Re: Israele e salvezza per Grazia
Inviato: venerdì 7 dicembre 2018, 12:53
Luigi, la profezia divina sul ritorno di tutta Israele a Dio inizia in Dt 29:1,2:
“Queste sono le parole del patto che l'Eterno comandò a Mosè di fare con i figli d'Israele nel paese di Moab, oltre il patto che aveva fatto con essi al monte Horeb. Mosè convocò dunque tutto Israele e disse loro:...”
Nota che Mosè si rivolge a tutto Israele, non ai “cristiani” ossia ai gentili, che non fanno parte di questo patto, non costituendo parte di Israele. Poi dice:
“Oggi tutti voi state davanti all'Eterno, il vostro Dio: i vostri capi, le vostre tribù, i vostri anziani, i vostri ufficiali, tutti gli uomini d'Israele, i vostri bambini, le vostre mogli e lo straniero che è in mezzo al tuo accampamento...” (vv. 10,11).
“Io faccio questo patto e questo giuramento non soltanto con voi, ma anche con quelli che stanno qui oggi con noi davanti all'Eterno, il nostro Dio, e con quelli che oggi non sono qui con noi. (Poiché voi sapete che abbiamo dimorato nel paese d'Egitto e che siamo passati in mezzo alle nazioni, che avete attraversato; e avete visto le loro abominazioni e gl'idoli di legno, di pietra, d'argento e d'oro, che sono in mezzo a loro).” (vv. 14-17).
Chi erano quelle persone che stavano con Israele davanti a Dio? Ce lo dice Es 12:37,38:
“I figli d'Israele partirono da Ramses per Sukkoth, in numero di circa seicentomila uomini a piedi, senza contare i fanciulli. E con loro salì pure un gran miscuglio di gente, assieme a greggi ed armenti, una grande quantità di bestiame.”.
Si trattava di non-ebrei che si erano uniti a Israele, convertendosi. Infatti, Gn 17:13 specifica che “tanto chi è nato in casa tua come chi è comprato con denaro dovrà essere circonciso; e il mio patto nella vostra carne sarà un patto eterno”; gli stranieri che si univano a Israele venivano circoncisi, e ciò costituiva un patto eterno.
Più avanti, Mosè dice:
“Sì, tutte le nazioni diranno: "Perché ha l'Eterno trattato così questo paese? Perché mai l'ardore di questa grande ira?". Allora risponderanno: "Poiché hanno abbandonato il patto dell'Eterno, il Dio dei loro padri, che egli stabilì con loro, quando li fece uscire dal paese d'Egitto; perché sono andati a servire altri dèi e si sono prostrati davanti a loro, dèi che essi non avevano conosciuto e che l'Eterno non aveva loro dato. Per questo si è accesa l'ira dell'Eterno contro questo paese, per far venire su di esso tutte le maledizioni scritte in questo libro; e l'Eterno li ha strappati dal loro paese con ira, con furore e con grande indignazione e li ha gettati in un altro paese, come è avvenuto oggi". Le cose occulte appartengono all'Eterno, il nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge».” (vv. 24-29).
