistente”; per risolvere il problema che Giovanni dice che “la parola era Dio”, manipolano e traducono “era un dio”, mostrando una paurosa ignoranza del greco.

Ma che mai sarà questa parola di Dio? Lo dice chiaramente la Bibbia: è il “soffio della sua bocca” con cui tutto creò. Espressione concreta ebraica.
E “Gesù” che c’entra? La parola di Dio, dice Giovanni, si presentò al mondo come carne. Altro linguaggio letterale improprio. Nessuna transustanziazione, nessuna incarnazione. “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. – Eb 1:1,2.
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Michele
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Michele »

Ho capito quello che hai detto Gianni, ma come al solito non convince. Forse perché si parte dal presupposto di conoscere la verità, mentre essa è ampiamente nascosta ai più, a prescindere che siano scienziati o meno. Forse la scopriremo, chissà...

P.s.: riferendomi al nucleo, non intendevo letteralmente il concetto atomico, era solo un esempio al fine di spiegare un punto di vista.
OT:
E come al solito, sei sempre molto carino nell' etichettare il pensiero altrui come infantile o altri aggettivi che ti vengono al momento, tanto per sminuire l'altrui pensiero e dare enfasi al tuo. Te l'ho detto e te lo ripeterò sempre, il tuo modo di approcciare l'altro è molto strano. Te lo ripeto, perché ad ogni occasione, hai sempre lo stesso atteggiamento, ed è questo il motivo che mi tiene lontano dal dialogo, non che io non voglia parlare con te o con chi reagisce come te, tipo bgaluppi, non mi sembra proprio la maniera corretta. Ognuno esponga il suo pensiero, senza entrare in coflitto e parlare negativamente del pensiero altrui, o del credo o della persona. E mi sembra che siano anche i punti del regolamento interno di biblistica.
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Maryam Bat Hagar
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

accusare uno stimato professore universitario di contraffarre testi pur di fuorviare le persone è un accusa piuttosto grave.a Gianni non gli entra nulla in tasca ed anzi potrebbe trascorrere il suo tempo concentrandosi appieno nei suoi studi al posto di tenere in piedi questo forum.Smettiamola con queste beghe da bar.Grazie
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

Ali ibn Abi Talib(599- 661)
ארמאנדו אלבנו
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Re: Giovanni 14:14

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Gianni scrive questo: Giovanni tratta lo stesso punto, ma da una visuale specifica: si concentra non sul parlare di Dio ma sulla sua stessa parola. Il suo obiettivo è affermare che la parola sapiente e creatrice di Dio fece irruzione nella storia umana (verbo eghèneto) tramite la persona umana di Yeshùa.
Mentre in Eb evidenzia come Dio avesse parlato per mezzo dei profeti, Giovanni evidenzia che la stessa parola di Dio fu presente in Yeshùa.
Proprio il parallelo tra Gv 1 ed Eb 1 dovrebbe far riflettere le persone non accecate dalla dottrina religiosa.
Dio utilizzò la serie dei profeti per parlare, tale serie culmina con il profeta per eccellenza: Yeshùa, in cui scese in modo permanente la parola di Dio.



Ma che significa ''in modo permanente''? Perchè la parola nei profeti non era in modo permanente? E che significa che nei profeti la parola non era permanente?
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