Preghiera al Padre o a Yeshua?

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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

"Venite a me... io vi darò riposo", nel senso "credete in me e fate come me". Infatti dice: “chi crede in me ha vita eterna” (Gv 6:47), o “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete” (Gv 6:35). Ma ciò ha a che fare con la fede, non con la preghiera. Dunque, in questo caso invocare il messia significa dare valore a ciò che rappresenta, credere in ciò che ha fatto. Come si fa nel momento del battesimo in suo nome.

Molti andavano da lui per farsi curare perché vedevano ciò che faceva e credevano che fosse il messia. Ma anche qui siamo nel campo della fede. Chi invocava il suo aiuto durante la vita terrena lo faceva in virtù delle sue opere, che manifestavano la sua messianicità. Ma la preghiera è altra cosa. Quali sono i passi in cui viene invocato Yeshùa per richieste o preghiere?
Luigi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Luigi »

Ciao
Quando in ATTI 9,.. Anania, è a colloquio col Signore Cristo, non dice che Paolo ,perseguitava i discepoli per la fede in LUI, ma perchè Invocavano il Suo Nome, come in 1^ Cor. 1, 2 ", e infatti è ciò che fa anche Stefano " LO Invoca", nel passo accennato.
Quali sono i passi in cui viene invocato Yeshùa per richieste o preghiere?
2^ Corinti 12, 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.

Ora il Signore di Paolo era sempre il Cristo, benche lo è chiaro anche dal contesto di sopra.
Ciao :-)
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, che i discepoli invocassero il nome di Yeshùa non c'è dubbio. Abbiamo visto come nella formula battesimale e nelle opere miracolose, gli apostoli usassero la formula "in nome di Cristo", o "in nome del Cristo Yeshùa". Del resto, Yeshùa è colui nel cui nome ci battezziamo, e il mezzo attraverso cui crediamo e riceviamo la grazia, dunque è naturale che il credente invochi il suo nome come salvatore e maestro; ma di nuovo, bisogna stare attenti a distinguere la fede e la salvezza dalla preghiera, e non fare di tutta l'erba un fascio, poiché come esiste un solo Signore (il messia), esiste un solo Dio (1Cor 8:6), ed è Dio che Yeshùa pregava e che concedeva agli apostoli lo spirito (Rm 8:9,14, 1Cor 2:12 etc.) e il potere miracoloso (cfr. At 3:12-13, in cui Pietro e Giovanni guariscono in nome di Cristo, ma è Dio che opera la guarigione).

Invocare significa fare appello a qualcuno o qualcosa; pregare significa soprattutto aprire noi stessi all'Unico Creatore, Colui che dà la vita, farci conoscere da Lui e aspettare che Lui si faccia conoscere da noi. Perché pregare in nome di Yeshùa, ossia "in virtù" di lui? Perché è tramite Yeshùa, imitando il suo esempio e praticando i suoi insegnamenti, rivestendoci di lui, credendo in lui (e la fede è innanzitutto pratica delle opere, Gc 2:18 ss.), che possiamo avvicinarci a Dio in modo a Lui conforme, in quanto Yeshùa ci rende "puliti" e degni di presentarci davanti a Dio. Ed è il garante della nostra salvezza, l'avvocato, il mediatore, in quanto lui stesso è stato uomo, con le sue debolezze: “Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Eb 4:14-16). Yeshùa fu resuscitato da Dio per la sua obbedienza e ci insegna a fare come lui fece, ad amare come lui amò, perché anche noi possiamo essere resuscitati. Pregare Yeshùa non avrebbe senso, poiché lui è il mezzo che ci consente di avvicinarci a Dio; e non si può pregare il mezzo della salvezza, ma Colui che la salvezza per mezzo di Yeshùa. Dunque, si prega Dio in virtù di Cristo, che è il mezzo della grazia, il motivo per cui la nostra condizione non è più quella di peccatori ma di "figli di Dio" (Gv 1:11).

