Romani 11, 36

chelaveritàtrionfi
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Gianni ha scritto: venerdì 9 giugno 2023, 5:59

Ho appena terminato il mio ultimo libro, intitolato appunto Il lògos, che pubblicherò quanto prima.
Nel frattempo, a chi si appassiona alla “fine del mondo” o agli “ultimi tempi”, segnalo questo mio recente opuscoletto: https://www.academia.edu/103035336/Il_r ... hed%C3%B2n.
Letto velocemente perchè devo andare via. Ne avevamo parlato nella discussione su Megghìddo nell'altra cartella. Ho notato che hai riportato dettagliatamente delle battaglie nella vallata di Megghìddo (a parte l'analisi del termine dalle iscrizioni) dove vi era una città molto importante per il dominio della "via del mare". La più grande battaglia in questa vallata fu sicuramente quella di Tuthmoses III che lottò contro 330 principi stranieri e vinse seguendo le stelle (congiunzioni stellari). La sconfitta per i cananei ecc.. equivalse ad un lamento definito lamento di HadadRimmon (due divinità fenicie). Le altre due battaglie riguardarono il popolo di Israel. Una di durata ventennale coinvolse Debora e Barac al tempo dei giudici e fu vinta. L'altra vide Giosia sconfitto. In questa città, se ricordo bene, si rifugiò un re di Israele trafitto da una freccia ed anche Giosia fu trafitto (mi pare).

La terza battaglia è in un certo senso attesa (profetizzata) da Zaccaria e ripresa come riferimento dell'Apocalisse di Giovanni. Tuttavia, a parer mio, si presenta uno schema piuttosto che una profezia futura da prendere alla lettera. Entrambi gli scritti riportano a contesti diversi: una dopo l'esilio babilonese e l'altra al tempo delle lotte tra romani ed altri popoli (nazioni) attorno alla giudea.

Vogliamo vederci un futuro ancora oggi? Se l'intento dell'autore è questo, certo è possibile. Ma le modalità descritte in questi testi mi sembrano essere "circoscritte" a piccole aree dove le nazioni della terra sono quelle prossime a quei luoghi. Oggi non ci sono cavalli e spade e le guerre vengono combattute in altri modi.

Noi che crediamo certamente abbiamo la speranza e ci vediamo la promessa divina che si può scorgere sia in profezie più antiche, sia in apocalisse (per chi accetta le SG)
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da Gianni »

Caro Naza, la tua traduzione “la parola carne venne all’esistenza” non mi sembra la più appropriata nel contesto. Che cosa venne all’esistenza? Dovremmo intendere che venne all’esistenza “come carne”. Ma la parola già esisteva in principio.
Tu dici che ἐγένετο è la terza persona singolare dell’indicativo medio di γίγνομαι. Questa è però la forma attica. Nel greco comune, che è quello delle Scritture Greche, si usa invece il verbo γίνομαι, sempre, in tutte le sue 671 occorrenze.
Tralasci comunque di precisare che ἐγένετο è nel tempo aoristo, il quale indica l’azione al suo inizio.
Il verbo γίνομαι indica anche l’apparire nella storia; nel teatro era usato per indicare l’arrivo sul palcoscenico.
Nel contesto, Gv 1:14 assume questo senso: La parola di Dio d’un tratto apparve nella storia umana come carne.
In passato parola di Dio si era manifestata nei Profeti, nei Suoi messaggeri; nella Bibbia la troviamo scritta. Alla fine si manifestò nell’uomo Yeshùa che insegnava solo parole di Dio.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Buon giorno a tutti, vi dico innanzitutto che è un piacere leggervi , cè entusiasmo è questo è bello , ora scrivo anch'io qualcosa .

In Romani 11:35 Paolo afferma che Dio è la fonte e strumento della creazione , a questo punto Paolo non può contraddirsi dicendo in Colossesi 1:17 che è Jeshùa il mezzo della creazione . Sta insegnando due cose diverse ? O insegna che è Dio il Creatore o Jeshùa . Il suo insegnamento deve essere i linea i tutte le sue lettere Romani , Colossesi , Corinti .
Se stabiliamo che Dio è il Creatore gli altri versi devono spiegarsi diversamente .

Dentro di lui , in lui , in virtù di lui , e per lui , non significano a mio parere che Jeshùa è lo strumento della creazione .
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Gianni
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da Gianni »

:-) .
chelaveritàtrionfi
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Chiedo venia.. nel ricopiare la descrizione del verbo non ho scritto il tempo, aoristo, comunque riportato nei due link. Su biblehub il numero strong riporta al termine che dici, Gianni. Quella è la descrizione. L’ultimo commento riporta ( riguardo al verbo di riferimento ghìnomai) un passaggio dall eternità ( forse dal nascosto) manifestandosi nel tempo (spazio fisico). Certamente preso alla lettera questo porta alle interpretazioni che conosciamo. Tuttavia di angeli che prendono sembianze umane lo possiamo leggere in testi oggi segnati come apocrifi. Vedi enoch e la discesa sul monte Hermon dove mi pare sj dice che 200 angeli prendono sembianze umane o anche in Tobia dove Gabriele è in sembianze umane e mangia, parla con i presenti e poi sale in alto( cap 12). Riguardo al mangiare ecc è specificato che è solo apparenza.


La parola tradotta con carne mi pare voglia dire anche corpo, persona.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
animasalvata
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da animasalvata »

chelaveritàtrionfi ha scritto: venerdì 9 giugno 2023, 7:52
La grammatica è incontrovertibile ma non basta. Occorre analizzare i contesti e cercare di capire cosa vuole dire l'autore del testo.


