Come riconoscere Yeshùa?

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marco
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Iscritto il: mercoledì 2 aprile 2014, 18:47

Come riconoscere Yeshùa?

Messaggio da marco »

Cari amici, vi siete mai posti il problema di come poter, con certezza, riconoscere Yeshùa?
Voglio dire, noi siamo abituati a riconoscere le cose, sia oggetti che cose animate, con i 5 sensi.
Con il Messia, non sarà così. I cinque sensi non serviranno. Anzi forse ci possono ingannare.
Vi spiego perchè. Dall'uomo deriva solo il male. E' molto probabile che utilizzerà la figura del Messia per assoggettare la popolazione.
Nella Bibbia è scritto che quando verrà lo vedranno tutti gli uomini della Terra.
Siccome l'uomo è degenere, avrà inventato un sistema che consenta una cosa del genere. Una sorta di visione collettiva o una comunicazione istantanea tra tutti questi ipad, iphone, e diavolerie del genere.
Non avendo un'immagine del Cristo, chiunque può presentarsi a suo nome.
Verrà in carne e ossa o in Spirito?
Io penso che Dio darà agli eletti la possibilità di non cadere nell'eventuale inganno, se non fosse veramente lui, oppure di seguirlo, se fosse veramente lui.
marco
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Re: Come riconoscere Yeshùa?

Messaggio da marco »

Grazie, veramente, caro Giovanni. Spero che sia così facile, come tu ed io crediamo.
Comprendiamo a pieno il piano di Dio? O anche solo in parte?
Sai, per esempio, la questione di Israele come la vedi tu?
Il ritorno in terra santa è benedetto da Dio?
Io se devo essere sincero, non ne sono così convinto. Sono tornati senza Pastore, questo è indubbio.
Perchè abbiano vinto la guerra dei sei giorni, in maniera "miracolosa", si può essere sicuri che ad aiutarli sia stato Dio?
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francesco.ragazzi
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Re: Come riconoscere Yeshùa?

Messaggio da francesco.ragazzi »

Ecco cosa scrive Nicola Martella :

■ L’Israele storico (Stato e teocrazia), composto da giusti e ingiusti, anzi per lo più da una massa infedele e da un resto fedele (Is 1,8ss; 10,20ss; Is 37,31s; Gr 8,3 razza malvagia - residuo; 50,20; Ez 6,8; Esd 9,13). La discendenza di Giacobbe (= Israele) fu oggetto delle promesse di Dio, ma anche dei suoi giudizi storici, cosa che portò alla fine del regno prima d’Efraim (722 a.C.) e poi di Giuda (586 a.C.). Tale regno non è stato mai più costituito e non lo sarà nella sua integrità fino al ritorno del Messia-Re, alla fine dei tempi.

■ Come detto, esiste il «residuo santo» che portò avanti le promesse di Dio, la testimonianza e l’ubbidienza a Lui all’interno a una massa infedele e spesso apostata (cfr. Esd 9,15; Is 10,22; 1 Re 19,18).

■ Al tempo del NT la decisione a favore o contro Gesù quale Messia spaccò di fatto il giudaismo in due parti: il giudaismo storico (o rabbinico), che rifiutò Gesù quale Messia, e «l’Israele di Dio» (Gal 6,16), ossia il «resto fedele» che riconobbe in Gesù il Messia-Re promesso. Il primo tipo di giudaismo è chiamato, ad esempio, come segue: «Giudei rimasti disubbidienti» (At 14,2), nemici dell’Evangelo (Rm 11,28), «Israele secondo la carne» (1 Cor 10,18), circoncisi nella carne per mano d’uomo (Ef 2,11), «quelli della mutilazione» (Fil 3,2; v. 3 «i veri circoncisi siamo noi»; cfr. Gal 5,12), «quelli della circoncisione» (Tt 1,10). L’Israele di Dio fa parte dell’assemblea del nuovo patto, non è quindi un’entità a sé.

