Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?
Inviato: mercoledì 25 aprile 2018, 14:31
Luigi, purtroppo quando si hanno in testa idee preconcette è difficile che qualcosa che non sia conforme a quell'idea risponda ad alcuna domanda. Questo lo dico perché ne ho fatta molta esperienza proprio su questo forum. Si dice: “non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”, e ti prego di non prenderla sul personale. I TdG continuano a credere che la santa cena fu la cena pasquale, pur essendo scritto chiaramente che era il giorno di preparazione e che il pane non era azzimo... I cattolici, tra le altre cose, continuano a venerare la madre di Yeshùa come "regina dei cieli" e "intercessore per i peccati", quando la Scrittura afferma che il mediatore è uno soltanto, e che il sacrificio che ha cancellato il peccato una volta e per sempre è il suo soltanto (dunque non necessitiamo di ulteriori mediatori, o di mediatori del mediatore, altrimenti neghiamo l'efficacia salvifica del sacrificio e l'autorità di Cristo stesso); e la venerano pur non essendo scritto da nessuna parte che fosse stata "assunta" in cielo e incoronata regina, e avendo Yeshùa detto che nessuno è salito in cielo se non colui che ne è disceso (ah, ma lei fu assunta "dopo"...). I protestanti invece hanno la fissa della "evangelizzazione" (già operata da coloro che furono investiti da Cristo del mandato di evangelizzare), e i TdG hanno la fissa col nome di Dio e lo sterminio di massa all'arrivo del messia. Ognuno dice di essere la "vera" chiesa, e di possedere la "vera verità". La cosa buffa è che ormai li riconosco non appena scrivono due righe, perché ragionano tutti con un pensiero indotto e parlano sempre delle stesse cose, chi di una chi di un'altra. Se invece provassero a leggere la Scrittura cercando di staccare la testa da ciò che credono, non avendo paura di "perdere la fede" o demolire le certezze acquisite, scoprirebbero un mondo nuovo e meraviglioso, che parla di libertà, buon senso, e non di dottrine. Non lo dico con risentimento nei tuoi confronti, pur scrivendo a te, ma perché ci sono passato anche io, come tutti.
La Scrittura afferma che Yeshùa, tra i discepoli, se ne scelse dodici e li chiamò anche apostoli; non tutti, ma solo quei dodici (è un numero preciso, che esprime una quantità precisa e limitata). Yeshùa disse a quei dodici soltanto di fare discepoli (non altri apostoli) in tutti i popoli, prima di congedarsi da loro; ma ovviamente, si legge ciò che si vuole vedere scritto, e allora quei dodici (che al momento erano undici) diventano "tutti i credenti" e tutti si sentono investiti di una missione apostolica che fu affidata solo a quei dodici (e già portata a termine, perché i Vangeli e le Lettere sono oggi tradotte in oltre 2000 lingue). Non solo, ma tutti credono pure di avere i doni dello spirito, senza rendersi conto perché essi furono concessi in quel periodo storico preciso e limitato. Quando si legge la Bibbia con attenzione si scopre che anche i discepoli predicavano, vero, ma la differenza sostanziale tra loro e gli apostoli era l'autorità (solo gli apostoli, ad esempio, avevano autorità di concedere i doni dello spirito oltre a Dio, vedi episodio del diacono Filippo che predica in Samaria e episodio di Cornelio). I discepoli predicavano ciò che gli apostoli avevano insegnato loro, non predicavano di loro iniziativa o per rivelazione, perché nessun testimone può testimoniare ciò che non ha visto e udito direttamente, e perché neppure a tutti gli apostoli fu concessa rivelazione (che non è ispirazione): “Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che [noi] vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera” (2Tes 2:15). Inoltre, finché i garanti della dottrina erano in vita (gli apostoli) la predicazione aveva un senso; con l'avvento della predetta apostasia, ognuno ha iniziato a dire la sua e non c'erano più garanti a tamponare e correggere. Gli apostoli erano il riferimento solido e sicuro per tutti. Il problema oggi è che molti pensano di avere autorità apostolica e non si rendono conto che viviamo in tempi di totale apostasia, come predissero gli apostoli e Cristo stesso, e che in realtà non c'è nessun apostolo investito di autorità per predicare e per vigilare sulla dottrina; gli apostoli vigilavano, scrivendo numerose lettere in cui impartivano ordini e consigli alle comunità, che spesso si facevano traviare da falsi maestri o sedicenti apostoli (pensa quanti ce ne sono oggi...). Che orgoglio, che presunzione! Pensare di avere autorità di predicare ciò che fu già predicato "in tutto il mondo" (il mondo romano, quello conosciuto, come dice la Scrittura) da coloro che quell'autorità la ricevettero da Cristo in persona e che videro. Chi c'è oggi che possa dire di aver visto e ricevuto autorità direttamente da Cristo? Beh, a dir la verità ce ne sono molti di pazzi egomaniaci in giro... e fu predetto che ci fossero, dunque non c'è da stupirsi. Il problema è che molti seguono loro, invece di confidare nella Scrittura e nella preghiera (a Dio, come insegna Yeshùa, e non alla madonna o ai santi o agli angeli o ai papi). Ma del resto, ognuno sceglie la propria via da seguire. Una cosa è certa, al di là di tutto: chi prega solo Dio non sbaglia, chi prega altri oltre a Dio non so...
