I due ladroni

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Antonella

I due ladroni

Messaggio da Antonella »

Perchè l'episodio dei ladroni in croce viene raccontato diversamente dai Vangeli? In Mt. 27.44 entrambi insultano Yeshùa, come riporta anche Mr 15.32. Soltanto Luca 23.39 riferisce che uno dei due si rivolge a Yeshùa, ed è pentito. Come si possono interpretare questi due passi senza che si contraddicono?
marco
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Re: I due ladroni

Messaggio da marco »

Cara Antonella, sai benissimo che i Vangeli sono stati scritti molto tempo dopo i fatti.
Gli autori dei Vangeli vogliono raccontarci di Yeshùa, Figlio di Dio e Salvatore, non come se fosse un personaggio storico, ma vogliono tramandarci il messaggio. Che poi è il messaggio di Dio.
Quindi in realtà la differenza tra i due racconti è solo a prima vista. E se si ci ferma solo alla lettura.
Cosa vuole dire Luca?
Ha dipinto, come in un quadro, l'emblema del rifiuto del Cristo.
Il cattivo ladrone dice a Yeshùa: non sei tu il Cristo? Salva te steso e noi. Lc 23,39
Guarda, chi dice, qualche verso prima, la stessa cosa: I capi del popolo invece lo schernivano dicendo: ha salvato gli altri, salvi se stesso se è il cristo di Dio, l'Eletto. Lc23,35
Ecco chi rappresenta il cattivo ladrone, i Giudei che fino alla fine non hanno creduto che egli era il Figlio di Dio.
E dobbiamo ringraziare Dio e Yeshùa che non sia sceso dalla croce, perchè non era quello il modo di salvare noi e se stesso.
Antonella

Re: I due ladroni

Messaggio da Antonella »

Marco, anche qui, fammi capire meglio. Il ladro appeso in croce non pentito, rappresenta secondo te, il popolo giudeo che non ha creduto in Yeshùa? Se è come dici tu, una rappresentazione di un bel quadro che Luca dipinge, vuol dire che Yeshùa morì da solo? I due crocifissi insieme a Yeshùa sono stati aggiunti da Luca per spiegare meglio il suo vangelo?
marco
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Re: I due ladroni

Messaggio da marco »

Cara Antonella, il fatto è relamente accaduto, cioè la crocifissione di Yeshùa con due ladroni.
Infatti ne parlano tutti e 4 gli evangelisti.
In questo versetto, Luca, OLTRE a raccontare la cronaca di ciò che avvenne, inserisce un messaggio.
Almeno io lo leggo così.
Vediamo cosa ne pensano gli altri utenti.
Antonella

Re: I due ladroni

Messaggio da Antonella »

marco ha scritto:Cara Antonella, sai benissimo che i Vangeli sono stati scritti molto tempo dopo i fatti.
Gli autori dei Vangeli vogliono raccontarci di Yeshùa, Figlio di Dio e Salvatore, non come se fosse un personaggio storico, ma vogliono tramandarci il messaggio. Che poi è il messaggio di Dio.
Questa poi non l'ho capita. O Yeshùa è un personaggio storico o non lo è! Mi spieghi meglio? :? :roll:
marco
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Re: I due ladroni

Messaggio da marco »

Mi scuso con te e con gli altri utenti, per la frase infelice. Non volevo assolutamente dire che il Gesù storico non esiste.
Gli evangelisti non hanno badato all'aspetto esteriore o riguardante la sfera personale del Cristo, come si fa con un personaggio storico di grosso calibro, come con un re, per esempio.
Infatti nulla sappiamo della sua infanzia. Non sappiamo neanche le fattezze fisiche. Ma si sono concentrati sul messaggio.
Antonella

Re: I due ladroni

Messaggio da Antonella »

Okey Marco ho capito adesso. :)
Però perchè Luca ha aggiunto la storia del ladrone pentito se non è vera?. Mentre gli altri 3 vangeli parlano in maniera asettica della crocifissione di Yeshùa insieme ai due ladroni? A che scopo dire una balla? Facendo così, è' come dire che lo scopo giustifica i mezzi....per cui inventiamo...
Dire che il ladro non pentito sarebbe il popolo giudeo è vero fino a un certo punto...altri però, hanno creduto in Yeshùa. Allora a cosa devo credere? :roll: C'è stato o non c'è stato un ladrone che si è pentito?
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Enigma
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Re: I due ladroni

Messaggio da Enigma »

Antonella ha scritto: Dire che il ladro non pentito sarebbe il popolo giudeo è vero fino a un certo punto...altri però, hanno creduto in Yeshùa. Allora a cosa devo credere? :roll: C'è stato o non c'è stato un ladrone che si è pentito?
Potresti credere che Luca abbia raccontato l’avvenimento da dopo che il ladrone è stato toccato dalle parole che Yeshùa diceva sul legno. Calcola che i due malfattori sono stati insieme a Yeshùa circa tre ore, che come tempo non è poco per osservarlo e ascoltarlo ed essere toccato nel profondo da pentirsi proprio come avvenne a uno di loro.
Ricordi di Natanaele che credette subito a Yeshùa solo perché gli aveva detto che lo aveva conosciuto prima che Filippo lo chiamasse? E Yeshùa gli disse che solo perché aveva detto di conoscerlo già era così entusiasmato a credergli (Gv 1:47-50). Come se gli avesse detto: per questa piccolezza già mi credi? E cosa farai quando inizierai a vedermi all’opera? A Natanaele
gli sono bastati pochi secondi per credergli, figuriamoci se fosse stato in compagnia di Yeshùa per tre ore al posto del malfattore.
Penso che a differenza di Marco e Matteo, per Luca evidenziare questo
(come altri particolari avvenimenti), era importante. Infatti, lui stesso dice all’inizio del suo Vangelo: “è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall'origine, di scrivertene per ordine” (Lc 1:3).
Antonella

Re: I due ladroni

Messaggio da Antonella »

mentre io mi sono fatta questa opinione che voglio condividere con voi...a mio rischio e pericolo...