Al v. 4 di 1Cor 1 che citi, Paolo dice chiaramente: “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù”. Ringraziava Dio, non Yeshùa, poiché non da lui ma tramite lui i credenti hanno ricevuto la grazia: “Ed è grazie a lui [Dio] che voi siete in Cristo Gesù” (1Cor 1:30). Dunque, Paolo ringrazia Dio, non Yeshùa; lo fa in nome della grazia che Dio ha concesso ai credenti tramite Yeshùa.

Per quanto riguarda il versetto che citi (2Cor 12:8), è difficile identificare il "Signore" come riferito a Yeshùa, perché il contesto suggerisce il contrario, in virtù di quanto appena detto. I discepoli, e altri, interloquivano con Yeshùa chiamandolo “Signore” (Mt 8:6, 9:28; Gv 6:34, etc.), in segno di rispetto. Quando κύριος si riferisce a Dio, il contesto lo specifica con chiarezza oppure il termine è associato a θεός (“Dio”, cfr. Mt 1:20, 2:15, 4:7, 11:25; Lc 1:32; At 2:39, 3:22; Rm 10:16, 11:3; Eb 1:10; Ap 11:17 etc.); similmente, quando è riferito a Yeshùa, ciò risulta ovvio dal contesto (o è associato a Ἰησοῦς o a Χριστός) oppure κύριος non è associato a θεός (Mt 7:21, 8:2; Mr 16:19; Lc 1:43, 2:26; Gv 9:38, 11:39, etc.). Dunque, in questo caso è il contesto che dobbiamo considerare.

Ora vediamo il versetto che proponi (2Cor 12:8): “Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza».”. Chi gli risponde parla della Sua grazia. Non può che essere Dio, poiché la grazia viene da Lui (la grazia di Dio, concessa per mezzo di Yeshùa): “poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede” (Rm 3:30, cfr. 1Cor 3:10, 1Cor 15:10, 2Cor 8:1). Dio è la fonte della grazia, il messia ne è il veicolo. Inoltre, Paolo prega sempre Dio, non Yeshùa: Rm 1:8,10; 1Cor 1:14; 14:18; 15:57; 2Cor 1:3; 8:16; 9:15 etc.

Lui stesso insegna a pregare Dio in nome di Cristo: “Ora, fratelli, vi esorto, per il Signore nostro Gesù Cristo e per l'amore dello Spirito, a combattere con me nelle preghiere che rivolgete a Dio in mio favore” (Rm 15:30). Dunque, Paolo prega sempre Dio ed insegna a pregare Dio, non prega mai Yeshùa. E non è vero che il termine Signore, per Paolo, è sempre riferito a Yeshùa: “Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lì c'è libertà.” (2Cor 3:17); qui parla dello spirito del Signore, e dice che il Signore è lo Spirito, dunque si riferisce a Dio, poiché nella Bibbia lo Spirito di Dio non è mai Yeshùa (infatti, egli viene condotto nel deserto dallo Spirito, cioè da Dio, Mt 4:1, Mr 1:12, ed è con l'aiuto dello spirito di Dio che Yeshùa opera miracoli, Mt 12:28). In 2Cor 5:11 parla del “timore del Signore”, ed è ovvio che parla del timor di Dio, poiché non è scritto da nessuna parte che bisogna avere timore di Yeshùa (cfr. Mt 10:28; Lc 12:5; 2Cor 7:1; Eb 12:28; 1Pt 2:17; Ap 14:7). In Ef 6:1-3 dice: “Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori, perché ciò è giusto. Onora tuo padre e tua madre (questo è il primo comandamento con promessa) affinché tu sia felice e abbia lunga vita sulla terra.”; qui il Signore è Dio, poiché dice "ubbiditegli" e cita il Suo comandamento. È vero che Paolo, con il termine Signore, si riferisce spesso a Yeshùa, ma non sempre; Paolo era un ebreo fariseo, e il termine "Signore" è usato dagli ebrei come sostitutivo di Yhvh. Anche in Ef 6:8 si riferisce a Dio: “ognuno, quando abbia fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore”, come Yeshùa afferma diverse volte che è Dio che dà ricompensa (Mt 6:4,6,18).

