Gesù e i suoi Apostoli

Manuela
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Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Manuela »

Mi dispiace ma ho letto una cosa che poco mi piace e per non formarmi idee sbagliate vorrei il vostro aiuto...ho iniziato a leggere Genesi ma una curiosità mi ha spinto a cercare informazioni circa la vita degli Apostoli e mi sono imbattuta su spiegazioni che provengono dalle figure di giuda il Galileo e i suoi figli...figure ben riportate nei testi di Giuseppe Flavio (guerra giudaica) fondatore della setta degli zeloti. Tra gli Apostoli di Gesù si trovavano degli zeloti e anche, perché Pietro girava con un coltello sotto al mantello ? Mi dispiace ma io devo comprendere che relazioni ci sono davvero tra le testimonianze scritte da un romano contro i rivoltosi che erano gli zeloti e il fatto che i figli di uno di questi si trovassero tra gli amici di Gesù ... So bene che la mia volontà di avvicinarmi e approfondire la parola di Dio sarà ostacolata nel cammino da tanti " dubbi", ma non avendo trovato sul forum questo tema, ho pensato di chiedervelo.
Manuela
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Re: Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Manuela »

Naturalmente e' una divagazione rispetto a Genesi che non c'entra nulla in questo caso.
marco
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Re: Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da marco »

Cara Manuela non è importante se uno degli apostoli era uno zelota (non saprei lo prendo come vero) oppure se Pietro o qualcun'altro camminava con una spada (orecchio mozzato nel Getsemani).
Erano uomini come noi, per lo più ignoranti, carnali e peccatori.
Quello su cui noi dobbiamo concentrarci è il dopo. Questo branco di ignoranti sono diventati, dopo la Pentecoste, i dodici basamenti dove poggia la Gerusalemme celeste (Ap 21,14).
Da loro è nato il Cristianesimo. Sono morti quasi tutti martiri.
Cara Manuela ne sentirai tante notizie per screditare la fede, ma tieniti sempre legata alla Sacra Scrittura.
Questa di sicuro non mente, non può.
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Gianni
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Re: Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Gianni »

Cara Manuela, tra i dodici apostoli c’erano effettivamente degli zeloti: Simone (non Pietro), Pietro e il traditore Giuda.
In Lc 6:15 Simone viene detto zelota (“zelota” o “zelante”, un aderente al partito degli zeloti, alleati dei farisei ma nazionalisti fanatici e ardenti patrioti).
Simone/Pietro era un rivoluzionario (in Mt 16:17 è detto “figlio di Giona”, ma Pietro è dichiarato in Gv 1:42 “figlio di Giovanni”, per cui “figlio di Giona” è una traduzione arbitraria, tanto più che il testo greco non ha affatto “figlio di Giona” ma βαριωνᾶ [barionà] che è la trascrizione greca dell’aramaico “rivoluzionario” o “terrorista”, epiteto proprio degli zeloti).
Giuda Iscariota (sebbene si ritenga che iscariota possa significare ‘uomo di Cheriot’ - quindi nativo del villaggio di Cheriot - sta di fatto che questo villaggio è ignoto ed è arbitrario farlo risalire a quello ormai scomparso citato in Ger 48:24 e in Am 2:2; lo ὁ Ἰσκαριώτης [o iskariòtes, l’iscariota] di Mt 10:4 potrebbe invece verosimilmente essere la trascrizione in greco dell’aramaico “sicario”), e questo avvalorerebbe l’ipotesi che Giuda abbia tradito Yeshùa per la delusione di non vedere realizzata da lui l’idea della liberazione di Israele dal giogo romano.
Alcuni dei discepoli di Yeshùa andavano in giro armati. - Lc 22:38.
Tutto ciò però faceva parte del loro passato. Divenuti discepoli di Yeshùa, non rimasero certo zeloti.
Lella
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Re: Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Lella »

Diciamo che le spade e coltelli, portati dagli apostoli, servivano più come vettovaglie che come armi per combattere.

Cioè con i coltelli o con le spade gli apostoli ci tagliavano la legna per il fuoco, ci uccidevano e smembravano gli animali per cuocerli a pezzi e mangiarli, ci tagliavano le corde, la stoffa, ecc. ecc. in poche parole, erano per loro arnesi di uso quotidiano.

Quello che è successo a Pietro, che ha tagliato con la sua spada l'orecchio a una guardia, è stata una legittima reazione, ma condannata subito dal Messia.

Io forse avrei fatto di peggio, (per modo di dire) visto quello che hanno fatto subito dopo al mio Signore e salvatore Cristo Gesù.

