Preghiera al Padre o a Yeshua?

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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Ho riflettuto molto sull’uso comune di pregare “in nome” di Yeshùa, pratica che in certe denominazioni religiose cristiane è percepita praticamente come imprescindibile perché la preghiera risulti efficace, quasi che la formula “in nome di” abbia in sè qualcosa di magico, o quasi Dio non ci ascoltasse se non vengono pronunciate quelle parole. Ma cosa significa esattamente fare qualcosa “in nome” di qualcuno? Vediamo innanzitutto il significato in italiano:

“In nome di, in rappresentanza o per delega di: in n. del popolo italiano (sostituisce la frase in n. di Sua Maestà, che si usava come formula iniziale delle sentenze al tempo della monarchia)” — Treccani

Per poter dire o fare qualcosa “in nome” di qualcuno è necessario prima averne ricevuto autorità da chi rappresentiamo e ci ha delegato a dire o a fare. Adesso vediamo come viene usata tale formula nella Bibbia:

“Avverrà che se qualcuno non darà ascolto alle mie parole, che egli [il profeta] dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome qualcosa che io non gli ho comandato di dire o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta sarà messo a morte.” — Dt 18:19,20

“Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro nessun ordine, e non ho parlato loro ... Perciò così parla il Signore riguardo ai profeti che profetizzano nel mio nome, sebbene io non li abbia mandati, e dicono: "Non ci sarà spada né fame in questo paese"; quei profeti saranno consumati dalla spada e dalla fame” — Ger 14:14,15

“Se dico: «Io non lo menzionerò più, non parlerò più nel suo nome», c'è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso.” — Ger 20:9

Il profeta parlava in nome di Dio poiché era scelto e autorizzato da Dio a farlo. Anzi, il profeta doveva parlare in nome di Dio, come spiega Geremia, che non riusciva a contenersi perché un fuoco interiore lo costringeva. Il profeta che non era autorizzato da Dio, non parlava in Suo nome, e veniva punito da Dio.

“Le opere che faccio nel nome del Padre mio, sono quelle che testimoniano di me” — Gv 10:25

Yeshùa praticava opere straordinarie in nome di Dio, ossia in rappresentanza di Dio e per autorità concessa. Avendo ricevuto tale autorità, ciò che chiedeva veniva esaudito, e serviva a rendere testimonianza a Colui che rappresentava. Le sue opere erano la dimostrazione che la sua autorità proveniva da Dio. Questo i giudei lo sapevano benissimo. Infatti, Nicodemo, che era certamente un membro del Sinedrio, dice a Yeshùa: “Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi segni miracolosi che tu fai, se Dio non è con lui.”. Il cieco dalla nascita, appena guarito da Yeshùa, si reca dai giudei, i quali gli dicono: “Noi sappiamo che a Mosè Dio ha parlato; ma in quanto a costui, non sappiamo di dove sia.” (Gv 9:29). E lui risponde loro: “Questo poi è strano: che voi non sappiate di dove sia; eppure mi ha aperto gli occhi! Si sa che Dio non esaudisce i peccatori; ma se uno è pio e fa la volontà di Dio, egli lo esaudisce. Da che mondo è mondo non si è mai udito che uno abbia aperto gli occhi a uno nato cieco. Se quest'uomo non fosse da Dio, non potrebbe fare nulla.” (vv. 30-33).

Yeshùa, dunque, veniva sempre esaudito, poiché era guidato dallo spirito e aveva autorità di parlare e chiedere in nome di Dio, essendo Suo apostolo: “considerate Gesù, l'apostolo e il sommo sacerdote della fede che professiamo” (Eb 3:1); “Io sapevo bene che tu [Padre] mi esaudisci sempre” (Gv 11:42). Allo stesso modo, gli apostoli di Yeshùa ricevono da lui (e dunque da Dio, poiché da Dio sono mandati a Yeshùa) l’autorità per chiedere qualsiasi cosa, e dunque potevano chiedere “in suo nome”, avendoli Yeshùa stesso inviati a rappresentarlo:

“Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati ... Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi ... Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati ... quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione” — Gv 17:6,9,11,12

