Preghiera al Padre o a Yeshua?

Aldo
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Aldo »

Gianni senza offesa. Che fosse in esistente esiste solo nella tua mente e non certo nella Bibbia che dice tutto il contrario.
Aspetto sempre il senso di "primogenito" secondo il tuo punto di vista :-?
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Gianni
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Gianni »

Aldo, perdona ma devo ripetertelo: non hai la preparazione biblica per affrontare questioni che finora sai leggere solo più o meno alla lettera.
Se tu sapessi fare una ricerca biblica come si deve, scopriresti che lo Yeshùa preesistente in cielo (secondo il concetto biblico di preesistenza) è lo Yeshùa uomo tutto intero.
Il mio punto di vista non conta proprio nulla. Quindi, se davvero vuoi capire il senso di "pimogenito" e di "figlio di Dio", armati di una buona concordanza biblica e cerca tutti i luoghi in cui compaiono quelle due espressioni, poi riflettici bene e trai le conclusioni. Prima, però, fai tabula rasa di tutti i preconcetti religiosi (questa è la parte più difficile).
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, perdona, come tradurresti quindi il bə-nê hā-’ĕ-lō-hîm di Gb 1:6?
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Gianni
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Gianni »

La Scrittura indiscutibilmente afferma che Yeshùa è figlio di Dio: “Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio” (1Gv 4:15, CEI). La domanda corretta è quindi: che cosa suggeriva l’affermazione che Yeshùa è figlio di Dio ai lettori del tempo apostolico? L’espressione “figlio di Dio” ha, infatti, una lunga storia precedente che ne chiarisce il senso.

Nella lingua ebraica il vocabolo “figlio” è ben (בן) e deriva dal verbo banàh (בנה) che significa costruire. Presso gli ebrei il nome “figlio” può significare, ovviamente, la discendenza biologica da un padre. Ma può significare, anche tra uomini stessi, una relazione sociale o legale, non biologica. Ad esempio, il figlio nato dal cognato che aveva sposato la vedova del fratello morto senza figli, era per legge considerato figlio del defunto perché ne continuava la discendenza (Dt 25:5-10). Questo è alquanto diverso dal nostro concetto. Per la nostra civiltà un bimbo nato in tali condizioni è evidentemente figlio del padre biologico. Per gli ebrei era invece legalmente figlio del defunto.
C’era poi presso gli ebrei un altro uso della parola “figlio”: le famiglie che s’innestavano socialmente in un gruppo più forte divenivano discendenti, figli, di quel capo, pur avendo avuto un’origine diversa. È così che si spiegano le varie genealogie nella Bibbia, la cui diversità rispecchia situazioni ed epoche diverse in cui certi gruppi familiari erano socialmente legati a persone diverse.
Tale concetto di rapporto relazionale e non generativo si applica anche alle frasi che qualificano un individuo. Così si può parlare di “figli della maledizione” (2Pt 2:14), “figlio della perdizione” (2Ts 2:3), “figlio del tuono” (Mr 3:17), “figli del regno” e “figli del maligno” (Mt 13:38), “figli d’ira” (Ef 2:3), “figli della luce”. - 1Ts 5:5.
Sempre per indicare una relazione, nella Bibbia si parla anche di “figli degli orefici” per indicare semplicemente gli orefici, tanto che una versione biblica ha: “Membro della corporazione degli orefici”. - Ne 3:31, TNM, nota il calce: Lett. “figlio”.

Chi è allora “figlio di Dio”?

ANGELI
“Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro” (Gb 1:6, CEI).
“Mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio”. - Gb 38:7, CEI.