Come vedi, si parla sempre di Israele e di quelli che si sono uniti al signore, ossia tutti i circoncisi, stranieri divenuti ebrei. Ed ecco la profezia che riguarda le future dispersioni e il successivo recupero di tutto Israele (non dei gentili incirconcisi):
“Così, quando ti saranno venute addosso tutte queste cose, la benedizione e la maledizione che io ti ho posto davanti, e tu le richiamerai alla mente fra tutte le nazioni, tra le quali l'Eterno, il tuo Dio, ti avrà scacciato, e ritornerai all'Eterno, il tuo Dio, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, secondo tutto ciò che oggi ti comando, l'Eterno, il tuo Dio, ti farà ritornare dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali l'Eterno, il tuo Dio, ti aveva disperso. Anche se fossi stato scacciato all'estremità del cielo, l'Eterno, il tuo Dio, ti raccoglierà di là e di là ti prenderà. L'Eterno, il tuo Dio, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri possedettero e tu lo possederai; ed egli ti farà del bene e ti moltiplicherà più dei tuoi padri. L'Eterno, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti, affinché tu ami l'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, e così tu viva. E l'Eterno, il tuo Dio, farà cadere tutte queste maledizioni sui tuoi nemici e su tutti quelli che ti odiano e ti hanno perseguitato. Tu invece ritornerai e ubbidirai alla voce dell'Eterno e metterai in pratica tutti questi comandamenti che oggi ti prescrivo. L'Eterno, il tuo Dio, ti farà prosperare grandemente in tutta l'opera delle tue mani, nel frutto del tuo grembo, nel frutto del tuo bestiame e nel frutto del tuo suolo; poiché l'Eterno si compiacerà di nuovo nel farti del bene, come si compiacque nel farlo ai tuoi padri, perché ubbidirai alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge, perché sarai ritornato all'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima.” — Dt 30:1-10
Osserva come i futuri dispersi siano i discendenti di Israele con cui fu sancito quel patto, poiché la profezia dice che essi ritorneranno a Dio, dopo essersene allontanati. Non si tratta di conversione di pagani, ma di ritorno a Dio. Infatti, i profeti annunceranno successivamente il recupero di Giuda — che tornerà nella terra — e quello di Israele — che pur non essendo mai tornato dall'Assiria, sarà recuperato tra le nazioni.
Yeshùa afferma di essere venuto solo per quest'ultime pecore perdute, quelle della casa di Israele. Non dice di essere venuto a convertire i pagani! Quelle pecore, che appartengno a Israele, erano ormai scomparse dall'esistenza, mescolandosi tra i pagani. È proprio per questo motivo che la predicazione viene fatta tra le nazioni dove furono disperse le pecore perdute. L'opera di Yeshùa, dunque, è finalizzata al recupero e alla ricostituzione della casa di Israele (che tornano a Dio), non alla conversione dei pagani, come annunciato dal profeta:
“Allora l'Eterno disse a Osea: «Chiamalo Lo-ammi, perché voi non siete mio popolo e io non sono vostro Dio. Tuttavia il numero dei figli d'Israele sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare. E avverrà che invece di essere detto loro: "Voi non siete mio popolo", sarà loro detto: "Siete figli del Dio vivente". Quindi i figli di Giuda e i figli d'Israele si riuniranno insieme, nomineranno per se stessi un unico capo e saliranno fuori dal paese, perché grande sarà il giorno di Jezreel».” — Os 1:9-11
Questa profezia, che riguarda il ricostituirsi del popolo di Dio — che nella Bibbia è sempre solo uno, Israele — viene ripresa da Paolo in Rm 9:23-26:
“E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria, cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili? Come ancora egli dice in Osea: «Io chiamerò il mio popolo quello che non è mio popolo, e amata quella che non è amata. E avverrà che là dove fu loro detto: "Voi non siete mio popolo", saranno chiamati figli del Dio vivente».”
Lo scopo primario è quello di ricostituire le tribù di Israele e riunirle alle tribù di Giuda. Naturalmente, si tratta di una ricostituzione reale ma anche in senso traslato, non generazionale, poiché la linea di sangue della maggioranza delle pecore perdute è andata persa per sempre; molte erano ancora in Galilea, in Samaria e in Assiria, ma la maggior parte — soprattutto oggi — andò dispersa (e queste sono “le altre pecore che non sono di quest'ovile” e che dovevano essere raccolte, Gv 10:16). La predicazione di Yeshùa e degli apostoli si pone questo scopo, ed è naturale che dovesse essere trasmessa ai gentili, poiché è soprattutto tra loro che dovevano essere recuperate le pecore perdute; i gentili che credono in Yeshùa come Messia di Israele rappresentano le pecore perdute della casa di Israele che riconoscono la voce del pastore e ritornano all'ovile, cioè a Dio, o meglio “le altre pecore” che non facevano (più) parte dell'ovile di Israele. Ma il punto non è questo, il punto è che Dio ricostituirà il Suo popolo, e questo popolo dovrà ubbidire alla Sua legge, che è una sola fino a prova contraria (la Torah): “ubbidirai alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge, perché sarai ritornato all'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima.”. Ritornare a Dio e all'obbedienza alla Sua legge, che è una sola.