■ Attualmente esiste l’Israele ideale, oggetto di promesse escatologiche (Rm 11,26-29), e l’Israele reale, oggi lontano dalla salvezza e dall’Evangelo (v. 28). Il giudaismo attuale è pieno di tutto e del contrario di tutto (ultra-ortodossi, liberali, monoteisti, atei, agnostici, affaristi, massoni, pacifisti, sionisti, antisionisti, onesti e disonesti, rabbini omosessuali, artisti blasfemi, eccetera). Già al tempo degli apostoli si trovavano fra i Giudei militanti agguerriti contro l’Evangelo, che Paolo chiamò «cani» e «cattivi operai» (Fil 3,2), «ribelli, cianciatori e seduttori di menti» e falsi maestri per disonesto guadagno (Tt 1,10s). Gesù stesso parlò di Giudei esoteristi che calunniavano i cristiani, che chiamò «sinagoga di Satana» (Ap 2,9) e che definì Giudei falsi e menzogneri (Ap 3,9).

■ Bisogna anche distinguere lo Stato d’Israele dai suoi governi, che non sempre hanno fatto e fanno ciò che è giusto dal punto di vista politico, sociale, del diritto internazionale, eccetera.

■ Bisogna distinguere tra ciò, che farà un giorno il Messia con Israele (predizioni escatologiche), da ciò, che esso è attualmente. I veri «amici d’Israele» sono coloro che rimangono leali (avendo una visione ideale ed escatologica del resto fedele), ma dicono all’amico ciò che va o non va (Pr 27,6), altrimenti non è amicizia, ma sudditanza ideologica.

■ «L’Israele di Dio» è attualmente riconoscibile nel «cristianesimo giudaico» (impropriamente detto «giudaismo messianico»). Bisogna distinguere qui diverse posizioni, per non fare confusione.
● 1. I cristiani giudaici moderati vivono la loro devozione senza ideologia e hanno buoni rapporti con i cristiani in genere (Gentili). Essi si attengono alla decisione storica del Concilio di Gerusalemme (Atti 15; cfr. 21,25), vivono la loro giudaicità nel rispetto dei cristiani gentili (Rm 14).
● 2. I sionisti confondono l’Israele ideale ed escatologico con l’attuale Israele e addirittura con l’attuale Stato d’Israele, verso cui hanno una sudditanza psicologica e ideologica come il tifo verso una squadra di calcio (per tutto ciò che fanno i governi israeliani si trova una scusante morale o «profetica»; la colpa è sempre degli altri). Il sionismo è un’ideologia che prevede il ristabilimento dei confini abramitici e davidici con la forza, appena la situazione politica internazionale lo permetterà; ciò è contrario alle predizioni bibliche, secondo cui sarà solo il Messia a ristabilire il regno; non a caso molti Israeliti (sia ultra-ortodossi, sia moderati, sia liberali) sono contrari a tale ideologia suicida. Negli ultimi tempi, l’apertura degli archivi di Stato per i documenti dalla fondazione d’Israele in poi hanno portato alla luce gravi colpe dei governi e dei militari nella politica del Medio Oriente; varie pubblicazioni di scrittori israeliani di seconda generazione hanno portato alla luce le intenzioni reali e le manovre oscure del sionismo quale ideologia politica da Ben Gurion in poi.
● 3. I «giudei cristiani» giudaizzanti pretendono la restaurazione di tutto il cristianesimo, penetrandolo con gli usi e i costumi giudaici e portandolo all’ubbidienza della legge mosaica (sabati, circoncisione, ecc.) e alle tradizioni giudaiche (cfr. già At 15,1.5). Questa specie di giudeo-cristianesimo militante è molto pericoloso e pernicioso. Tali Giudei furono chiamati nel NT «quelli della circoncisione» (At 11,2; Gal 2,12; cfr. Tt 1,10s), erano un gruppo di potere temibile e fecero molti danni tra i Gentili (cfr. Gal; Col).
● 4. Per completezza, bisogna far osservare che esistono anche «giudei cristiani» anti-talmudici e anti-sionisti, che si pongono quindi in modo critico verso il Talmud (ritenuto soprattutto una fonte di blasfemia sia su Gesù sia sulla morale) e verso il sionismo (ritenuto una fonte di male politico per lo stesso Israele e per gli Ebrei nel mondo; essi temono che prima o poi, come un boomerang che ritorna, possa essere motivo di un nuovo antisemitismo).