ISRAELE
“Quando Israele era fanciullo, io l'amai e dall'Egitto chiamai mio figlio” (Os 11:1, ND). Interessante l’applicazione che ne fa Mt 2:15, in cui il “figlio” (che era Israele in Osea) è Yeshùa: “E rimase là fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta, che dice: ‘Ho chiamato il mio figlio fuori dall'Egitto’”. - ND.
“E devi dire a Faraone: ‘Geova ha detto questo: Israele è mio figlio, il mio primogenito’”. - Es 4:22, TNM.
Non solo il popolo di Israele, ma gli israeliti e le israelite sono definiti nella Bibbia “figli di Dio”: “Dirò al settentrione: Restituisci, e al mezzogiorno: Non trattenere; fa' tornare i miei figli da lontano e le mie figlie dall'estremità della terra”. - Is 43:6, CEI.
Nella letteratura giudaica postbiblica si passa dall’insieme del popolo al singolo membro giusto che viene definito “figlio” di Dio: “Figlio, bada alle circostanze e guàrdati dal male così non ti vergognerai di te stesso (Siracide 4:20, C.E.I.); “Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà (Sapienza 2:18, C.E.I.). Questi testi non appartengono al canone biblico, tuttavia illustrano l’uso della parola “figlio di Dio” presso gli ebrei, come del resto abbiamo appena visto nella Bibbia stessa. L’uso del termine “figlio di Dio” applicato ai singoli fedeli è attestato al tempo di Yeshùa: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio” (Rm 8:14, NR); “Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio”. - Ap 21:7, NR; cfr. 2Sam 7:14: “Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà figlio”.

IL RE
Se tutto il popolo d’Israele è figlio di Dio, a maggior ragione lo deve essere la persona che lo rappresenta, il re. A differenza del pensiero egizio (secondo cui il re o faraone era per nascita figlio naturale del dio protettore, generato fisiologicamente da lui, tanto che - non potendo mischiare il suo sangue divino con quello profano - doveva sposare la propria sorella, lei pure di sangue divino), per gli ebrei il re era un puro uomo che diventava “figlio di Dio” al momento della sua intronizzazione. “Dichiarerò il decreto dell'Eterno. Egli mi ha detto: ‘Tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato’” (Sl 2:7, ND). Questo passo, applicato in seguito a Yeshùa, si riferiva al re Davide. Proprio a Davide, Dio garantisce che tratterà come suo figlio il suo successore Salomone: “Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà un figlio”. - 2Sam 7:14, ND.

IL RE MESSIANICO
Se ogni re d’Israele è figlio di Dio, tanto più lo è il re per eccellenza, tanto atteso dai giudei come messia (= unto, consacrato).
Questo epìteto è attribuito a Yeshùa anche dai demòni che lo chiamano “figlio di Dio”: “Anche i demòni uscivano da molti, gridando e dicendo: ‘Tu sei il Figlio di Dio!’” (Lc 4:41, NR). E Luca annota: “Perché sapevano che egli era il Cristo”. “Il Cristo”, il messia, l’unto, il consacrato: questa era la confessione di fede che fece Pietro quando Yeshùa domandò agli apostoli chi pensavano lui fosse: “Egli domandò loro: ‘E voi, chi dite che io sia?’ E Pietro gli rispose: ‘Tu sei il Cristo’” (Mr 8:29). È lo stesso senso che Natanaele dà quando dice a Yeshùa: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele” (Gv 1:49), dove la parola “re” è sinonimo di messia (ebraico) o cristo (greco). Anche Caifa, il sommo sacerdote, interrogando Yeshùa, usa la stessa espressione: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto”? (Mr 14:61). Perfino il centurione romano, che ormai doveva essere avvezzo alle espressioni ebraiche, usa lo stesso termine: “Il centurione che era lì presente di fronte a Gesù, avendolo visto spirare in quel modo, disse: ‘Veramente, quest'uomo era Figlio di Dio!’” (Marco 15:39); nel testo greco manca l’articolo “il”, per cui il centurione diceva in effetti che Yeshùa “era un figlio di Dio”.

“Figlio di Dio” non significa quindi per nulla che Yeshùa sia Dio. Il termine – come abbiamo visto – ha un’ampia applicazione nella Bibbia. Conformemente all’uso biblico, che denotava una particolare relazione con Dio, Yeshùa aveva un rapporto tutto speciale con Dio. Yeshùa era il cristo o messia o unto o consacrato. Era il figlio di Dio per eccellenza, colui che era in una relazione tutta speciale con Dio.

Ora, se finalmente è chiaro cosa vuol dire "figlio di Dio", si provi a rispondere a questa domanda:
Quando Yeshùa fu proclamato “figlio di Dio”?
AKRAGAS
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da AKRAGAS »

Gli esempi più celebri di preghiera li troviamo nel libro dei Salmi.
A chi viene rivolta qui la preghiera?

In tutto il Tanach le preghiere sono sempre esclusivamente rivolte al Dio unico vivente.

Nelle Scritture greche troviamo anche qui la preghiera sempre rivolta al Dio unico vivente.