Il profeta annuncia il regno del messia davidico, che regnerà e che dunque non è ancora venuto, poiché non c'è stato ancora alcun re su Israele riunito:
“«Ecco, i giorni vengono», dice l'Eterno, «nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da re, prospererà, ed eserciterà il giudizio e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele dimorerà al sicuro. Questo sarà il nome con cui sarà chiamato: "L'Eterno nostra giustizia". Perciò ecco, i giorni vengono», dice l'Eterno, «nei quali non si dirà più: "Per l'Eterno vivente che ha fatto uscire i figli d'Israele dal paese d'Egitto", ma: "Per l'Eterno vivente che ha fatto uscire e ha ricondotto la progenie della casa d'Israele dal paese del nord e da tutti i paesi dove io li avevo dispersi"; ed essi dimoreranno nel loro paese».” — Ger 23:5-8
Come vedi, si parla sempre e solo di Giuda e Israele e della progenie di Israele ricondotta a Dio (non dei "cristiani"). Questo re stabilirà Gerusalemme come centro del mondo, a cui affluiranno tutte le nazioni straniere (i gentili) per imparare ad obbedire a Dio, e diventare anch'esse Suo popolo:
“Parola che Isaia, figlio di Amots, ebbe in visione riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell'Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni. Molti popoli verranno dicendo: «Venite, saliamo al monte dell'Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno.” — Is 2:1-3
I popoli stranieri impareranno la legge, ossia la Torah, che uscirà da Sion (non dalla Chiesa cristiana) e la metteranno in pratica (cammineranno nei sentieri di Dio). Si tratta di una rivelazione globale della Torah ad ogni essere umano, non di una conversione in massa al "cristianesimo", che ovviamente non è la Torah e poco ha a che fare con Israele.
“Queste sono le parole del patto che l'Eterno comandò a Mosè di fare con i figli d'Israele nel paese di Moab, oltre il patto che aveva fatto con essi al monte Horeb. Mosè convocò dunque tutto Israele e disse loro:...”
Nota che Mosè si rivolge a tutto Israele, non ai “cristiani” ossia ai gentili, che non fanno parte di questo patto, non costituendo parte di Israele. Poi dice:
“Oggi tutti voi state davanti all'Eterno, il vostro Dio: i vostri capi, le vostre tribù, i vostri anziani, i vostri ufficiali, tutti gli uomini d'Israele, i vostri bambini, le vostre mogli e lo straniero che è in mezzo al tuo accampamento...” (vv. 10,11).
“Io faccio questo patto e questo giuramento non soltanto con voi, ma anche con quelli che stanno qui oggi con noi davanti all'Eterno, il nostro Dio, e con quelli che oggi non sono qui con noi. (Poiché voi sapete che abbiamo dimorato nel paese d'Egitto e che siamo passati in mezzo alle nazioni, che avete attraversato; e avete visto le loro abominazioni e gl'idoli di legno, di pietra, d'argento e d'oro, che sono in mezzo a loro).” (vv. 14-17).
Chi erano quelle persone che stavano con Israele davanti a Dio? Ce lo dice Es 12:37,38:
“I figli d'Israele partirono da Ramses per Sukkoth, in numero di circa seicentomila uomini a piedi, senza contare i fanciulli. E con loro salì pure un gran miscuglio di gente, assieme a greggi ed armenti, una grande quantità di bestiame.”.
Si trattava di non-ebrei che si erano uniti a Israele, convertendosi. Infatti, Gn 17:13 specifica che “tanto chi è nato in casa tua come chi è comprato con denaro dovrà essere circonciso; e il mio patto nella vostra carne sarà un patto eterno”; gli stranieri che si univano a Israele venivano circoncisi, e ciò costituiva un patto eterno.