Dunque, è necessario valutare la Scrittura con molta attenzione. Preghiera al Padre “nel nome” di Yeshùa; ma per poter pregare nel nome di Yeshùa, non basta recitare una formula, bisogna innanzitutto mettere in pratica i suoi insegnamenti (opere) ed essere come lui. Una formula, se non si dimostra vera fede (e le opere sono la dimostrazione della fede), non giova a nulla; piuttosto, chi dimostra vera fede (attraverso le opere) può dire di pregare veramente in nome di Yeshùa, anche se non recita la formula.

Concludo con alcuni versetti. “E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18:19-20); “Chiunque vi avrà dato da bere un bicchier d'acqua nel nome mio, perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa” (Mr 9:41); “Molti verranno in nome mio, dicendo: "Sono io"; e: "Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro.” (Lc 21:8); “tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me” (Ap 2:13). Nei primi versetti, risulta chiaro che è Dio a rispondere alla preghiera, e dunque la preghiera è rivolta a Lui da parte di chi si riunisce nel nome di Yeshùa, cioè i credenti (sarebbe strano che Dio avesse bisogno di un intermediario per ascoltare le preghiere, e che poi rispondesse Lui). Nel secondo versetto spiega chiaramente il significato di “dare da bere in nome di Cristo”: significa aiutare una persona perché essa “è di Cristo”, ossia aiutare qualcuno a motivo della sua fede. Nel terzo versetto si parla di falsi messia o falsi profeti, che verranno in nome di Yeshùa, cioè spacciandosi per lui o per suoi inviati (come quando si dice “vengo a nome di tal dei tali”). Il versetto di Apocalisse chiarisce perfettamente e definitivamente il significato dell'espressione “in mio nome”: riguarda la fede in Cristo; chi non rinnega il suo nome gli resta fedele.

Dunque, preghiera al Padre in virtù della fede in Cristo e dell'essere “di Cristo” (“in suo nome”).
Luigi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Luigi »

Caro Galuppi
Amico :-) , una scrittura non ne annulla un'altra ; ossia tutte le riflessioni e i passi che riporti, non possono confutare, quello che E'UN FATTO; Essi, Stefano....pregavano ed invocavano Il Cristo Signore; inoltre hai riportato tante di quelle scritture , che non si possono esaminare tutte in una volta ..
Poi ,tante convinzioni.., non possono confutare il modus operandi della prima chiesa; i discepoli , invocavano il Cristo Signore, "ED E' UN FATTO" nel contempo che anche invocavano il Padre.


Poi Caro, hai inserito tanto di quel materiale.., che sarebbero soggetti di spunti di riflessioni e di aperture di altre discussioni.

Invocare significa fare appello a qualcuno o qualcosa; pregare significa soprattutto aprire noi stessi all'Unico Creatore..
Tutti scritturali , gli attributi e le prerogative del Cristo che riporti.
Ma non credo che possiamo reinterpretare le scritture, per dare un senso diverso.

E' chiaro come invocavano il Cristo Signore; poichè LO pregavano, ed i passi ci sono da esempi; poi la Persona del Padre è indiscutibile, ma
l'Ekklesia invocava e pregava anche il Figlio Signore col Padre, e avevano comunione..