Certo che se una persona, oggi come oggi viene sorpresa con un coltello in tasca, viene subito arrestata, in quanto certi attrezzi oggi servono solo per uccidere, o far del male a qualcuno. Lella
Manuela
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Re: Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Manuela »

Credo che Gesù abbia "pescato" di certo non tra i perfetti di fede e timorati di Dio ma è quello che ha insegnato loro. Ci sono persone studiosi ch scrivono saggi stravolgendo le scritture addirittura dicendo che Gesù storico esistito in realtà era il personaggio fondatore della setta degli zeloti.
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Maryam Bat Hagar
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Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

anche io la penso come te cara Manuela
non sono i sani che hanno bisogno del medico bensì i malati(Marco 2)
molte volte gli studi degli accademici non trasudano propriamente "onestà intellettuale" anzi... sono molto impregnati del loro pregiudizio/odio contro Yeshua.
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Gianni
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Re: Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Gianni »

Scrive Giuseppe Flavio nella sua Guerra giudaica:
“Al quel tempo si presentò un uomo, se almeno è giusto chiamarlo un uomo. La sua natura al pari del suo aspetto era quella di un uomo, ma il suo comportamento era superiore a quello di un uomo. Le sue opere, per così dire, erano buone ed egli operò cose straordinarie, meravigliose e potenti. Perciò non è possibile dirlo un uomo. Ma di nuovo, a vedere la sua esistenza da lui trascorsa con tutti gli altri, io lo chiamerei un angelo. Tutto ciò che compì lo fece come per un potere invisibile, e lo fece con la parola e il comando. Alcuni dissero di lui che il nostro primo legislatore [Mosè] era risorto dai morti. Altri supposero che fosse stato inviato da Dio. Egli si oppose assai alla Legge e non osservò il sabato secondo gli usi tradizionali. Ma d’altro conto non fece nulla di reprensibile né commise alcun delitto, anzi con la sua sola parola compì ogni cosa. E molti del popolo lo seguirono e accolsero la sua dottrina. Altre persone erano incerte, supponendo che per mezzo suo le tribù d’Israele sarebbero state liberate dai romani. Era suo costume stare spesso sul monte degli Ulivi, dove curava la gente. E si radunarono presso di lui dei seguaci in numero di centocinquanta, ma assieme a una moltitudine di gente. E quando costoro videro che egli aveva il potere di compiere ogni cosa con la sua parola, gli imponevano di entrare in città [Gerusalemme] e di fare a pezzi i romani e Pilato, per regnare su di loro. Ma quel tale [Yeshùa] si schermì. Quando poi ciò giunse a conoscenza dei capi giudaici, essi si radunarono presso il sommo sacerdote e dissero: ‘Noi siamo deboli ed incapaci di opporci ai romani. Ma mentre l’arco è teso, andremo da Pilato e gli diremo quello che abbiamo udito, e non ne avremo alcun danno, mentre - se egli lo venisse a sapere da altri – noi saremmo privati delle nostre sostanze, messi a morte per spada e i nostri figli rovinati’. Ed essi andarono a dirlo da Pilato. Questi allora mandò i soldati e si fece portare quel taumaturgo. Ma, quando ebbe svolto un’inchiesta a suo riguardo, si accorse che egli era un benefattore, non un malfattore, né un ribelle, e che non amava il potere. Allora lo lasciò andare. I dottori della Legge, divorati dall’invidia, […] misero quindi le mani su di lui e lo crocifissero a dispetto delle leggi antiche”. - II,9,3; edizione Istrin I, pagg. 149 e sgg..
Alcune osservazioni su questa versione paleoslava o paleorussa del testo di Giuseppe Flavio possono essere fatte. Il riferimento al fatto che Yeshùa “si oppose assai alla Legge” va compreso nella interpretazione dei dottori della Legge, tanto che Giuseppe dice che Yeshùa “non osservò il sabato secondo gli usi tradizionali”. Riguardo alle folle che lo seguivano e alla sua predilezione per il monte degli Ulivi, questo è conforme ai dati biblici. È conforme anche il fatto citato che il popolo gli fece pressione “per regnare su di loro”. “Ma quel tale si schermì”: “Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo” (Gv 6:15). In quanto all’atteggiamento del popolo che vedeva in Yeshùa uno zelota pronto a rovesciare il potere romano, questo è comprensibile, se pur non conforme a verità. Nei Vangeli ci sono infatti due gruppi di parole e di racconti.
Il primo gruppo avvicina (nella interpretazione popolare) Yeshùa agli zeloti. Yeshùa attesta l’imminenza del regno di Dio, chiama Erode “una volpe” (Lc 13:32). Parla con sarcasmo dei sovrani dicendo che “i re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori” (Lc 22:25). Sceglie tra i suoi discepoli alcuni elementi certamente zeloti: “Simone, chiamato Zelota” (Lc 6:15; cfr. At 1:13); Giuda Iscariota, Simone/Pietro, rivoluzionario. Alcuni dei suoi discepoli andavano in giro armati (Lc 22:38). Fa un ingresso trionfale in Gerusalemme (Mt 21:8). Fa una purificazione violenta del Tempio (Mt 21:12). Viene condannato come sovversivo, secondo l’accusa scritta e apposta per ordine di Pilato sul suo palo di tortura: “re dei giudei” (Mt 27:37). Tutto ciò poteva attirare il consenso dei rivoluzionari, tanto che i giudei approfittano di questo per dar contro ai discepoli di Yeshùa, trascinandoli “davanti ai magistrati della città, gridando: ‘Costoro, che hanno messo sottosopra il mondo, sono venuti anche qui […] ed essi tutti agiscono contro i decreti di Cesare, dicendo che c'è un altro re, Gesù’”. - At 17:6,7.
Il secondo gruppo di parole e di racconti presenta però vari dati da cui Yeshùa appare opposto al movimento zelota. Egli dice che non bisogna opporre resistenza al male: “Non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra” (Mt 5:39). Dichiara beati i pacifici (Mt 5:9). Comanda di amare i nemici (Mt 5:44). È familiare con l’ambiente collaborazionista pubblicano, da cui sceglie addirittura un discepolo (Matteo, Mt 9:9). Afferma che il suo regno con è di questo mondo. - Gv 18:36.
Si può allora affermate che Yeshùa fu un antizelota. Mentre gli zeloti preparavano (come i settari di Qumràn) la riforma del culto e del sacerdozio, Yeshùa è molto più radicale di loro: non riconosce valore eterno alle istituzioni del tempo (“Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta” (Mt 5:23,24). Egli non sopprime le istituzioni ma si accontenta di purificarle (Mt 21:12). Egli attesta anzi la fine dell’economia del tempio (Gv 4:21,23), per cui la predicazione prende il posto del sacerdozio e la fede il posto del sacrificio. Yeshùa riconosce che le strutture sociali del suo tempo non sono conformi alla volontà di Dio, ma non intende rovesciarle (ciò si attuerà solo con la venuta del regno di Dio).
Si può concludere che Yeshùa si è rivendicata una funzione messianica che, male interpretata, poteva prestarsi ad una denuncia politica da parte dei giudei. Del resto, una soluzione politica della sua missione fu considerata sempre come la tentazione specifica messa davanti a lui: “Il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: ‘Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori’” (Mt 4:8,9). Pietro stesso ha una concezione diabolica del messia contro cui si scaglia Yeshùa: “Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso […]. Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: ‘Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai’. Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: ‘Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini’” (Mt 16:21-23). La stessa concezione umana Pietro la esprime quando reagisce nel suo modo spontaneo quanto impulsivo: “Simon Pietro, che aveva una spada, la prese e colpì il servo del sommo sacerdote, recidendogli l'orecchio destro” (Gv 18:10); ma Yeshùa corregge la sua soluzione umana: “Credi forse che io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in questo istante più di dodici legioni d'angeli?” (Mt 26:53). Allo stesso modo, reagendo al fatto che dei samaritani si erano rifiutati di ospitare Yeshùa, “i suoi discepoli Giacomo e Giovanni dissero: ‘Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi?’”. - Lc 9:54.
D’altronde, la dedizione totale di Yeshùa ad una istanza non politica deve aver urtato gli zeloti, indotto Giuda disilluso a denunciarlo e il popolo a preferirgli Barabba che agli zeloti apparteneva (“era stato gettato in prigione per una certa sedizione avvenuta nella città e per assassinio” – Lc 23:19, TNM).
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Maryam Bat Hagar
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Gesù e i suoi Apostoli