Vabbene analizzare i contesti però il contesto non può nemmeno violentare la grammatica. Il redattore anche se fosse stato un ebreo doveva avere anche conoscenza di greco antico. Se il redattore vuole esprimere il concetto di "in vista di" aveva lo strumento adatto per esprimere questo concetto ebraico in greco: la preposizione dia più l'accusativo
In questo caso è incontrovertibile sia per analisi logica della frase sia per grammatica, che il soggetto è Dio :-)
Sono d'accordo che si sta parlando di Dio
A parte il fatto che qui non è stato tradotto (mi pare) “in vista di” ma “per mezzo di..” o “attraverso”, come strumentalità come dici tu.
In romani 11,36 no non è stato tradotto così ma in altre parti si per esempio in 1 Corinzi 8,6 la preposizione di col genitivo in relazione a Cristo in qualche traduzione è stata resa "in vista di". Il redattore anche se fosse stato un ebreo doveva avere anche conoscenza di greco antico. Se il redattore vuole esprimere il concetto di "in vista di" aveva lo strumento adatto per esprimere questo concetto ebraico in greco: la preposizione dia più l'accusativo
Il fatto è che abbiamo in mente l’immagine di Dio che cammina nel giardino e che letteralmente parla ecc .. quindi l’uomo viene fatto a sua immagine in questo senso ecc. Ma siamo sicuri che queste rappresentazioni siano letterali?
Infatti si tratta di Dio. Dio crea per mezzo di se stesso? Pare di si. Ma in che modo? Per esempio leggiamo:

Salmi 33:6 I cieli furono fatti dalla parola del SIGNORE, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca. NR
Sappiamo che letteralmente Dio non ha una voce fatta da suoni come ci esprimiamo noi. Il concetto di parola serve solo ad esprimere qualcos'altro che umanamente non potremo mai capire del tutto. La parola del signore è un modo umano di esprimere qualcos'altro che non possiamo pienamente afferrare ma sappiamo che c'è. Il fatto che Dio "parlava" o che "camminava" probabilmente sono dei modi umani di descrivere qualcos'altro cioè l'agire di Dio. Sappiamo che Dio agisce in qualche modo e non possiamo pienamente afferrare come. Quindi abbiamo bisogno di rappresentazioni umani per cercare almeno di descrivere qualcosina.

La parola/soffio (vento) sono concetti umani che rappresentano il potere di Dio. Come citi il salmo sappiamo che Dio opera mediante un potere suo che non possiamo pienamente capire com'è questo potere.

Sappiamo in Romani 11,36 che questo potere divino che crea non è un potere senza una volontà come affermano i testimoni di Geova perché viene utilizzato un pronome lui e quindi questo potere è appunto lui cioè Dio stesso. Sappiamo solo che Dio è un potere o una forza ma non possiamo sapere com'è è pienamente fatta questa forza o potere.
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da animasalvata »

Maria Grazia Lazzara ha scritto: venerdì 9 giugno 2023, 9:18
In Romani 11:35 Paolo afferma che Dio è la fonte e strumento della creazione ,
Lo strumento della creazione è la ruach haqodesh ma se lo strumento è la ruach hakodesh e se Dio è fonte e strumento allora vuol dire che la ruach hakodesh è Dio. La verità di Dio è anche un somma di parole

Inoltre visto che abbiamo parlato della ruach hakodesh direte che centra? Eppure Paolo cita un passo di Isaia dove compare la parola ruach ma Paolo sostituisce ruach con la parola greca equivalente di pensiero. Perché?
Dentro di lui , in lui , in virtù di lui , e per lui , non significano a mio parere che Jeshùa è lo strumento della creazione .
In virtù di lui si esprime dia con accusativo. Ma col genitivo indica il mezzo. Quando di Yeshua viene detto dia con genitivo signidica mezzo, strumento. La grammatica è grammatica e bisogna rispettarla. Se i redattori hanno usato il genitivo piuttosto che l'accusativo con la preposizione dia vuol dire che volevano veicolare un messaggio preciso nello stile del greco. Se avessero voluto dire solamente che la creazione è in vista di lui senza esserne anche il mezzo avrebbero usato l'accusativo con dia.
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da animasalvata »

In questo contesto Paolo cita un passo di Isaia dove compare la parola ruach ma Paolo sostituisce ruach con la parola greca equivalente di pensiero. Perché?
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Re: Romani 11, 36

Messaggio da animasalvata »

bgaluppi ha scritto: venerdì 9 giugno 2023, 2:05
Si, infatti è di mezzo.
Bgalupi allora perché lo hai reso "grazie a lui"? Così non sembra comparire il senso di strumentalita.
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Re: Romani 11, 36

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Gianni ha scritto: venerdì 9 giugno 2023, 8:59
Il verbo γίνομαι indica anche l’apparire nella storia; nel teatro era usato per indicare l’arrivo sul palcoscenico.
Nel contesto, Gv 1:14 assume questo senso: La parola di Dio d’un tratto apparve nella storia umana come carne.
In passato parola di Dio si era manifestata nei Profeti, nei Suoi messaggeri; nella Bibbia la troviamo scritta. Alla fine si manifestò nell’uomo Yeshùa che insegnava solo parole di Dio.[/size][/TimesNewRoman]
Gianni perché i profeti non dicevano solo le parole di Dio?
La parola non si era manifestata in carne anche in loro?
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