Quando i sacerdoti giudei erano presenti, sbeffeggiando Yeshuà con il titolo Messia.., dicendo che, di sicuro, uno come lui, avendo salvato altri, avrebbe dovuto anche salvare se stesso...insieme con i soldati, questi sacerdoti in un certo senso, fanno rivivere la voce della tentazione udita per la prima volta nel deserto: "Se tu sei il Figlio di Dio"....Yeshùa rifiuta ancora una volta di rivolgersi alla potenza di Dio per il proprio conforto e sicurezza. Se egli deve, in senso più largo, salvare gli altri, non può salvare se stesso!. E Luca dice che la folla presente, è quella stessa folla che pendeva dalle labbra di Yeshùa giorno per giorno nel Tempio, ma dinnanzi a questo spettacolo essa assiste in silenzio.

Ora Luca, fa concentrare la nostra attenzione sui tre appesi alle croci. La prima volta per udire una parola da parte di Yeshùa: "Padre perdona a loro perchè non sanno quello che fanno" (anche se alcuni importanti manoscritti omettono questo detto e alcuni studiosi sono contrari a questo detto, facendo notare che è inserito in modo goffo... e che il pronome "loro" è ambiguo nel suo riferimento...ma Gianni potrà confermarlo o meno..inoltre il pronome "loro" che Luca utilizza è per coinvolgere nella crocifissione sia i romani sia i giudei)...

Se "loro" sono così coinvolti, allora "loro" sono i beneficiari della preghiera di perdono. La dichiarazione lucana, se vogliamo, è anche appropriata sulle labbra di Yeshuà in quanto fa riferimento al suo insegnamento di perdonare e di amare i propri nemici...

Nello scrivere il vangelo, Luca in un certo senso, ha anticipato Atti, così che molto del vangelo ha il suo adempimento e la sua dichiarazione negli Atti. Cercare di comprendere l'uno dei due senza l'altro, a mio avviso è un esercizio inutile e di eccessiva rigidità...

la seconda volta che Luca concentra la nostra attenzione sui tre appesi alle croci, lo fa per farci ascoltare i tre che interloquiscono fra di loro. Uno dei criminali aggiunge un terzo sarcasmo ai due precedenti (dei sacerdoti e soldati) che abbiamo già ascoltato: egli dice, in effetti, se tu sei il Messia, facci scendere da questa posizione. L'altro criminale lo rimprovera, distingue fra la loro punizione, giustamente meritata, e quella dell'innocente Yeshuà, ed esprime la sua fede in Yeshùa chiedendogli di essere ricordato quando Yeshuà entrerà nella sua gloria. Yeshuà gli assicura un posto in paradiso (la dimora dei giusti che sono morti, 2 Cor 12.3 Ap.2.7). Nello scambio di battute tra Yeshùa e il criminale pentito, ricordato solo da Luca, l'evangelista è in grado non soltanto di testimoniare, per quanto brevemente, dell'esaltazione di Cristo nella sua gloria (24.26 At. 2,32-36), ma anche di ricordare un'azione di salvezza in una situazione in cui la parola "salvare" è stata utilizzata con sarcasmo e ridicolizzata. Tre volte Yeshùa è stato sbeffeggiato con l'espressione "salva te stesso", in una con il criminale che aggiunge: "e noi". Qui Yeshuà salva qualcuno, e il fatto che quest'uno salvato sia un ladrone che sta morendo è del tutto congeniale ai tipi di persone benedette da Yeshuà nel corso del suo ministero se ci pensiamo. Nell'ora della sua morte, Yeshùa continua in un certo senso il suo mandato: "perchè, il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che si era perduto". Questo è sostanzialmente quello che vuole farci capire Luca con il racconto del ladrone pentito.
Ultima modifica di Antonella il martedì 12 agosto 2014, 12:19, modificato 5 volte in totale.
Antonella

Re: I due ladroni

Messaggio da Antonella »

Inoltre, volevo far riflettere su questo episodio, e dire che:

1) che la salvezza non è universale, come molti credono oggi. C'erano due criminali, ma soltanto uno fu salvato.

2) La vera essenza della gioia dopo la morte consiste nella comunione personale con Cristo. Il fulcro della promessa che Yeshuà fece al malfattore morente è:.... "sarai con me"....

E' questa è la nostra certezza: partire/morire significa "essere con Cristo" perchè è molto meglio dice Paolo (Flp. 1.23)

E infine, di due persone entrambi al fianco di Yeshuà, una può andare in paradiso l'altra all'inferno. E noi, da quale lato della croce ci troviamo?

Per Marco: tu sei quel Marco che ha avuto la discussione con il prete?
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