Essi pregavano il Padre ed il Figlio in eguale misura, e non me lo invento certo.
Poi Caro, in poche parole quindi, offendiamo forse il Padre se, come l'Ekklesia.., invochiamo e preghiamo il Figlio Signore, come il Padre ?
Pregare Yeshùa non avrebbe senso....
Quì credo che tu sia in grande errore :-)
Essi non la pensavano come te, visto che LO invocavano, pregavano, glorificavano, magnificavano, e Il Suo Nome predicavano ; si sono sbagliati; hanno offeso il Padre, mentre le scritture ispirate ce li portano come esempio ??
Poi Amico, ricorda cheTUTTE le creature nei cieli e..., piegano le ginocchia davanti al Padre ed al Figlio, "in egual misura"e pregano, invocano, lodano, glorificano......, e quindi stanno pregando, come anche in Fil. 2..
Poi "2 Cor 12:8.12" il contesto è chiaro che " la potenza in questione è quella del Cristo Signore, "e Paolo spesso colloquiava col Cristo..; poi che è chiaro che l'Ekklesia, pregava, invocava, serviva, glorificava....il Figlio come il Padre, se uno non lo vuole accettare, beh pazienza; ma io resto a quanto scritto che non si può annullare.
E non è vero che il termine Signore, per Paolo, è sempre riferito a Yeshùa:
Il Signore di Ef.4 ..,per Paolo era Il Cristo è LUI predicava.., non predicava il Padre..
Poi vi è UN SOLO Spirito e non tre , ed ecco è un solo DIO, ma si presenta, come LO Spirito di:
Gesù Cristo, del Padre, del Signore, Spirito Santo, LO Spirito del Figlio, Lo Spirito; ma è sempre UN solo Spirito, ed anche questo Fatto , ci riporta ad altre riflessioni su chi veramente è DIO che quì saremmo OT.
In conclusione Caro, attraverso il tuo ultimo commento, non comprendo se, comunque è lecito e doveroso , oppure NO, invocare il Cristo Signore, come tutte le chiese fondate dagli apostoli nel primo secolo, e quindi come Stefano , Anania, Paolo .. ?
Puoi darne una motivazione senza annullare ciò che per essi era lecito, senza riportare una lunga fila di scritture ?
Ciao :-)
Luigi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Luigi »

Ciao Mimy
Scusami, ma la tua domanda è fuori luogo; quì esaminiamo perchè non sarebbe lecito invocare, fare richiesta , al Figlio, "che ha detto : venite a me....", come era di norma per i discepoli della prima Ekklesia, che LO invocavano...
Per risponderti poi, dovremmo innanzitutto sapere chi è Yhwh che si è rivelato agli Ebrei, che ha loro parlato, liberato..,visto che E' UN FATTO, che non era il Padre , poichè MAI in nessun tempo si è udita la Sua Voce .
ciao :-)
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, io riporto i versetti perché ogni parola che dico la intendo dimostrare scritturalmente. Se poi non li leggi, non servono a niente... Con affetto :-)
E' chiaro come invocavano il Cristo Signore; poichè LO pregavano
Scusa Luigi, ma quanto affermi, se è vero, significa una cosa: che gli apostoli e i discepoli della prima chiesa non obbedirono al comandamento di Yeshùa, che insegna a pregare il Padre soltanto. Oltretutto, dice: “Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"” (Lc 4:8). Dal libro degli Atti non risulta che i discepoli pregassero Yeshùa, ma risulta che invocassero il suo nome. Perché lo invocavano? Perché lui disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14:6). Dunque, è necessario invocarlo, ossia fare appello a lui, poiché egli è il modello che il credente deve seguire. Ma la preghiera è sempre a Dio, come ho cercato di dimostrare con le mie numerose citazioni.

Io potrei dire: “Yeshùa, aiutami tu!”, o “In nome di Yeshùa io dico questo e quello”, o “Io credo in Yeshùa, mio salvatore. Così facendo, invoco il nome di Yeshùa, che è come un segno biblico che attualizza ciò che Yeshùa rappresenta (la salvezza e la conoscenza di Dio). Ma ciò non significa che sto pregando Yeshùa; quando prego, ossia mi apparto in silenzio e mi presento davanti a Dio, prego Dio, e lo faccio nel nome di Yeshùa, in virtù della mia fede in lui. Stefano fa esattamente questo: nel momento della morte invoca il suo Signore, maestro e salvatore. Probabilmente lo farò anch'io.