Yeshùa sta parlando dei Dodici, i discepoli che lui si scelse e “ai quali diede anche il nome di apostoli” (Lc 6:13). Ciò è chiarissimo, poiché tra loro include Giuda (il figlio di perdizione) e poiché solo successivamente, al v. 20, inizia a parlare di “quelli che credono in me per mezzo della loro parola [dei Dodici]”, ossia i discepoli e credenti futuri. Dice anche ai Dodici, e solo a loro, durante la cena:

“Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” — Gv 15:16

“In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà.” — Gv 16:23

“Quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio.” — Gv 14:13

“Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato.” — Mt 10:40

“Chi riceve colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato».” — Gv 13:20

In base a queste considerazioni, io ritengo che solo i Dodici, e gli altri apostoli da lui scelti e inviati, tra cui Paolo, potevano chiedere ed operare nel nome di Yeshùa, avendo garanzia di essere esauditi nelle loro richieste e opere, come Yeshùa poteva chiedere ed operare nel nome di Dio e avere garanzia di essere sempre ascoltato, essendo stato inviato da Dio per rappresentarLo e dunque detenendo l’autorità per chiedere in Suo nome.

La consuetudine di pregare in nome di Yeshùa, dunque, mi pare derivi da un’errata interpretazione dei versetti di Giovanni citati sopra; infatti, in quei versetti, Yeshùa parla solo ai Dodici, suoi inviati scelti, e oltretutto non parla affatto di preghiera, ma di “chiedere in suo nome”, ossia operare in base all’autorità da lui ricevuta. Yeshùa insegna a pregare in Mt 6:9 ss., e non dice di farlo “in suo nome”, ossia in base alla sua autorità. È per l’autorità che gli apostoli ricevettero che potevano operare prodigi e “legare e sciogliere” (Mt 18:18). Un’ulteriore conferma di ciò ce la dà Giovanni in 1Gv 5:14, in un periodo in cui le opere miracolose erano cose del passato (cfr. Eb 2:4): “Questa è la fiducia che abbiamo in lui [Dio]: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce.”. Qui, Giovanni non insegna a chiedere “nel nome di Yeshùa”, ossia avendo autorità per chiedere al posto suo, e la certezza di essere ascoltati in base a ciò che si chiedeva è scomparsa: le richieste vengono esaudite “secondo la sua volontà”, ossia se Lui ritiene che debbano essere esaudite.

Un’ultima considerazione che vorrei fare è la seguente. In Gv 16:23 è detto che ogni richiesta dei Dodici sarebbe stata esaudita da Dio, mentre in Gv 14:13 è Yeshùa ad esaudire le richieste. Sembra una contraddizione, oppure un indizio dell’unità divina tra Dio e il Messia, ma in realtà è la conferma del concetto di rappresentanza che abbiamo discusso. Yeshùa è l’inviato di Dio, dunque le sue opere sono opere di Dio, come la firma posta su un documento da un inviato di un’azienda, rappresenta la firma dell’azienda. Gli apostoli erano gli inviati di Yeshùa, dunque le loro opere erano le opere di Yeshùa, e di Dio allo stesso tempo, essendo Yeshùa l’inviato di Dio: “Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato.” (Mt 10:40). Ecco perché Yeshùa dice che “Quello che chiederete nel mio nome, [io] lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Gv 14:13); avendo concesso ai Dodici l’autorità di operare in suo nome, è lui stesso che opera quando loro operano, essendo da loro rappresentato; il v.14:13b chiarisce però che tramite le opere degli apostoli, Dio sarebbe stato glorificato attraverso il Messia, dunque è sempre Dio che opera. Dio opera tramite Yeshùa, che opera tramite gli apostoli, che, dunque, operano per conto di Dio, essendo Yeshùa rappresentante di Dio. Ma il cerchio si chiude qui, poiché nessuno, dopo di loro, ricevette l’autorità di inviato.