■ Infine esistono vari gruppi di «amici per Israele». Essi ricalcano le varie posizioni sopra esposte. Alcuni confondono l’Israele ideale ed escatologico con lo Stato d’Israele e i suoi governi (sudditanza ideologica); non pochi di loro pensano che aiutando lo Stato d’Israele in vari modi materiali e finanziari, stanno onorando Dio (ma è proprio così?). Altri hanno recepito il sionismo al punto tale da sviluppare un «sionismo cristianizzato» militante, che afferma il diritto dello Stato d’Israele a occupare l’intera Palestina geografica, poiché sarebbe nel suo diritto (non capiscono che il regno verrà istaurato solo dal Messia-Re al suo ritorno). Il sionismo cristianizzato s’accompagna in vari modi con la giudaizzazione d’alcuni tali cristiani gentili, ritenendo che il giudeo-cristianesimo sarebbe più originale quindi migliore; essi arrivano poi al punto di divenire essi stessi giudaizzanti militanti, il cui obiettivo è la restaurazione del cristianesimo (ritenuto tutto decadente) nel senso d’una radicale giudaizzazione.

3. ASPETTI CONCLUSIVI: È evidente che chi sa distinguere, capirà e aiuterà a capire. Chi invece è abituato alle macedonie ideologiche, sarà un operaio confuso che produrrà altresì confusione per gli altri. Si tengano preseti i seguenti punti.
■ Di là da ciò che Dio farà col resto fedele alla fine dei tempi (la gran tribolazione servirà appunto a distruggere la massa incredula per ottenere un «residuo santo» che guarderà a Gesù quale loro Messia; cfr. Is 1,25ss; Mal 3,1ss; Ap 1,7), non bisogna chiudere gli occhi sulla questione giudaica che si protrae da due millenni. Questa tensione fu così espressa dall’apostolo Paolo: «Per quanto concerne l’Evangelo, essi sono nemici per via di voi; ma per quanto concerne l’elezione, sono amati per via dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento» (Rm 11,28s). Come già ricordato, fintantoché non accettano Gesù quale Messia, essi sono «Giudei rimasti disubbidienti» (At 14,2).
■ Di là dalle promesse e dagli aspetti escatologici, «l’Israele di Dio» (il giudeo-cristianesimo; Gal 6,16) è parte integrante della chiesa e non un corpo a sé o un corpo estraneo (Ef 2,16; 3,5ss; 4,4; Rm 9,24, 1 Cor 1,22ss). «Infatti noi tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati d’un unico Spirito» (1 Cor 12,13; traduzione letterale mia). Ogni snobismo giudeo-cristiano (At 15,1.5; Gal 2,11ss) e ogni orgoglio gentile (da olivastro; Rm 11,18) sono assolutamente da combattere.
■ È certamente da combattere la cosiddetta «teologia della sostituzione», secondo cui la chiesa avrebbe sostituito in tutto Israele (le promesse di Dio rimangono e Dio attuerà alla fine dei tempi il suo piano per il resto fedele d’Israele). Bisogna combattere anche i tentativi giudaizzanti d’alcune frange del cristianesimo giudeo verso l’intero cristianesimo; altresì bisogna combattere tali tentativi anche da parte di cristiani gentili, che hanno ormai aderito a un modello giudaizzante.
■ Bisogna combattere l’antisemitismo in tutte le sue forme, essendo un razzismo pericoloso e pernicioso. Ciò non significa però aderire a un sionismo politico, che usa l’ingenuità di tanti cristiani e la loro sudditanza psicologica a un «Israele» non chiaramente definito (vedi sopra). Il sionismo è nato infatti come un progetto politico; esso si serve poi (come tutte le ideologie politiche) delle sensibilità religiose di Giudei e cristiani per creare un’accettazione e un consenso, su cui costruire. Molti cristiani disavveduti pensano: «Se un “grande Israele” è nel progetto di Dio, non si può che sostenerlo politicamente, finanziariamente e idealmente». Su tale leva giocano i sionisti presenti fra gli Ebrei e fra i cristiani. Si dimentica sovente che sarà soltanto il Messia, al suo ritorno, a creare il regno per Israele (cfr. At 1,6s con Ap 20,1-6).
marco
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Re: Come riconoscere Yeshùa?

Messaggio da marco »

Condivido il pensiero del Sig.Martella. Sono tornati senza Messia.
E poi, gli ebrei odierni, sono veramente i discendenti di quelli biblici?
Oppure, come qualcuno afferma, in un libro, discendono dal ceppo Cazaro. Un popolo che si convertì alla religione giudaica nel nono secolo dopo Cristo.
Capisco e non condivido, che queste discussioni, possono suscitare astio, ma è giusto parlarne per meglio comprendere la situazione.
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