I discepoli non pregavano Yeshùa, altrimenti le Scritture Greche ne riporterebbero chiara testimonianza, non credi? Esattamente come riportano chiara testimonianza che il battesimo veniva praticato in nome di Yeshùa (non in nome del Padre, del figlio e dello spirito), e lo stesso vale per le opere miracolose (che servivano a rendere testimonianza della messianicità di Yeshùa). L'usanza di pregare Yeshùa origina dal cristianesimo successivo alla prima chiesa, in cui la figura di Yeshùa è stata divinizzata. Yeshùa insegnò a pregare Dio, e le mie citazioni mostrano come questo sia vero. Yeshùa insegnò a riunirsi in suo nome (Mt 18:20), battezzare in suo nome (Mt 28:19), e a operare miracoli in suo nome (Mr 16:17), e infatti le Scritture Greche riportano chiaramente che i discepoli facevano tutte queste cose. Ma non risulta né che Yeshùa avesse insegnato a farsi pregare, né che i discepoli lo pregassero. Perché mai, se la Scrittura non lo dice, dovremmo credere che sia necessario pregare Yeshùa?

Il termine invocare è ἐπικαλέω (epikalèo), che vuol dire “dare un nome aggiuntivo”, “chiamare per se stesso”, “fare appello a qualcuno” (come aiutante, testimone, giudice). Il termine pregare, invece, è προσεύχομαι (prosèukomai), formato da pròs e èuchomai e significa “offrire richiesta verso”. La definizione dello HELPS Word-Studies è: “letteralmente, interagire con il Signore scambiando i desideri umani (idee) con i Suoi desideri”; il Moulton-Milligan specifica che questo verbo è sempre usato in riferimento alla preghiera agli dèi o a Dio.

I due verbi sono diversi e non interscambiabili. Infatti, nella Scrittura vengono usati in contesti diversi.
Luigi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Luigi »

Ciao Mimy
Discussione lunga e non ho letto.
Nell'A.T. gli ebrei pregavano Yhwh, El Shaddai...senza alcun intermediario.

E quello che inoltre ho sostenuto , è che LUI che si è rivelato agli Ebrei ,come l'IDDIO Onnipotente, non è Il Padre, proprio, perchè MAI si è udita la Sua voce "del Padre", e quindi non è il Padre Colui "Yhwh" che Isaia vede in visione e gli parla e da mandato,
come non è quindi il Padre Colui "Yhwh", che altresì si rivela e parla a Mosè, ai 70 anziani...,in Esodo 24...
Comunque quì saremmo OT
Ciao :-)
Luigi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da Luigi »