Yeshua si rivolge in preghiera chiamandolo : - Padre -
io ritengo che si debba pregare il Padre, come del resto faceva Yeshua stesso e come ci ha insegnato attraverso il Suo "Padre Nostro". Inoltre, Egli afferma che si debba pregare il Padre in Suo nome, nel nome di Yeshua. Yeshua non e' la via attraverso la preghiera, ma la via attraverso la fede
qui Antonio ha considerato la questione in modo esauriente.

Diversamente , la preghiera non rivolta direttamente al Dio unico è speculazione e contaminazione pagana.
Aldo
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Aldo »

Concordo con le parole di Besasea, in quanto il capitolo 10 di Giovanni offre un cambio di prospettiva rispetto all' ortodossia ebraica del tempo.
Infatti è da un po di tempo che chiedo per quale motivo il farsi Figlio di Dio da parte di Gesu' sia motivo di scandalo presso i Giudei a tal punto da meritare la lapidazione per Blasfemia.
Mi sembra evidente che veramente Gesu' da come parlava si faceva figlio di Dio in senso naturale, altrimenti non si riesce a spiegare la motivazione di blasfemia.
Faccio una domanda sulla preghiera. Come tutti voi invocate il nome di Gesu' Cristo per essere salvati?( 1 Cor. 1:2). Potete fare un esempio pratico?
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, non capisco a quali versetti ti riferisca esattamente, puoi citarli?
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Israel75
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Israel75 »

Interessante
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Nel versetto da te proposto, Yeshua vule far notare ai rabbini che e' ipocrita non scandalizzarsi quando le Scritture chiamano gli uomini "dei" e invece scandalizzarsi se lui si definisce figlio di Dio. I rabbini gli domandano, infatti, se lui e' il Messia, il figlio di Dio, mostrando la loro perfetta comprensione del fatto che il Messia fosse "figlio di Dio".

"Sei tu, dunque, il Figlio di Dio?" Lc 22:70

Nell'altro versetto tu accusi Yeshua di mancanza di umilta'. Se Yeshua era il Messia atteso, lui sapeva ovviamente di esserlo, quindi, nel suo parlare con autorita', lui non manca di umilta', semplicemente dice la verita'. Io sono musicista professionista e so fare molto bene il mio lavoro: se qualcuno mi chiede "tu sei un buon professionista?" io rispondo "si, sono un buon professionista". C'e' mancanza di umilta' nelle mie parole, o piuttosto dovrei essere falsamente modesto e dire "no, non sono un buon professionista", dicendo quindi una menzogna?

Poi ti chiedi cosa c'entrino le opere miracolose con l'essere il re di Israele.

Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: «Siate forti, non temete! Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturati gli orecchi dei sordi; allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto canterà di gioia; perché delle acque sgorgheranno nel deserto e dei torrenti nei luoghi solitari. Is 35:4-6

Lo Spirito del Signore, di DIO, è su di me, perché il SIGNORE mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l'apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l'anno di grazia del SIGNORE, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti; per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto, affinché siano chiamati querce di giustizia, la piantagione del SIGNORE per mostrare la sua gloria. Is 61:1-3

Se gli ebrei si aspettavano un re che li avrebbe liberati dai Romani e proclamato la liberta' di Israele in senso materiale, si sono sbagliati di grosso. Infatti, Yeshua ha fatto molto di piu'. Gli uomini non potevano sapere in qual modo Dio li avrebbe liberati; in quanto uomini limitati, pensavano che li avrebbe liberati dalla schiavitu' materiale, invece li ha liberati da quella spirituale. Senza Yeshua, dove sta la salvezza dalla morte nella Torah?

Sul "vostre Scritture" lascio rispondere Gianni... :d
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, ti e' piu' che lecito esprimere il tuo pensiero, specialmente nel modo in cui lo fai e ben documentando le tue parole. Ti rispondero' piu' dettagliatamente, ma intanto voglio farti notare che nella Genesi, all'uomo e' proibito mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male, non da quello della vita. Solo dopo aver mancato l'obbiettivo, all'uomo viene impedito l'accesso all'albero della vita. Quindi, per l'uomo, la morte e' di fatto un problema derivante dal suo mancare il bersaglio e una condanna a cui non doveva essere sottoposto.

Ciao
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