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

Gianni volevo chiederti (tu che nei sai più di me)
abbiamo gli scritti di Giuseppe Flavio.
abbiamo la letteratura Talmudica.
abbiamo gli scritti di Celso.
abbiamo gli scritti di svariati autori pagani o comunque non cristiani(Tacito, Svetonio,Plinio il Giovane,Adriano,Luciano di Samosata,Marco Aurelio,Frontone,Mara Bar Serapion)

i farisei ed i pagani avrebbero potuto benissimo accusare Yeshua di non essere mai esistito oppure di essere stato in realtà un ribelle zelota di nome Giovanni di Gamala nelle loro diatribe con i cristiani.invece non l'hanno mai fatto.
il nostro Yeshua viene tutt'oggi chiamato "Yeshu" dagli ebrei ortodossi
che non negano affatto che sua madre si chiamasse Miriam e che lui fosse figlio "putativo"(viene usata un'altra parola) di un carpentiere(naggar bar naggar)
quindi in base a quali criteri questi "studiosi" se ne escono con questa dichiarazione?
come possono ignorare ben 2000 anni e passa di tradizione ebraica trasmessa rigorosamente di padre in figlio?quella sicuramente non può essere stata falsificata dalla chiesa apostata o dai "cristiani"
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Cara Maryam, nessuno mette in dubbio l’esistenza storica di Yeshùa. I farisei non ci pensarono neppure, né avrebbero potuto farlo, essendo proprio uno dei loro (Saulo di Tarso) diventato il più convinto e indefesso discepolo di Yeshùa. – Cfr. http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=3110" onclick="window.open(this.href);return false;.
Il problema non sta nell’accettarlo o no come personaggio storico, ma nel riconoscerlo o no come Messia.
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