Caro Galuppi , ti assicuro che leggo i tuoi post :-) ma non si possono portare in un post decine e decine di citazioni bibliche da affrontare contemporaneamente.
Ma la preghiera è sempre a Dio, come ho cercato di dimostrare con le mie numerose citazioni.
Mio Caro, le tue numerose scritture..., non possono annullare le scritture, le quali recitano che Stefano prega il Figlio, e GLI fa due richieste:
59 E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.
Vedi come nel contesto ,anche quì ,come in 2^Cor. 12, 8.." il Signore che Stefano prega è Il Cristo Figlio di Dio ?
Ti ho chiesto semplicemente se, quello che era lecito per i discepoli e per Stefano ,possiamo farlo anche noi ? :-) E se no ,perchè ?
A che pro confonderci sul ,se gli apostoli hanno disubbidito al Cristo Signore circa la preghiera..., se i FATTI ci insegnano che loro, Stefano ,pregarono, supplicarono, invocarono il Cristo Signore ?
Ecco affrontiamo un tema alla volta.
Poichè quando LUI , tendendo le Mani, dice : venite a me voi TUTTI "noi compresi" ed io vi daro riposo...
le persone che gli erano intorno, comprendevano bene senza alcuna interpretazione..., e si buttavano ai SUOI piedi e lo pregavano, supplicavano, gli facevano richiesta "atto cultuale o meno", sapendo che LUI ERA Il Figlio di DIO; vedi Iairo, che lo prega con insistenza..
la donna Siro-Fenicia, che prostratasi dice: Signore aiutami
Simone il lebbroso, che prostratosi dice: Signore, se tu vuoi puoi farlo
La Samaritana, GLI dice: Signore dammi quest'acqua.. e tanti altri.
Stefano fa esattamente questo: nel momento della morte invoca il suo Signore, maestro e salvatore
Stefano GLI dice: Signore Gesù ricevi il mio spirito..
Quindi lo prega
I discepoli non pregavano Yeshùa, altrimenti le Scritture Greche ne riporterebbero chiara testimonianza, non credi?
Se non si alterano i termini l'Ekklesia pregava anche il Figlio, poichè invocare, significa :pregare, supplicare, "e non semplicemente nominare" , ed essi a LUI chiedevano :-)
Yeshùa insegnò a pregare Dio
Certo, ma stendendo le SUE Mani ,anche a cercare LUI...
Poichè se LUI tendendomi le mani mi dice :vieni a me..., ed io ti aiuto,
non mi è certo difficile capire che devo rivolgermi a LUI, dicendogli :<< Signore aiutami >>come Iairo, la donna greca, il lebbroso...
Ora ecco che ho chiesto , visto che era lecito per loro " e il Grande Signore e Maestro non glielo ha mai impedito..", perchè per noi no ?
Ciao :-)
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bgaluppi
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, scusa la brevità ma sono su mobile. Ti rispondo meglio più tardi. Guarda che il testo non dice che Stefano pregava, ma dice: " E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva:". Tu interpreti i termini invocare e pregare allo stesso modo ma ti ho mostrato che non sono equivalenti in greco. Si può invocare il nome di un uomo, per chiedere aiuto, o parlare in nome di qualcuno; ma non si può pregare un uomo. Per questo gli agiografi usano ora invocare, ora pregare; se fossero equivalenti, userebbero un unico termine. Da nessuna parte la Scrittura usa il termine pregare se non in riferimento a Dio; invocare, invece; può essere riferito sia a Dio, sia a Yeshùa, sia agli uomini.
trizzi74
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Re: Preghiera al Padre o a Yeshua?

Messaggio da trizzi74 »

bgaluppi ha scritto:Luigi, scusa la brevità ma sono su mobile. Ti rispondo meglio più tardi. Guarda che il testo non dice che Stefano pregava, ma dice: " E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva:". Tu interpreti i termini invocare e pregare allo stesso modo ma ti ho mostrato che non sono equivalenti in greco. Si può invocare il nome di un uomo, per chiedere aiuto, o parlare in nome di qualcuno; ma non si può pregare un uomo. Per questo gli agiografi usano ora invocare, ora pregare; se fossero equivalenti, userebbero un unico termine. Da nessuna parte la Scrittura usa il termine pregare se non in riferimento a Dio; invocare, invece; può essere riferito sia a Dio, sia a Yeshùa, sia agli uomini.
Concordo con questo tuo commento.
Nella Bibbia quando si parla della preghiera rivolta a Dio si usa il verbo προσεύχομαι e non il verbo ἐπικᾰλέω usato in Atti 7:59. Anche in Atti ci sono diversi versetti che lo dimostrano ( 1:24; 2:42; 3:1; 12:5; 16:25) Questo ci fa capire che l'autore degli Atti degli Apostoli non voleva attribuire a Stefano una preghiera rivolta a Gesù. Lo stesso termine greco ἐπικᾰλέω si trova in Atti 25:11 quando Paolo dichiarò: “Mi appello a Cesare!”
Sicuramente nessuno sosterebbe che Paolo in questa circostanza stesse rivolgendo una preghiera.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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