Re: La morte
Inviato: martedì 8 dicembre 2015, 3:27
Ciao, Antonio. È sempre bene chiarire qualsiasi dubbio o domanda. Il forum serve anche a questo. Diversamente sarebbe solo un pulpito da cui far prediche (Dio ce ne scampi).
Vediamo la prima questione che poni commentando la mia affermazione che il giorno 10 nissàn, sabato, Yeshùa lo trascorse a Betania (Gv 12:1) e che la cena gli fu offerta quella sera, quindi già domenica 11 di nissàn.
Tu commenti che ciò lo si può sostenere dando per scontato che fosse venerdì e che Yeshùa non avrebbe mai violato il sabato. Rispondo.
Che Yeshùa non avrebbe mai violato il sabato è una certezza granitica. Quanto al dare per scontato che fosse venerdì, non è così. In questo caso non si sta formulando un’ipotesi del tipo “se fosse stato venerdì”, che già sarebbe aleatoria e tendenziosa. Né lo si sta dando per scontato, che sarebbe ancora peggio. Ci si arriva invece a ritroso attraverso la Scrittura.
Mettiamola così: il segno di Giona va preso alla lettera oppure no? La chiave di tutto è qui.
Sono davvero pochi gli studiosi e, di conseguenza, i credenti che lo prendono alla lettera. A loro io obietto e domando:
- Siccome Yeshùa si giocò tutta la sua credibilità messianica su questo segno, sarebbe ridicolo che avesse dato un segno – l’unico che volle dare! – da prendere alla carlona (come fanno i più).
- In tal caso perché mai dare proprio quel segno e non dire semplicemente che Dio lo avrebbe risuscitato a breve?
- Il raffazzonamento del segno di Giona fatto dalle religioni che per salvare capra e cavoli fanno acrobazie pseudo-aritmetiche, senza peraltro riuscirci, non si basa forse – questa volta sì – sul dare per scontato (senza il minimo appoggio biblico, anzi in contraddizione con i dati biblici) che Yeshùa sarebbe risorto di domenica e che sarebbe stato ucciso di venerdì?
Credendo a Yeshùa e alla Scrittura, vediamo che la domenica mattina prestissimo, quando ancora era buio, la tomba era già completamente vuota. E non solo, perché vediamo anche che il vangelo parla di due sabati. È sulla base (biblica!) di questi dati certi che si può andare a ritroso e arrivare alla morte di Yeshùa di mercoledì. Tutto il resto ne consegue, compreso il fatto che il giorno 10 nissàn era sabato.
Quindi, non dandolo affatto per scontato ma arrivandoci a ritrovo attraverso i dati certi della Bibbia.
Seconda questione: la confusione di due eventi diversi identificati come uno solo. Per questa confusione che persiste tuttora si deve ringraziare un papa che fece un clamoroso errore, identificando in Maria di Magdala tre donne diverse tra cui la Maria di Betania. Ecco la storia:
La figura di Maria di Magdala fu identificata - erroneamente - per lungo tempo (per un millennio e mezzo!) con altre figure di donne presenti nei Vangeli, ovvero con Maria di Betania e una peccatrice senza nome. Per il popolino, Maria Maddalena è sinonimo di prostituta. Di questa incredibile confusione (tre donne diverse come se fossero la stessa) fu responsabile papa Gregorio I, detto Gregorio Magno o Gregorio il grande. Papa Gregorio Magno, nelle sue Omelie sul Vangelo (2,33), fece una gran confusione, fondendo in Maria di Magdala tre donne diverse. Questo papa identificò in Maria Maddalena l’anonima prostituta che profumò i piedi di Yeshùa (Lc 7:36-50), che a sua volta sarebbe stata Maria di Betania. I sette demoni dai quali Yeshùa aveva liberato Maria di Magdala furono identificati con la libidine che la spingeva a prostituirsi. Questo papa, intorno al 590, dichiarò: "Crediamo che questa donna che Luca chiama peccatrice e che Giovanni chiama Maria, sia quella Maria dalla quale - afferma Marco - furono cacciati sette demoni".
Per ammettere la verità bisognò attendere fino al 1969, quando la Chiesa Cattolica, con il Concilio Vaticano II, rigettò finalmente l’errore commesso da un suo papa. Attualmente, Gregorio Magno è considerato “santo” ed è dichiarato “dottore della Chiesa”!
La stessa erronea identificazione appare nel cosiddetto Vangelo di Maria Valtorta, di poco anteriore al Concilio Vaticano II. A causa di queste sovrapposizioni sbagliate tra tre diverse figure di donne nei Vangeli, Maria Maddalena divenne un simbolo di pentimento e divenne “patrona” di varie istituzioni che si occupavano della gioventù femminile. Il suo nome fu anche usato in Irlanda per i conventi che ospitavano ragazze inviate dalle famiglie o dagli orfanotrofi: l'ultimo convento delle Maddalene in Irlanda è stato chiuso nel 1996.
Tuttavia, l'identificazione di Maria Maddalena con la prostituta rimane ancora viva nella tradizione popolare. In vari film, Maria Maddalena viene effettivamente identificata con una prostituta, come nel film di Mel Gibson La passione di Cristo e nel film ispirato al romanzo di N. Kazantzakis L’ultima tentazione di Cristo, di M. Scorsese. Per non parlare del pessimo romanzo Il Codice Da Vinci, il cui autore scambia perfino “Da Vinci” per un cognome!