Più avanti, Mosè dice:
“Sì, tutte le nazioni diranno: "Perché ha l'Eterno trattato così questo paese? Perché mai l'ardore di questa grande ira?". Allora risponderanno: "Poiché hanno abbandonato il patto dell'Eterno, il Dio dei loro padri, che egli stabilì con loro, quando li fece uscire dal paese d'Egitto; perché sono andati a servire altri dèi e si sono prostrati davanti a loro, dèi che essi non avevano conosciuto e che l'Eterno non aveva loro dato. Per questo si è accesa l'ira dell'Eterno contro questo paese, per far venire su di esso tutte le maledizioni scritte in questo libro; e l'Eterno li ha strappati dal loro paese con ira, con furore e con grande indignazione e li ha gettati in un altro paese, come è avvenuto oggi". Le cose occulte appartengono all'Eterno, il nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge».” (vv. 24-29).
Come vedi, si parla sempre di Israele e di quelli che si sono uniti al signore, ossia tutti i circoncisi, stranieri divenuti ebrei. Ed ecco la profezia che riguarda le future dispersioni e il successivo recupero di tutto Israele (non dei gentili incirconcisi):
“Così, quando ti saranno venute addosso tutte queste cose, la benedizione e la maledizione che io ti ho posto davanti, e tu le richiamerai alla mente fra tutte le nazioni, tra le quali l'Eterno, il tuo Dio, ti avrà scacciato, e ritornerai all'Eterno, il tuo Dio, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, secondo tutto ciò che oggi ti comando, l'Eterno, il tuo Dio, ti farà ritornare dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali l'Eterno, il tuo Dio, ti aveva disperso. Anche se fossi stato scacciato all'estremità del cielo, l'Eterno, il tuo Dio, ti raccoglierà di là e di là ti prenderà. L'Eterno, il tuo Dio, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri possedettero e tu lo possederai; ed egli ti farà del bene e ti moltiplicherà più dei tuoi padri. L'Eterno, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti, affinché tu ami l'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, e così tu viva. E l'Eterno, il tuo Dio, farà cadere tutte queste maledizioni sui tuoi nemici e su tutti quelli che ti odiano e ti hanno perseguitato. Tu invece ritornerai e ubbidirai alla voce dell'Eterno e metterai in pratica tutti questi comandamenti che oggi ti prescrivo. L'Eterno, il tuo Dio, ti farà prosperare grandemente in tutta l'opera delle tue mani, nel frutto del tuo grembo, nel frutto del tuo bestiame e nel frutto del tuo suolo; poiché l'Eterno si compiacerà di nuovo nel farti del bene, come si compiacque nel farlo ai tuoi padri, perché ubbidirai alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge, perché sarai ritornato all'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima.” — Dt 30:1-10
Osserva come i futuri dispersi siano i discendenti di Israele con cui fu sancito quel patto, poiché la profezia dice che essi ritorneranno a Dio, dopo essersene allontanati. Non si tratta di conversione di pagani, ma di ritorno a Dio. Infatti, i profeti annunceranno successivamente il recupero di Giuda — che tornerà nella terra — e quello di Israele — che pur non essendo mai tornato dall'Assiria, sarà recuperato tra le nazioni.
