L'invocazione è certamente lecita, ma non la preghiera. Luigi,
invocare Yeshùa, o il suo nome, non è sinonimo di
pregare Yeshùa, come ho spiegato qui
http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 783#p53769" onclick="window.open(this.href);return false; e qui
http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 150#p53706" onclick="window.open(this.href);return false;
Gli apostoli e i discepoli invocavano il nome di Yeshùa (la sua autorità) o Yeshùa stesso in determinati frangenti, ma non lo pregavano mai. Paolo invoca Cesare, nel senso che fa appello a lui (il termine usato è lo stesso che usa Stefano in At 7:59). Invocare e pregare sono due termini
diversi usati in modo
diverso. Il termine che fa riferimento alla preghiera non è
mai usato in associazione a Yeshùa, ma solo a Dio o agli dèi (se si tratta di pagani). I termini che fanno riferimento all'invocazione, ossia all'appellarsi a qualcosa o qualcuno, sono invece usati sia nei confronti di Dio, che di Yeshùa che degli uomini in genere. Ora, se vogliamo anche usare la logica, se è lecito
invocare Cesare, non è certo lecito
pregare Cesare; dunque, quando Paolo invoca Cesare (Καίσαρα ἐπικαλοῦμαι, Kàisara
epikalùmai), non lo sta certamente pregando; e allora, quando Stefano invoca Yeshùa (ἐπικαλούμενον,
epikalùmenon), perché mai si tratterebbe di preghiera? Si tratta di invocazione.
Se io dico: “Yeshùa, dammi la tua forza per non peccare!”, lo sto invocando Yeshùa, magari in un momento di debolezza, ossia sto facendo appello a lui che rappresenta forza (è una specie di "segno biblico", in cui l'invocazione produce un effetto reale attualizzando ciò che Yeshùa rappresenta, per cui riesco a resistere alla tentazione). Ma se io prego, mi ritiro nella mia cameretta e mi rivolgo a Dio: “Padre, sia santificato il tuo nome” etc., e questa è una cosa completamente diversa da un'invocazione dettata da una situazione o da una circostanza. La preghiera è un intimo atto di obbedienza, di apertura a Dio, di comunione con Lui; Yeshùa trascorre un'intera notte in preghiera, prima di scegliere i discepoli.
Fai confusione utilizzando le parole “venite a me”; Yeshùa sta dicendo “credete in me”, e non ha bisogno di intervenire per realizzare questo invito, poiché è l'invitato che deve avvicinarsi a Yeshùa tramite la fede in ciò che lui ha già fatto e rappresenta. Dove vedi qui il collegamento con la preghiera? Non c'è. Il collegamento piuttosto è con la fede e il battesimo.