Questa immagine non rende in nessun modo giustizia alla donna che nel Vangelo di Giovanni riveste un ruolo importantissimo quale prima testimone e quale prima annunciatrice della resurrezione di Yeshùa.
Vediamo la prima questione che poni commentando la mia affermazione che il giorno 10 nissàn, sabato, Yeshùa lo trascorse a Betania (Gv 12:1) e che la cena gli fu offerta quella sera, quindi già domenica 11 di nissàn.
Tu commenti che ciò lo si può sostenere dando per scontato che fosse venerdì e che Yeshùa non avrebbe mai violato il sabato. Rispondo.
Che Yeshùa non avrebbe mai violato il sabato è una certezza granitica. Quanto al dare per scontato che fosse venerdì, non è così. In questo caso non si sta formulando un’ipotesi del tipo “se fosse stato venerdì”, che già sarebbe aleatoria e tendenziosa. Né lo si sta dando per scontato, che sarebbe ancora peggio. Ci si arriva invece a ritroso attraverso la Scrittura.
Mettiamola così: il segno di Giona va preso alla lettera oppure no? La chiave di tutto è qui.
Sono davvero pochi gli studiosi e, di conseguenza, i credenti che lo prendono alla lettera. A loro io obietto e domando:
- Siccome Yeshùa si giocò tutta la sua credibilità messianica su questo segno, sarebbe ridicolo che avesse dato un segno – l’unico che volle dare! – da prendere alla carlona (come fanno i più).
- In tal caso perché mai dare proprio quel segno e non dire semplicemente che Dio lo avrebbe risuscitato a breve?
- Il raffazzonamento del segno di Giona fatto dalle religioni che per salvare capra e cavoli fanno acrobazie pseudo-aritmetiche, senza peraltro riuscirci, non si basa forse – questa volta sì – sul dare per scontato (senza il minimo appoggio biblico, anzi in contraddizione con i dati biblici) che Yeshùa sarebbe risorto di domenica e che sarebbe stato ucciso di venerdì?
Credendo a Yeshùa e alla Scrittura, vediamo che la domenica mattina prestissimo, quando ancora era buio, la tomba era già completamente vuota. E non solo, perché vediamo anche che il vangelo parla di due sabati. È sulla base (biblica!) di questi dati certi che si può andare a ritroso e arrivare alla morte di Yeshùa di mercoledì. Tutto il resto ne consegue, compreso il fatto che il giorno 10 nissàn era sabato.
Quindi, non dandolo affatto per scontato ma arrivandoci a ritrovo attraverso i dati certi della Bibbia.
Seconda questione: la confusione di due eventi diversi identificati come uno solo. Per questa confusione che persiste tuttora si deve ringraziare un papa che fece un clamoroso errore, identificando in Maria di Magdala tre donne diverse tra cui la Maria di Betania. Ecco la storia:
La figura di Maria di Magdala fu identificata - erroneamente - per lungo tempo (per un millennio e mezzo!) con altre figure di donne presenti nei Vangeli, ovvero con Maria di Betania e una peccatrice senza nome. Per il popolino, Maria Maddalena è sinonimo di prostituta. Di questa incredibile confusione (tre donne diverse come se fossero la stessa) fu responsabile papa Gregorio I, detto Gregorio Magno o Gregorio il grande. Papa Gregorio Magno, nelle sue Omelie sul Vangelo (2,33), fece una gran confusione, fondendo in Maria di Magdala tre donne diverse. Questo papa identificò in Maria Maddalena l’anonima prostituta che profumò i piedi di Yeshùa (Lc 7:36-50), che a sua volta sarebbe stata Maria di Betania. I sette demoni dai quali Yeshùa aveva liberato Maria di Magdala furono identificati con la libidine che la spingeva a prostituirsi. Questo papa, intorno al 590, dichiarò: "Crediamo che questa donna che Luca chiama peccatrice e che Giovanni chiama Maria, sia quella Maria dalla quale - afferma Marco - furono cacciati sette demoni".
Per ammettere la verità bisognò attendere fino al 1969, quando la Chiesa Cattolica, con il Concilio Vaticano II, rigettò finalmente l’errore commesso da un suo papa. Attualmente, Gregorio Magno è considerato “santo” ed è dichiarato “dottore della Chiesa”!
La stessa erronea identificazione appare nel cosiddetto Vangelo di Maria Valtorta, di poco anteriore al Concilio Vaticano II. A causa di queste sovrapposizioni sbagliate tra tre diverse figure di donne nei Vangeli, Maria Maddalena divenne un simbolo di pentimento e divenne “patrona” di varie istituzioni che si occupavano della gioventù femminile. Il suo nome fu anche usato in Irlanda per i conventi che ospitavano ragazze inviate dalle famiglie o dagli orfanotrofi: l'ultimo convento delle Maddalene in Irlanda è stato chiuso nel 1996.
Tuttavia, l'identificazione di Maria Maddalena con la prostituta rimane ancora viva nella tradizione popolare. In vari film, Maria Maddalena viene effettivamente identificata con una prostituta, come nel film di Mel Gibson La passione di Cristo e nel film ispirato al romanzo di N. Kazantzakis L’ultima tentazione di Cristo, di M. Scorsese. Per non parlare del pessimo romanzo Il Codice Da Vinci, il cui autore scambia perfino “Da Vinci” per un cognome!
Questa immagine non rende in nessun modo giustizia alla donna che nel Vangelo di Giovanni riveste un ruolo importantissimo quale prima testimone e quale prima annunciatrice della resurrezione di Yeshùa.