Oggi, come insegna Paolo ai credenti, la fede è un dono di Dio (Ef 2:8): chi riceve il dono della fede, può coltivarla attraverso l'applicazione degli insegnamenti contenuti nella Scrittura, che ci è stata tramandata grazie agli apostoli e a coloro che misero per iscritto tutto ed è tradotta in ogni lingua. L’opera di evangelizzazione è garantita dalla Scrittura, che contiene il verace insegnamento di Cristo. Ma la Scrittura va letta con mente libera da dogmi e dottrine, altrimenti si legge solo ciò che noi vogliamo leggere, e non ciò che è scritto veramente.
La Scrittura afferma che Yeshùa, tra i discepoli, se ne scelse dodici e li chiamò anche apostoli; non tutti, ma solo quei dodici (è un numero preciso, che esprime una quantità precisa e limitata). Yeshùa disse a quei dodici soltanto di fare discepoli (non altri apostoli) in tutti i popoli, prima di congedarsi da loro; ma ovviamente, si legge ciò che si vuole vedere scritto, e allora quei dodici (che al momento erano undici) diventano "tutti i credenti" e tutti si sentono investiti di una missione apostolica che fu affidata solo a quei dodici (e già portata a termine, perché i Vangeli e le Lettere sono oggi tradotte in oltre 2000 lingue). Non solo, ma tutti credono pure di avere i doni dello spirito, senza rendersi conto perché essi furono concessi in quel periodo storico preciso e limitato. Quando si legge la Bibbia con attenzione si scopre che anche i discepoli predicavano, vero, ma la differenza sostanziale tra loro e gli apostoli era l'autorità (solo gli apostoli, ad esempio, avevano autorità di concedere i doni dello spirito oltre a Dio, vedi episodio del diacono Filippo che predica in Samaria e episodio di Cornelio). I discepoli predicavano ciò che gli apostoli avevano insegnato loro, non predicavano di loro iniziativa o per rivelazione, perché nessun testimone può testimoniare ciò che non ha visto e udito direttamente, e perché neppure a tutti gli apostoli fu concessa rivelazione (che non è ispirazione): “Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che [noi] vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera” (2Tes 2:15). Inoltre, finché i garanti della dottrina erano in vita (gli apostoli) la predicazione aveva un senso; con l'avvento della predetta apostasia, ognuno ha iniziato a dire la sua e non c'erano più garanti a tamponare e correggere. Gli apostoli erano il riferimento solido e sicuro per tutti. Il problema oggi è che molti pensano di avere autorità apostolica e non si rendono conto che viviamo in tempi di totale apostasia, come predissero gli apostoli e Cristo stesso, e che in realtà non c'è nessun apostolo investito di autorità per predicare e per vigilare sulla dottrina; gli apostoli vigilavano, scrivendo numerose lettere in cui impartivano ordini e consigli alle comunità, che spesso si facevano traviare da falsi maestri o sedicenti apostoli (pensa quanti ce ne sono oggi...). Che orgoglio, che presunzione! Pensare di avere autorità di predicare ciò che fu già predicato "in tutto il mondo" (il mondo romano, quello conosciuto, come dice la Scrittura) da coloro che quell'autorità la ricevettero da Cristo in persona e che videro. Chi c'è oggi che possa dire di aver visto e ricevuto autorità direttamente da Cristo? Beh, a dir la verità ce ne sono molti di pazzi egomaniaci in giro... e fu predetto che ci fossero, dunque non c'è da stupirsi. Il problema è che molti seguono loro, invece di confidare nella Scrittura e nella preghiera (a Dio, come insegna Yeshùa, e non alla madonna o ai santi o agli angeli o ai papi). Ma del resto, ognuno sceglie la propria via da seguire. Una cosa è certa, al di là di tutto: chi prega solo Dio non sbaglia, chi prega altri oltre a Dio non so...
Oggi, come insegna Paolo ai credenti, la fede è un dono di Dio (Ef 2:8): chi riceve il dono della fede, può coltivarla attraverso l'applicazione degli insegnamenti contenuti nella Scrittura, che ci è stata tramandata grazie agli apostoli e a coloro che misero per iscritto tutto ed è tradotta in ogni lingua. L’opera di evangelizzazione è garantita dalla Scrittura, che contiene il verace insegnamento di Cristo. Ma la Scrittura va letta con mente libera da dogmi e dottrine, altrimenti si legge solo ciò che noi vogliamo leggere, e non ciò che è scritto veramente.