Yeshùa afferma di essere venuto solo per quest'ultime pecore perdute, quelle della casa di Israele. Non dice di essere venuto a convertire i pagani! Quelle pecore, che appartengno a Israele, erano ormai scomparse dall'esistenza, mescolandosi tra i pagani. È proprio per questo motivo che la predicazione viene fatta tra le nazioni dove furono disperse le pecore perdute. L'opera di Yeshùa, dunque, è finalizzata al recupero e alla ricostituzione della casa di Israele (che tornano a Dio), non alla conversione dei pagani, come annunciato dal profeta:
“Allora l'Eterno disse a Osea: «Chiamalo Lo-ammi, perché voi non siete mio popolo e io non sono vostro Dio. Tuttavia il numero dei figli d'Israele sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare. E avverrà che invece di essere detto loro: "Voi non siete mio popolo", sarà loro detto: "Siete figli del Dio vivente". Quindi i figli di Giuda e i figli d'Israele si riuniranno insieme, nomineranno per se stessi un unico capo e saliranno fuori dal paese, perché grande sarà il giorno di Jezreel».” — Os 1:9-11
Questa profezia, che riguarda il ricostituirsi del popolo di Dio — che nella Bibbia è sempre solo uno, Israele — viene ripresa da Paolo in Rm 9:23-26:
“E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria, cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili? Come ancora egli dice in Osea: «Io chiamerò il mio popolo quello che non è mio popolo, e amata quella che non è amata. E avverrà che là dove fu loro detto: "Voi non siete mio popolo", saranno chiamati figli del Dio vivente».”
Lo scopo primario è quello di ricostituire le tribù di Israele e riunirle alle tribù di Giuda. Naturalmente, si tratta di una ricostituzione reale ma anche in senso traslato, non generazionale, poiché la linea di sangue della maggioranza delle pecore perdute è andata persa per sempre; molte erano ancora in Galilea, in Samaria e in Assiria, ma la maggior parte — soprattutto oggi — andò dispersa (e queste sono “le altre pecore che non sono di quest'ovile” e che dovevano essere raccolte, Gv 10:16). La predicazione di Yeshùa e degli apostoli si pone questo scopo, ed è naturale che dovesse essere trasmessa ai gentili, poiché è soprattutto tra loro che dovevano essere recuperate le pecore perdute; i gentili che credono in Yeshùa come Messia di Israele rappresentano le pecore perdute della casa di Israele che riconoscono la voce del pastore e ritornano all'ovile, cioè a Dio, o meglio “le altre pecore” che non facevano (più) parte dell'ovile di Israele. Ma il punto non è questo, il punto è che Dio ricostituirà il Suo popolo, e questo popolo dovrà ubbidire alla Sua legge, che è una sola fino a prova contraria (la Torah): “ubbidirai alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge, perché sarai ritornato all'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima.”. Ritornare a Dio e all'obbedienza alla Sua legge, che è una sola.
Il profeta annuncia il regno del messia davidico, che regnerà e che dunque non è ancora venuto, poiché non c'è stato ancora alcun re su Israele riunito:
“«Ecco, i giorni vengono», dice l'Eterno, «nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da re, prospererà, ed eserciterà il giudizio e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele dimorerà al sicuro. Questo sarà il nome con cui sarà chiamato: "L'Eterno nostra giustizia". Perciò ecco, i giorni vengono», dice l'Eterno, «nei quali non si dirà più: "Per l'Eterno vivente che ha fatto uscire i figli d'Israele dal paese d'Egitto", ma: "Per l'Eterno vivente che ha fatto uscire e ha ricondotto la progenie della casa d'Israele dal paese del nord e da tutti i paesi dove io li avevo dispersi"; ed essi dimoreranno nel loro paese».” — Ger 23:5-8
Come vedi, si parla sempre e solo di Giuda e Israele e della progenie di Israele ricondotta a Dio (non dei "cristiani"). Questo re stabilirà Gerusalemme come centro del mondo, a cui affluiranno tutte le nazioni straniere (i gentili) per imparare ad obbedire a Dio, e diventare anch'esse Suo popolo:
“Parola che Isaia, figlio di Amots, ebbe in visione riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell'Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni. Molti popoli verranno dicendo: «Venite, saliamo al monte dell'Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno.” — Is 2:1-3
I popoli stranieri impareranno la legge, ossia la Torah, che uscirà da Sion (non dalla Chiesa cristiana) e la metteranno in pratica (cammineranno nei sentieri di Dio). Si tratta di una rivelazione globale della Torah ad ogni essere umano, non di una conversione in massa al "cristianesimo", che ovviamente non è la Torah e poco ha a che fare con Israele.