In conclusione, non credo che si debba pregare “in nome di Yeshùa”, poiché sarebbe assurdo pensare di avere bisogno della sua autorità per pregare Dio. Ciò significherebbe che ogni essere umano di fede giudaica, appartenente ad Israele, non potrebbe pregare Dio perché non crede in Yeshùa. Credo che si debba pregare Dio come Yeshùa ci insegna a fare in Mt 6:9-13, forti della fede nel Cristo, che non necessita di essere ribadita a voce, essendo già dichiarata nel battesimo e confermata attraverso l'obbedienza ai suoi insegnamenti.
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Gianni
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Gianni »

Molto interessante, Antonio. :-)
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Gianni, è un po' che ci rifletto...
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Gianni
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Gianni »

Sì, credo che valga la pena rifletterci.
stella
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da stella »

cosa ne pensate di cosa dice GOT QUESTIONS

.https://www.gotquestions.org/Italiano/p ... -Gesu.html" onclick="window.open(this.href);return false;
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Stella, dicono bene sul significato di “nel nome di”, ma secondo me il testo biblico non parla di preghiera in nome di Yeshùa. I Dodici erano ebrei, sapevano bene come pregare Dio; istruzioni sulla preghiera le dà in Mt 6:9 ss., e non dice di pregare in suo nome. Invece, da Gv 15:16 si capisce bene che “chiedere in suo nome” riguardava il loro futuro ministero, in cui avrebbero dovuto manifestare la loro autorità apostolica attraverso opere potenti, affinché il Padre fosse glorificato nel figlio e dimostrando così che la loro testimonianza era vera:

“Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.” — Gv 15:16

“Quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio.” — Gv 14:13
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Gianni
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Gianni »

Grazie, Stella. Mi piace sottolineare questo paragrafo dallo scritto che hai citato:
«Dire “nel nome di Gesù” alla fine di una preghiera non è una formula magica. Se quello che chiedi o dici in preghiera non fosse per la gloria di Dio o secondo la Sua volontà, dire “nel nome di Gesù” sarebbe insignificante. Ciò che importa è pregare genuinamente nel nome di Gesù e per la Sua gloria, non inserire certe parole alla fine di una preghiera. Non sono le parole della preghiera che hanno importanza, ma lo scopo dietro la preghiera. Pregare per le cose che sono in armonia con la volontà di Dio è l’essenza della preghiera nel nome di Gesù».
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Si, belle parole. Del resto, ogni credente prega sempre “in nome di Gesù” senza dover specificarlo, solo per il fatto di credere in Dio per mezzo di lui e di ciò che rappresenta. Ma pregare pronunciando solennemente la frase “in nome di Gesù” significherebbe pregare forti dell'autorità concessa da Gesù, come una delega. Non c'è bisogno di essere autorizzati o delegati per poter pregare... ;) E solo gli apostoli avevano l'autorità di chiedere e presentarsi in suo nome, cioè al posto suo. :-)
AKRAGAS
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da AKRAGAS »

Ottime riflessioni su un tema importante e preso per scontato.
C' è sempre da imparare qualcosa con persone come Voi.
Grazie, Antonio, Gianni e tutti.
Un saluto
stella
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da stella »

Si certamente ,io stessa l'ho sempre ribadito ...
nel nome di GESU' ha significato molto profondo ,...((come grazia ,liberta'' ecc..ecc..))
Comunque se io prego nel nome di CRISTO sigifica che mi presento davanti al padre non perche' ho meriti ,ma nella grazia che ho ottenuto tramite i meriti di CRISTO ....e se chiediamo ''secondo la sua volonta'''e per la sua gloria ,otteniamo ....mica sempre guarigioni ,ricchezze ecc..ecc... a volte tutto il contrario ...affinche noi possiamo dipendere da LUI e non inorgoglirci ...LUI sa di cosa abbiamo bisogno...'' ,affinche sia glorificato nella nostra vita ...ma mai dimenticarci che senza CRISTO non possiamo accedere al trono della grazia .....senza CRISTO non possiamo fare niente ...
chissa se mi comprendete ....
avete ragione a dire che ''potrebbe ''essere o diventare una formula ,...come accetta GESU nel tuo cuore e sarai salvato ...oppure ad esempio ...credi che GESU e' morto per te e sarai salvato ...ecc..ecc..

bisogna mettere in pratica cio' ...seguire le orme di CRISTO ,facile ''formulare con la bocca ...e poi ? ;;)

(( mi dispiace ,ma proprio a questa ora non vedo piu''' :ymblushing:
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